
Anno | 1979 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Germania |
Durata | 82 minuti |
Al cinema | 3 sale cinematografiche |
Regia di | Werner Herzog |
Attori | Klaus Kinski, Eva Mattes, Wolfgang Reichmann, Willy Semmelrogge, Herbert Fux Dieter Augustin, Wolfgang Bachler, Irm Hermann, Josef Bierbichler, Paul Burian, Volker Prechtel, Rosemarie Heinikel, Thomas Mettke, Maria Mettke. |
Uscita | lunedì 8 settembre 2025 |
Tag | Da vedere 1979 |
Distribuzione | Cineteca di Bologna |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,35 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 7 ottobre 2025
Nella Germania del diciannovesimo secolo, il fuciliere Franz Woyzeck arrotonda la sua paga prestandosi agli esperimenti di un medico esaltato, per poter mantenere la ragazza a cui è legato e il figlio avuto da lei. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, Woyzeck è 75° in classifica al Box Office. mercoledì 8 ottobre ha incassato € 387,00 e registrato 264 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
|
A metà del XIX secolo in una guarnigione tedesca, il fuciliere "irrequieto come un ragno" Friedrich Johann Franz Woyzeck cerca come può di racimolare soldi per sostentare la moglie Maria e il figlioletto: rasa il capitano dell'esercito al mattino, si offre come cavia per un medico pazzoide, mangia per sei mesi solo piselli e acconsente anche ad altre bizzarrie. Ben presto, tuttavia, la sua stabilità mentale vacilla. Maria, intanto, lo tradisce con un aitante tamburo maggiore dell'esercito; Woyzeck sospetta prima, poi scopre la tresca e va ad affrontare il rivale che, però, lo umilia e lo malmena. Il protagonista, così sprofondando nella follia, trascina Maria ad un lago e la pugnala. Di ritorno in osteria, si accorge presto che più clienti cominciano a sospettare del suo misfatto.
Herzog filma il frammento teatrale incompiuto di Büchner - a sua volta ispiratosi alla cronaca nera - con una fedeltà storico-tematica al testo che non esclude la reinvenzione personale. Ne esce fuori un dramma psicologico in costume d'alta levatura filosofica: cosa rimane di umano in un essere soggiogato da forze incontrollabili, represso dalle istituzioni, scippato del libero arbitrio?
La stessa domanda che si era posto mutatis mutandis anche Kubrick in Arancia Meccanica e che, in effetti, fonda tutta l'opera di un regista che si conferma un umanista raffinato, romantico e spietato. Inquadra un soldatino di piombo, una banderuola al vento spogliata di ogni vitalità, costretta a svendere mente e corpo per la chimera di una dignità economica. Responsabili di tale atrocità sono le istituzioni militari (il capitano dell'esercito), scientifiche (il medico che vuole apparentare Woyzeck agli animali) e sociali. Così nella sfera privata si consumano le conseguenze della repressione pubblica: il fuciliere vorrebbe e non riesce ad amare figlio e moglie, alla cui disconferma dei sentimenti segue l'esplosione del suo lato più dissennato e violento; Marie, di contro, prova affetto per il compagno, attrazione sessuale per il virile maggiore, amore per il figlioletto, ma si strugge nel senso di colpa per i suoi sentimenti confliggenti.
Film dalla produzione lampo (appena concluso Nosferatu, il principe della notte, bastarono otto giorni di riprese e quattro di montaggio al regista per concluderlo) si lascia riscoprire oggi, al tempo della società del controllo, come un J'accuse sulle devastanti conseguenze della repressione - a Herzog raramente interessano le cause - di sistemi sociali libertari solo in apparenza, nei fatti spersonalizzanti e coercitivi.
Così in un mondo di granitiche gerarchie, di efficientismo, di pulsioni represse e aberrazioni scientiste, Woyzeck dismette pian piano la sua coscienza razionale, il senso del tragico e del limite, abbandona la sua umanità e abbraccia una primordiale bestialità con cui reclama la sua presenza nel mondo, burattinizzato, com'è, da un'oscura, inconoscibile forza esterna.
Herzog compone un'altra carrellata di cinici sfruttatori con una regia semplicissima nella sua algida staticità (un trionfo di camera fissa in piano-sequenza e campi lunghi con qualche panoramica), capace di mantenere una distanza critica rispetto al narrato, insistendo, simbolicamente, sulle tonalità terrose della città, su quelle verdeggianti della Natura fotografate dal fido Schmidt-Reitwein e scenografate dallo stesso regista.
Un film che, inoltre, eleva a potenza l'istrionismo del suo attore feticcio: quel Klaus Kinski, che, prima di Fitzcarraldo, vivifica un altro sconfitto del cinema herzoghiano: avvilito, sperduto, schizoide, nevrastenico, spersonalizzato, spiritato. Indemoniato e nientificato.
Nella Germania del diciannovesimo secolo, il fuciliere Franz Woyzeck arrotonda la sua paga prestandosi agli esperimenti di un medico esaltato, per poter mantenere la ragazza a cui è legato e il figlio avuto da lei. Quando scopre però che la donna lo tradisce, la conduce presso uno stagno e la uccide. Un film asciutto, essenziale, crudo per meglio mettere a nudo l'epos tragico di questo personaggio perduto.
In un piccolo paese della cecoslovacchia ,un soldato estremamente sensibile alla natura e' succube sia della moglie che dei suoi superiori,ma quando scopre l'adulterio della moglie sentira' una voce (della natura o di se stesso?) che lo esortera' ad uccidere la donna ,e dopo aver compiuto l'atto si suicidera'.Werner Herzog(aguirre,nosferatu),dopo Nosferatu dirige un film tratto [...] Vai alla recensione »
Dopo cinque giorni dalla fine delle riprese di Nosferatu, ispirato all’omonimo capolavoro degli anni venti di Murnau, Herzog inizia Woyzeck, ed è ancora una volta un omaggio al cinema muto. Il protagonista è sempre Kinski. Ha il volto perennemente stravolto in una smorfia che è uno spasmo di dolore, un ghigno drammatico e grottesco, che richiama per contrasto la maschera [...] Vai alla recensione »
Pochi giorni dopo la fine delle riprese di "Nosferatu", Herzog gira questo "Woyzeck", considerato un film minore della carriera del grande regista teutonico, a mio parere totalmente a torto. La fotografia, bellissima ed elegante, è quella tipica dell'Herzog meno "naturalista", cioè quella di una graziosa ma cupa cittadina del nord-est Europa, che per [...] Vai alla recensione »
Woyzeck è il soldato di un piccolo paesino della Cecoslovacchia, Telec. E' sposato con un bimbo, ma è molto complessato, nonché deriso dal capitano che lo schernisce mentre un medico lo usa come cavia. Aggravando il suo già precario stato mentale. Scopre la moglie che lo tradisce e la vita per lui diventa ancor di più un incubo.
Un bel film che a mio parere fallisce completamente nel rendere le ragioni del testo di Buchner.