I pugni in tasca

Film 1965 | Drammatico, +16 107 min.

Anno1965
GenereDrammatico,
ProduzioneItalia
Durata107 minuti
Regia diMarco Bellocchio
AttoriPaola Pitagora, Lou Castel, Marino Masé, Liliana Gerace .
Uscitalunedì 19 ottobre 2015
TagDa vedere 1965
DistribuzioneCineteca di Bologna
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +16
MYmonetro 4,24 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Marco Bellocchio. Un film Da vedere 1965 con Paola Pitagora, Lou Castel, Marino Masé, Liliana Gerace. Genere Drammatico, - Italia, 1965, durata 107 minuti. Uscita cinema lunedì 19 ottobre 2015 distribuito da Cineteca di Bologna. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 4,24 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 19 ottobre 2015

Il maggiore di quattro fratelli, Augusto, ha la responsabilità di una famiglia di anormali; il più giovane, Leone, è epilettico e pazzo, la sorella Gi... Ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office I pugni in tasca ha incassato 16,1 mila euro .

Consigliato assolutamente sì!
4,24/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA 4,72
PUBBLICO 4,00
ASSOLUTAMENTE SÌ
Un macigno gettato nello stagno del perbenismo di facciata dei movimenti del '68.
Giancarlo Zappoli
Giancarlo Zappoli

Quattro fratelli vivono in una grande villa di famiglia sulle colline del Piacentino con la madre cieca. Augusto, il maggiore, è l'unico ad avere un lavoro. Giulia ne è morbosamente innamorata. Gli altri due sono Leone, affetto da ritardo mentale e Ale dal carattere nevrotico e solitario. Sarà quest'ultimo a far saltare i già precari equilibri familiari.
All'epoca dell'uscita del film in Francia (1966) Jean De Baroncelli scrisse su "Le Monde": "Attaccando direttamente la cellula familiare, che è in Italia la meglio protetta e la più rispettata di tutto il corpo sociale, denunciando con una violenza sbalorditiva la commedia dei buoni sentimenti che regge le relazioni tra i genitori e i figli e dei figli tra di loro, Marco Bellocchio si rivolta anche contro tutte le altre convenzioni, morali, religiose e borghesi che soffocano i suoi eroi". Questo fu l'effetto che esercitò all'uscita il film d'esordio dell'allora ventiseienne regista.
Di famiglie più o meno minate al loro interno da elementi disgregatori e da ipocrisie nel frattempo ne sono passate innumerevoli sullo schermo ma quello di Bellocchio fu, più che un sasso, un macigno gettato nello stagno di un perbenismo di facciata che i movimenti del '68 (già vicino) avrebbero ulteriormente messo a nudo. Con questo non si intende affermare che il personaggio di Ale sia l'avanguardia della rivoluzione. Il suo è un ribellismo anarchico che contiene in sé quei germi ma che non sa ancora come gestirli. Insieme a Giulia, dopo la procurata morte della madre, brucia la collezione della rivista "Pro Familia" e altri oggetti appartenuti alla genitrice della cui presenza pensa di essersi così definitivamente liberato ma questo non è sufficiente. L'epilessia, da cui è affetto, sembra poterne giustificare gli eccessi tanto da consentire ad alcuni recensori dell'epoca di rifugiarsi nella lettura del film come in quella di un 'caso clinico'.
Ma I pugni in tasca fin dal titolo andava oltre le classificazioni schematiche (ivi compresa quella di un pamphlet politico) perché in quella violenza trattenuta ma pronta ad esplodere Bellocchio descriveva una generazione che in modo ancora velleitario stava acquisendo la consapevolezza della necessità di uscire dagli angusti limiti di un'istituzione familiare priva di modelli positivi a cui riferirsi. Il valore del film sta quindi non tanto in quanto mostra ma in quanto sottintende. Ale è affetto da pulsioni di odio-amore nei confronti della genitrice da cui cerca sicurezza nel momento stesso in cui ne ha appena deriso i riti. "Come sono infelice" è il grido di ricerca di aiuto che riesce a pronunciare ma nessuno, fino alla fine, è in grado di ascoltarne veramente l'intimo significato.

Sei d'accordo con Giancarlo Zappoli?

Il maggiore di quattro fratelli, Augusto, ha la responsabilità di una famiglia di anormali; il più giovane, Leone, è epilettico e pazzo, la sorella Giulia è ferma ad uno stadio infantile, mentre il terzo, Sandro, è affetto da mania omicida, ed uccide prima la madre, poi Leone. Giulia sta per diventare sua complice, ma all'ultimo si tira indietro inorridita.


I PUGNI IN TASCA disponibile in DVD o BluRay

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
venerdì 4 settembre 2009
jacopo-bologna

I pugni in tasca è un film torbido, morboso, sconvolgente. Il protagonista del film, Ale, non si può ritenere uno psicopatico o un folle assassino; è lucidissimo, è un serial killer con un fine bene preciso : il bene della sua famiglia. A differenza di "L'argent" di Bresson qui l'omicidio non è visto in un'ottica sartriana : cioè la perdita di valore della morte, come se fosse una cosa normale,data [...] Vai alla recensione »

giovedì 20 giugno 2013
Sisto Razzino

 Quando si parla di Nouvelle Vague, la cinematografia italiana mette sul tavolo i due suoi assi nella manica per contribuire a quello che fu un cambio di pelle del cinema mondiale: ''Prima della rivoluzione'' ( secondo film di Bertolucci ), ed''I pugni in tasca'' di Bellocchio. Il debutto dell'appena venticinquenne regista di Bobbio non è [...] Vai alla recensione »

sabato 8 dicembre 2012
gianleo67

Giovane avvocato vive con la famiglia,la mamma cieca due fratelli e una sorella, in una isolata villa nelle campagne di Piacenza. I suoi progetti prevedono il matrimonio con la giovane Lucia e l'indipendenza dalle esigenze economiche della sua famiglia. Lascia così che il diturbato fratello Sandro elimini la madre e l'altro fratello minorato (Leone) prima di morire egli stesso durante [...] Vai alla recensione »

domenica 3 ottobre 2010
weachilluminati

i Pugni in tasca", è esordio sorprendente di Marco Bellocchio del 1965  In quell’anno Bellocchio aveva appena  25 anni e già dimostrava tante delle sue doti : la capacità di selezionare il silenzio come strumento propulsivo dell’ azione , viatico per una seria introspezione e per concepire una marcata caratterizzazione di personaggi; il tutto poi supportato [...] Vai alla recensione »

domenica 25 giugno 2017
etmovie

 Sono un po’ stupito di trovare ancor oggi recensioni, anche non amatoriali, improntate ad un’analisi da sinistra come unica possibile interpretazione del film: ci stava fino a 40 anni fa, ma oggi questo film è più attuale che mai, e decisamente supera queste interpretazioni. Perché per esempio non vederlo allora in chiave di “etica del capitalismo” [...] Vai alla recensione »

domenica 5 aprile 2015
Noia1

Una famiglia e il rapporto particolare tra i vari componenti. Incredibile, una provocazione nella provocazione. Un ritratto di famiglia attraverso i suoi elementi più disfunzionali, in mostra vengono poste le difficoltà, le tensioni, gli intoppi che crea l’ambiente. Non è però il banale ritratto di una media famiglia borghese, bensì un gruppo di fratelli con [...] Vai alla recensione »

sabato 1 dicembre 2018
stefano capasso

 In una villa di campagna piacentina vive una famiglia problematica. La madre è cieca, due figli soffrono di epilessia, Giulia è innamorata dei due fratelli e Augusto, il maggiore è l’unico che conduce una vita normale, ha un lavoro ed esce. Tutti gli altri sono quasi rinchiusi nella antica villa, lontana dalla società che è in evoluzione.

martedì 20 ottobre 2015
RinoGaetanoforever

Non è un film sul disagio giovanile,ma semplicemente la voglia di Ale di fuoriscire dagli schemi imposti da una società,che all'epoca era falsamente perbenista e bachettona. Il desiderio di distruggere,tutto ciò che di spontaneo non si vuol fare,come assistere chi ha bisogno,annientare il buonismo imperante nell'italia delle famiglie perfette,uscire dal recinto della "norm [...] Vai alla recensione »

domenica 26 settembre 2010
il cinefilo

TRAMA:In una decadente villa vive una famiglia composta da alcuni individui psicologicamente grotteschi tra i quali Sandro(Lou Castel)che medita l'uccisione dei suoi familiari...COMMENTO:Il primo lungometraggio di Marco Bellocchio è un viaggio fascinosamente grottesco nei meandri di un certo tipo di follia e,in questo senso,la scelta di Lou Castel nel ruolo del protagonista si rivela assolutamente [...] Vai alla recensione »

lunedì 28 dicembre 2009
paride86

Celebrato esordio cinematografico di Bellocchio, "I pugni in tasca" è un'ordinaria storia di follia altoborghese. Certo, si distingue per la buona introspezione psicologica dei personaggi e dei rapporti "perversi" che li legano, ma oltre a questo a me personalmente non ha detto niente.

martedì 29 novembre 2016
Contrammiraglio

Se si condidera l'anno dell'esordio penso non bastino le stelle, ma è invecchiato, quindi tre sono il numero giusto per questo interessante film; ma come è bella e brava la Pitagora!

mercoledì 19 giugno 2013
Sisto Razzino

 Quando si parla di Nouvelle Vague, la cinematografia italiana mette sul tavolo i due suoi assi nella manica per contribuire a quello che fu un cambio di pelle del cinema mondiale: ''Prima della rivoluzione'' ( secondo film di Bertolucci ), ed''I pugni in tasca'' di Bellocchio. Il debutto dell'appena venticinquenne regista di Bobbio non è solo uno scolorito [...] Vai alla recensione »

mercoledì 15 giugno 2011
iknowiamsexy

Ma chi ha scritto la recensione? Un bambino di 4 anni?? Mi dispiace perchè il film meritava di più

Frasi
Questa casa non è mai stata così allegra come per un funerale...cento di questi giorni!
Ale (Lou Castel)
dal film I pugni in tasca - a cura di Giampiero
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Federico Pontiggia
Il Fatto Quotidiano

Era il 2011 quando la 95enne Maria Altmann veniva a mancare nell"adottiva" Los Angeles. Una vita straordinaria la sua: fuggita in quanto ebrea dalla Vienna nazista, trova dimora negli Stati Uniti col marito finché nel 1998, alla morte della sorella Luise, scopre che questa si era adoperata nel recupero del ritratto di zia Adele fattole da Gustav Klimt e "scippato" alla famiglia dai nazisti.

winner
miglior soggetto originale
Nastri d'Argento
1966
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