Anno | 2023 |
Genere | Documentario |
Produzione | Francia |
Durata | 52 minuti |
Regia di | Benjamin Clavel |
Attori | Sarah-Jane Sauvegrain . |
Tag | Da vedere 2023 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento domenica 29 dicembre 2024
Un documentario rivela la grande forza profetica della saga di Matrix che mise in scena già dal 1999 tanti dei problemi sociali e politici dei nostri tempi.
CONSIGLIATO SÌ
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Quando è arrivato al cinema nel marzo del 1999, Matrix non era un titolo di punta della Warner. Con un budget di 63 milioni di dollari, più limitato rispetto ad altre produzioni, ne ha incassati a livello mondiale oltre 460. Ha vinto quattro Oscar (montaggio, sonoro, montaggio sonoro ed effetti speciali) ed è stato il capostipite di altri due sequel, Matrix Reloaded e Matrix Revolutions usciti entrambi nel 2003 a poca distanza l'uno dall'altro e poi di un quarto capitolo, Matrix Resurrection, del 2021 oltre di una serie di corti animati, Animatrix. Ma soprattutto è passato da essere un semplice fenomeno cinematografico a un punto di riferimento sociale e culturale. Keanu Reeves, cittadino modello di giorno e hacker di notte col nome di Neo, Carrie-Ann Moss nei panni di Trinity e Laurence Fishburne in quelli di Morpheus hanno interpretato nella saga di Matrix quello che è forse uno dei ruoli più importanti della loro carriera. E il produttore Joel Silver e i registi Larry ed Andy Wachowski, che nel frattempo hanno cambiato sesso e ora sono rispettivamente Lana e Lilly, hanno creato uno spartiacque tra passato e futuro, sempre in linea con il loro cinema (da Bound. Torbido inganno a Speed Racer fino a Cloud Atlas) e hanno anticipato un futuro dove è sempre più stretto il rapporto tra la realtà e le intelligenze artificiali, l'uomo e la macchina.
Pillola blu o pillola rossa? Morpheus mette Neo davanti a questa scelta. Pillola blu: fine della storia, domani ti sveglierai in camera tua e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa: resti nel paese delle meraviglie e vedrai quant'è profonda la tana del bianconiglio.
Il documentario firmato da Benjamin Clavel, con la voce narrante di Sarah-Jane Sauvegrain parte con le forme del cartoon e una tv accesa in cui c'è l'immagine di Philip K. Dick in un filmato del 1977, il celebre scrittore che ha immaginato il mondo come un programma informatico con gli umani che vivevano in una simulazione. In circa 52 minuti ripercorre le influenze a partire da Hal 9000 di 2001: odissea nello spazio per passare agli umani/replicanti di Blade Runner, al cinema degli anni '90 in cui emergeva l'ansia della tecnologia come Il tagliaerbe e soprattutto Strange Days o che offriva la possibilità di vivere la stessa esistenza in una dimensione parallela come The Truman Show.
Ma tra i modelli non c'è solo il cinema americano ma anche quello di Hong Kong, John Woo in particolare, evidente nei rallentamenti e accelerazioni delle azioni. Le coreografie di Matrix infatti sono a cura di una delle figure di spicco di quella cinematografia, Yuen Woo Ping, che tra i celebri movimenti del film ha inventato anche il triplo calcio di Neo. Ma tra i punti di riferimento del film ci sono anche la controcultura psichedelica della fine degli anni '60 e l'inizio dei '70, i fumetti ("Gli invisibili" di Grant Morrison) e gli anime giapponesi (Ghost in the Shell). Poi c'è il confine frantumato tra il cinema e la realtà. Il documentario sottolinea anche come il film e poi la saga siano diventati veggenti: il bug informatico del 2000, il crollo della Torri Gemelle a New York del 2001, l'ascesa alla presidenza di Donald Trump e poi Elon Musk, oltre ad aver accennato a figure come Julian Assange, Edward Snowden e Aaron Swartz suicidatosi a 26 anni nel 1983 che sono diventati in modo diverso una minaccia per i governi. Gli spunti sono tanti, non tutti messi adeguatamente a fuoco forse a causa per l'esigua durata. Il documentario però ha l'intelligenza di far dialogare Matrix con il cinema del passato e del futuro e di sottolineare l'impatto che ha avuto nel corso degli anni. Per quanto riguarda la dimensione politica, resta più in superficie ma l'incombente minaccia è più evidente rispetto a 2073 di Asif Kapadia. Forse il futuro in parte già è stato scritto e proprio per questo The Matrix: Generation riesce ad essere ancora più inquietante. Oltre il cinema.
La saga di Matrix ha decisamente influenzato il cinema e la cultura di questo primo quarto di secolo. Il documentario ripropone le idee e la rivoluzione intellettuale che Matrix ha portato e l'utilizzo senza scrupoli che molto hanno fatto di questa saga e della sua illuminante sceneggiatura. Consiglio la visione del documentario per apprezzare ancora pi? a fondo quella che ? sicuramente una saga di [...] Vai alla recensione »
Quando ? arrivato al cinema nel marzo del 1999, Matrix non era un titolo di punta della Warner. Con un budget di 63 milioni di dollari, più limitato rispetto ad altre produzioni, ne ha incassati a livello mondiale oltre 460. Ha vinto quattro Oscar ed è stato il capostipite di altri due sequel usciti entrambi nel 2003 a poca distanza l'uno dall'altro e poi di un quarto capitolo del 2021 oltre di una serie di corti animati, Animatrix. Ma soprattutto è passato da essere un semplice fenomeno cinematografico a un punto di riferimento sociale e culturale.
Il documentario firmato da Benjamin Clavel, con la voce narrante di Sarah-Jane Sauvegrain, ha l'intelligenza di far dialogare Matrix con il cinema del passato e del futuro e di sottolineare l'impatto che ha avuto nel corso degli anni. Per quanto riguarda la dimensione politica, resta più in superficie ma l'incombente minaccia è evidente. Forse il futuro in parte già è stato scritto e proprio per questo The Matrix: Generation riesce ad essere ancora più inquietante. Oltre il cinema.