Tu devi essere il lupo

Paolo D'Agostini

Sono parecchie le cose che segnalano l'interesse di questo film. Il fatto che appena uscito in pochissime sale ha fatto un eccellente risultato (alta media incassi per sala). La sua sintonia con un tema di rilevanza sociale, le relazioni tra padri e figlie adolescenti, appena trattato da un libro di Gianna Schelotto. E la formula distributiva: regista e tutti gli altri si sono improvvisati associazione "Myself", fai da te, vendendo coupon da un minimo di 5 euro, per avere diritto al biglietto di ingresso, fino a quote di partecipazione ai futuri eventuali utili.
Nell'inconsueta cornice di Sondrio abitano Carlo, tassista senza moglie, e sua figlia Vale. Il loro è un rapporto così esclusivo da risultare soffocante: i tentativi del padre di rifarsi una vita sentimentale incontrano la cupa opposizione della figlia.
Intanto a Lisbona una donna che si chiama Valentina (Valentina Carnelutti, irriconoscibile dal solare ruolo di Francesca in "La meglio gioventù") fa fatica a ricostruire un normale rapporto con la maternità da cui è fuggita. Scopriamo un po' macchinosamente che è la donna che ha lasciato Carlo dopo avergli dato una figlia di cui non ha mai voluto sapere nulla. La resa dei conti sarà amara.
Uscito dai migliori vivai (Premio Sacher, Premio Solinas) Moroni ha realizzato un'opera prima un po' pretenziosa ma promettente, legittimamente ambiziosa ma non sempre all'altezza, su un panorama umano da mettersi le mani nei capelli. Un tocco di ottimismo non sarebbe così male.
Da La Repubblica, 13 maggio 2005


di Paolo D'Agostini, 13 maggio 2005