Principessa Mononoke

Film 1997 | Animazione, +13 133 min.

Titolo originaleMononoke-Hime
Anno1997
GenereAnimazione,
ProduzioneGiappone
Durata133 minuti
Regia diHayao Miyazaki
AttoriBilly Crudup, Billy Bob Thornton, Minnie Driver, John Di Maggio, Claire Danes John De Mita, Jada Pinkett Smith, Gillian Anderson, Keith David, Corey Burton, Tara Strong, Sherry Lynn, Marnie Mosiman.
Uscitagiovedì 14 luglio 2022
TagDa vedere 1997
DistribuzioneLucky Red
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 4,28 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Hayao Miyazaki. Un film Da vedere 1997 con Billy Crudup, Billy Bob Thornton, Minnie Driver, John Di Maggio, Claire Danes. Cast completo Titolo originale: Mononoke-Hime. Genere Animazione, - Giappone, 1997, durata 133 minuti. Uscita cinema giovedì 14 luglio 2022 distribuito da Lucky Red. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 4,28 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 20 giugno 2022

Una principessa guerriera lotta per difendere la sua foresta. In Italia al Box Office Principessa Mononoke ha incassato 389 mila euro .

Consigliato assolutamente sì!
4,28/5
MYMOVIES 3,75
CRITICA
PUBBLICO 4,08
ASSOLUTAMENTE SÌ
Un film avventuroso che spiazza lo spettatore senza perdere coerenza. Il più canonico di Miyazaki.
Recensione di Gabriele Niola
Recensione di Gabriele Niola

In seguito allo scontro con un animale posseduto da un demone il principe Ashitaka viene contaminato da una maledizione mortale. Si mette dunque in viaggio per scoprirne l'origine e chiedere una cura al grande Dio Bestia, l'unico in grado di guarirlo. Arrivato nelle regioni da cui proveniva la bestia scopre una guerra tra uomini e una forma primitiva di animali della foresta, giganti, senzienti e aiutati da quella che chiamano la Principessa Spettro, una ragazza cresciuta dai lupi che ha rinnegato gli uomini. Dall'altra parte gli uomini, capitanati da Lady Eboshi che gestisce con amore, giustizia e pietà il suo villaggio di fabbri, vogliono lavorare la montagna e abbattere gli alberi per poter estrarre il ferro (fonte di ricchezza). In mezzo un gruppo di monaci cerca di fomentare gli uomini ad uccidere il Dio Bestia e rubarne la testa perchè, si dice, fornisca l'eterna giovinezza.

Il più avventuroso e apparentemente il più canonico film di Hayao Miyazaki è stato quello che l'ha reso definitivamente famoso in Occidente anche presso il grande pubblico, il primo distribuito in America da una grande major.

Arrivò in Italia in un'edizione tradotta molto male che ne modificava il senso, la lingua e alcune frasi semplificandolo per renderlo più comprensibile ai bambini. Ora che i diritti li ha acquisiti la Lucky Red ritorna al cinema ritradotto e ridoppiato. Il risultato è oltre ogni immaginazione e si può parlare per molti versi di un altro film, lontano da molte cose che pensiamo appartenere a Miyazaki (certi dialoghi impressionano per efferatezza) e dotato di un'aulicità nel registro parlato che ne modifica l'aria generale.

Anche in italiano dunque possiamo finalmente apprezzare questo film d'avventura in cui la morte sembra essere continuamente pronta ad arrivare per colpire con grande violenza e nel quale il concetto di conflitto viene declinato in tutte le sue possibilità (uomini contro uomini, uomini contro natura, animali contro animali).

Però là dove La principessa Mononoke impressiona è nella maniera in cui si allontana da tanti luoghi comuni dell'animazione stessa (gli animali parlano ma senza essere antropomorfi, non hanno espressioni umane nè muovono la bocca come farebbero in un film Disney, mantengono la dignità dei loro veri movimenti), travalicando la propria endemica immaterialità e riuscendo a donare pesantezza e concretezza ad ogni persona, come si capisce quando San è colpita da un fucile sulla maschera o vedendo la massa in movimento dei cani selvatici o infine dalla spettrale leggerezza dei guerrieri travestiti da cinghiali. Si tratta a tutti gli effetti dell'equivalente animato del miglior uso possibile dei corpi nel cinema dal vero. Ma ancora più fuori dai canoni in questa storia ci sono due protagonisti uniti da un sentimento strano, intenso ed improvviso eppure diverso e superiore al consueto "amore da film" cui siamo abituati.

San e Ashitaka potrebbero unirsi (come suggerisce a lei la madre-lupo) ma non è mai chiaro se accadrà, perchè uno rappresenta la razza umana e l'altra è la natura, il loro rapporto è di inevitabile amore ma di difficile unione.

Più in profondità però La principessa Mononoke fonde mitologie differenti tra loro cercando di mettere a frutto ad un livello superiore di scrittura l'importanza che il contesto esotico ha nel cinema d'avventura. In questa grande storia di un conflitto epico nel quale due individui si incontrano e cercano disperatamente di rimanere uniti, la natura di luoghi remoti (fondamentale nei racconti avventurosi) è parte in causa, diventa una fazione con sue volontà e sue idiosincrasie (si veda la follia dei cinghiali che mette in pericolo tutti). Dall'altra parte Ashitaka è un eroe solitario che viene dalla tradizione americana e western (ampiamente imparentata con quella giapponese del cinema di samurai): arriva da un altro luogo e cerca di risolvere tutto senza parteggiare per nessuno. Sono quindi profondamente diversi tra loro i due protagonisti e il film non ne fa mistero, sembra volerli unire rendendosi conto però della loro intima lontananza, risultato che forse è la più profonda e clamorosa conquista della narrazione audiovisiva miyazakiana. È infatti a partire dalle immagini che il film li avvicina (la rivelazione dell'amore da parte di Ashitaka in fin di vita) e li allontana (mostrandoli sempre ad una certa distanza l'uno dall'altro).

Capace come suo solito di non parteggiare per nessuno, spiazzando nella maniera in cui nega le consuete contrapposizioni granitiche che conosciamo tra buoni e cattivi, questa volta l'unione di un dinamismo non comune nell'animazione (la vera conquista e lo specifico irripetibile del cinema di Hayao Miyazaki sono i movimenti dei suoi personaggi) e di una narrazione che rifiuta di dare allo spettatore ciò che si aspetta è così travolgente da riuscire nell'ardua impresa di empatizzare con tutte le parti in causa senza peccare mai in coerenza.

Prima uscita in Italia giovedì 8 maggio 2014.

Classico dell'animazione giapponese firmato Miyazaki.
Recensione di Andrea Chirichelli

Ashitaka, un giovane guerriero della dinastia Emishi, è costretto ad uccidere un cinghiale-demone diventato pazzo a causa di una ferita di arma da fuoco. Ferito dall'animale, il giovane deve lasciare il suo villaggio per evitare ai compaesani la maledizione del Demone e, a causa dell'avvelenamento ricevuto, è destinato ad una morte certa. Durante il suo viaggio si imbatte nella giovane San, allevata dai lupi e chiamata Principessa Mononoke,e nei suoi nemici umani, guidati da Lady Eboshi, volitiva leader di un villaggio che basa la sua esistenza sulla fabbricazioni di armi da fuoco, la quale ha come obiettivo la distruzione delle foreste abitate dai lupi e dagli altri animali cari a San.
È chiaro che non si è di fronte ad una semplice favola di stampo disneyano: Principessa Mononoke è una storia di valori, di magia, di crescita. È una rappresentazione a volte crudemente realistica, tuttavia ricca di quella filosofia e poesia tipiche del popolo del Sol Levante. Mononoke è il film della svolta per Miyazaki: nonostante molti temi trattati siano usuali nella sua cinematografia, come l'attenzione all'ambiente, le difficoltà dell'uomo in un epoca di cambiamenti, il rapporto tra progresso e natura e il ruolo centrale che hanno nella storia i personaggi femminili, Mononoke colpisce per la crudezza di alcune situazioni e per il generale pessimismo che promana dal film.
Lontano anni luce dal Giappone ipertecnologico e caratterizzato dalle stramberie che fanno sorridere (a torto) gli occidentali, il sol levante di Miyhazaki è un luogo pregno di spiritualità che è sempre messa a rischio dai gesti degli uomini. Mononoke è stato un film storico anche dal punto di vista commerciale: ha incassato l'equivalente di 150 milioni di dollari nel solo Giappone ed ha riscontrato un buon successo di pubblico e critica anche negli Stati Uniti.

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PRINCIPESSA MONONOKE disponibile in DVD o BluRay

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 7 febbraio 2013
Leo 1993

L'azione si svolge in un Giappone in età medievale (le armi da fuoco sono una novità recente) quando ancora il capitalismo era solo nella sua fase embrionale. Nonostante il grande divario temporale tra i giorni nostri e l'epoca in cui è ambientato il film, questo anime, diretto dalla grande mente nipponica di Miyazaki, manda messaggi chiari alla società e ai cittadini [...] Vai alla recensione »

mercoledì 21 settembre 2011
La Druga

Sarebbe limitativo definire "La principessa Mononoke"  un semplice anime giapponese. Si tratta di uno dei lungometraggi meglio riusciti di Miyazaki.  Il protagonista,  il principe Ashitaka, sconfigge il dio-cinghiale che attacca il suo villaggio dopo essersi trasformato in demone a causa del suo odio verso gli umani e delle sofferenze causategli dal proiettile di un cannone [...] Vai alla recensione »

martedì 27 maggio 2014
laurence316

Etichettare i film di Miyazaki come semplici anime, non è solo limitativo, è un insulto: si tratta di uno dei più grandi registi dell'animazione mondiale, che qui realizza uno dei suoi migliori film, secondo solo a La città incantata. Adrenalico, dinamico e avvincente, rappresenta forse la più alta vetta per l'animazione giapponese, con un film di avventure, [...] Vai alla recensione »

venerdì 2 aprile 2010
G. Romagna

Un dio cinghiale, tramutatosi in demone per colpa di un dolore inflittogli dagli umani, sta attaccando il villaggio del giovane guerriero Ashitaka. Egli riesce ad ucciderlo, ma viene colpito da una maledizione che lo destina a morte certa, a meno che non riuscirà a risalire alla causa che ha mutato il cinghiale in demone. Ashitaka si mette in cammino e, durante il suo viaggio, conosce Eboshi, [...] Vai alla recensione »

domenica 11 maggio 2014
Jixeurij

Ho appena rivisto al cinema quello che a mio avviso è il capolavoro di Hayao Miyazaki, Principessa Mononoke, e sono uscito dalla sala con una sensazione di tristezza. Una tristezza dovuta dal fatto che avrei voluto che la storia continuasse, un sentimento che solo il vero cinema d'autore è capace di dare.  Ebbene, è da questo presupposto che vorrei cominciare l'analisi [...] Vai alla recensione »

venerdì 9 maggio 2014
eries

Sono veramente contenta di aver potuto vedere questo capolavoro al Cinema, sono soddisfatta del nuovo doppiaggio, dei nuovi dialoghi, che danno una impronta più credibile al film, soprattutto nel finale. Miyazaki è sempre una garanzia e questo è sempre stato uno dei miei film preferiti. E' stato fatto un lavoro ottimale per riportare in vita un film datato e che ai tempi [...] Vai alla recensione »

domenica 11 maggio 2014
Jixeurij

Ho appena rivisto al cinema quello che a mio avviso è il capolavoro di Hayao Miyazaki, Principessa Mononoke, e sono uscito dalla sala con una sensazione di tristezza. Una tristezza dovuta dal fatto che avrei voluto che la storia continuasse, un sentimento che solo il vero cinema d'autore è capace di dare.  Ebbene, è da questo presupposto che vorrei cominciare l'analisi [...] Vai alla recensione »

sabato 20 febbraio 2016
jackiechan90

I motivi per vedere "Principessa Mononoke" di Miyhazaki (o "La principessa spettro" come sarebbe più giusto chiamarla) sono tanti: 1) Per il manierismo con cui vengono rappresentate le ambientazioni e l'uso dei colori caldi; 2) Per l'estrema precisione nella riproduzione grafica (presa dalle stampe giapponesi) nella rappresentazione degli umani; 3) Per la fluidità dei personaggi e della nebbia (la [...] Vai alla recensione »

martedì 13 maggio 2014
Gino p.

Un film pieno di poesia, considerazioni filosofiche ed esistenziali, immagini epiche, disegni fantastici. il più grande regista giapponese vivente (adesso ritiratosi). E in questo film sono molte le citazioni del maestro Akira Kurosawa uno dei migliori registi di sempre. Assolutamente non un film per bambini ma un film che possono (devono?) vedere i bambini dai 6 anni in su opportunamente [...] Vai alla recensione »

lunedì 12 maggio 2014
Drumtaps

...pur non essendo appassionato dei film d'animazione devo inchinarmi a questo film che tra i tanti temi di riflessione che pone in vista, al'interno di un canovaccio classico, vi è a mio parere la complessità della realtà.Non vi sono buoni e cattivi e tutti i comportamenti dei protagonisti trovano una spiegazione mai banale.

domenica 11 maggio 2014
peps88

La forza della natura, l'amore e la fedeltà del mondo animale, la crudeltà dell'uomo. Tutti temi che mi hanno colpito molto. Le musiche favolose. Una storia davvero fantastica, un qualcosa di indescrivile, si deve vedere per poterla descrivere.

venerdì 28 marzo 2014
eries

Non vedo l'ora di rivederlo sul grande schermo... Miyazaki è una garanzia e questo è uno dei suoi capolavori più riusciti. Storia (ne hanno già parlato in lungo ed in largo) favolosa, di una dolcezza infinita capace di sposarsi alla perfezione con le musiche di JHisaishi. Posso solo consigliarvi di andare al cinema per gustarvi un film che merita e che non è [...] Vai alla recensione »

domenica 4 novembre 2012
censured

io capisco il gusto del diverso che fa tendere alcune persone a parlare male di un film monumentale per sentirsi appagati...ma qui si parla di uno dei film d' animazione migliori ,nonchè fonte di un innumerevole numero di cartoni animati(anime) che tutti guardiamo mentre pranziamo ( basti vedere la somiglianza di san con kiba di naruto)..

giovedì 15 maggio 2014
KriMa

Alla I uscita andai al cine un numero di volte ke non avrei fatto x nessun altro al mondo,pur conoscendo il testo originale e quindi consapevole delle gravi imprecisioni,ke avevano violato l'opera (IMO,la migliore di tutta l'eccellente produzione del Maestro).La scarsa considerazione in cui è colpevolmente tenuto il cinema d'animazione d'AUTORE suggeriva l'atteso depistaggio,ma avrebbero parlato le [...] Vai alla recensione »

lunedì 19 maggio 2014
deniserost

Film ambientato in altri tempi e irreale ma allo stesso tempo contemporaneo fa riflettere sull'influenza dell'uomo sulla natura con la storia della ragazza Mononoke, instancabile guerriera che darebbe la vita pur di difendere la sua amata foresta, e del principe Ashitaka, costretto a dare la vita per aver salvato il suo villaggio da un cinghiale trasformato in demone dalle sofferenze procurategli [...] Vai alla recensione »

giovedì 15 maggio 2014
kingkong

Penso che più di metà sala avesse già visto il film e non vedesse l' ora di riapprezzarlo con il nuovo doppiaggio, ho trovato ridicolo l' uso della traduzione "dio bestia" perché urta la sensibilità comune, si poteva trovare un altro termine ( per fortuna si son trattenuti con gli dei cani e cinghiali) ,così pure non si correla il termine "spettro" col titolo Mononoke, che si apprezza solo nella bellissima [...] Vai alla recensione »

martedì 13 maggio 2014
francescosole

maGnifico

lunedì 7 dicembre 2009
PaoloDag

Un Gran bel film

lunedì 4 aprile 2011
Radiante

...ma a me non è piaciuto tantissimo. Certo non è male ma... messaggio profondamente ecologista a parte, l'ho trovato troppo spesso privo di ritmo, di mordente, e con tanti tempi "spenti" che fanno crollare l'attenzione. Spesso scontato e prevedibile all'inverosimile, gli va riconosciuta tuttavia una certa genuinità, anche se i tentativi di caratterizzazione profonda dei personaggi non riescono e, [...] Vai alla recensione »

FOCUS
FOCUS
mercoledì 13 luglio 2022
Simone Emiliani

È forse il film bellico di Hayao Miyazaki. Tra visioni, incubi e la presenza continua della morte come spettro opprimente. Non ci sono più le ombre che si affacciano in maniera leggera, poetica come nel caso della malattia della madre delle due bambine in Il mio vicino Totoro. In Principessa Mononoke la morte mostra direttamente il suo volto nella furia devastatrice con cui devasta il paesaggio, negli alberi abbattuti dalle persone del villaggio di Lasy Eboshi che estremizza uno dei temi ricorrenti del cinema del regista giapponese, il conflitto uomo-natura che in questo film non è più pacificato ma anzi è estremizzato in tutta la sua drammaticità. In più c’è la presenza del sangue, la follia e insieme la bellezza sul volto della “principessa spettro” San nella sua prima inquadratura e la ferita al braccio da cui è stato infettato Ashitaka nello scontro con il dio maligno che sembra condannarlo a una fine imminente.

In parte è anche un jidai-geki (dramma storico in costume). Così Miyazaki può dialogare direttamente con Akira Kurosawa. I continui passaggi di Ashitaka nei territori nemici, che possono essere sia quelli appartenenti agli umani della Città del Ferro, sia le divinità (il Dio-Bestia), sia il bosco dove è rifugiata San con i cani selvatici rimandano direttamente a La fortezza nascosta, dove l’avventura e il senso del pericolo contribuiscono a creare in entrambi i casi un ritmo vertiginoso.

Si, Principessa Mononoke, può essere visto come un film di guerra spettacolare. Non attraversa il cielo come Porco rosso, non c’è la città volante di Laputa – Castello nel cielo e il viaggio nel cielo notturno con Totoro che trasporta Satsuki e Mei in Il mio vicino Totoro, ma già nella sequenza iniziale del cinghiale-demone che insegue Ashitaka c’è quella spinta verso una drammatica fuga dove il protagonista potrebbe liberarsi in aria. Oppure c’è un'altra scena fondamentale in cui Ashitaka guarda il bosco dall’alto. Potrebbe precipitare di sotto. Alle spalle ha Moro, il cane selvatico madre adottiva di San. C’è tutta la vertigine dello spazio che potrebbe inghiottire il ragazzo. Ma ecco che proprio in quel momento, la magia di Principessa Mononoke mostra invece i suoi frammenti vitali, le aperture verso il futuro attraverso un disegno pieno di dettagli ma in cui si intravedono i segni della fragilità dei movimenti perché anche da un punto di vista grafico le azioni dei personaggi fanno vedere le loro incertezze, la paura ma anche la speranza.

Ci sono i segni di vita. L’acqua e il fuoco. La luce gialla e verde tra gli alberi. La pioggia. La possibilità di un amore comunque impossibile ma che riesce a far intravedere sotterranee traiettorie sentimentali. Miyazaki guarda ancora a uno dei suoi punti di riferimento come Osamu Tezuka, il “padre dei manga”. San ha nel DNA tracce di Astro Boy. Non è meccanico come lui ma è una creatura non più umana che però conserva sentimenti e istinti umani. Ed è dai suoi personaggi, insieme che alle storie, che nel cinema di Miyazaki tornano a risplendere quelle forme di vita dopo che tutto poteva essere distrutto, soprattutto nel momento in cui è stata tagliata la testa al Dio-Bestia.

Principessa Mononoke è il Titanic di Hayao Miyazaki. Oltre ad essere uscito nello stesso anno del film di James Cameron, è stato anche uno dei più grandi successi commerciali al box office dello studio Ghibli. Ma è proprio la sua dimensione kolossal ad accomunarlo al grandissimo film del cineasta statunitense. C’è una ricchezza di forme, colori, inventiva, ancora oggi stupefacente. Principessa Mononoke è stato il primo film di Miyazaki a utilizzare la computer grafica in alcune scene, anche se per la maggior parte del film è composto da disegni fatti a mano e circa la metà sono dello stesso regista.

Ancora oggi, dopo 25 anni, è un’opera complessa, stratificata, che fonde la tradizione (la storia e la leggenda del Giappone), con la modernità. Offre diversi piani di lettura, di visione, per ogni tipo di pubblico. Però poi, come in gran parte della sua opera, apre porte su altri universi, lascia interagire con altre entità che sembrano osservare da fuori la vita dei protagonisti ma poi entrano in contatto con loro come i kodama, gli spiriti degli alberi. Nel momento in cui entrano nel film e poi si moltiplicano, creano uno stato sospeso, tra la realtà e la dimensione onirica che entra nella storia e poi la avvolge. Principessa Mononoke è sotto questo aspetto uno spartiacque decisivo tra il cinema precedente e quello successivo di Miyazaki. Già da La città incantata, tutto il film può essere solo un sogno lunghissimo e ininterrotto.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 12 luglio 2022
Marco Minniti
Asbury Movies

Nell'ambito della carriera di Hayao Miyazaki, e più in generale nella produzione dello Studio Ghibli, un'opera come Principessa Mononoke occupa sicuramente un posto di primaria importanza. Un posto che il pubblico "generalista" italiano non sempre è stato disposto a riconoscergli, anche a causa di una prima distribuzione cinematografica breve e infedele nell'adattamento - per opera di quella che allora, [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Bisognerà davvero chiedersi per quale ansia di colonizzazione, per quale imperscrutabile motivo, un cartone animato giapponese debba avere in Italia un titolo inglese che ostenta Princess anziché Principessa. Arriva da noi con moltissimo ritardo uno dei film d'animazione che hanno avuto in Giappone e altrove grande successo, centrato sulla figura inconsuetamente protagonistica d'una aristocratica ragazza [...] Vai alla recensione »

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