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Una mostra scialba

Si è conclusa senza clamore questa soporifera edizione del Festival del Cinema di Venezia
di Chiara Renda


lunedì 11 settembre 2006 - News

Altro che glamour... quella che si preannunciava come un'edizione stilosissima del Festival di Venezia, si è rivelata sottotono da ogni punto di vista. La bassa qualità dei film non è stata riscattata neppure dalle passerelle, più contenute e modeste rispetto agli anni passati. Lasciando da parte il successo sul tappeto rosso dello scapigliato David Lynch e dei suoi attori, ha deluso quella che doveva essere l'icona di stile di questo festival. Meryl Streep, in occasione della presentazione de Il Diavolo veste Prada, film più modaiolo della Mostra, si è presentata (deludendo tutti) con un castigatissimo tailleur bianco, camicia merlettata e occhiali da sole, sfilando in passerella accanto a una raggiante vestale in bianco, Anne Hathaway, e a un elegantissimo e affascinante Stanley Tucci. Nella stessa occasione si è invece fatta notare la meno raffinata bambolona in rosa Victoria Silvstedt, rimasta a lungo in posa davanti ai fotografi.

In quanto a stile e raffinatezza il primato va senza dubbio all'algida interprete di Nuovomondo Charlotte Gainsbourg, in abito corto svolazzante, acclamata a lungo in Sala Grande dopo la presentazione del bel film di Crialese vincitore del Leone d'argento rivelazione.
Si è chiusa così ieri sera questa tranquillissima edizione del Festival di Venezia, del quale tra qualche giorno ricorderemo ben poco di spettacolare e significativo. A parte i ritardi e le bizze della capricciosa Scarlett Johansson e le immancabili divette nostrane a caccia di pubblicità, questa 63esima edizione è stata senz'altro una delle più noiose e piatte degli ultimi anni.

La cerimonia di premiazione, che secondo la tradizione veneziana (mülleriana) ha visto vincitore un film orientale, si è svolta senza intoppi o sorprese. Dopo la passerella finale, durante la quale si sono fatte notare soprattutto le giovani del panorama italiano - Stefania Rocca in abito argento scollatissimo, Jane Alexander in fucsia con farfalla di memoria johanssoniana tra i capelli, e la svanita in bianco Micaela Ramazzotti, vincitrice del Premio Wella - Isabella Ferrari, in abito verde completo di strascico, ha orchestrato con la consueta emozione delle madrine veneziane questa 63esima consegna dei leoni.

Leone poco atteso quello d'oro, assegnato al film a sorpresa Still Life di Jia Zhang-Ke, che ha stupito chi confidava nel Nuovomondo italiano… Crialese, raggiante e poliglotta in conferenza stampa, si è detto comunque soddisfatto (in tutte le lingue), smentendo prima dell'esplosione delle polemiche le voci sul suo atteso presunto trionfo.
Non troppo sorprendenti il Leone d'argento per la Regia al veterano Alain Resnais e il premio speciale della giuria consegnato al giovane e commosso Mahamat-Saleh Haroun, regista di Daratt (primo film del Ciad), che ha ricevuto elogi da parte del giurato Michele Placido nel corso della conferenza stampa.

L'annunciata Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile Helen Mirren (regina d'Inghilterra nel film di Stephen Frears The Queen) è stata la sorpresa minore. Ciò nonostante l'attrice si è precipitata a ritirare il premio emozionantissima, inciampando (ma rimanendo in piedi) poco prima di salire le scale del palco. Si è poi seduta per riprendersi dallo shock posando per i fotografi dolcemente rannicchiata sui gradini con il premio in mano…
Ha invece risposto al premio con un sms di ringraziamento Ben Affleck, contestato vincitore della Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile per il film Hollywoodland di Allen Coulter. All'annuncio, accompagnato dal polemico mormorio del pubblico, la presidente di giuria Catherine Deneuve, avvolta nel suo ingombrante abito di piume, non è riuscita a mascherare una smorfia di preoccupazione. Ma anche nella conferenza stampa seguita alla consegna dei premi si è preferito stendere un velo di silenzio su questa inspiegabile scelta della giuria, costretta a premiare - in mancanza di valide alternative - il più catatonico tra i bellocci di Hollywood.
Un vincitore scialbo per un'edizione della Mostra altrettanto spenta…

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