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Alberto Grifi

Alberto Grifi è un attore italiano, regista, sceneggiatore, fotografo, montatore, autore effetti, è nato il 29 maggio 1938 a Roma (Italia) ed è morto il 23 aprile 2007 all'età di 68 anni a Roma (Italia).

Il padre del cinema sperimentale italiano

A cura di Fabio Secchi Frau

Ha odiato la Hollywood del passato che abbinava storie a falsi miti capitalisti "da yuppie" e odiava quella attuale, troppo persa nell'arte dell'intrattenimento, fra sequel e supereroi. Non certo intelligente. Amava le vicende storicamente reali, ambientate dove il caos e l'orrore sono umani. Lui è il traditore eccellente: Alberto Grifi.
Figlio di un costruttore di truke e macchine da presa speciali, Alberto Grifi respira aria di cinema fin dalla più tenera età. Curioso e attento, ama cimentarsi in qualsiasi cosa: dalla pittura alla fotografia, dalla recitazione alla regia, arrivando a imporsi in quest'ultima arte come uno dei primi autori sperimentali italiani, nonché un vero e proprio baluardo della cultura alternativa del '68.
Comincia ad amare la cinepresa quando, nel 1963, filma lo spettacolo teatrale "Cristo '63" di Carmelo Bene. Successivamente, lo spettacolo stesso verrà vietato dalla questura e tutte le copie di quella ripresa andranno distrutte. L'anno successivo, firma con Gianfranco Baruchello il documentario La verifica incerta, dove monta e rimonta film hollywoodiani (con una tecnica che è stata ereditata da "Blob") e che suscitò l'entusiasmo dei critici europei. Dopo In viaggio con Patrizia (1965), firma un altro documentario No stop grammatica, un happening durato 12 ore nella libreria Feltrinelli di Roma.
Teorico degli effetti speciali descritti come una "nuova grammatica visiva capace di descrivere la nuova geografia di percezioni e immaginari sconfinati", si oppone all'estetismo dei film in cassetta, rei di svendere gli stereotipi borghesi. Condannato a due anni di carcere, sconta la sua pena che va dal 1968 al 1969, e con il drammatico Anna (1975), scrive alcune delle pagine fondamentali del cinema italiano. Questo cult movie, che tratta la storia di una sedicenne sarda tossicodipendente e incinta, si avvale, sul versante tecnico, del vidigrafo, un'invenzione di Grifi che permise la trascrizione del nastro video su pellicola 16mm.
Entrato nel gruppo dei "Videoteppisti" (1976), continua la sua produzione di documentari su lotte sociali, sui comportamenti del Proletariato Giovanile e sulla lotta alle istituzioni come: gli ospedali psichiatrici (Il manicomio - Lia, Il preteso corpo), il carcere (Michele alla ricerca della felicità). Negli anni Ottanta, diventa regista di "Mixer" e, non di rado, lavora negli States, in America Latina, Australia e nel Sud Est Asiatico. Regista radiofonico, continua a concedersi come documentarista ne La prima volta che Zavattini provò a usare un videotape (1993) e Leoncavallo, i giorni dello sgombero (1994). Dopo essersi concesso come attore per Carola Spadoni in Giravolte (2001), si ammala ed entra in coma il 20 aprile 2007, muore tre giorni dopo al Sacro Cuore di Roma.

Ultimi film

Drammatico, (Italia - 1975), 225 min.
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