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Chi ha detto che gli "ottimi" film, per essere tali, devono essere più pesanti di una polpetta indigerita? I registi italiani ne sanno qualcosa. Ecco un film divertente e ben fatto, di uno humor sottile e mai volgare, attraentemente britannico, che fa anche riflettere sul senso della vita, e sulle relazioni umane, negli ultimi anni che ci rimangono su questo travagliato pianeta. Il messaggio è particolarmente forte e vitale: non dare per perso quello che può non essere perso, smuoviti dalle sicurezze di un torpore infelice e immobile, salta il fossato, rischia di tuo, abbi coraggio, credici. Non esci dal film con le orecchie basse, umiliato dall'appartenere a quel genere umano, ma pieno di speranza. Imelda Stauton ha il difficile compito di interpretare la parte di una donna combattuta da due mondi opposti. Per carità, è vero, un po' dicotomici, uno caratterizzato dall'opulenza, dalla ottusa falsità, dall'ipocrisia e vacuità; l'altro dalla essenzialità, dalla ricerca della verità, dalla sincerità e dal senso dell'imperfezione. Ma ci riesce in modo convincente. Celia Imrie è deliziosa nella sua parte di bohemien, particolarmente affettuosa: Timothy Spall è grande, e piacevolmente british. Invece di farvi dare dalla mamma il ricostituente per tirarvi su, andate a vedervi questo film!
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