Io, Daniel Blake |
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Un film di Ken Loach.
Con Dave Johns, Hayley Squires, Dylan McKiernan, Briana Shann.
continua»
Titolo originale I, Daniel Blake.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 100 min.
- Gran Bretagna, Francia 2016.
- Cinema
uscita venerdì 21 ottobre 2016.
MYMONETRO
Io, Daniel Blake
valutazione media:
3,89
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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I nuovi schiavi: se la prevenzione sociale evaporadi Guazza da SemifonteFeedback: 910 | altri commenti e recensioni di Guazza da Semifonte |
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lunedì 14 novembre 2016 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ken Loach, l'ottantenne regista britannico, stante l'età, non si tira mai indietro, memore delle sue origini di figlio del popolo, se c'è da denunciare le ingiustizie, le storture, le prepotenze che questa nostra società dal neoliberismo imperante perpetra, giorno dopo giorno, nei confronti degli ultimi, dei più indifesi fra i cittadini. In "Io, Daniel Blake" affronta il tema del crescente, silenzioso venir meno delle coperture dell' assistenza sociale nei riguardi delle classi più umili, quelle, per intenderci, figlie d' un secolo e mezzo di dure e sovente sanguinose lotte operaie. E lo fa ambientando la vicenda in un'Inghilterra relegata in un secondo piano, quasi sfocata, nella provincia più provincia, su al nord, a Newcastle quasi ai confini con la Scozia. Ci sono nazioni, infatti, che vivono due realtà diverse, quella della megalopoli, sia essa Londra, o Parigi o New York, e quella del resto, della campagna, dei paesi , delle comunità montane e sono realtà incredibilmente lontane anche se vivono fianco a fianco, due mondi di due universi distinti e non dello stesso. La prima, però, ha pressoché l'esclusiva dei mezzi di comunicazione e dunque si fa conoscere, fa bella mostra di sé e si promuove e si autocelebra, finendo col sovrapporsi all'altra, con lo schiacciarla, col relegarla sempre più sullo sfondo sino a farla scomparire del tutto, perché ai giorni nostri essere vuol dire apparire, farsi riconoscere con qualche segnale, non importa quale. Daniel Blake,vedovo sessantenne, ammalatosi di cuore, ha perso il lavoro e non ritenendolo i medici ancora idoneo a cercarsene un altro, si avvia a far domanda degli aiuti previsti per il suo caso. Viene, in tale miniera, a imbattersi con la terribile, immodificabile ed invincibile burocrazia telematica che avviluppatolo nei suoi formidabili tentacoli lo trascina nei gorghi d'un labirinto di procedure senza via d'uscita, dove ogni volta si torna al punto di partenza mentre il tempo passa e la situazione si degrada senza speranza, fra l'indifferenza inscalfibile degli addetti, irremovibilmente trincerati nella cittadella dell'infallibilità ed imparzialità delle macchine. Unico conforto è la solidarietà che può esercitare nei confronti d'una giovane madre, sola e disoccupata, esiliata con i suoi bambini da Londra col pretesto di assegnarle un alloggio: i poveri possono scalfire lo scintillio della città, meglio toglierli di torno, allontanarli dalla vista, ci sta che non ritornino, che magari spariscano del tutto. L'unica ed ultima speranza per gli ultimi è l'aiuto reciproco, la reciproca comprensione delle proprie miserie, delle proprie umiliazioni e sofferenze. Lo Stato si è oramai dileguato, si è fatto ombra inafferrabile per sempre maggiori strati di cittadini: il benessere di pochi bisogna pure che qualcuno lo finanzi. Di questi gran bel film chi sa quanti ce ne vorrebbero: dare voce a chi si vorrebbe far muto è pur sempre un nobile compito. Grazie Ken.
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