Fury |
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Un film di David Ayer.
Con Brad Pitt, Shia LaBeouf, Logan Lerman, Michael Peña, Jon Bernthal.
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Titolo originale Fury.
Azione,
Ratings: Kids+16,
durata 134 min.
- USA 2014.
- Lucky Red
uscita martedì 2 giugno 2015.
MYMONETRO
Fury
valutazione media:
3,09
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'orrore del lato oscurodi Carlo145Feedback: 508 | altri commenti e recensioni di Carlo145 |
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mercoledì 17 giugno 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Sei salvo tu? Sei stato salvato?" chiede Shia La Beouf ("Bibbia") al nuovo arrivato nell'equipaggio del carro armato Fury, comandato da Brad Pitt. In tutto questo orrore, e se ne vede come mai se n'era visto nei film di guerra, qualcuno si chiede ancora se c'è spazio per una qualche forma di significato religioso in tutto quello che sta accadendo. Tutto quello che c'hanno insegnato a scuola, durante le ore di religione, che non si deve uccidere, né dal punto di vista "civile" né da quello religioso, dove è andato a finire?.... quei ragazzi cresciuti nell'immensa provincia americana, abituati al lavoro dei campi o ad altre attività abituali dell'uomo di pace, improvvisamente sono costretti ad uccidere, a massacrare o a venire uccisi. Non esiste un a terza via. E il nuovo carrista, che come battesimo deve pulire i resti del viso (sì, di parte della faccia) di colui che è stato inviato a sostituire, non riesce ad accettarlo. Non vuole perdere la sua innocenza, non vuole cambiare. Neanche quando Brad Pitt gli serra a forza una pistola nella mano e lo costringe ad uccidere un tedesco. Perché sente nel profondo che accettare questo stato di cose significa cambiare una volta per sempre: lasciare i campi dove si è giocato, i libri dove si è studiato, i sogni, le fantasie, la serenità dell'infanzia e dell'adolescenza, per entrare in un mondo spietato, dove sei costretto a fare cose inimmaginabili, e a vederle. Come potevano, come possono, ragazzi che vivono queste esperienze, tornare poi di colpo "normali" alla fine della guerra?... tornare ad una vita "normale"? L'unica sarebbe non essere lì, in qualsiasi modo ci si possa riuscire. Ma se ci sei, sei costretto ad adeguarti, a crescere in fretta e a diventare parte dell'orrore che l'uomo riesce ad infliggere ad un altro uomo. Dopo aver visto questo film, ho assistito in maniera diversa ai racconti dei veterani della Normandia, nei documentari storici: molti di loro si chiesero (e continuano a farlo): "Come può un uomo fare questo ad un altro uomo?". E continuavano a commuoversi e a piangere, ripensando ad eventi di oltre 60 anni prima. Vedere questo film aiuta a comprendere queste testimonianze. E forse proprio quest'orrore che tutta la squadra del carro armato subisce e infligge a sua volta, porta i protagonisti a pensare che non c'è più scampo per la propria anima e che l'unico riscatto sia il sacrificio personale, in un'azione finale tanto eroica quanto assurda. Uno degli episodi più commoventi, a mio avviso, indice di una sensibilità estrema da parte del regista, dello sceneggiatore e chissà di chi altro, è quando la nuova recluta si sfoga con quello che sembra uno dei più brutali soldati americani del carro: piange, lo tempesta di pugni, di improperi, di rabbia. L'altro si lascia colpire senza reagire, ad un certo punto abbracciandolo addirittura e tenendolo stretto a sé, sussurandogli: "E' la guerra, ragazzo, è la guerra". E' il momento in cui il "ragazzo" accetta di entrarci dentro per sopravvivere, con tutto quello che questo comporta. Sarà l'unico a sopravvivere. E la camera, nel finale, lentamente si solleva sul campo di battaglia inquadrando un impressionante numero di soldati morti. E' un film che non può lasciare indifferenti.
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