Shame |
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Un film di Steve McQueen (II).
Con Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale, Nicole Beharie, Hannah Ware.
continua»
Drammatico,
durata 99 min.
- Gran Bretagna 2011.
- Bim Distribuzione
uscita venerdì 13 gennaio 2012.
- VM 14 -
MYMONETRO
Shame
valutazione media:
3,46
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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come è dolce e sì dolente naufragar in questo mardi amandagrissFeedback: 4416 | altri commenti e recensioni di amandagriss |
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mercoledì 17 aprile 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Brandon è un erotomane,un affamato di sesso,che soddisfa regolarmente ogni giorno più volte al giorno da solo,in compagnia di prostitute,via internet,attraverso incontri fortuiti,in club a luci rosse,in alberghi poco discreti,in appartamenti di dubbia moralità.Ricerca spasmodica del piacere sessuale la sua,divenuta vera e propria dipendenza,che lo ha reso prigioniero consapevole della sua ossessione,malato senza remissione di un subdolo morbo al punto da non riuscire ad allacciare rapporti interpersonali se non a un livello superficiale e,con le donne,non oltre l'intimo contatto fisico.All’apparenza è un giovane ‘normale’, prestante,sano,socialmente integrato,libero,autonomo economicamente,ma dentro è un impotente sentimentale,un disaddattato emotivo,un eremita introspettivo: la lucida consapevolezza della sua condizione lo lacera nel profondo,infliggendogli insondabili sofferenze,che tiene ben nascoste.L’improvvisa incursione della sorella Sissy(con cui condivide un torbido segreto)finirà con l’innescare una precipitosa discesa all’inferno per entrambi,infliggendo il colpo di grazia alla sua già agonizzante dignità di persona(più apprezzabile della dignità di chi vive una doppia vita,nell'assoluta tranquillità e pace interiori,senza rimorso alcuno,senza dolore e tormento,dividendosi tra il ruolo del marito premuroso e padre affettuoso e quello dell’amante occasionale,come il capo e ‘amico’ di Brandon).Steve McQuenn cala il suo protagonista in una New York anomala,non più terra promessa,grande mela da addentare,emblema del glamour e dello sfavillìo spumeggiante di felici esistenze ruggenti ma una città decadente,tetra,svuotata del proprio caratteristico caos.È la proiezione della sua anima.La sua ombra.Gli fa da sfondo,sempre filmata in relazione a lui,al suo vissuto.Non le è resa nessuna panoramica,nessuna inquadratura solista; è silente presenza in quella in cui rientra(al millimetro)l'attore.Di lei non ci giungono che frammenti: nebbiosa dietro le vaste vetrate di un hotel sul fiume Hudson,coi suoi marciapiedi deserti a notte fonda per un improvvisato-salvifico jogging, unica testimone del momento massimo di disperazione sulla banchina del molo.Una New York afflitta,la sola possibile,come il canto triste a lei dedicato,eseguito a fil di voce da Sissy.Il regista lascia al flusso delle immagini il ruolo di voce narrante,capaci di toccare vette di grande lirismo―straordinaria è la scena iniziale dove eloquenti sguardi s'incrociano nel treno in corsa della metropolitana―,e alla sensibilità dello spettatore un vasto raggio d'azione(incluso lo splendido finale aperto).Non è un'indagine psicologica ma la contemplazione di ciò che oggi,adesso,sono Brandon e Sissy.Coraggiose sospensioni/dilatazioni di ritmo(andante,fluido,avvolgente)e narrazione accrescono la tensione già forte e creano(volutamente)un ‘certo fastidio’ da parte del pubblico ‘che sta a guardare’,essendo momenti visivamente insostenibili,che la ‘logica cinetica’ del cinema decurterebbe.Pellicola elegante,sensuale,fredda nella messa in scena ma perturbante nei contenuti.Fotografia plumbea e tonalità di colore tendenti al blu(il blu come malinconia,tristezza).Minimalismo formale scarnificato,riflesso inequivocabile del vuoto emotivo/affettivo del protagonista.Tragedia moderna che declina al presente i concetti di schiavitù e solitudine,che trasforma un intimo dolore autolesionistico in un sentire universale.Splendido.
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