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I temi affrontati nel film sono diversi e si intrecciano in modo magistrale. Iniziamo dal tema della vendetta. Vendicare il padre, il rimosso di Cheyenne, al fine di conoscere davvero un genitore che non ha mai approvato le scelte del figlio ribelle. Parallelamente traspare l'interrogativo della pietà, quella di Cheyenne per le vittime indirette della sua "arte", e quella delle vittime verso i suoi carnefici. Da una parte la donna che aspetta ancora a distanza di trent'anni il figlio ormai scomparso, e quella dello stesso Cheyenne nei confronti del criminale nazista. Un altro tema è quello della commistione nei personaggi della ambivalenza dell'uomo. Nel nazista il bene e il male sono abilmente intrecciati, tanto da lasciare nello spettatore un sentimento di compassione. Nel viaggio di ricerca da parte di Cheyenne della sua nemesi, sembrano venir fuori le suggestioni paesaggistiche dei fratelli Cohen. A differenza di Bastardi senza Gloria, This must be the place cerca la redenzione, l'unione, la speranza. Similarmente ad Apocalypse Now, Sean Penn e Martin Sheen partono verso l'ignoto, per sconfiggere un totem e ritrovare infine se stessi. Entrambi i film sono visionari da questo punto di vista. Sono tante, infatti, el cose bizzarre che accadono ai protagonisti. A Cheyenne capita, ad esempio, di venir beccato da un'oca da guardia, di guardare un muflone negli occhi da una finestra e di rimanere basito di fronte ad un uomo travestito da Batman. Ma una volta sconfitti i propri fantasmi interni, una volta divenuti uomini, si perde la peculiaretà, l'individualità, ciò che ci contraddistingue, e si vestono i panni dell'omologazione? Non è forse questo il messaggio vedendo Sean Penn senza la sua maschera al termine della sua avventura?
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