Flight |
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Un film di Robert Zemeckis.
Con Denzel Washington, Don Cheadle, Kelly Reilly, John Goodman, Bruce Greenwood.
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Titolo originale Flight.
Drammatico,
durata 138 min.
- USA 2012.
- Universal Pictures
uscita giovedì 24 gennaio 2013.
MYMONETRO
Flight
valutazione media:
3,33
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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mercoledì 30 gennaio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il comandante Whip Whitaker (Denzel Washington) è un abile pilota, con un grave problema: la dipendenza da droga e alcol. Egli rifiuta in ogni modo l'etichetta di alcolizzato e trascorre la sua esistenza nell'indifferenza del suo disagio, come se questo non lo appartenesse. Whip, anzi, afferma apertamente di aver scelto di essere un 'ubriacone', e perciò di avere piena padronanza della sua condizione. Ma non è vero. Come direbbe Hegel, ogni tentativo di negazione diventa essa stessa il suo opposto (antitesi). Questo stato di cose problematico diventa però prodromo al cambiamento (sintesi). Whip decide, infatti, di affrontare le sue paure, il suo disagio, nel modo più adatto: anziché continuare la dipendenza negandola (producendo quindi sì un cambiamento tattico, a breve termine e contingente), egli delegittima la soluzione stessa (fingere di non essere alcolizzato). Il cambiamento reale, infatti, ha luogo quando l'azione decisiva è applicata (consapevolmente o inconsapevolmente) alla soluzione tentata, al sintomatico, a quanto si sta facendo per risolvere le difficoltà e non alla difficoltà stessa. Come dice il grande filosofo Watzlawick: “Quando un evento, che chiameremo a, sta per verificarsi, ma a è indesiderabile, il senso comune suggerisce di evitarlo, o di impedire che si verifichi con un comportamento che sia il suo reciproco o inverso, cioè con un “non-a” (smettere di bere). Ma questa scelta non può sfociare che in una soluzione di cambiamento interno al sistema stesso. Finché la soluzione viene cercata dentro la dicotomia a/non-a, chi cerca è preso in una illusione di alternative e vi resta impigliato quale che sia l'alternativa che sceglie. Ma è proprio tale illusione, di solito non posta neanche in discussione, che uno debba scegliere tra a e non-a e che non ci sia nessuna altra via d'uscita al dilemma, a reiterare il dilemma e a impedirci di vedere la soluzione, che è proprio sotto il nostro naso anche se occultata dal buon senso”. La formula del cambiamento radicale è quindi “non non-a”, rifiutare, cioè, la scelta stessa. Whip rifiuta la decisione stessa di 'non scegliere', di negare la sua dipendenza. E sa che le conseguenze saranno drammatiche, che lo aspettano il carcere, l'isolamento dai suoi cari, l'impossibilità di volare, la perdita della stima della collettività. Egli è cosciente del 'male necessario' al cambiamento radicale. Ma ne è anche sollevato: una volta nominato un tabù, questo cessa di dominarci. Il comandante Whitaker incarna bene il modello del soggetto post-moderno: lacerato, diviso, contraddittorio. Un soggetto che sente dentro di se' la responsabilità delle sue scelte, ma che ha bisogno di dipendere da altro per sostenere tale peso, con la conseguenza paradossale di aumentare il rischio della riuscita delle sue azioni. Paralizzando la scelta stessa. Whip dichiara senza mezzi termini di aver compiuto un'impresa che nessun altro pilota sarebbe stato in grado di realizzare. Ma l'esser capaci di fare l'impossibile, non è forse prova di impotenza? Ugo di San Vittore, in pieno medioevo, si pose il seguente quesito: se il Diavolo chiedesse a Dio di creare un masso tanto grande che neanche Dio riuscirebbe a saltarlo, non starebbe forse negando la sua onnipotenza? I filosofi non ne vennero mai a capo. La droga esalta le prestazioni di Whip, ma rappresenta il 'masso' che non può scavalcare. La soluzione per il cambiamento, quindi, 'spostare il masso', non di far finta che questo non esista. Schmitt e molti altri pensatori moderni ritengono che il vero potere non è quello che vige in tempi 'tranquilli', di normalità amministrativa. Il potere è 'decisione in caso di emergenza', quando emerge la difficoltà dell'impresa, la responsabilità del rischio. Qui sta tutta la differenza tra Whip e il secondo pilota Evans. Da qui ricaviamo un altro paradosso: la persona che gestisce un rischio che genera uno stress molto gravoso, ha bisogno di ausili, come le droghe. Le stesse droghe la cui assunzione la Legge, però, non tollera soprattutto nel caso di soggetti posti in ruoli delicati. L'impasse non può che produrre un'enorme contraddizione interna al soggetto coinvolto, così da reiterare la dipendenza. Infine. Ogni evento saliente all'interno del film avviene in modo irrazionale, come se esistesse una misteriosa 'ruota del destino', una Provvidenza, che agisce silenziosamente sui personaggi. La necessità di 'piegare' l'aereo in modo da evitare il campanile, è la causa delle 6 morti. Morti che avvieranno le procedure di accusa nei confronti di Whitaker. La porta lasciata aperta all'interno dell'albergo in cui pernotta Whitaker, non è forse una deviazione casuale, ma estremamente necessaria, affinché il soggetto possa conoscere la gravità della sua condizione? La morte della sua amante Caterina e la successiva accusa a quest'ultima di essersi imbarcata in stato di ebrezza sul volo, non determina lo scatto di coscienza del comandante? Eventi casuali che Zemeckis utilizza come nodi che tessono la trama del cambiamento di Whitaker.
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