Michele Piccoli grande, come sempre, non basta. Nanni Moretti attore fa la caricatura di se stesso, e vicina alla macchietta è anche la pur brava Margherita Buy, in un ruolo insignificante. Sprazzi di grande cinema (i cardinali che entrano nel teatro) alternati a scenette, a "trovate". Se emozione c'è questa viene solo dalla (molto bella) musica, e questo è un bel limite.
E il succo qual'è? Un uomo - di cui, in quanto uomo, sapremo solo che avrebbe voluto fare l'attore, ma sembra solo un pretesto di sceneggiatura per inserire Cecov - che rinuncia, sopraffatto da una responsabilità che non ce la fa a portare. Va bene: ma se quest'uomo è il papa neoeletto, ci sarà qualche specificità da esplorare? Invece niente. Sarebbe potuto essere un erede di un Agnelli, il consiglio di amministrazione sarebbe stato meno coreografico del conclave, ma che cosa sarebbe cambiato nel film? A me pare niente. Una grande delusione. Peccato.
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stevesteve
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martedì 19 aprile 2011
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aggiungo....
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... che va bene non attaccarsi alla "realtà", ma fino al momento della chiamata del famoso psicanalista il film è "realistico", e nessuno che faccia quel mestiere accetterebbe di parlare in pubblico con il paziente.
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stevesteve
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martedì 19 aprile 2011
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errata corrige
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redazione: mi correggete affeZZionato, please?
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greylaw
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martedì 19 aprile 2011
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d'accordo
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Sono d'accordo. Come ho detto nella mia recensione, Moretti parla di uomini di Dio senza parlare di Dio. E' come parlare di attori senza parlare di cinema o teatro. Che senso ha? Non si può estrapolare un indivduo dal suo contesto di vita senza tenerne conto, e se si fa con un personaggio cinematografico vuol dire che è un personaggio debole. Per diventare anche solo prete, per non parlare di vescovi, cardinali, papi, bisogna affrontare un percorso che ti porta a determinate scelte e consapevolezze. Il personaggio di Piccoli sembra essere lì per caso. Non ha storia, non ha passato, non si avverte un percorso che ha portato quell'individuo a essere in quel conclave. Per quanto Piccoli sia bravo il suo personaggio, a livello di sceneggiatura, non regge.
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