Questo film di Samivel rappresenta "il mondo dell'alpe", così com'esso appariva, soprattutto nella un po' ingenua ma quanto appassionata fantasia di alpinisti e escursionisti nel 1952. Ma il film non è fantastico: la macchina da presa - attraverso gli occhi e lo spirito arguto dell'eclettico artista padre della cultura francese di montagna, scrittore, disegnatore, acquarellista e poeta - è andata alla ricerca degli angoli più quieti, luminosi ed anche sconosciuti dei monti. La scoperta - quella visione artistica dell'alpe - ne moltiplicò gli amanti.