
Anno | 2025 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 100 minuti |
Al cinema | 1 sala cinematografica |
Regia di | Franco Maresco |
Attori | Carmelo Bene . |
Uscita | venerdì 5 settembre 2025 |
Tag | Da vedere 2025 |
Distribuzione | Lucky Red |
MYmonetro | 3,42 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 8 settembre 2025
Le riprese del film su Carmelo Bene si interrompono. Maresco sparisce, accusando la produzione. Un'indagine svela il suo genio ribelle e visionario. Un film fatto per Bene è 83° in classifica al Box Office. mercoledì 8 ottobre ha incassato € 348,00 e registrato 17.180 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Che fine ha fatto Franco Maresco? A chiederselo è il suo amico Umberto Cantone, che dopo aver aiutato il regista palermitano a scrivere un film su Carmelo Bene e aver saputo che le riprese del film sono state interrotte, incontra alcuni suoi collaboratori e il suo autista per ripercorrerne le tracce. Viene così a sapere dei mesi di lavoro sul set, di riprese infinite, di soldi spesi per girare scene improvvisate su un "santo volante" del Seicento, così come delle accuse di Maresco - di cui in parallelo viene ripercorsa la carriera - al produttore Andrea Occhipinti. Alla fine è il regista scomparso a farsi vivo con una lettera all'amico, nella quale fornisce la sua versione della storia.
Sul modello non dichiarato di Quarto potere, il nuovo lavoro di Franco Maresco è una ricerca del regista stesso e insieme una sorta di autobiografia in terza persona.
Ci sono almeno tre film, in Un film fatto per bene: quello che segue il viaggio di Cantone, quello che Maresco ha cercato di girare per la Lucky Red, ambientato nella Palermo degli anni '70, con protagonisti Carmelo Bene e un oscuro maestro elementare agiografo, e quello che, fallito il primo progetto, il regista palermitano ha provato a terminare a sue spese, riunendo i collaboratori e gli interpreti più fedeli (il solito teatrino di freak che negli anni abbiamo imparato a conoscere) negli studi della tv palermitana in cui negli anni '80 ha dato vita al duo con Daniele Ciprì. Nel frattempo, si vedono i frammenti della sua filmografia, le celebri scene di Cinico Tv, le immagini poi censurate di Totò che visse due volte e a seguire quelle di Belluscone - Una storia siciliana e La mafia non è più quella di una volta, mentre il loro autore si chiudeva sempre al mondo e diventava una sorta di santo recluso del cinema italiano. L'espressione non è casuale, perché proprio a una figura di santo popolare e ignorante, Giuseppe da Copertino, il «Santo volante», vissuto nel XVII secolo, è in realtà dedicato il film fallito per la Lucky Red: nelle riprese che si vedono, tra improvvisazioni, temporali, infiniti ciak, incidenti, lo stile di Maresco è quello che l'ha reso famoso, in bianco e nero, pasoliniano, con un idiot savant straccione per protagonista e la voce fuoricampo del regista (insistente e ottusa: una firma d'autore) che ripropone e insieme rompe la dinamica del suo cinema, in cui sempre il regista ha interpellato i suoi interpreti, salvo in questo caso parlare direttamente dal set e dare vita a un cortocircuito che prevedibilmente porta a uno misero fallimento...
La sovrapposizione dei livelli di rappresentazione, insomma, ha sempre fatto parte dell'universo di Maresco, ed è forse all'origine della sua fuga dal set e dal cinema in cerca di una purezza assoluta e impossibile. Carmelo Bene, del resto, nel film è presente soprattutto come fantasma, incarnato da diversi attori (tra cui Antonio Rezza in un omaggio-parodia a Il settimo sigillo) e visto in tv esprimere alla sua maniera la sua idea di arte come superamento del pensiero, del linguaggio, della realtà stessa, e il conseguente raggiungimento del vuoto. «Dovete de-pensare» suggerisce così Maresco ai suoi soliti freak, torturati in un miserabile studio televisivo: se il cinema è morto come sistema («Oggi un film non lo si nega a nessuno», scrive un po' furbescamente nella lettera all'amico Cantone), come forma d'espressione potrebbe continuare a esistere nell'ignoranza e nell'immediatezza del pensiero di chi non ha pensiero, nei folli, negli stupidi, nei fool come il povero Francesco Puma (sedicente critico che da anni vediamo brutalizzato e venire preso sul serio in tv e in rete, a proposito di cortocircuiti) che trovano il loro spazio di gloria e umiliazione (ma c'è differenza?) dentro una scena ancora vuota e disperata, ma pure risaputa e stanca. L'ultima citazione di Bene la si sente mediata da una voce che non è la sua, quando negli anni '90 incontrò per la prima e unica volta Maresco e citando Céline gli disse: «La vera tragedia è morire prima di aver capito quanto l'uomo è fottuto». Fa un po' strano, dunque, partendo da tanto e consapevole nichilismo, vedere che per Maresco l'unico approdo possibile per il (suo) cinema sia la propria santificazione, che sarà pure autoironica ma pure un po' auto-assolutoria.
Quando chiamano.. ...Maresco Franco ... da cinico lui risponde : dite? e da qui sviluppa tutto il film che racconta la sua storia, di uomo della sua Palermo e di regista del cinema italiano che in definitiva non gli appartiene, e di cui stenta a farne parte almeno nell'apparato produttivo . Rivendica una parte artistica culturale e sociale dove ricorda i film sulla mafia [...] Vai alla recensione »
Il film si presenta come un documentario sulla vita di Carmelo Bene, ma in realtà è sulla vita di Franco Moreno, sicuramente utilizza questo metodo per fare in modo che qualcuno lo guardi. Il film è completamente spezzato, pieno di no sense, vuole mettere in scena la morte del cinema, o meglio, quello che vedo è la morte del cinema di Franco Moreno, si perché la sua [...] Vai alla recensione »
È quello che mi dicono i miei amici quando racconto alcuni film "impegnati" che vedo: è roba per palati fini...la mia unica stella è dovuta al fatto che ho solo visto 20 minuti dei 100 totali, un quinto, molto più di altri che sono usciti dal Palabiennale prima di me; molto meno di altri che sono restati. Ha semplicemente superato i miei limiti dell'assurdo, [...] Vai alla recensione »
Non è un documentario. E Carmelo Bene è presente solo in alcune clip di repertorio. Interpreti principali: Umberto Cantone, Franco Maresco, Marco Alessi, Francesco Conticelli, Francesco Puma
Franco Maresco arriva a chiudere la selezione ufficiale del Festiva di Venezia. O meglio, arriva il suo film. Il produttore Andrea Occhipinti ha sperato fino all'ultimo che il regista si presentasse al Lido, ma, come da copione, Maresco ha cominciato dapprima a nicchiare: "Ma che ci vengo a fare? Ma che c'entro io con il tappeto rosso?" e poi a smettere di rispondere ai suoi messaggi.
Durante la lavorazione del suo film su Carmelo Bene, Franco Maresco scompare. Lo cerca l'amico Cantone con autista che non la smette con le litanie. Dentro la cornice, una serie di folli schegge di clamorosa comicità. Un progetto sprogettato, per dirla alla Bene. Ci sono i ricordi degli inizi con Cipri, gli inediti di CinicoTv. Cè Frate Asino, San Giuseppe da Copertino, a spasso con l'asino in un paesaggio [...] Vai alla recensione »
Più Maresco intende "de-fare" un film, "de-pensarne" il progetto, per restare nell'ambito dell'omaggio a Carmelo Bene, e più, come una grazia perversa alla fine del tormento in fondo al tunnel, trova una felicità del gesto questa, sì, davvero "impensabile". Il trattato della lotta vana di Maresco con(tro) il cinema s'arricchisce di un altro capitolo (speriamo non l'ultimo.
Un film incompiuto, o meglio in-finito, reiterazione di un errare errando che gioca a non stare al gioco del cinematografare: si parla di Franco Maresco e della sua rinnovata opera interrotta, Un film fatto per Bene (in competizione a Venezia82), stratagemma realfinzionale che ancora una volta spiazza, anzi spazza via la struttura istituzionale della forma film: né documentario né finzione, né realtà [...] Vai alla recensione »
Franco Maresco è vivo e lotta insieme a noi. L'incorreggibile ragazzaccio che insieme a Daniele Ciprì inventò "Cinico Tv" racconta il disastro di un suo film dedicato a Carmelo Bene. Dimostrando di essere ancora in gran forma (pur nella lista nera dei produttori, qui Andrea Occhipinti di Lucky Red). Il film inizia con la sparizione del regista. Mica si sarà ritirato in convento a meditare? Ebbene sì, [...] Vai alla recensione »
Franco Maresco torna in concorso alla Mostra di Venezia, dopo il Premio speciale della giuria Orizzonti con Belluscone. Una storia siciliana e il Premio speciale della giuria con La mafia non è più quella di una volta, e riporta tutte le sue ossessioni, idiosincrasie ma anche un messaggio di amore totale per il cinema. Un film fatto per Bene, in contemporanea da oggi nelle sale, racconta l'impossibilità [...] Vai alla recensione »
Con una dedica a Goffredo Fofi, salutata da un applauso affettuoso, Franco Maresco è tornato a Venezia con Un film fatto per Bene (da ieri anche nelle sale, il regista era stato premiato qui per La mafia non è più quella di una volta nel 2019). Dove il Bene maiuscolo non è casuale, ma riferito proprio a Carmelo il grande. E si comincia dall'hotel Europa di Palermo con il responsabile che racconta come [...] Vai alla recensione »
Franco Maresco, barbona da clochard, occhi da pazzo e frasi tra l'apocalittico e il criptico come: «Noi vaghiamo nell'universo su un atomo opaco del male», mai stato così convenzionale e allegro in concorso come in Un film fatto per Bene (nella foto sotto). Il finto documentario ricostruisce la sua presunta follia mentre lavora a una pellicola su Carmelo Bene.
La cinquina italiana si conclude con Franco Maresco, regista "invisibile", che spedisce a Venezia il suo ultimo lavoro "Un film fatto per Bene", che già dal titolo suggerisce un'idea metalinguistica e un doppio senso, essendo il film, cioè quello che doveva essere il film, focalizzato su Carmelo Bene. Maresco è un regista singolare: con Daniele Ciprì ha firmato pezzi di storia televisiva (indimenticabile [...] Vai alla recensione »
Si ridacchia spesso in questo incarognito non-film (nel senso che come viene pure detto tra i capitoli, è autolesionista, inconcludente, impotente). Un po' come il messaggio urlato con sberleffi e smorfie da Carmelo Bene in tutta la sua clamorosa carriera di geniale ed esacerbato mattatore e distruttore delle fondamenta borghesi dello spettacolo suo contemporaneo.
Si ridacchia spesso in questo incarognito non-film (nel senso che come viene pure detto tra i capitoli, è autolesionista, inconcludente, impotente). Un po' come il messaggio urlato con sberleffi e smorfie da Carmelo Bene in tutta la sua clamorosa carriera di geniale ed esacerbato mattatore e distruttore delle fondamenta borghesi dello spettacolo suo contemporaneo.
Lo spirito, la voce di Franco Maresco fluttuano tra le nuvole, in volo verso chissà dove con l'afasico Bernardo Greco, "attore" chiamato a interpretare San Giuseppe da Copertino (il Santo Volante, non a caso...) nel film che il regista palermitano avrebbe dovuto realizzare su Carmelo Bene. È forse l'unica uscita di scena possibile per l'uomo/artista che ha fatto perdere le sue tracce nel momento [...] Vai alla recensione »
In una delle sequenze più emblematiche di Un film fatto per Bene, la Morte (interpretata da Antonio Rezza) e San Giuseppe da Copertino (al "santo volante" Carmelo Bene aveva dedicato una sceneggiatura mai realizzata, poi pubblicata in forma di libro con il titolo A boccaperta) giocano la loro bergmaniana partita a scacchi. Ma il frate non fa mai la prima mossa, quindi la Morte resta lì ad aspettare, [...] Vai alla recensione »
Con Un film fatto per Bene Franco Maresco torna per la seconda volta in concorso alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, a sei anni dalla presentazione di La mafia non è più quella di una volta, dove ottenne il Premio speciale della giuria sorprendendo quella parte di critica - tutt'altro che minoritaria - che lo reputava un film "incomprensibile" agli occhi di una giuria internazional [...] Vai alla recensione »