| Anno | 2025 |
| Genere | Documentario, |
| Produzione | Italia |
| Durata | 115 minuti |
| Al cinema | 1 sala cinematografica |
| Regia di | Gianfranco Rosi |
| Uscita | giovedì 18 settembre 2025 |
| Tag | Da vedere 2025 |
| Distribuzione | 01 Distribution |
| MYmonetro | 3,56 su 19 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 21 settembre 2025
Tra il Golfo e il Vesuvio, Napoli si racconta in bianco e nero: tra storia, archeologia e vita quotidiana, un viaggio nel tempo e nell'anima del territorio. Il film è stato premiato a Venezia, In Italia al Box Office Sotto le nuvole ha incassato nelle prime 9 settimane di programmazione 103 mila euro e 43,6 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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La Napoli del Vesuvio. La Napoli dei Campi Flegrei con le scosse di terremoto. La Napoli dei tombaroli. La Napoli degli archeologi. La Napoli di chi fa doposcuola cercando di offrire il proprio sapere a chi più ne ha bisogno. La Napoli dei marinai siriani in rotta fissa: Odessa-Napoli e ritorno. La Napoli del centralino dei Vigili del Fuoco e della varia umanità che ne cerca l'aiuto. La Napoli dello sventramento. La Napoli com'era nella visione di un Maestro: Roberto Rossellini.
Gianfranco Rosi entra in una Napoli che è al contempo frutto di uno sguardo personale ma anche messa a disposizione delle diverse sensibilità di coloro che osservano.
C'è una grande varietà di opzioni tra cui lo spettatore è invitato ad aderire in questo film
che si presenta come al contempo (e può sembrare un ossimoro) il più elaborato ma
anche il più libero della pluripremiata filmografia del suo autore. Il più elaborato perché il
regista ha trascorso ampia parte degli ultimi tre anni nel capoluogo campano per cogliere
nel profondo le sensazioni che la città e l'area che la circonda procurano. Il più libero
perché, in questa occasione, non c'era un percorso prefissato attorno a cui muoversi (Il
Grande Raccordo Anulare di Roma), un tema sempre scottante come quello delle
migrazioni con il loro carico di tragedie o i viaggi di un Pontefice.
Qui c'era una città già narrata innumerevoli volte in tutte le espressioni artistiche e spesso
definita attraverso stereotipi non sempre lusinghieri. Rosi sfugge a tutte le innumerevoli
trappole folkloristico-criminal-stigmatizzanti sin dal titolo. "Chisto è o' paese do' sole" viene
così letto sotto quella coltre di nuvole che Jean Cocteau definiva opera del Vesuvio.
Nuvole funzionali anche alle riprese, sempre estremamente rilevanti, di un bianco e nero
che non fa rimpiangere mai, neppure per un'inquadratura, l'assenza del colore.
In questo film, carico di sfumature non solo sul piano cromatico ma anche su quello delle
vite vissute nel presente o nel passato, veniamo invitati ad esplorare suolo e sottosuolo di
un'area carica di storia in cui il tempo finisce con il sospendersi anche mentre continua a
fluire (come ci ricorda l'inquadratura di un vecchio orologio da tavolo).
Rosi ci immerge in una precarietà che appartiene alla Storia (l'eruzione del Vesuvio nel 79
dc) e alle storie del quotidiano con le ripetute scosse nell'area dei Campi Flegrei. Le
telefonate che arrivano al centralino dei Vigili del Fuoco sono la testimonianza più vivace e
vera dell'anima profonda del popolo napoletano declinata in una molteplicità di aspetti.
Rosi ci accompagna nei sotterranei deturpati dai tombaroli così come nello splendore di
una villa a Civita Giuliana che attende di essere messa a disposizione di chi voglia
ammirare il bello. Nel fare ciò non si adagia sugli schemi narrativi del documentario
classico ma va oltre seguendo i propri soggetti per poi lasciarli andare con lo scopo di
tornare a proporceli in una struttura non legata a vincoli o a punti obbligatoriamente fermi.
Non ci sono camorra e stadi pieni di tifosi osannanti qui. Non ci sono spaccio né folklore
per turisti. C'è invece chi si mette a disposizione, con la giusta semplicità necessaria per
farsi ascoltare, per aiutare ragazzini a studiare e a fare i compiti. Ci sono i marinai siriani
che vedono la città partenopea come un luogo sicuro a cui attraccare prima di tornare a
rischiare la vita nel porto di Odessa.
Ad ognuno la transvesuviana visiva di Rosi concede lo spazio per esprimersi e per
riflettere senza mai piangersi addosso. Sempre tenendo presente il potere comunicativo
del cinema che ha bisogno però di cure e di attenzione. Così come ne avrebbe quella sala
fatiscente e diroccata in cui ci propone di fare memoria della settima arte prima che finisca
in un'altra sala (quella del mistero) in cui tutto si confonde offrendo una molteplicità di
motivi di riflessione. Per giungere poi alla sequenza finale che, anche per la sua totale
imprevedibilità, è grande cinema da ogni punto di vista.
Nell’immaginario universale, Napoli è sinonimo di sole, mare, pizza, mandolino. La città, specie lo spettacolare lungomare di via Caracciolo, fa spesso da sfondo a fiction televisive o film. Nulla di tutto questo nel documentario di Gianfranco Rosi “Sotto le nuvole”, girato in Bn. Dunque: documentazione, assenza di colore, cielo cupo e nuvoloso, atmosfere notturne, [...] Vai alla recensione »
Mi creda, apprezzo l'analisi puntuale del film che mi aiuta a capire senza tuttavia riuscire a modificare il mio giudizio negativo sul film. ll regista propone riflessioni dettate dalla quotidianità di chi vive a Napoli ( tremori,boati del terreno) e totalmente estranee a chi non vive nella città. Vedere vigili del fuoco sottoterra e legarli al [...] Vai alla recensione »
Mi sfugge l'intento del film e se qalcuno lo ha apprezzato vorrei sapere perché.
"A Muntagna" da fondale per storie di vita raccontate, in un rimando temporale continuo, in un bianco e nero che tutto cristallizza. L'evento clou, e non poteva essere altrimenti, è l'eruzione del 79 d.C. che tutto seppellisce. Tutto finisce Sotto le nuvole del Vesuvio che affascina e intimorisce. Pompei, Ercolano, Stabia, Baia: città seppellite sotto metri di lava e sedimenti piroclastici, in un [...] Vai alla recensione »
Alle falde del Vesuvio la terra talvolta trema e le fumarole dei Campi Flegrei segnano l'aria. Ci sono gli abitanti e i turisti, gli archeologi che scavano il passato e nei musei cercano di dare ancora vita e senso a statue e rovine. La circumvesuviana attraversa il paesaggio, un maestro di strada dedica il suo tempo al doposcuola per bambini e adolescenti, i vigili del fuoco fanno fronte alle paure [...] Vai alla recensione »
Sotto le nuvole potrebbe essere l'ultimo capitolo di una trilogia concettuale sulla vita quotidiana e spirituale in Italia, cominciata da Rosi con Sacro Gra e proseguita con Fuocoammare. Stavolta il regista ci racconta Napoli come una città tormentata dai terremoti e dalla minaccia dell'eruzione del Vesuvio. L'atmosfera è da fine del mondo: si parla di guerra, violenza, cinismo e crisi climatica.
Nel 1917, durante una visita a Napoli, Jean Cocteau scrisse, in una lettera alla madre, una frase spesso citata, in cui esprimeva il suo fascino per la città e il suo Vulcano: "Tutte le nuvole del mondo vengono dal Vesuvio". Ora essa è diventata l'incipit poetico con cui Gianfranco Rosi apre il suo ultimo docu-film intitolato Sotto le nuvole. "Ho girato e vissuto per tre anni - ha dichiarato il regista [...] Vai alla recensione »
Napoli è di sicuro una delle città più rappresentate al cinema negli ultimi anni. Ma non l'abbiamo mai guardata attraverso la lente caleidoscopica di Gianfranco Rosi. Sotto le nuvole (Premio della Giuria alla Mostra del cinema di Venezia) è un documentario di grande sensibilità. Si interroga sulla memoria, sullo scontro tra luce e ombra, sui sogni e sulle paure.
Il metodo documentario di Gianfranco Rosi, quello che lui stesso ritirando il Premio speciale della giuria a Venezia 82 ha definito «un avamposto di resistenza», è una modalità cristallizzata, se non addirittura invecchiata, di fare cinema. Risale a una quindicina di anni prima e qui in Italia lo si è chiamato "cinema del reale": uno sguardo di ricerca antropologica e curiosità umanista che dentro [...] Vai alla recensione »
Napoli, vista da sotto, pare un puzzle impressionista: archeologi giapponesi, una conservatrice di museo, circumvesuviana, tombaroli che sottraggono memorie dal sottosuolo, carabinieri e magistrati che li inseguono, maestri del doposcuola, bimbi in difficoltà con le moltiplicazioni, turisti, marinai siriani in spola con l'Ucraina, cunicoli sotterranei.
A Napoli la terra trema. E Gianfranco Rosi ne coglie il battito. Come nell'incompreso Notturno (l'ultimo film sul Medio Oriente prima degli Accordi di Abramo trumpiani), Rosi s'immerge letteralmente nella materia viva di un luogo esplorandone i perimetri e le profondità. Con la sua strategia del raccontare per cerchi concentrici, il regista si avvicina progressivamente a ciò che non può essere detto, [...] Vai alla recensione »
Un primo atto di inversione rispetto ad una idea su Napoli e il suo carattere connaturato a quello dei suoi abitanti, secondo una vulgata ormai dura a morire, è quello di avere attraversato con la macchina da presa il suo territorio dedicando uno sguardo in bianco e nero a quella che è, secondo quel luogo comune, la città più colorata e vivace d'Italia.
Tornato in concorso a Venezia a cinque anni da Notturno (e dopo aver presentato fuori concorso In viaggio nel 2022), Gianfranco Rosi in Sotto le nuvole si mostra ancora una volta un paziente e meticoloso osservatore, la cui pecca maggiore consiste nella gestione della narrazione che troppo spesso lo porta a ricostruire e rimettere in scena le azioni dei personaggi che segue, finendo per far perdere [...] Vai alla recensione »
Ieri al Lido di Venezia è stato il giorno della manifestazione per la Palestina libera, nella quale migliaia di persone hanno urlato a gran voce che si fermi qui e ora il genocidio pianificato e attuato da Israele. Per una volta, alla Mostra del Cinema, si è fatto a meno di guardare alla provenienza, all'accredito, ai privilegi degli uni e ai disagi degli altri, pur sempre sotto lo sguardo di forze [...] Vai alla recensione »
Partiamo proprio da Napoli, secondo titolo italiano in gara per il Leone, dopo "La grazia di Sorrentino. Napoli che in realtà nella sua dimensione urbanistica praticamente non si vede, tranne un paio di inquadrature strette. Vediamo di più il cielo (in verità: le nuvole, da cui il titolo "Sotto le nuvole"), il sottosuolo (la Napoli sotterranea, i ritrovamenti archeologici), il Vesuvio anch'esso in [...] Vai alla recensione »
Gianfranco Rosi si è rivelato fra il 2008 e il 2010 con due incredibili film girati in America, Below Sea Level e El Sicario - Room 164. Poi ha cominciato a vincere animali preziosi (un Leone e un Orso d'oro) con Sacro GRA e Fuocoammare, e successivamente ha persino girato un film sul Papa (In viaggio). Questo preambolo, per dire che i film più belli di Rosi - i primi citati - non sono necessariamente [...] Vai alla recensione »
Si apre con il noto estratto dalle lettere di Jean Cocteau su Pompei, «le Vésuve fabrique tous les nuages du monde», il settimo documentario di Gianfranco Rosi, dedicato alla porzione di città metropolitana di Napoli che si estende sotto il Vesuvio fino al Golfo, frutto di un lavoro della durata di tre anni intorno alla circumvesuviana: oltre a Pompei, Ercolano, i Campi Flegrei e l'umanità all'ombra [...] Vai alla recensione »
Meno folgorante il ritorno di un altro trionfatore in laguna (ultimo Leone italiano: il suo Sacro GRA nel 2013) come Gianfranco Rosi con il documentario Sotto le nuvole. Si esplorano spazi e persone attorno al Vesuvio («La fabbrica di tutte le nuvole del mondo» per Jean Cocteau) tra vigili del fuoco affettuosi, appassionate curatrici museali che distinguono minuziosamente le statue («Questo Polifemo [...] Vai alla recensione »
Quando, dopo la visione di Notturno, scrivevamo "forse, a proposito di Rosi, dovremmo definitivamente abbandonare la prospettiva del documentario", era un modo per sottolineare quanto la costruzione formale delle immagini spingesse il piano della realtà verso dimensioni ulteriori, addirittura fantascientifiche. E come, in fondo, fosse questa libera creazione di una verità puramente cinematografica [...] Vai alla recensione »
L'exploit con tanto di Leone d'oro di Sacro Gra a Venezia 2013, cui ha fatto seguito nel 2016 l'Orso d'Oro berlinese di Fuocoammare, ha lanciato anche internazionalmente il nome e il cinema di Gianfranco Rosi. Questo peraltro non ha influito molto sul suo approccio artistico e sulla sua visione di una realtà insolita, ripulita, formalmente elegante, di documentario incrostato di fiction.
"Il Vesuvio fabbrica tutte le nuvole del mondo". Gianfranco Rosi utilizza la celebre frase di Jean Cocteau per l'evocativa apertura del suo nuovo film, Sotto le nuvole, in concorso a Venezia 82 e dal 18 settembre nelle sale. Il regista Leone d'Oro (ultimo italiano a vincerlo, con Sacro GRA, nel 2013) e Orso d'Oro (Fuocoammare, 2016) si porta questa volta a Napoli e fuggendo dai "mille culure" di [...] Vai alla recensione »