
Anno | 2025 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Spagna, Germania |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Carla Simón |
Attori | Tristán Ulloa, José Ángel Egido, Sara Casasnovas, Miryam Gallego, Janet Novás Mitch Martín, Celine Tyll, Mitch Robles, Llúcia Garcia, Sergio Quintana, David Saraiva. |
Tag | Da vedere 2025 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
MYmonetro | 3,16 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 28 maggio 2025
Marina, 18 anni, cerca una firma dai nonni mai conosciuti e scopre segreti di famiglia che la aiutano a ricostruire il ricordo dei suoi genitori.
CONSIGLIATO SÌ
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(Video)camera a mano e diario della madre in tasca, Marina parte alla volta della Galizia e della famiglia di suo padre, morto di AIDS molti anni prima. Adottata 'altrove', ha bisogno di un certificato anagrafico per ottenere una borsa di studio. Ma dietro alla ragione officiale, si nasconde il desiderio ardente di ricostruire la vita dei suoi genitori, su cui la famiglia mantiene un rigoroso riserbo. Tutti vogliono dimenticare, tutti vogliono seppellire il passato che ha sciolto i sogni dell'avvenire con eroina e zucchero. Negli stessi luoghi in cui sua madre e suo padre sono stati innamorati e felici, disperati e sconfitti, Marina troverà il suo posto e lo slancio per il futuro.
Il terzo film di Carla Simón è un poema di sole e iodio. Ambientato sulle coste galiziane, Romería esplora le ferite biografiche dell'autrice, che reclama costantemente le immagini mancanti.
Dopo Estate 1993 - film ad altezza di bambina su un dolore sospeso che tarda ad affermarsi - Carla Simón si ancora di nuovo alla sua storia personale e compone con l'assenza. Per incarnare il suo doppio sceglie una giovane attrice debuttante, Llúcia Garcia, una rivelazione lanciata sulle acque infinite dell'Oceano Atlantico. Il film non lascia mai la sua eroina, adottata molto piccola e dopo aver perduto entrambi i genitori. Marina si reca a Vigo, in Galizia, per ritrovare la sua famiglia e la verità di cui finora è stata privata.
Un'impresa che somiglia a un'indagine, in mare e sulla terraferma, che gioca con le distanze, lo spazio e la profondità di campo. Sospesa tra due epoche, Marina è la solida promessa di vita nata da una generazione sacrificata, falciata dall'AIDS e dal silenzio. Di quei figli lasciati indietro a morire restano oggi i padri e le madri, i fratelli e le sorelle, che accolgono la nipote con un calore velato da imbarazzo e pudore. Il lutto impossibile ha depositato nei loro cuori emozioni contraddittorie: colpe, rimorsi, tarli, nostalgia.
Con grande dolcezza e bagnato dalla luce calda della Galizia, Romería è un film riparatore che si allontana progressivamente dai toni realistici, perché la verità della memoria non si trova mai nella ricerca erudita, documentaristica, ma nella fuga romanzesca dell'inconscio, per mediazione della fiction.
Una rottura narrativa, guidata da un gatto randagio, lascia emergere i ricordi sepolti e le immagini oniriche di genitori fantasmi. Un ragazzo e una ragazza che hanno scelto una vita bohémienne e sballata, accecati dai neon degli anni Ottanta. Marina, studentessa di cinema, osserva la realtà e poi la ricrea partendo dalle parole della madre. La riconciliazione non passa per un percorso pianificato ma per un vagare onirico, che allaccia passato e presente, annulla il tempo e lo spazio, dove l'attrice, che interpreta Marina, incarna anche sua madre, senza paura di avvicinarsi troppo alla vita (e alla morte).
Intorno fanno corona una miriade di personaggi, una cacofonia di parenti che ripercorrono la loro storia, messa a tacere per la vergogna, e offrono al film la sua mobilità narrativa. Romería, che significa ricerca spirituale, ma anche festa popolare, naviga un mare interiore, tra realismo vivo e sogno contemplativo. Un film da scalare come la sua scala di corda per inventarsi il domani, capovolgere la narrazione e chiudere coi traumi e il peso dei retaggi.
Dopo Estate 1993, in cui raccontava la morte di AIDS della madre dalla prospettiva della bambina che era, Carla Simón, oggi una donna di quasi 40 anni forse pacificata con le sue origini, si confronta con un'altra morte, quella del padre, avvenuta nel 1992 sempre per AIDS. Per farlo si sdoppia nell'alter ego Marina, che nel 2004, a 18 anni, si reca a Vigo dai nonni paterni per essere riconosciuta legalmente [...] Vai alla recensione »
Non sempre si riesce a trovare un filo conduttore che accomuni i molti e vari film di un festival, eppure arrivati ormai alla fine del concorso di questa edizione di Cannes sembra che si possano trovare dei punti di riferimento. O per lo meno alcune delle opere presentano tematiche in comune. Una fra le più interessanti, punto di partenza di molti dei film visti, è sicuramente la necessità di confrontarsi [...] Vai alla recensione »
Romerìa ci ricorda che a volte, dove falliscono i grandi nomi, le grandi produzioni, a Cannes 2025, vincono i film "piccoli", nati da una visione personale priva di ambizioni conclamate. Carla Simòn, cineasta iberica tra le più brave della sua generazione, al suo terzo film si conferma autrice meravigliosa per sensibilità, originalità, per la capacità di parlare della vita, quella vera, senza però [...] Vai alla recensione »
A chi era sembrato un po' esagerato l'Orso vinto a Berlino tre anni fa con "Alcàrras", questa successiva opera sembra dare ragione a chi lo sosteneva. Carla Simon qui racconta l'avventura di una giovane appena maggiorenne (Marina), che torna in Galizia per ricomporre la sua storia, essendo orfana, adottata da una famiglia di Barcellona. Ma come spesso accade, l'indagine sul proprio passato fa scoprire [...] Vai alla recensione »
Le immagini in Hi8 dialogano con quelle in digitale, mentre una voce femminile legge lacerti di un diario personale sopravvissuto agli eventi. Bastano le prime sequenze di Romería, terzo lungometraggio da regista per la trentanovenne catalana Carla Simón, per rendersi conto del livello di stratificazione che la vincitrice dell'Orso d'Oro con Alcarràs utilizza all'interno della sua messa in scena.
Nel cinema contemporaneo si assiste sempre più frequentemente al tentativo di ricucire lo strappo tra identità e memoria, tra presente e passato, tra ciò che si è e ciò che si è stati - o che si sarebbe potuti essere. Romería, il nuovo film di Carla Simón in concorso a Cannes, si inscrive con coerenza e dolcezza in questa costellazione: non come semplice narrazione memoriale, ma come dispositivo sensibile [...] Vai alla recensione »
Tra la metà degli anni Ottanta e le giornate di luglio 2004. Quaderni, foto, voci di dentro. In Romería, titolo che fa riferimento ai pellegrinaggi popolari spagnoli, non c'è solo la necessità di riscoprire i veri legami familiari ma anche quella di fare un viaggio interiore verso un passato per scoprire i segreti nascosti. La diciottenne Marina Piñeiro, che è stata adottata durante l'infanzia, deve [...] Vai alla recensione »