
Una storia di amore e ostinazione interpretata dalle stesse persone che l'hanno realmente vissuta. Presentato a Orizzonti.
di Simone Emiliani
Il film è ispirato alla storia realmente accaduta di Jasmine e Rino che nel 2016 hanno cominciato il loro percorso di adozione internazionale. Il confine tra documentario e finzione è sempre molto labile, fragilissimo. Il dettaglio della mano del sogno della bambina diventa il punto di partenza per un legame diretto con la mente di Jasmine.
Il cinema di Cassigoli-Kauffman si conferma potentissimo nel catturare la fisicità del gesto, lo scarto tra la quotidianità e la 'fuga nel (proprio) mondo dei sogni'. Se nella parte centrale prevalgono dei dettagli narrativi comunque importanti (per esempio, il costo e i tempi delle adozioni internazionali), in quella finale Vittoria decolla nel momento in cui convivono paura e speranza, anche prima del viaggio.
In una scena appena all'esterno dell'orfanotrofio, quando Rino si passa il pallone con un bambino dell'orfanotrofio e gli vuole offrire delle caramelle, c'è racchiusa tutta la verità di un cinema che va oltre la storia e trova l'imprevedibilità della vita reale dove inattese complicità vengono catturate proprio nel momento in cui avvengono. Nella sua sobrietà, diventa emozionante.
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