| Anno | 2024 |
| Genere | Drammatico |
| Produzione | Spagna |
| Durata | 85 minuti |
| Regia di | Paz Vega |
| Attori | Sofía Allepuz, Paz Vega, Roberto Álamo, Alejandro Escamilla, Amada Santos Paz de Alarcón, Daniel Navarro, Margarita Asquerino, José Luis Rasero, Enara Prieto. |
| Tag | Da vedere 2024 |
| MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 16 agosto 2024
La storia segue Rita, sette anni, e suo fratello Lolo, cinque, figli di una famiglia operaia, mentre l'intero Paese impazzisce per gli Europei di calcio, con la Spagna ai quarti di finale. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Goya,
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CONSIGLIATO SÌ
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Siviglia, 1984. In una calda estate con il sottofondo della nazionale spagnola impegnata negli Europei di calcio, la piccola Rita, sette anni, si affaccia alla vita e scruta con aria indagatrice il mondo che la circonda: in particolare il fratellino Lolo, verso cui è già molto protettiva, e i genitori, con la mamma Mari che si dà da fare in casa e deve subire le ire di un marito tassista dagli istinti violenti.
Il debutto alla regia di Paz Vega, attrice di una certa esperienza con una carriera che si è dipanata tra Europa e Stati Uniti, è una sorpresa: un affresco familiare e di infanzia dal grande acume emotivo e dalla straordinaria tenerezza, culminante in un lavoro di altissimo livello con gli attori bambini.
Vega include un messaggio di forte denuncia sulla violenza di genere, portandola su terreni non lontani dal fenomeno nostrano di C'è ancora domani, ma la sua chiave più indovinata è tutta nella prospettiva ad altezza bambino, intima e veritiera, fatta di piccoli gesti e grandi scoperte quotidiane, e che scalda il cuore di chiunque abbia in mente l'esperienza di essere figlio o genitore.
C'è sicuramente nel film una componente personale dell'autrice, vista l'ambientazione a Siviglia e il periodo storico che coincide con l'infanzia di Vega. Una parte di lei è quindi nella piccola Rita, così come il resto di lei si presta a incarnare il personaggio della madre, Mari, coraggiosamente lasciata spesso da parte, o solo parzialmente presente nell'inquadratura come tutti gli adulti del film.
In questo senso la prima sequenza è programmatica, con un risveglio in una giornata come tante e una corsa in cucina ad abbracciare la mamma ai fornelli e a preparare una colazione, prima che l'energia negativa del padre turbi l'atmosfera.
Se sul finale il film diventa sfortunatamente troppo letterale, sporcando un po' il meraviglioso equilibrio raggiunto fino a quel punto, non si può che restare stupiti di fronte a una prima regia così attenta, semplice eppure di grande consistenza nel tono.
È una storia già vista, certo, e Vega gioca con le aspettative in una serie di sequenze che alludono al pericolo per i due bambini ma poi riportano tutto alla banalità del quotidiano. Il punto è proprio fare breccia nel familiare, in tutti i sensi del termine.
In Spagna il divorzio, una conquista dei movimenti femministi, è stato introdotto con una legge del 1981, circa dieci anni dopo che in Italia, un ritardo legato all'uscita dalla dittatura con tutti gli assestamenti del caso. Una volta legalizzata e quindi possibile, la chiusura del matrimonio ha fatto fatica comunque a diffondersi trovando la forte resistenza sociale della cultura cattolica e patriarcale. [...] Vai alla recensione »