joecondor
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martedì 12 novembre 2024
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silvio orlando e gary oldman eccezionali
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Film bello ma molto personale Una grande bellezza su Napoli. Particolarmente riuscite i ruoli di Silvio Orlando con scena sua finale di grande impatto e che lascia il segno. FaGary Oldman perfetto brava la protagonista ma alcune parti non riuscite come il giovane mamma Santissima
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frankmoovie
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lunedì 11 novembre 2024
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parthenope: finalmente l''arte
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Un film italiano d’autore: potremmo finire qui le nostre impressioni. Era tanto tempo che a cinema vedevamo solo commedie elementari, pellicole superficiali. Questo film colpisce subito per le immagini, panorami stupendi di Napoli e Capri, canzoni che sono nella storia culturale della musica leggera, che entrano con potenza nel racconto … E, sirena coinvolgente e affascinante, semplice e misteriosa, candida e malefica, innocente e peccatrice, dolce e blasfema, innamorata e quasi incestuosa, bella e arrivista, tremenda e rinunciataria è Parthenope, la protagonista di questa storia che cammina mano a mano con le contraddizioni della Città del Vesuvio, ricca e povera, malavitosa e onesta, sentimentale e feroce, bagnata da acqua e sale che le danno bellezza e mostri.
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Un film italiano d’autore: potremmo finire qui le nostre impressioni. Era tanto tempo che a cinema vedevamo solo commedie elementari, pellicole superficiali. Questo film colpisce subito per le immagini, panorami stupendi di Napoli e Capri, canzoni che sono nella storia culturale della musica leggera, che entrano con potenza nel racconto … E, sirena coinvolgente e affascinante, semplice e misteriosa, candida e malefica, innocente e peccatrice, dolce e blasfema, innamorata e quasi incestuosa, bella e arrivista, tremenda e rinunciataria è Parthenope, la protagonista di questa storia che cammina mano a mano con le contraddizioni della Città del Vesuvio, ricca e povera, malavitosa e onesta, sentimentale e feroce, bagnata da acqua e sale che le danno bellezza e mostri. Sorrentino ha realizzato un film quasi felliniano in simbiosi con la sua stupenda Città che di pecche ne ha molte e le annega nella fede e il suo san Gennaro e nelle mani della malavita, ma si esalta con poco, dimenticando i problemi con la vittoria in un gioco fatto di calci a un pallone. La scelta di attori d’esperienza come Silvio Orlando, Luisa Ranieri, Stefania Sandrelli, Peppe Lanzetta e di una splendida Celeste Dalla Porta, una quasi debuttante che sa trasformarsi agevolmente passando da un sentimento a un altro, da un problema ad un altro … Ottima la fotografia, i primi piani e ricchi dialoghi con frasi ad effetto che si inchiodano nella mente dello spettatore. Un film che può lasciare anche perplessi ma sicuramente testimone duraturo dell’arte cinematografica.
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[+] l''arte
(di alex2044)
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stefano satriano
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lunedì 11 novembre 2024
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parthenope, un ritratto di napoli
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Un film bellissimo, ma forse non per tutti, un ritratto affascinante della città di Napoli, vista nelle sue varie sfaccettature. Introspettivo, profondo, la caratterizzazione e le riflessioni dei personaggi prevagono sull'azione. Da non perdere.
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nicola
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lunedì 11 novembre 2024
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peccato
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Qualcuno deve avvertire Sorrentino che il film è pessimo. Vedo le recensioni della stampa e fioccano commenti positivi, su questo sito riceve pure una valutazione di più di tre stelle ed è consigliato. Non c'è alcuna giustificazione che riesca a "salvare" questo film: non è un film surrealista, non è un film onirico, non è un film di un poeta, non è un film di un filosofo, non è un film su Napoli. Non ci sono foglie di fico abbastanza grandi per nascondere l'incapacità del regista, perché si tratta di grandi lacune e di peccato originale. Ad addolorarmi di più era quello che si poteva fare con gli ingredienti a disposizione: ambientazione, attori, fotografia.
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Qualcuno deve avvertire Sorrentino che il film è pessimo. Vedo le recensioni della stampa e fioccano commenti positivi, su questo sito riceve pure una valutazione di più di tre stelle ed è consigliato. Non c'è alcuna giustificazione che riesca a "salvare" questo film: non è un film surrealista, non è un film onirico, non è un film di un poeta, non è un film di un filosofo, non è un film su Napoli. Non ci sono foglie di fico abbastanza grandi per nascondere l'incapacità del regista, perché si tratta di grandi lacune e di peccato originale. Ad addolorarmi di più era quello che si poteva fare con gli ingredienti a disposizione: ambientazione, attori, fotografia...persino l'abilita del regista stesso. Allo stesso tempo, però, il vizio del regista ha inghiottito tutto. Mentre ne "La grande bellezza", nonostante anche lì "se la sia tirata", tutto funzionava nell'economia di un film sulla vacuità, in Parthenope viene svelato il bluff. Parthenope è la prova regina del vizio del regista che obbliga una rivalutazione di tutta l'opera sorrentiniana. Neanche il figlio di Marotta riesce a "mandare in vacca" un film che è finito molto prima. Un inizio meraviglioso che prometteva tantissimo, con una bellissima Parthenope nata nel mare del Golfo di Napoli. L’idillio finisce subito, con una Parthenope divenuta diciottenne, vittima del tabagismo, vizio che l’accompagnerà per tutto il film, insieme alla sua presunzione con cui infligge battute forzate e senza senso agli altri personaggi, che rispondono altrettanto. La sceneggiatura è pessima, il contenuto assente. Un paio di scene riescono a raggiungere la catarsi, ma per pochi secondi, quando l’imbarazzo svuota l’estetismo, le abilità del regista e le potenzialità del film.
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nicola
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lunedì 11 novembre 2024
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peccato
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Qualcuno deve avvertire Sorrentino che il film è pessimo. Vedo le recensioni della stampa e fioccano commenti positivi, su questo sito riceve pure una valutazione di più di tre stelle ed è consigliato. Non c'è alcuna giustificazione che riesca a "salvare" questo film: non è un film surrealista, non è un film onirico, non è un film di un poeta, non è un film di un filosofo, non è un film su Napoli. Non ci sono foglie di fico abbastanza grandi per nascondere l'incapacità del regista, perché si tratta di grandi lacune e di peccato originale. Ad addolorarmi di più era quello che si poteva fare con gli ingredienti a disposizione: ambientazione, attori, fotografia...persino l'abilita del regista stesso.
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Qualcuno deve avvertire Sorrentino che il film è pessimo. Vedo le recensioni della stampa e fioccano commenti positivi, su questo sito riceve pure una valutazione di più di tre stelle ed è consigliato. Non c'è alcuna giustificazione che riesca a "salvare" questo film: non è un film surrealista, non è un film onirico, non è un film di un poeta, non è un film di un filosofo, non è un film su Napoli. Non ci sono foglie di fico abbastanza grandi per nascondere l'incapacità del regista, perché si tratta di grandi lacune e di peccato originale. Ad addolorarmi di più era quello che si poteva fare con gli ingredienti a disposizione: ambientazione, attori, fotografia...persino l'abilita del regista stesso. Allo stesso tempo, però, il vizio del regista ha inghiottito tutto. Mentre ne "La grande bellezza", nonostante anche lì "se la sia tirata", tutto funzionava nell'economia di un film sulla vacuità, in Parthenope viene svelato il bluff. Parthenope è la prova regina del vizio del regista che obbliga una rivalutazione di tutta l'opera sorrentiniana. Neanche il figlio di Marotta riesce a "mandare in vacca" un film che è finito molto prima. Un inizio meraviglioso che prometteva tantissimo, con una bellissima Parthenope nata nel mare del Golfo di Napoli. L’idillio finisce subito, con una Parthenope divenuta diciottenne, vittima del tabagismo, vizio che l’accompagnerà per tutto il film, insieme alla sua presunzione con cui infligge battute forzate e senza senso agli altri personaggi, che rispondono altrettanto. La sceneggiatura è pessima, il contenuto assente. Un paio di scene riescono a raggiungere la catarsi, ma per pochi secondi, quando l’imbarazzo svuota l’estetismo, le abilità del regista e le potenzialità del film.
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rosanna mezzanotte
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domenica 10 novembre 2024
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lungo, lento e vuoto.
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La lentezza è sia stilistica che narrativa e può rendere il film molto faticoso per alcuni. Io ho spesso desiderato che finisse e invece prolunga la recita persino nei titoli di coda. Lascia molti dubbi e perplessità sui numerosi spunti di riflessione e argomenti accennati, nessuno dei quali viene in qualche modo approfondito. Per due ore e venti lo spettatore si chiede se la protagonista sia davvero così bella e se questa lenta venerazione di una donna che non ha altri valori abbia senso... io l''ho trovato noiosissimo, penoso e a tratti anche disgustoso.
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perla77
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domenica 10 novembre 2024
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deludente
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Non ho colto il messaggio che il film voleva trasmettere... L' ho trovato privo di un vero contenuto..Film decisamente lento,monotono e piuttosto cupo..Tutti i personaggi sono in crisi esistenziale.. Sorrentino non avrebbe bisogno di emulare il grande maestro Fellini ma dopo l' Oscar de: " Lagrande bellezza" di evidente matrice felliniana a mio avviso ci ha preso un po' " troppo gusto" spersonalizzandosi un bel po'.. Peccato, non ne aveva granché bisogno!
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mauridal
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domenica 10 novembre 2024
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il cinema è saper vedere
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Parthenope – un film di Paolo Sorrentino, “Sei come il miracolo di San Gennaro... un mistero... o una truffa.”, “La bellezza è come la guerra: spalanca le porte.”, “L’antropologia è... saper vedere.”
Quando ci si appresta a vedere un film di Paolo Sorrentino, uno spettatore, anche cinefilo, ha aspettative elevate sia in termini di impegno sia di qualità culturale e cinematografica.
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Parthenope – un film di Paolo Sorrentino, “Sei come il miracolo di San Gennaro... un mistero... o una truffa.”, “La bellezza è come la guerra: spalanca le porte.”, “L’antropologia è... saper vedere.”
Quando ci si appresta a vedere un film di Paolo Sorrentino, uno spettatore, anche cinefilo, ha aspettative elevate sia in termini di impegno sia di qualità culturale e cinematografica. Parthenope risponde a molte di queste aspettative e, al contempo, apre nuove questioni inaspettate. I dialoghi serrati e le frasi lapidarie, come quelle citate sopra, a volte si impongono sulle immagini, distogliendoci dal vedere per farci ascoltare, creando così una tensione continua tra il seguire la vicenda e godere delle scene. Il maggior pregio del film è la messa in scena dei personaggi e delle ambientazioni: i paesaggi di mare tra Napoli e Capri sono tra i più suggestivi che il cinema abbia mai catturato. Questa bellezza trova un riflesso nel volto e nel corpo della giovane protagonista, Celeste Dalla Porta, scelta dal regista per il ruolo di Parthenope, nonostante sia un’attrice esordiente e incerta. La sua bellezza, apparentemente ingenua, richiama i tratti iconografici delle sante e madonne, con un volto che sfida le domande su cosa stia realmente pensando. Il tema del film, in fondo, non è la città di Napoli come mito, ma una giovane donna che ripercorre a ritroso tutta la sua vita attraverso memorie e pensieri inespressi, mentre la narrazione scorre avanti, dagli anni ’50 fino a oggi. Il tempo che passa travolge la giovane Parthé, insieme a tutti gli amori, le vicende tristi e le persone incontrate. Qui, forse, Sorrentino affida al personaggio di Sandrino un frammento della sua gioventù, passata troppo in fretta. Ho colto una citazione di Jules e Jim nel rapporto di amore e amicizia a tre tra Parthenope, Sandrino e Raimondo, il fratello, così come altre citazioni, da Fellini e oltre. Sorrentino sembra voler ribadire in questo film la maturità raggiunta, unita a una nostalgia per la gioventù perduta, per la Napoli abbandonata in favore di una nuova vita fatta di lavoro e amori. Eppure, in vecchiaia, come la Parthenope interpretata da Sandrelli, il regista ritorna con la memoria a tutto ciò che ha vissuto “senza giudicare, né essere giudicato” – un’altra frase memorabile, pronunciata dal prof. Marotta, un personaggio mirabilmente interpretato da Silvio Orlando, che sa nascondere una certa furbizia dietro un’ironia pungente. Un film inequivocabilmente firmato Paolo Sorrentino: anti-clericale, anti-retorico sulla napoletanità, ma profondamente immerso nei meandri della vita vissuta in questa città, dove si trova di tutto e il suo contrario.( Mauridal)
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bigio
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sabato 9 novembre 2024
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il mare è fatto di acqua e sale
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Dio non ama il mare. Cominciamo dalla fine. Perchè? Non è dato saperlo. Forse perchè non ama i fortunati che possono vivere la sua bellezza? Il film ha protagonista proprio il mare. Parthenope, (Celeste Della Porta) nasce in acqua come la Sirena della leggenda. Bella,provocatrice, sfrontata, contraddittoria, intelligente. Fortunata? NO Partenope è come Napoli anzi è Napoli. Il film ripercorre la sua vita : nascita, giovinezza e vecchiaia in una altalena tra gioie e dolori. Amori ricchi e intriganti, poveri e di mala vita (staccato). Film coraggioso dove si percepisce l'amore odio per Napoli. Sorrentino ama Napoli ma la critica aspramente proprio come i Napoletani (é lui che lo dice).
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Dio non ama il mare. Cominciamo dalla fine. Perchè? Non è dato saperlo. Forse perchè non ama i fortunati che possono vivere la sua bellezza? Il film ha protagonista proprio il mare. Parthenope, (Celeste Della Porta) nasce in acqua come la Sirena della leggenda. Bella,provocatrice, sfrontata, contraddittoria, intelligente. Fortunata? NO Partenope è come Napoli anzi è Napoli. Il film ripercorre la sua vita : nascita, giovinezza e vecchiaia in una altalena tra gioie e dolori. Amori ricchi e intriganti, poveri e di mala vita (staccato). Film coraggioso dove si percepisce l'amore odio per Napoli. Sorrentino ama Napoli ma la critica aspramente proprio come i Napoletani (é lui che lo dice). Un film che non si dimentica.
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chiara milani
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venerdì 8 novembre 2024
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complicato, controverso, ma pieno di luce.
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Nel suo ultimo film Sorrentino ci consegna una Napoli/Partenope come metafora dell' umanità, dell'amore declinato in tutte le sue forme ed eccessi, ma pur sempre vita e miracolo. Questo film è soprattutto una celebrazione della bellezza e della giovinezza, che sono anche dolore e morte, principio e fine; è, insieme, un inno alla perseveranza, nella ricerca del significato più profondo del nostro essere. Il film attraversa gli ultimi 55 anni di storia, malinconicamente, tra sogni, desideri, scoperte, cogliendo nella transitorietà della vita la sua stessa grandezza e bellezza. La città, e con essa la protagonista, emergono e convivono con il mare, l' acqua è un elemento fondamentale che richiama la vita stessa, così come lo è la terra, con le sue altezze che sono quelle del Vesuvio o le montagne del Trentino, quasi a dirci che acqua e terra, così come l'aria e il fuoco ( presente anche se accennato), riguardano tutto, tutti, e ovunque.
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Nel suo ultimo film Sorrentino ci consegna una Napoli/Partenope come metafora dell' umanità, dell'amore declinato in tutte le sue forme ed eccessi, ma pur sempre vita e miracolo. Questo film è soprattutto una celebrazione della bellezza e della giovinezza, che sono anche dolore e morte, principio e fine; è, insieme, un inno alla perseveranza, nella ricerca del significato più profondo del nostro essere. Il film attraversa gli ultimi 55 anni di storia, malinconicamente, tra sogni, desideri, scoperte, cogliendo nella transitorietà della vita la sua stessa grandezza e bellezza. La città, e con essa la protagonista, emergono e convivono con il mare, l' acqua è un elemento fondamentale che richiama la vita stessa, così come lo è la terra, con le sue altezze che sono quelle del Vesuvio o le montagne del Trentino, quasi a dirci che acqua e terra, così come l'aria e il fuoco ( presente anche se accennato), riguardano tutto, tutti, e ovunque. Qualche scena è impegnativa, se non imbarazzante, ma gli eccessi li perdoniamo perché tutta la pellicola è priva di riferimenti a qualsiasi forma di odio, rancore, violenza. E alla fine il film ci lascia con segnali di speranza, e in qualche modo un po' più leggeri, che non è poco di questi tempi.
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