barbara recca
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mercoledì 27 novembre 2024
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film eccezionale
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Sono stata a vedere questo film stasera con mia nipote, senza alcuna aspettativa, se non il nome del regista.non avevo letto la trama apposta proprio per non essere condizionata o avere alcuna aspettativa.
posso dire, con estremo stupore, che per tutta la durata del film non ho mai guardato l'orologio un attimo, il fiato era sempre sospeso, sono rimasta colpita da ogni cosa che succedeva nella vita di questa donna. Mi ci sono un po' ritrovata ... e questo forse mi ha commossa. Tutti attori fantastici, e frasi di una profondità e di una realtà sconcertante che cadono a pioggia durante tutta la visione del film per farti riflettere di continuo e quando pensi di aver capito o credi che una cosa vada in un certo modo, va in un altro.
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Sono stata a vedere questo film stasera con mia nipote, senza alcuna aspettativa, se non il nome del regista.non avevo letto la trama apposta proprio per non essere condizionata o avere alcuna aspettativa.
posso dire, con estremo stupore, che per tutta la durata del film non ho mai guardato l'orologio un attimo, il fiato era sempre sospeso, sono rimasta colpita da ogni cosa che succedeva nella vita di questa donna. Mi ci sono un po' ritrovata ... e questo forse mi ha commossa. Tutti attori fantastici, e frasi di una profondità e di una realtà sconcertante che cadono a pioggia durante tutta la visione del film per farti riflettere di continuo e quando pensi di aver capito o credi che una cosa vada in un certo modo, va in un altro.La parte finale mi ha sciolto il cuore brava l'attrice giovane e tutti gli attori coinvolti, regia suprema come sempre. Sorrentino un marchio di garanzia. Grande
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luca scialo
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martedì 26 novembre 2024
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la grande bellezza di napoli
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Il fantasma di Federico Fellini torna a impossessarsi di Paolo Sorrentino e questa volta guida la sua mente alla descrizione di Napoli, trapiantando quanto visto per Roma ne La grande bellezza. Se in quest'ultima pellicola la "città eterna" è stata dipinta in modo barocco, decadente, cafonal, in Parthenope il regista napoletano raffigura una città bella ma dannata, tremenda e stupenda. Lo fa, metaforicamente, attraverso le vicende della bella protagonista, che alla fine, ormai anziana, ricorda con malinconia il tempo "della sua vita beata". Giovinezza spezzata da una tragedia familiare che l'ha segnata per sempre, ponendola alla ricerca di qualcosa o qualcuno che non riuscirà mai a trovare.
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Il fantasma di Federico Fellini torna a impossessarsi di Paolo Sorrentino e questa volta guida la sua mente alla descrizione di Napoli, trapiantando quanto visto per Roma ne La grande bellezza. Se in quest'ultima pellicola la "città eterna" è stata dipinta in modo barocco, decadente, cafonal, in Parthenope il regista napoletano raffigura una città bella ma dannata, tremenda e stupenda. Lo fa, metaforicamente, attraverso le vicende della bella protagonista, che alla fine, ormai anziana, ricorda con malinconia il tempo "della sua vita beata". Giovinezza spezzata da una tragedia familiare che l'ha segnata per sempre, ponendola alla ricerca di qualcosa o qualcuno che non riuscirà mai a trovare. "Era già tutto previsto" canta Cocciante nel film, proprio come la regia sorrentiniana. Un marchio di fabbrica al quale ormai ci siamo abituati. Che mischia fotografia a effetto con momenti orinici e spunti di riflessione profondi.
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aleluca
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giovedì 21 novembre 2024
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tu puoi avere tutto
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Parthenope, teoricamente, potrebbe avere tutto nella società attuale. La sicurezza che traspare nelle scene iniziali e la sua abbagliante bellezza fanno di lei una visione.
Al tempo stesso, l’indecisione, l’incoscienza e la leggerezza delle sue scelte si riveleranno letali per chi le sta vicino.
Le sue decisioni risulteranno sempre affascinanti proprio per questa sua naturale imprevedibilità.
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Parthenope, teoricamente, potrebbe avere tutto nella società attuale. La sicurezza che traspare nelle scene iniziali e la sua abbagliante bellezza fanno di lei una visione.
Al tempo stesso, l’indecisione, l’incoscienza e la leggerezza delle sue scelte si riveleranno letali per chi le sta vicino.
Le sue decisioni risulteranno sempre affascinanti proprio per questa sua naturale imprevedibilità. Mi hanno spiazzato come se, un celiaco, che prima dichiara di esserlo e poi, si abbuffa con un piatto di pasta.
Mi è difficile definire il rapporto tra Parthenope e Raimondo. Fratelli molto uniti e anime incomprese.
Ricorderò sempre il soffio di Raimondo. Un suo modo per alleviare i conflitti, i momenti delicati e le grandi delusioni. Un semplice soffio che tutto porta via, solo per un momento.
Ho apprezzato molto le scene in cui è presente il vescovo. La chiesa secondo Sorrentino l’ho sempre trovata molto divertente e rivelatrice. Ho apprezzato molto la scena del discorso di Greta Cool nella crociera. Discorso che può essere esteso all’Italia intera.
Nonostante tutte le aspettative che avessi, "Parthenope" mi è piaciuto anche se, non lo ritengo uno dei migliori film di Sorrentino.
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gabriella
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martedì 19 novembre 2024
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la venere di sorrentino
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Cos'è l'antropologia? Chiede più volte Parthenope al professor Marotta, ricevendo di volta in volta risposte che non la soddisfano, finchè le rivela che antropologia significa vedere. Ecco, penso sia questa la chiave di lettura del film di Sorrentino, vedere, aldilà degli eccessi, del calligrafismo, della bulimia di immagini, delle scene disturbanti, della frenesia di una decadenza nelle strade e nei vicoli di una Napoli brulicante di vita. Parthenope nasce a Napoli nel 1950, nell'acqua di una piscina di fronte il mare, come una Venere , pura e perfetta nella sua bellezza, infatti subito la rivediamo diciottenne , sinuosa, sospinta dal vento marino, attorniata da sguardi ammirati, generosa nella sua giovinezza , un'estate struggente, piena di desideri e di sogni da definire, effimera e sfuggente, è sempre troppo breve la giovinezza, scivola via in un attimo, così come legami e persone , svaniscono lasciando vuoti e dolore.
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Cos'è l'antropologia? Chiede più volte Parthenope al professor Marotta, ricevendo di volta in volta risposte che non la soddisfano, finchè le rivela che antropologia significa vedere. Ecco, penso sia questa la chiave di lettura del film di Sorrentino, vedere, aldilà degli eccessi, del calligrafismo, della bulimia di immagini, delle scene disturbanti, della frenesia di una decadenza nelle strade e nei vicoli di una Napoli brulicante di vita. Parthenope nasce a Napoli nel 1950, nell'acqua di una piscina di fronte il mare, come una Venere , pura e perfetta nella sua bellezza, infatti subito la rivediamo diciottenne , sinuosa, sospinta dal vento marino, attorniata da sguardi ammirati, generosa nella sua giovinezza , un'estate struggente, piena di desideri e di sogni da definire, effimera e sfuggente, è sempre troppo breve la giovinezza, scivola via in un attimo, così come legami e persone , svaniscono lasciando vuoti e dolore. E la città che risucchia, che si svela nei luoghi nascosti, povere e degradati, che conduce agli anfratti malavitosi dove si assiste alla grande fusione, l'accoppiamento pubblico di due giovani appartenenti a clan camorristi diversi, fino al grande show del miracolo di San Gennaro e la sua eterna recita tra trasandato folklore e superstizione. C’è la grande bellezza e la grande giovinezza, solo che stavolta non c’è il cinismo di Jep Gambardella, ma ci sono i personaggi grotteschi, il kitch, c’è lei, la versione femminile del regista che indugia sul suo sguardo e il suo corpo costantemente, ma con sospiro ineffabile, non riusciamo mai a raggiungerla completamente, è una creatura del mare che torna sempre a inabissarsi. La bellezza non è soltanto perfezione, può avere il corpo di un gigante deforme con il viso sorridente di un b ambino. Basta vedere, quando comincia a mancare tutto il resto, si comincia a vedere.
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otto
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lunedì 18 novembre 2024
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i fancazzisti depressi
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Tolta la fotografia mozzafiato (merito del direttore della fotografia) il film ha sbagliato titolo.
Sare stato più azzeccato intitolarlo "I Fancazzisti Depressi". La storia è quella di una ricca famiglia napoletana che non fa un kaiser tutto il giorno se non prendere il sole, magiare e dormire (e tutto quello che ci sta in mezzo).
Uno dei protagonisti giustamente si toglie la vita... perché che vita è se non hai un kaiser da fare? Anzi, quello è l'unico momento forte del film
Per il resto un piccolo tocco sacrilego sapientemente inserito nella corrente massone-globalista (ma un po' di islam mai? Chissà perché?)
Per il resto calma piatta.
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Tolta la fotografia mozzafiato (merito del direttore della fotografia) il film ha sbagliato titolo.
Sare stato più azzeccato intitolarlo "I Fancazzisti Depressi". La storia è quella di una ricca famiglia napoletana che non fa un kaiser tutto il giorno se non prendere il sole, magiare e dormire (e tutto quello che ci sta in mezzo).
Uno dei protagonisti giustamente si toglie la vita... perché che vita è se non hai un kaiser da fare? Anzi, quello è l'unico momento forte del film
Per il resto un piccolo tocco sacrilego sapientemente inserito nella corrente massone-globalista (ma un po' di islam mai? Chissà perché?)
Per il resto calma piatta. La morale è forte e diretta: meglio ricchi con la villa al mare che in un appartamento da 25m2 in periferia Napoli.
Il mutuo è da pagare e la confezione del film è servita. Fellini si rivolta nella tomba ma tanto chi lo sta ad ascoltare?
Un manifesto sincero del declino dell'occidente.
Napoli è un'altra cosa... Ma i Fancazzisti Depressi non sanno cos'è.
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[+] simpaticissimo
(di sara bartolomei)
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betta
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lunedì 18 novembre 2024
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la grande bruttezza
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Aiutatemi a dire ...un letamaio. Il film più brutto e insulso visto nella vita. E chi lo recensisce positivamente e' in malafede.
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domenica 17 novembre 2024
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come sempre confusionaria
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La solita recensione troppo lunga, ridondante, troppe citazioni Ma scrivere facile e farsi capire no, vero? Passa la voglia di vedere i film.
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domenica 17 novembre 2024
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napoli è...
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Sono un napoletano...nato a Napoli proprio nel 1950, come Sorrentino e vissuto...intensamente...in quella Napoli degli anni 50, preso per mano nei vicoli e nelle famiglie di allora, quando Achille Lauro, per essere votato, regalava una scarpa prima delle elezioni e la seconda se fosse stato eletto, agli abitanti dei "bassi" dei Quartieri. Ebbene PARTHENOPE l'ho...assorbito..."vedendo e non guardando", come Sorrentino fa dire al professore di Antropologia. E solo così puoi farte pervade dall'...Amarcod...del regista: insomma, un film che, forse, solo chi è nato a Napoli e vi è vissuto intensamente nella propria infanzia, abbandonanandola poi, potrà veramente capire. Quindi un film da vedere con occhio napoletano per "sentirlo" con anima napoletana.
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Sono un napoletano...nato a Napoli proprio nel 1950, come Sorrentino e vissuto...intensamente...in quella Napoli degli anni 50, preso per mano nei vicoli e nelle famiglie di allora, quando Achille Lauro, per essere votato, regalava una scarpa prima delle elezioni e la seconda se fosse stato eletto, agli abitanti dei "bassi" dei Quartieri. Ebbene PARTHENOPE l'ho...assorbito..."vedendo e non guardando", come Sorrentino fa dire al professore di Antropologia. E solo così puoi farte pervade dall'...Amarcod...del regista: insomma, un film che, forse, solo chi è nato a Napoli e vi è vissuto intensamente nella propria infanzia, abbandonanandola poi, potrà veramente capire. Quindi un film da vedere con occhio napoletano per "sentirlo" con anima napoletana. Maurizio Moro
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nino pellino
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sabato 16 novembre 2024
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dopo "il divo" ho perso sorrentino
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Mi dispiace ma a me questo film non ha colpito. Così come non mi ha colpito "La grande bellezza" e tutti i film che sono seguiti dopo, fatta eccezione forse per "E' stata la mano di Dio" Che fine ha fatto il regista Paolo Sorrentino degli esordi ? Il suo ultimo film che ha suscitato il mio interesse è stato "Il Divo", poi quasi più nulla. Sarà che non ho afferrato bene il suo nuovo percorso ma a me "Parthenope" la trovo una pellicola dissacrante e nella sua estremizzazione alquanto banale e grottesca, sebbene abbia una scenografia fantastica e meravigliosa. Preferisco ricordare per sempre il Sorrentino di "L'uomo in più", di "Le conseguenze dell'amore" e de "Il Divo".
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Mi dispiace ma a me questo film non ha colpito. Così come non mi ha colpito "La grande bellezza" e tutti i film che sono seguiti dopo, fatta eccezione forse per "E' stata la mano di Dio" Che fine ha fatto il regista Paolo Sorrentino degli esordi ? Il suo ultimo film che ha suscitato il mio interesse è stato "Il Divo", poi quasi più nulla. Sarà che non ho afferrato bene il suo nuovo percorso ma a me "Parthenope" la trovo una pellicola dissacrante e nella sua estremizzazione alquanto banale e grottesca, sebbene abbia una scenografia fantastica e meravigliosa. Preferisco ricordare per sempre il Sorrentino di "L'uomo in più", di "Le conseguenze dell'amore" e de "Il Divo". Poi, ripeto, nulla più o quasi.
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maurizio
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giovedì 14 novembre 2024
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partenope e napoli
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Il film è noiosissimo e vomitevole,più noioso e più vomitevole di un qualsiasi filmetto porno.Rinunci a abbandonare la sala perché aspetti che arrivi qualche cosa...ma non arriva nulla.É difficile tenere gli occhi aperti,ci si addormenta per la lentezza dei personaggi che la sola cosa che fanno è fumare.Uno schifo
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