Parthenope |
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Un film di Paolo Sorrentino.
Con Celeste Dalla Porta, Stefania Sandrelli, Gary Oldman, Silvio Orlando.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 136 min.
- Italia 2024.
- PiperFilm
uscita giovedì 24 ottobre 2024.
MYMONETRO
Parthenope
valutazione media:
3,41
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Dal mio punto di vista…di FifFeedback: 316 | altri commenti e recensioni di Fif |
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venerdì 27 settembre 2024 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non è un film, i film sono un insieme di scene in movimento, qui ogni scena sta. Tutto resta fermo, immobile nella sua stessa trama. È un dipinto, una gouache, che come tale racconta Napoli. Un tributo devoto di una visione propria, non per forza coerente con la realtà. Napoli è ciò che si immagina possa essere Napoli. È questa la sua più grande concessione di libertà. È il contrasto, è il caos che è però anche da dove nasce la vita.
È madre di molti figli, pur vivendo una maternità negata, piena di bambole su un letto, figli che amano i propri fratelli, solo perché sono una proiezione di sé, Napoli é autoreferenziale, è un incesto abortito di cui si avverte perenne la tensione.
Cerca di volare leggero Sorrentino mentre legge la sua città natale, ricca e meschina, potente e infima, lo fa con un soffio per bocca di un ragazzo troppo sensibile per vivere felice, che nulla può avanti la bellezza. Il silenzio dei brutti è ignobile, il silenzio dei belli è mistero, dice più o meno così un John Cheever inevitabilmente ubriaco. E lo rincorre il silenzio questo film, in monologhi che parlano dalla testa dei protagonisti, non aprono la bocca ma sciorinano pensieri, non si possono così vedere se ci sono i denti, la cui mancanza è metafora della povertà, anche dell’anima.
È come il film aspettasse qualcosa per poter incominciare, impone una pausa, ‘prima guardiamo l’estate’, e l’estate è Napoli in ogni sua stagione. È la città che racconta sé stessa, impassibile a ciò che succede, ‘triste e fragile, determinata e svogliata, viva e sola’, così alta nel suo eccellere, così perduta nel cedere alla sfacciataggine. È onesta e menzognera. Derisa, umiliata, insultata, sempre e solo da sé e dai suoi figli, non si piega, perché ‘mi chiamo Partenope non mi vergono mai’. Non ci si può del resto vergognare quando si è caduti troppo in basso o quando si crede di essere troppo in alto, posizioni opposte che Napoli ricopre contemporaneamente. È supponente, tronfia, sprezzante, algida e manipolatrice, ma di una bellezza disarmante nelle vesti di Celeste Dalla Porta.
È tracotante e invadente. Irrispettosa di ogni credo, insolente come gli immaturi, diffidente controlla con i propri occhi le verità raccontate, anche fossero il momento più intimo che diventa teatro. Insiste nel vedere il suo tesoro più ambito di cui si fa superfluo feticcio. Sfacciata non sa che si riesce a vedere solo quando è infranta la giovinezza che, invece, intanto scorre malinconica e vuota.
Miscredente e eccessiva, mentre piccole citazioni si sciolgono, lentamente, una goccia dopo un’altra cadono, come Raimondo di Sangro che sa tutto, capisce tutto, ma è un triste potere solitario quello della consapevolezza.
Di sfondo la Loren e Lauro, il calcio e la camorra, riferimenti più o meno espliciti di una Napoli reale in una Napoli inventata.
Pare a tratti una storia vera, ma si tradisce voler essere un trattato di antropologia su un popolo complesso.
È una animale strano Napoli, enorme massa informe fatta di mare, che però sa ridere perché ‘alla fine della vita resterà solo l’ironia’.
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Uscita nelle sale
giovedì 24 ottobre 2024 Distribuzione Il film è oggi distribuito in 413 sale cinematografiche: |