
Anno | 2024 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 79 minuti |
Regia di | Dario D'Ambrosi |
Attori | Claudia Gerini, Raoul Bova, Stefania Rocca, Vinicio Marchioni, Claudio Santamaria Marco Bocci, Edoardo Leo, Stefano Fresi, Dario D'Ambrosi, Riccardo Ballerini. |
Uscita | lunedì 7 ottobre 2024 |
Distribuzione | Notorious Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,94 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 7 ottobre 2024
Il teatro Patologico di Dario D'Ambrosi coinvolge un gruppo di grandi attori italiani per riflettere sulla malattia mentale. In Italia al Box Office Io sono un po' matto e tu? ha incassato 70,5 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Nel Teatro Patologico di Roma il regista e attore Dario D'Ambrosi guida un gruppo di ragazze e ragazzi con disabilità psichiche nel percorso della teatro-terapia. Questa compagnia teatrale, da lui diretta, mette in scena assieme ad attori e attrici di primo piano (Claudio Santamaria, Raoul Bova, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Vinicio Marchioni, Marco Bocci, Stefania Rocca, Stefano Fresi) alcuni dei disturbi mentali più diffusi in Italia, in una sorta di docufiction che ha lo scopo di sensibilizzare sul tema.
Con leggerezza e partecipazione, il rovesciamento di ruoli tra ragazzi con disturbi psichici e un cast di attori famosi ci ricorda che il tema delle malattie mentali ci riguarda tutti.
In Italia si stima che diciassette milioni di persone convivano con un disturbo della salute mentale. E aggiungendo tutte le persone vicine a chi si trova in questa condizione di disagio, il coinvolgimento più o meno diretto con le malattie mentali può allargarsi ad oltre la metà della popolazione italiana. È una questione che insomma interessa tutti, in maniera più o meno consapevole. Non a caso la percezione del tema è già molto cambiata negli ultimi anni, ma è giusto continuare ad insistere in tale direzione affinché il benessere psicologico non sia più considerato un tabù.
Su questo terreno si muove Dario D'Ambrosi, che dal 1992 lavora con il suo Teatro Patologico per restituire «dignità al matto» e ribadire che in fondo non c'è separazione tra normalità e follia. È il messaggio di questo film che gioca nella sua struttura frammentaria - ogni frammento è legato a un particolare disturbo - sul rovesciamento dei ruoli: sono infatti gli attori e le attrici disabili della compagnia ad aiutare i personaggi interpretati da attori e attrici di fama a curare le proprie nevrosi (la dipendenza dal sesso per Marco Bocci, l'insonnia per Raoul Bova, la ludopatia per Claudia Gerini, la claustrofobia per Edoardo Leo, la paranoia per Claudio Santamaria, la balbuzie per Vinicio Marchioni, il quale ha peraltro realmente sofferto di quel disturbo sin da quando era piccolo). La frase con cui i personaggi si riconoscono è appunto quella del titolo, un passaggio del testimone che ci ricorda l'importanza di accogliere le diversità e di costruire una società inclusiva.
Il rischio di scivolare talvolta nella banalizzazione o nella caricatura è dietro l'angolo, ma l'operazione nel complesso regge grazie alla sentita partecipazione del cast e in virtù del nobile messaggio. Un intento reso perlopiù esplicito dalle didascalie che accompagnano gli episodi del film, dalla modalità di uscita in sala, come evento nella settimana della Giornata Mondiale della Salute Mentale (10 ottobre), e dalla beneficenza correlata: buona parte degli incassi andrà a sostenere la ricerca scientifica sugli effetti benefici a livello neurologico della teatro-terapia, una missione in cui D'Ambrosi crede fermamente per migliorare l'integrazione e la vita di chi soffre di problemi della salute mentale.
"Ognuno di noi è un po' disabile nel suo piccolo. La normalità non esiste in questo mondo". A dirlo è Cristiana, una donna bipolare e con un ritardo mentale, e in sintesi è questo il messaggio del film scritto e diretto da Dario D'Ambrosi, presentato fuori concorso al Torino Film Festival e in sala il 7-8-9 ottobre con Notorious Pictures. Il titolo è una domanda: "Io sono un po' matto.
Il Teatro Patologico è stato messo in piedi nel 1992, con fini soprattutto terapeutici, dallo stesso regista del film Dario D'Ambrosi. In questo scopo è compreso un percorso integrativo per tutte le persone che soffrono di forme di disagio mentale in quel confine, sempre più labile e sfumato, con ciò che viene detta normalità. I dati che il film porta a conoscenza del pubblico ad inizio del film sono [...] Vai alla recensione »
Dal 1992 il regista e attore Dario D'Ambrosi lavora, con il suo Teatro Patologico a Roma, insieme a persone con disabilità psichiche: attraverso la teatroterapia restituisce «dignità al matto», ragionando sul binomio normalità/follia, mettendolo in crisi, capovolgendolo. Un approccio che riversa anche in questa docufiction ibrida (che ricorda Up & Down di Ruffini e Amleto è mio fratello di Giuffrè), [...] Vai alla recensione »