
Anno | 2024 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Palestina, Francia, Emirati Arabi Uniti, Svizzera |
Durata | 112 minuti |
Regia di | Aws Al-Banna, Ahmed Al-Danf, Basil Al-Maqousi, Mustafa Al-Nabih, Muhammad Alshareef, Ala Ayob, Bashar Al Balbisi, Alaa Damo, Awad Hana, Ahmad Hassunah, Mustafa Kallab, Satoum Kareem, Mahdi Karera, Rabab Khamees, Khamees Masharawi, Wissam Moussa, Tamer Najm, Abu Hasna Nidaa, Damo Nidal, Mahmoud Reema, Etimad Weshah, Islam Al Zrieai |
Uscita | domenica 1 dicembre 2024 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Revolver |
MYmonetro | 3,69 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 13 dicembre 2024
22 cortometraggi che danno voce alla striscia di Gaza. In Italia al Box Office From Ground Zero ha incassato 14,5 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Ideato dal cineasta palestinese Rashid Masharawi, From Ground Zero è un progetto che raccoglie 22 cortometraggi tra i tre e i sei minuti realizzati da giovani registi di Gaza che fanno parte della scuola di cinema del regista. L'iniziativa è nata in seguito al nuovo conflitto con Israele scoppiato dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023 e, attraverso diversi punti di vista, presenta un quadro realisticamente tragico dove la disperazione si alterna alla speranza.
Lo spirito è quello del reportage è sotto questo aspetto From Ground Zero diventa una fondamentale testimonianza storica e umana su quello che sta avvenendo a Gaza, tra accampamenti nelle tendopoli, macerie di edifici distrutti, rumori dei bombardamenti e degli aerei che sorvolano i cieli.
I cortometraggi infatti hanno infatti molti elementi in comune, al di là della differenza delle storie, proprio per come mostrano Gaza, fanno avvertire la sofferenza e il dolore e utilizzano la voce-off.
I generi sono più diversi: fiction, documentario, animazione e cinema sperimentale presenti, per esempio, nell'utilizzo del bianco e nero e dei disegni di Fragments, nella storia della ragazza che cerca 'spiritualmente' il suo gruppo di ballo in Charm quasi a rincorrere le tracce di un passato felice e la pittura e gli schizzi di Out of Frame dove resta impressa soprattutto la composizione del quadro della vista di Gaza che racchiude, anche in quella sola immagine, lo sdoppiamento tra la realtà e la sua percezione.
In questo gruppo di corti c'è una differenza qualitativa, ma non è questo il problema perché comunque sono tutti accomunati dall'urgenza di raccontare già dai nervosi movimenti della macchina a mano e anche la forma, pur essendo in alcuni casi più ricercata, non è mai invadente.
Tra i migliori ci sono, per esempio, No Signal, sugli sforzi di un uomo che cerca di salvare il fratello sepolto sotto le macerie che ha una forza dirompente proprio per la sua dimensione claustrofobica perché girato in uno spazio di pochi metri ed A School Day, sullo studente Khaled che attraversa tende, mercati e rovine fino ad arrivare davanti alla tomba del suo insegnante morto durante la guerra. Ma di ogni frammento di From Ground Zero resta qualcosa, proprio come documento storico, politico e soprattutto umano. E può essere visto anche come un unico film soprattutto per come rimbalzano e ritornano tutti i rumori e i suoni della quotidianità su Gaza. In più, pur sommersi dalle proibitive condizioni in cui si trovano ad operare, molti registi sottolineano la vitalità del panorama culturale e artistico palestinese.
Il sogno perduto del cineasta Ahmed Assouna che ora si deve occupare di salvare la vita della sua famiglia in Sorry Cinema o il comico stand-up che porta conforto in un campo profughi in Everything is Fine sono insieme una drammatica frattura con il passato ma anche uno sguardo verso il futuro.
Non sono riuscita a vedere tutti i piccoli filmati, il dolore era troppo perchè è tutto reale, tutto vero e forse la realtà a Gaza è ancora peggiore di questa descritta. Un pugno allo stomaco, ma necessario,una vicinanza come se potessi essere li. Tutti dovrebbero vedere questo film, cambieremmo di sicuro il nostro modo di capire la realtà.
Una guerra a pezzi. Quale? La nostra, quella di noi occidentali? Oppure quella palestinese, che non ha bisogno di troppe scene, di troppe parole per essere spiegata? Spesso sentiamo questa frase con riferimento a ciò che l'intelligenza artificiale crea ogni giorno. Una guerra ibrida, dove confondere le idee di una moltitudine vale più che conquistare la terra.
Considerate se questo è un uomo che a terra separa la farina dalla polvere (da sparo), che si ammassa in tendopoli pollaio, che elemosina acqua, che dorme in un sacco per cadaveri, che cerca il padre tra le macerie, una volta la sua casa ("Forse è ancora vivo", "Ma è crollata due giorni fa!"). Considerate se questo è un uomo che non può essere seppellito perché vi rimane, sotto quelle macerie.
Gli occhi rivolti al cielo. Arrivano gli alieni di Nope a forma di paracadute e planano sulla Striscia di Gaza. Bombe o aiuti alimentari? È un viaggio allucinante in 22 frammenti il film collettivo ideato dal grande decano del cinema palestinese Rashid Masharawi, la videocamera in mano a giovani registi del luogo per raccontare come si vive sotto l'attacco di uomini, non di marziani, dentro tende traballant [...] Vai alla recensione »
Gli occhi rivolti al cielo. Arrivano gli alieni di Nope a forma di paracadute e planano sulla Striscia di Gaza. Bombe o aiuti alimentari? È un viaggio allucinante in 22 frammenti il film collettivo ideato dal grande decano del cinema palestinese Rashid Masharawi, la videocamera in mano a giovani registi del luogo per raccontare come si vive sotto l'attacco di uomini, non di marziani, dentro tende traballant [...] Vai alla recensione »
Ventidue cortometraggi girati nella Striscia di Gaza. Per raccontare la vita sotto le bombe dell'ultimo anno. Ventidue piccoli film - cinque minuti la media - di altrettanti registi palestinesi. II progetto nasce per iniziativa di Rashid Masharawi, che del cinema palestinese è una delle voci più importanti. Ventidue sguardi, ventidue storie minime, ed è chiaro che non sono ventidue gemme preziose, [...] Vai alla recensione »