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martedì 12 marzo 2024
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napoli ferrovia rea e caracas d''amore abisso
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Il romanzo si dipana su due personaggi uno politicamente comunista l'altro un naziskin, entrambi sl trsmonto delle loro ideologia. si crea un rapporto non conflittuale ma difficile. Uno arriva nella Napoli attuale ma ripercorre con Caracas un viaggio alla ricerca di una Napoli del suo passato che non esiste più e accompagnato dall'altro - Caracas- deluso del suo presente che cerca di realizzare mussulmanizzandosi. Nel libro l'autore descrive Napoli fascinosamente malinconicamente unaNapoli che non esiste. Il film non ha centrato per niente lo spirito del romanzo
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rosmersholm
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martedì 12 marzo 2024
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generoso
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Film bolso ed eccessivo, come la fisicità dell'attore/regista. Confusionario nella forma e grossolano nei contenuti, è tuttavia un film generoso, come si dice di certi calciatori pasticcioni che spendono in campo fino all'ultima goccia di sudore. Finalmente grande Servillo che, si vede, ama profondamente il suo personaggio e splendida Camelia...
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fabriziog
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martedì 12 marzo 2024
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film simbolico
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Una Napoli alchemica, una Napoli sotterranea, una Napoli misterica, una Napoli tormentata, una Napoli fra fasti e degrado, fra nazi-fascismo e islamismo, una Napoli onirica: questa è l’opera di Marco D’Amore, “Caracas”, con un sempiterno straordinario Toni Servillo e lo stesso regista che riveste anche i panni di attore co-protagonista, pur se non riesce ad abbandonare il ruolo di Ciro nella serie televisiva “Gomorra”.
Le tinte rosso plumbee accompagnano una fotografia incantevole (Stefano Meloni) lungo molteplici storie poggianti sulle immaginifiche creazioni intellettuali di un venerato scrittore partenopeo, Giordano Fonte (interpretato da Toni Servillo), che, fra realtà e proiezioni della mente, ritorna in una Napoli irriconoscibile, nella quale Caracas (Marco D’Amore) si sbatte nella ricerca disperata di una verità, di una certezza, che sia il Duce o Allah, l’amore o l’amicizia.
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Una Napoli alchemica, una Napoli sotterranea, una Napoli misterica, una Napoli tormentata, una Napoli fra fasti e degrado, fra nazi-fascismo e islamismo, una Napoli onirica: questa è l’opera di Marco D’Amore, “Caracas”, con un sempiterno straordinario Toni Servillo e lo stesso regista che riveste anche i panni di attore co-protagonista, pur se non riesce ad abbandonare il ruolo di Ciro nella serie televisiva “Gomorra”.
Le tinte rosso plumbee accompagnano una fotografia incantevole (Stefano Meloni) lungo molteplici storie poggianti sulle immaginifiche creazioni intellettuali di un venerato scrittore partenopeo, Giordano Fonte (interpretato da Toni Servillo), che, fra realtà e proiezioni della mente, ritorna in una Napoli irriconoscibile, nella quale Caracas (Marco D’Amore) si sbatte nella ricerca disperata di una verità, di una certezza, che sia il Duce o Allah, l’amore o l’amicizia.
La pellicola traccia molte narrazioni, quante sono quelle vaneggiate da Fonte e quelle ricostruite dallo spettatore, che si imbatte nella densità dell’arpeggio recitativo di Servillo, nella pungente musicalità dialettale di D’Amore e nella tragica fisicità e mimica della sua donna tossica, Yasmina (Lina Camelia Lumbroso).
L’attenzione dello spettatore deve punteggiare ogni scena girata: la distrazione rimuove la poeticità artistica dell’ambientazione e delle sue multiformi atmosfere.
Fabrizio Giulimondi
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aldot
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lunedì 11 marzo 2024
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una fotografia affascinante
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E' vero, la fotografia del film è quella che mi è piaciuta di più. Ma altrettanto va detto per la regia che ha trovato il coraggio di andare oltre lo scontato e mi ha sorpreso più volte. Molto bravo l'autore/interprete. Toni Servillo..e va be che dire...non delude mai.
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melania
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lunedì 11 marzo 2024
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la luce della salvezza
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Un film scritto su misura per Servirlo, così personale che sembra uscito dalla sua penna.
La storia di uno scrittore tormentato che racconta di una Napoli intensa, forte, verace. Mamma di una generazione abbandonata che cerca la sua difesa nella violenza e allo stesso tempo, figlia dell'esaltazione fascista da un lato e musulmana dall'altro, alla ricerca incessante di una luce che conduca alla salvezza.
Uno spettatore attivo tra le pagine del suo stesso libro.
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Un film scritto su misura per Servirlo, così personale che sembra uscito dalla sua penna.
La storia di uno scrittore tormentato che racconta di una Napoli intensa, forte, verace. Mamma di una generazione abbandonata che cerca la sua difesa nella violenza e allo stesso tempo, figlia dell'esaltazione fascista da un lato e musulmana dall'altro, alla ricerca incessante di una luce che conduca alla salvezza.
Uno spettatore attivo tra le pagine del suo stesso libro. Una "Alice" che attraverso le porte magiche di un armadio, entra nel paese dei turbamenti.
Un alternarsi di flashback tra passato e presente per raccontare la storia di chi, quei turbamenti li aveva vissuti tutti sulla sua pelle fino poi a cercare di cancellarli con un coltello ardente per iniziare una vita nuova, libera da quegli ideali esaltanti e occlusivi.
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melania
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lunedì 11 marzo 2024
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la luce della salvezza
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Un film scritto su misura per Servirlo, così personale che sembra uscito dalla sua penna. La storia di uno scrittore tormentato che racconta di una Napoli intensa, forte, verace. Mamma di una generazione abbandonata che cerca la sua difesa nella violenza e allo stesso tempo, figlia dell'esaltazione fascista da un lato e musulmana dall'altro, alla ricerca incessante di una luce che conduca alla salvezza. Uno spettatore attivo tra le pagine del suo stesso libro. Una "Alice" che attraverso le porte magiche di un armadio, entra nel paese dei turbamenti. Un alternarsi di flashback tra passato e presente per raccontare la storia di chi, quei turbamenti li aveva vissuti tutti sulla sua pelle fino poi a cercare di cancellarli con un coltello ardente per iniziare una vita nuova, libera da quegli ideali esaltanti e occlusivi.
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valentina
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domenica 10 marzo 2024
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caras
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Film complesso, fatto male e senza senso. Chi ha fatto il film non conosce la religione islamica e anche la cultura. Film discriminatorio e razzista.
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enzo70
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domenica 10 marzo 2024
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un''offesa al romanzo di ermanno rea e a napoli
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Ho visto Caracas in un cinema napoletano e devo dire che le mie enormi perplessità sull’esordio cinematografico di Marco D’Amore erano condivise dalla grandissima parte degli spettatori. La bravura degli interpreti, Servillo, La Lumbroso e lo stesso regista, non sono bastati a rendere il film passabile. Napoli Ferrovia è un grande romanzo di Ermanno Rea e la storia di Caracas e dello scrittore mi entusiasmò come lettore. Ma questo film, al contrario, mi ha annoiato, il tentativo di D’amore di creare una suggestione per raccontare Napoli sotto una veste particolare, onestamente, banale. Napoli è mille colure e mille paure, città dolce e violenta, inclusiva ed esclusiva in cui la nobilità e la miseria si intersecano.
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Ho visto Caracas in un cinema napoletano e devo dire che le mie enormi perplessità sull’esordio cinematografico di Marco D’Amore erano condivise dalla grandissima parte degli spettatori. La bravura degli interpreti, Servillo, La Lumbroso e lo stesso regista, non sono bastati a rendere il film passabile. Napoli Ferrovia è un grande romanzo di Ermanno Rea e la storia di Caracas e dello scrittore mi entusiasmò come lettore. Ma questo film, al contrario, mi ha annoiato, il tentativo di D’amore di creare una suggestione per raccontare Napoli sotto una veste particolare, onestamente, banale. Napoli è mille colure e mille paure, città dolce e violenta, inclusiva ed esclusiva in cui la nobilità e la miseria si intersecano. Ma non ho visto tracce di questa città nel film, ossessivamente cupo, i continui sbalzi temporali appaiono fini a sé stessi più che a consentire un vero equilibrio narrativo. Alla fine è prevalsa la noia e questo film mi è sembrata un’occasione perduta.
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francesco amato
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giovedì 7 marzo 2024
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toccante
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Dal capolavoro letterario di Ermanno Rea, una pregevole resa cinematografica che convince e trasporta le stesse atmosfere forti del romanzo. Interprato magistralmente dal cast, è inoltre un ottimo esordio di Marco d'Amore come regista.
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maramaldo
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giovedì 7 marzo 2024
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gentile cruschella, in arte barbara75
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di solito non battibecco con ragazze, se va bene ne esci come "fautore di violenza contro le donne".
Un lessico stentato e imbarazzante deriva da una sottocultura grezza e "sporca". Che farci? Sono un elementare, per me poetica viene da poeta e poeta è chi fa poesie come il tuo madrigale su quel film così onesto, sottile e delicato.
In tutta cordialità - che, spero, vorrai concedermi, sai, sono all'antica e per giunta sentimentale - vorrei dare un suggerimento non solo a te: non "aggredire" il reazionario. E' controproducente. Nelle attuali vicende e con i tetragoni intellettuali che si ascoltano la gente non crede più alle anime belle.
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di solito non battibecco con ragazze, se va bene ne esci come "fautore di violenza contro le donne".
Un lessico stentato e imbarazzante deriva da una sottocultura grezza e "sporca". Che farci? Sono un elementare, per me poetica viene da poeta e poeta è chi fa poesie come il tuo madrigale su quel film così onesto, sottile e delicato.
In tutta cordialità - che, spero, vorrai concedermi, sai, sono all'antica e per giunta sentimentale - vorrei dare un suggerimento non solo a te: non "aggredire" il reazionario. E' controproducente. Nelle attuali vicende e con i tetragoni intellettuali che si ascoltano la gente non crede più alle anime belle.
Nel presente caso l'hai maledettamente incuriosita su quel che si andrà a dire con un briciolo di consapevolezza su Caracas e dintorni.
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