eleonora
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giovedì 7 settembre 2023
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pavese non è mai stato così vicino
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Una rilettura attenta e suggestiva di un romanzo senza tempo. Solo apparentemente circoscritta all’esperienza della protagonista Ginia, la pellicola allarga lo sguardo e il piccolo mondo antico che le fa da sfondo si scopre sorprendentemente grande e moderno, più vicino al nostro di quanto si possa pensare.
Laura Luchetti gioca abilmente di sottrazione e non ingolfa la sceneggiatura riempiendo i vuoti del testo, ma li esalta con gli strumenti che il passaggio di medium le mette a disposizione. Dove non arrivano le parole suppliscono le immagini, grazie a un uso sapiente di luce e fotografia che dialogano ininterrottamente con lo spettatore e gli comunicano tutto ciò che ha bisogno di sapere, a partire dal colpo d’occhio eloquente che vede la prorompenza sicura di Amelia torreggiare sul passo più dimesso e impacciato di Ginia.
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Una rilettura attenta e suggestiva di un romanzo senza tempo. Solo apparentemente circoscritta all’esperienza della protagonista Ginia, la pellicola allarga lo sguardo e il piccolo mondo antico che le fa da sfondo si scopre sorprendentemente grande e moderno, più vicino al nostro di quanto si possa pensare.
Laura Luchetti gioca abilmente di sottrazione e non ingolfa la sceneggiatura riempiendo i vuoti del testo, ma li esalta con gli strumenti che il passaggio di medium le mette a disposizione. Dove non arrivano le parole suppliscono le immagini, grazie a un uso sapiente di luce e fotografia che dialogano ininterrottamente con lo spettatore e gli comunicano tutto ciò che ha bisogno di sapere, a partire dal colpo d’occhio eloquente che vede la prorompenza sicura di Amelia torreggiare sul passo più dimesso e impacciato di Ginia.
È proprio nel costante confronto con la conturbante viveuse che Ginia disegna e ritaglia la propria identità come uno dei cartamodelli su cui lavora nell’atelier di moda in cui è impiegata. Se Amelia mangia la vita, Ginia vuole imparare da lei a smettere di farsi mangiare. Se Amelia esiste perché si muove nel campo visivo degli artisti che la ritraggono, Ginia vuole essere ritratta e dunque esistere a propria volta, come sente di non aver ancora fatto da quando si è trasferita dalla campagna.
L’occhio degli altri vivifica e legittima e l’occhio della telecamera sembra essere il mezzo perfetto per raccontarlo.
Nelle interpretazioni di un cast giovane ma non per questo meno centrato, si dipana il filo (neanche troppo sottile) che collega ogni personaggio sulla carta al proprio corrispettivo sullo schermo. Lo spaesamento agrodolce di Ginia, i chiaroscuri nascosti nell’esuberanza larger than life di Amelia, i silenzi parlanti di Severino che si discostano da Pavese senza mai tradirlo.
Lungo quel filo, come perle di una collana, viaggiano inalterati gli stessi temi che già animavano le pagine: l’autodeterminazione, la scoperta di sé da dentro a fuori e viceversa, lo sbarco (quando non il naufragio) nell’età adulta, la prima audacia di desiderare e di sentirsi desiderati. Liberamente. Anche se dovesse rivelarsi un fuoco di paglia, bruciato nello spazio di una bella estate.
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silvia cossu
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venerdì 18 agosto 2023
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sensuale e intenso. da non perdere
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bello, sensuale e intenso. capace di esprimere anche i più minuti moti dell'animo umano, mantenendo su quelli la tensione fino alla fine. attualissimo, nonostante l'età del romanzo di Pavese. da non perdere. Luchetti è una delle più interessanti registe della sua generazione
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gnecca
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venerdì 18 agosto 2023
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splendido film con un anima al femminile
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Film,che ho assaporato ed amato per tutta la sua cura di dettagli,emozioni,spazi,fragilità,bellezza,purezza,natura,sensualità ,sguardi..il tutto come anche il romanzo di Pavese visto sicuramente con un occhio ed una prospettiva di animo femminile..Costumi,perfetti..morbidi,setosi,veri..come anche le scene,ambienti,fotografia e luci..La protagonista Yile Vianello super brava trasuda con la pelle le emozioni..Deva Cassel bellissima..in netto contrasto con la fisicità della protagonista..Il tema eterno della scoperta di se stessi..delle proprie pulsioni desideri e sessualità..un tema attuale ed eterno visto con grazia e minuzia femminile..💕💕
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luca c
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sabato 19 agosto 2023
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imperdibile
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Film incantevole. Recitazione curatissima (svetta la Vianello, talento puro), grande rispetto del testo e allo stesso tempo molta personalità e inventiva. Musiche da brividi. Laura Luchetti è una conferma.
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elisa
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sabato 26 agosto 2023
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film consigliatissimo
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Un prodotto speciale quello de La Bella Estate, che per tanti versi e sfaccettature sviscera l’adolescenza di molti di noi, mostrandocene lati fino a quel momento nascosti. Un lavoro che parla attraverso luoghi oltre che dietro il lavoro magnifico fatto dagli attori, menzione speciale per Nicolas Maupas (nel film Severino) per la grande capacità di immedesimarsi in un personaggio introverso e complesso come quello del fratello di Ginia.
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giulia
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sabato 26 agosto 2023
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la bella estate
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Parto col presupposto che non è un film per tutti, nel senso che nasce ed è un film d'autore quindi bisogna vederlo con la giusta attenzione/impegno e con un minimo di conoscenza di base per quanto riguarda il romanzo di Pavese poiché, come ha ribadito più volte la registra Laura Luchetti, si attiene al libro. Difatti non è tanto un film dinamico, ma più che altro espressivo (nonché con un importante messaggio) e ciò si può notare anche dalle molteplici scene di silenzio in cui le cose non vengono dette con le parole, ma con un linguaggio diverso, appunto quello del corpo. È un silenzio assordante perché sono gli occhi a parlare, gli sguardi intensi o gli atteggiamenti e questo viene molto marcato dalle inquadrature attente ai piccoli dettagli come i mezzi e timidi sorrisi di Ginia, gli sguardi fraterni di Severino.
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Parto col presupposto che non è un film per tutti, nel senso che nasce ed è un film d'autore quindi bisogna vederlo con la giusta attenzione/impegno e con un minimo di conoscenza di base per quanto riguarda il romanzo di Pavese poiché, come ha ribadito più volte la registra Laura Luchetti, si attiene al libro. Difatti non è tanto un film dinamico, ma più che altro espressivo (nonché con un importante messaggio) e ciò si può notare anche dalle molteplici scene di silenzio in cui le cose non vengono dette con le parole, ma con un linguaggio diverso, appunto quello del corpo. È un silenzio assordante perché sono gli occhi a parlare, gli sguardi intensi o gli atteggiamenti e questo viene molto marcato dalle inquadrature attente ai piccoli dettagli come i mezzi e timidi sorrisi di Ginia, gli sguardi fraterni di Severino. Ispirandosi ad un celebre e importante romanzo si è dato vita a dei personaggi e a dei rapporti complessi e ricchi, come quello di Ginia e Amelia in cui c'è sia la paura ma anche la bellezza di scoprirsi e amare. Oppure quello di Severino e la sorella, il primo capace di capire la protagonista nei suoi silenzi; una presenza costante e attenta nella vita di lei che l'appoggia e le sta vicino con la sua empatia. Era di base difficile portare un prodotto ispirato a "la bella estate" al cinema, ma è stato fatto un grande e bello lavoro da parte di tutti, dalla produzione fino ad aralla regia e al cast che è stato favoloso. Di quest'ultimo risalta la loro espressività che rappresenta il punto forza del film, proprio perché, ripeto, basato molto su primi piani e lunghe scene silenziose in cui si sentono solamente i respiri. Un merito va anche alle varie ambientazioni e ai costumi che hanno avuto rilievo all'interno della storia nonché alla fotografia di cui ho già parlato precedentemente. Potrebbe forse essere definito "pesante" per chi non è abituato a questo genere proprio perché non molto dinamico, ma a me personalmente questa "assenza di dinamicità" (se così si può dire), tipica della storia originale di Pavese, mi ha fatta entrare in una dimensione diversa da quella dei soliti film e rende questo progetto fedele al libro (quindi io non lo vedo per niente come una negatività, bensì come una caratteristica propria). Spero che queste sue peculiarità possono essere capite e spero che venga apprezzato da quante più persone possibili
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