Titolo originale | Tehran |
Anno | 2020 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Israele, USA, Gran Bretagna, Grecia |
Regia di | Daniel Syrkin |
Attori | Glenn Close, Niv Sultan, Shaun Toub, Menashe Noy, Liraz Charhi Shervin Alenabi, Navid Negahban, Arash Marandi, Danny Sher, Reza Diako, Vassilis Koukalani, Dan Mor, Tamir Ginsburg. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 14 marzo 2022
Una serie thriller di spionaggio dal successo mondiale.
CONSIGLIATO N.D.
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L'avvincente storia di un’agente del Mossad e della sua missione sotto copertura a Teheran che rischia di mettere in grave pericolo lei e i suoi cari.
La serie è in crescita. E il taglio è ancora più femminista
Recensione
di Andrea Fornasiero
Tamar e Milad hanno vissuto per un periodo in incognito, cercando di raggranellare abbastanza soldi con il traffico di droga per potersi permettere di fuggire dalla capitale iraniana. Il braccio lungo del Mossad però torna a raggiungere Tamar, che non può resistere a un nuovo piano contro il generale Mohammadi. Anche questa volta le cose si complicano, ma arriva in suo aiuto un'altra agente del Mossad che vive da tempo a Tehran: Marjan Montazeri. Tamar dovrà dunque avvicinarsi al figlio di Mohammadi, Payman, infiltrandosi nell'ambiente dei ricchissimi rampolli della capitale che vivono seguendo uno stile di vita occidentale nella sicurezza delle proprie lussuose ville. La relazione con lui scatena però la gelosia di Milad, inoltre Faraz è ancora ossessionato da Tamar e deciso a ritrovarla.
Dopo il buon successo della prima annata, torna con maggior budget, e con la guest star Glenn Close, la serie di spionaggio israeliana - sempre più determinata a rappresentare il Mossad in una luce ben poco lusinghiera.
Tamar - interpretata da Niv Sultan, che, nel mentre, si è fatta notare all'estero e ha partecipato alla curiosa serie western anglo-pugliese con Dominic Cooper That Dirty Black Bag - è infatti tanto agente quanto vittima della propria agenzia, a cui si appoggia per una vendetta personale contro i vertici iraniani ma di cui spesso trasgredisce gli ordini. La seconda stagione in questo senso si fa ancora più netta nel cancellare ogni "parte giusta" da cui stare e fa dei suoi due protagonisti, Tamar e la sua nemesi Faraz, due figure speculari, che collaborano con un sistema che disprezzano. Faraz ha perso infatti il suo ruolo di autorità e se la deve vedere con personaggi meschini di diverso tipo, che fanno crescere in lui la disillusione verso il governo iraniano.
Il Mossad però torna a giocare sporco e Marjan si infiltra in casa dell'uomo con la copertura di fare da psicologa per la moglie traumatizzata di Faraz. Il che in un certo senso ripete l'arco della prima stagione con l'uomo ricattato attraverso la "debole" moglie, ma alla fine lo redime anche, portando a una crescita della donna e alla sua capacità di farsi forza e agire con autonomia.
Marjan, interpretata da Glenn Close, è un personaggio a sua volta ambiguo, che lavora per il Mossad ma che è sempre più in contrasto tanto con loro quanto con la spericolata Tamar. Se Milad ha accantonato i suoi sogni di ribellione e vorrebbe solo lasciare il Paese, la protagonista è invece sempre più ossessionata dalla vendetta verso Mohammedi e disposta a prendersi rischi via via crescenti... fino ad arrivare a una missione così difficile e controversa che neppure il Mossad rifiuta di sanzionare. Lei e Faraz, e in misura minore anche Marjan, diventano dunque progressivamente schegge impazzite, che non operano per una parte istituzionale, ma agiscono quasi come lupi solitari, ognuno con i propri obiettivi personali, spesso soli contro tutti e costretti a tradire anche i loro alleati.
Dal punto di vista spettacolare, nonostante l'aumento di budget, le scene più d'azione manifestano ancora limiti nella coreografia degli stunt e negli effetti speciali. Gli sceneggiatori di Tehran e il regista Daniel Syrkin sembrano però più consci di questo problema e lo aggirano evitando quasi tout court i combattimenti corpo a corpo e le sparatorie. La tensione dello spionaggio è del resto più efficacemente resa attraverso azioni in incognito, con il costante pericolo di essere scoperti e con piani continuamente traviati dagli imprevisti. Questa cura, insieme a location più lussuose che aggiungono varietà allo scenario, fa di Tehran una serie in crescita. Giova naturalmente anche la presenza di Glenn Close, in linea con il taglio più femminista della nuova stagione.
Una missione speciale
Recensione di a cura della redazione
Tamar Rabinyan è cresciuta in Israele, ma è nata in Iran, dove ha sempre sognato di tornare per combattere il regime al potere nel Paese. È infatti un'agente del Mossad e si infiltra nella capitale assumendo l'identità di una impiegata del sistema energetico. Il suo obiettivo è portare alla distruzione una centrale nucleare, ma il piano va presto a rotoli obbligandola a improvvisare. Braccata da un agente del controspionaggio iraniano di nome Faraz - che il Mossad cerca di neutralizzare rapendo sua moglie malata - Tamar si deve appoggiare ai suoi parenti e al giovane hacker e ribelle Milad, con il quale sviluppa una relazione. Anche così però, la sua sembra sempre più una missione impossibile.