Titolo originale | Marcel the Shell with Shoes On |
Anno | 2021 |
Genere | Commedia, |
Produzione | USA |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Dean Fleischer-Camp |
Attori | Jenny Slate, Dean Fleischer-Camp, Isabella Rossellini, Joe Gabler, Shari Finkelstein Samuel Painter, Blake Hottle, Scott Osterman. |
Uscita | giovedì 9 febbraio 2023 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Lucky Red, Universal Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,32 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 31 gennaio 2023
L'adattamento in lungometraggio dell'omonimo corto con il mollusco protagonista. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 1 candidatura a Golden Globes, 1 candidatura a BAFTA, Il film è stato premiato a National Board, 1 candidatura a Critics Choice Award, 1 candidatura a Spirit Awards, 1 candidatura a Producers Guild, In Italia al Box Office Marcel - The Shell ha incassato 143 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Marcel è una creatura minuscola e strana: una conchiglia con un occhio di plastica, una bocca disegnata e scarpe da ginnastica ai piedi. Non è più grande di una noce e vive in una casa gigantesca con la nonna Connie, anche lei una mezza conchiglia, solo un po' più grande. Marcel si racconta alla camera di Dean, un regista che ha affittato su Airbnb la casa, un tempo abitata da una coppia poi separatasi: parla di sé, delle sue idee, dei suoi giochi, dei suoi piccoli stratagemmi per mangiare e divertirsi. Dopo aver caricato su internet alcuni video, Marcel diventa una celebrità e non crede ai suoi occhi quando gli autori dell'adorato programma 60 Minutes lo contattano per esaudire il suo sogno: ritrovare la sua famiglia (cioè altri piccoli esseri animati ricavati da conchiglie o noccioline) e tornare a vivere in una comunità.
Nel 2010, il cortometraggio Marcel the Shell della coppia di attori e cineasti Dean Fleischer-Camp e Jenny Slate divenne su YouTube un fenomeno virale. Ora da quei tre minuti e mezzo di animazione semi-amatoriale a passo uno - negli anni sviluppatosi in altri due lavori - è diventato un lungometraggio, abilmente sospeso fra mockumentary e cinema indie.
A produrre il film, che gli stessi Fleischer-Camp e Jenny Slate hanno realizzato (lui alla regia, entrambi alla sceneggiatura con Nick Paley, lei a dettare il tono del racconto donando la sua voce a Marcel e lui a farle da spalla nella parte di sé stesso), è la A24, casa di produzione americana da tempo sinonimo di produzioni raffinate ma capaci di solleticare l'industria hollywoodiana, come dimostrano le 18 nomination raccolte ai prossimi Oscar, compresa naturalmente quella per lo stesso Marcel the Shell per il miglior film d'animazione.
Basta questo - più l'esperienza della Slate come stand-up comedian e ospite del Saturday Night Live - a fare di questo piccolo film che mischia animazione in stop motion e riprese dal vero un prodotto tipicamente indie, newyorchese e pseudo-intellettuale. Quasi un film di Spike Jonze, con le medesime assurdità trattate con impassibile realismo, calato in ambienti mumblecore, domestici e arty, e a metà tra il mockumentary e lo studio di carattere.
La cosa più simile a Marcel the Shell è un film d'animazione dello Studio Ghibli curiosamente contemporaneo alla prima apparizione della conchiglietta con le scarpe, Arrietty - Il mondo segreto sotto il pavimento (2010), che portava magicamente nel mondo in miniatura di piccoli esseri umani all'interno di una (ai loro occhi) gigantesca casa di campagna. Se in quel caso l'estetica era quella tipica del mondo di Miyazaki, in Marcel il riferimento di Fleischer-Camp e Slate (coppia anche nella vita) è piuttosto la casa bambola o la teca da museo di miniature, a cui la buffa presenza di Marcel dona un tocco di surrealtà.
Il film è costruito come un lungo dialogo di Marcel al regista che lo filma, una confessione che svela la natura peperina di essere ingegnoso (si muove all'interno delle case entrando in una pallina da tennis, intreccia i peli trovati nella doccia per costruire corde, usa il frullatore per scuotere i rami di un pesco e farne cadere i frutti...), con la vocina dolce e petulante, con pensieri da bambino curioso a proposito di temi universali come la solitudine, l'abbandono, la paura della morte, la necessità di vivere in comunità, l'affetto per chi lo ama da sempre (la nonna Connie, in originale doppiata da Isabella Rossellini) e per chi forse lo aspetta da qualche parte.
Il segreto del successo di Marcel - ricostruito anche nel film, quando i filmati di Dean caricati su YouTube diventano virali - risiede nella natura stessa della mezza conchiglia, che aderisce al tipico gusto social per le carinerie stralunate e offre una visione del mondo a metà tra il disincanto, il disadattamento e la purezza. C'è del resto qualcosa del primo Tim Burton nel piccolo freak Marcel, così simile nella sua innocenza al piccolo e sfortunato bambino-ostrica...
Il problema del film è la difficoltà a reggere l'ora e mezza di durata, una volta passata l'iniziale curiosità per Marcel e per il suo universo che pare saltato fuori da un film di Wes Anderson girato però con lo stile del primo Baumbach. Le richieste dello show business hanno spinto i due autori a costruire un lungometraggio attorno alla loro piccola creatura, migliorando la qualità dell'animazione e resistendo alla tentazione di banalizzare i contenuti (a meno di non considerare la coolness indie come un vezzo di maniera): ma il mondo degli umani resta comunque troppo grande per il piccolo Marcel, il quale, poverino, non sa calcolare il tempo in base ai minuti (lo fa in base alle stagioni, e non sa quantificarlo) e forse per questo finisce per perdersi - e noi con lui - nell'ora e mezza complessiva.
Delizioso, gradevole, interessante film, “Marcel the Shell” mescola animazione in stop-motion e riprese dal vero, e si colloca a metà tra un finto documentario e lo studio psicologico. E’ il lungometraggio d’esordio per i registi/sceneggiatori Dean Fleischer-Camp e Jenny Slate, e trae spunto da una serie di fortunati cortometraggi realizzati da costoro tra il 2010 e [...] Vai alla recensione »
La tecnica dello stop motion utilizzata per dare vita a Marcel e agli altri membri della sua bizzarra famiglia è un lavoro titanico di artigianato e di animazione, e ha fatto sì che ogni giorno di ripresa corrispondesse grossomodo a dieci secondi di girato: nessuna sorpresa quindi che ci siano voluti più di dieci anni perché quello che era ormai diventato un beniamino di internet approdasse al cinema [...] Vai alla recensione »
Già lascia perplessi il successo dei corti su YouTube, figuriamoci la candidatura all'Oscar come miglior film d'animazione. Chissà perché ha entusiasmato tutti un bluff come questo loffio mockumentary fatto di nulla e animato con tecnica dilettantesca, senza pubblico perché indigesto sia per i piccoli che per gli adulti. In un'ora e mezzo vuota e interminabile vediamo Marcel, una conchiglia con un [...] Vai alla recensione »
«L'universo in un guscio di noce», si intitolava un celebre saggio di Stephen Hawking. An- che l'universo di Marcel è racchiuso in un microcosmo miniaturizzato che riproduce, in scala ridotta, la vita degli esseri umani nel mondo reale. Quello di Marcel è una sorta di universo parallelo dove per compiere ogni azione, anche la più banale, bisogna ingegnarsi non poco e rinunciare ad alcune che sono davvero [...] Vai alla recensione »
Marcel la Conchiglia ha un occhio solo di fianco alla bocca e due piedini nelle scarpette che al momento opportuno saranno listate a lutto. Vive con la nonna in una casa vuota, gli altri suoi familiari sono scomparsi durante un concitato trasloco (umano), Marcel vorrebbe ritrovarli. Nella casa si trasferisce il regista, fresco di rottura con la compagna, e conosce Marcel e lo filma e ne fa una star [...] Vai alla recensione »
Trainata dal Pinocchio di Guillermo del Toro, dai lavori della Laika Entertainment, e da altre opere meno fortunate presso il grande pubblico (ma non meno meritevoli) come il recente Wendell & Wild, l'animazione in stop motion sta vivendo in questi ultimi anni un momento particolarmente felice. È proprio questo generale clima di riscoperta di una tecnica che, nell'ultimo ventennio, era rimasta un po' [...] Vai alla recensione »
La conchiglietta con le scarpe. Sembravano piuttosto calzette arancioni, ma ai registi (qui sono due, non è tanto per dire) non si comanda. Se dicono scarpe sono scarpe. Le tingono di nero, a un certo punto del film, per una luttuosa circostanza. La conchiglietta si chiama Marcel, viveva in pace nel cassetto delle calze da uomo assieme a molti suoi parenti.
Che meraviglia non solo per il cuore ma anche per gli occhi, questo film adatto a tutte le età. Nato da una serie di cortometraggi, protagonista è conchiglia antropomorfa con tanto di scarpe che è ripresa, nella quotidianità, da Mark mentre, con l'aiuto della nonna, è alla ricerca della famiglia sparita. Giustamente candidata agli Oscar, girata in stile mockumentary, una storia indie che, al netto [...] Vai alla recensione »
Nata in un breve video su You Tube, la piccola conchiglia parlante è diventata un vero fenomeno cinematografico con il film Marcel the Shell, che, dalla sua presentazione in anteprima al Telluride Film Festival nel 2021, ha vinto una lunga lista di premi fino ad arrivare ora ad essere candidato tra i migliori film di animazione agli Oscar 2023. Diretto e interpretato da Dean Fleischer Camp, il film, [...] Vai alla recensione »
Marcel, l'indiscussa star di Marcel the Shell (With Shoes On), è una conchiglietta antropomorfa alta suppergiù due centimetri, con un un occhio finto, un paio di sneakers, una voce tenera, possiede un cuore molto grande, l'ingenuità di un bambino e la saggezza di chi, spiritoso e curioso, sa cavarsela egregiamente da solo, sicuro di sé. Il successo di questo mockumentary in stop motion è dell'attrice [...] Vai alla recensione »
Nel 2010 faceva capolino tra i primi fenomeni virali di YouTube una conchiglia antropomorfa, non più alta di un pollice, con un grande occhio curioso, scarpette rosa e la voce arrochita della comedian Jenny Slate. In tre minuti da 33 milioni di visualizzazioni Marcel, incalzato dalla voce fuori campo del regista Dean Fleischer-Camp, documentava le sue attività quotidiane: gironzolare da una stanza [...] Vai alla recensione »
Per vedere Marcel the shell bisogna smorzare ogni luce, stimolo esterno, display dello smartphone possibile. E poi entrare in una sorta di delicato A Bug's life, di mondo a misura di conchiglia: minuto, rimpicciolito o più semplicemente un angolo di spazio naturale (e casalingo) messo diligentemente e attentamente a fuoco. Marcel è una conchiglietta parlante piccolissima, nemmeno tre centimetri di [...] Vai alla recensione »
Marcel è una conchiglia antropomorfa alta poco più di due centimetri, ha un grande occhio collocata nella sua parte aperta e un paio di scarpe con le quali può camminare. Vive, insieme all'anziana nonna dedita all'agricoltura e alla cura degli insetti, in una grande casa convertita in Airbnb dopo la separazione di Mark e Larissa, la coppia che vi abitava.
Il personaggio di Marcel la conchiglia con le scarpe (questa la traduzione fedele del titolo originale Marcel the Shell with Shoes On) è apparso per la prima volta in tre omonimi cortometraggi a tecnica mista, in parte live action e in parte animazione in stop-motion, ovvero a passo uno, realizzati in tandem da Jenny Slate e Dean Fleischer Camp (che all'epoca erano sposati).
Cosa si nasconde nella mente di un bambino? Ce lo spiega Dean Fleischer Camp, o meglio, ce lo spiega il film d'apertura di Alice nella città, l'adorabile Marcel the Shell With Shoes on: sì, avete capito bene, stiamo parlando di una piccola conchiglia parlante, dotata di grandi occhi e grandi scarpe color malva, un simpatico pupazzetto che pare uscito direttamente da un disegno a pastelli.
È un film per l'infanzia Marcel the Shell with Shoes On, ma è anche un prodotto "di confine" distribuito dalla A24, una delle realtà al contempo più pop, laterali e a suo modo "hipster" operanti oggi. È un paradosso forse già scritto nell'inusuale germe "multimediale" del progetto originale, una serie di brevi cortometraggi pensati come mockumentary in stop motion su una conchiglia antropomorfa che [...] Vai alla recensione »