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L'occhio di vetro, il racconto di un viaggio nel tempo e nella memoria, alla ricerca del passato fascista di una famiglia

Chiarini indaga un versante nascosto della propria famiglia per comporre un mosaico inedito e sfaccettato della storia d'Italia. Da venerdì 4 giugno al cinema.
di Roberto Manassero

martedì 1 giugno 2021 - Recensioni

Alla morte della nonna Liliana, il regista pisano Duccio Chiarini ripercorre il passato fascista della sua famiglia con un viaggio fisico e insieme spirituale alla ricerca delle proprie radici. Servendosi di fotografie, documenti, lettere, cimeli e del diario del prozio Ferruccio, adolescente che aderì alla Repubblica di Salò, Chiarini racconta la storia del bisnonno Giuseppe Razzini, tornato a casa dalla Grande guerra con un occhio di vetro e entusiasta fascista della prima ora, e dei figli Liliana, Ferruccio e Maria Grazia, i primi due convinti seguaci di Mussolini, l'ultimata sposata con un antifascista. Qual era il rapporto fra queste persone? E perché i Razzini fecero calare una cappa di silenzio sugli anni della guerra, divisi dalla fede politica ma legati dall'affetto?

Dopo Hit the Road, nonna, Chiarini indaga un altro aspetto della sua complessa e affascinante storia familiare, trasformando dolorose vicende private nel riflesso di una storia tutta italiana.

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