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Ultimo aggiornamento venerdì 27 settembre 2019
Diretto da una giovanissima regista saudita, un film cesellato in un bianco e nero scultoreo.
CONSIGLIATO SÌ
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Hayat è una dodicenne caparbia che vive in un povero villaggio di pescatori governato da un'oscura tradizione, per la quale ogni famiglia deve sacrificare la propria figlia femmina alle creature del mare, che a loro volta vengono cacciate dagli uomini del villaggio. Sottratta a questo destino dal padre, Hayat viene emarginata e considerata una disgrazia, eppure non si arrende. Quando la madre dà alla luce un figlio maschio, Hayat deve scegliere se accettare la brutale usanza e sacrificarsi al mare, o se cercare una via di salvezza.
In un remoto villaggio di pescatori, le primogenite vengono gettate in mare e sacrificate alle sirene, in un rito propiziatorio che si ripete ad ogni luna piena. Hayat viene inizialmente salvata dal padre, ma, anni dopo, alla nascita del secondogenito maschio, è costretta ad andare incontro al suo destino: si salva, riuscendo ad uscire dall'acqua portando con sé il corpo di una sirena. [...] Vai alla recensione »
Hayat vive in un villaggio di pescatori governato da una misteriosa tradizione che prevede che tutte le bambine del villaggio siano sacrificate alle divinità del mare per propiziare la pesca. Le prede della caccia, portata avanti, invece dai maschi, sono delle creature simili a sirene, con la coda squamata e le fattezze delle bambine lasciate morire tra le onde.
Le scaglie sono quelle che ricoprono il piede di Hayat dopo un contatto ravvicinato con una sirena: che però doveva essere un vero e proprio sacrificio, parte di un antico rito propiziatorio in voga nella sua isola, dove ogni primogenita viene offerta da secoli alle creature del mare. Infine, però, suo padre aveva deciso di infrangere le regole e salvarla.
Squama come il corpo della giovane protagonista e come il titolo internazionale del film (letteralmente, appunto, "squame"), l'immagine di Shahad Ameen, un bianco e nero in cui i segni perlacei della luce sembrano voler graffiare la superficie oscurissima del mare, per scoprire davvero cosa ci sia là sotto. Da subito, infatti, la visione di Ameen è divisa in due, tra quello che accade sulla superficie [...] Vai alla recensione »
Su di un'isola arida e rocciosa, le prime figlie femmine di ogni famiglia vengono donate al mare come sacrificio propiziatorio per la pesca e la ricerca del cibo. In questa società dominata dal maschile, un padre si rifiuta di uccidere la propria neonata che, una volta adolescente, spezzerà le catene delle antiche leggi... Scales, primo lungometraggio della trentenne regista saudita Shahad Ameen, [...] Vai alla recensione »
Tutto ha inizio con un rituale. Un villaggio di pescatori, su un'isola immaginaria dal paesaggio desertico, è solito sottoporsi a una dura tradizione: ogni famiglia deve offrire la propria primogenita al mare e alle creature che lo abitano. Quando è il turno della neonata Hayat, però, il padre non ha la forza o il coraggio di affogarla: da un lato le nega quel mare che le aspettava per destino, dall'altro [...] Vai alla recensione »