amdg
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giovedì 30 gennaio 2020
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piccole donne, inside us
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Una storia mandata a memoria tanti anni fa, vista con trasporto ieri sera. Meravigliosa illustrazione pensata per chi già conosce libro e film precedenti, con una inedita esplicitazione degli scarsi diritti delle donne. Ma non è quello che mi ha presa: io ero là con loro e come ogni donna in sala ero quella Jo che scrive, selvaggia e sempre a cercare di stare in piedi con le proprie gambe, in cerca di un amore potente e libero insieme.
Ed ero Meg, sincera fino all'osso dell'anima.
Ero Beth, quando non ce la facevo più, quando ho percepito la distanza da coloro che hanno il dono di un corpo perfettamente sano e bello -ma esistono?- fino a rendermi conto che il mio andava bene così.
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Una storia mandata a memoria tanti anni fa, vista con trasporto ieri sera. Meravigliosa illustrazione pensata per chi già conosce libro e film precedenti, con una inedita esplicitazione degli scarsi diritti delle donne. Ma non è quello che mi ha presa: io ero là con loro e come ogni donna in sala ero quella Jo che scrive, selvaggia e sempre a cercare di stare in piedi con le proprie gambe, in cerca di un amore potente e libero insieme.
Ed ero Meg, sincera fino all'osso dell'anima.
Ero Beth, quando non ce la facevo più, quando ho percepito la distanza da coloro che hanno il dono di un corpo perfettamente sano e bello -ma esistono?- fino a rendermi conto che il mio andava bene così.
E quanto avrei voluto essere Amy, adamantina e fiera.
Ero là con loro alla finestra, a guardare avanti, a cercarsi dentro ancora e ancora, ad ascoltare e dare voce a questa o quella delle quattro sorelle interiori di cui anche io sono fatta, la materia di ogni donna che per quanto grande queste sorelle le ha sempre con sé.
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cosimotralcio
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domenica 26 gennaio 2020
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bellissimo
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Da vedere tutto d'un fiato. Un capolavoro.
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martedì 21 gennaio 2020
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un signor film
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Finalmente un film che esce dalle solite modalità di farti sentire fuori dalla scena, lontana o irreale, pura distrazione od evasione, roba che lascia il tempo che trova...Questo film ti resta attaccato addosso come la camiciola sella salute....nascosta, ma salutare. Felicissima della mia scelta. Lo consiglio!!!!!
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carlaas
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martedì 21 gennaio 2020
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classico e moderno,forte e tenue,intenso e fresco!
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Classico e moderno, forte e tenue, intenso e fresco. E' su questo doppio binario che la giovane Greta Gerwig costruisce la sceneggiatura del suo "Piccole donne", adattamento cinematografico del celebre romanzo di formazione di L. M. Alcott e lo dirige con una maggiore consapevolezza, con una uniformità concettuale e una diversa maturità rispetto al precedente "Lady Bird" (2017).
L'intero racconto procede mediante un gioco di parallelismi tra presente e passato, con continui flash back che rendono plastica e pulsante l'evoluzione dei personaggi.
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Classico e moderno, forte e tenue, intenso e fresco. E' su questo doppio binario che la giovane Greta Gerwig costruisce la sceneggiatura del suo "Piccole donne", adattamento cinematografico del celebre romanzo di formazione di L. M. Alcott e lo dirige con una maggiore consapevolezza, con una uniformità concettuale e una diversa maturità rispetto al precedente "Lady Bird" (2017).
L'intero racconto procede mediante un gioco di parallelismi tra presente e passato, con continui flash back che rendono plastica e pulsante l'evoluzione dei personaggi. Per quanto, talvolta, questo gioco di rimandi disorienti, nel complesso è uno schema narrativo che funziona e che riesce a sorprendere nelle battute finali quando immaginazione e realtà si fondono e si confondono lasciando lo spettatore in uno stato di torpore alla ricerca di risposte.
Complici alla buona riuscita della pellicola, gli attori: E. Watson, L. Dern, M. Streep. E tra questi indubbiamente spicca Saorise Roran che interpreta Jo, "piccola donna" deteminata, femmista, nostalgica. La Roran, con estrema eleganza e raffinatezza, raggiunge pienezza interpretativa, capace di incantare anche nei momenti di silenzio (forse troppo pochi) in cui le parole cedono il passo allo sguardo. Accanto alla Roran, meritevoli di menzione sono anche Florence Pugh che interpreta Amy, frivola e profonda al tempo stesso, e il superbo Timothèe Chalamet che, con la sua bellezza efebica, non delude ancora una volta.
La pellicola è caratterizzata da atmosfere calde, da toni soavi e da colori pastello, sapientemente collocati come su una tela impressionista. E, forse, qualche sottile omaggio pittorico lo si percepisce anche: la "Colazione sull'erba" di Manet o "Una domenica pomeriggio sull'isola della Grand-Jatte" di Seurat per le sue donne con l'ombrello.
A questa grazia estetica fa da contraltare la forza dei temi trattati che, pur personali, acquistano una valenza universalistica: emancipazione femminile, valore dei legami familiari, difficoltà legate alla crescita, morte e paure, amore, (in)felicità e matrimonio presentato però nella sua mera veste contrattuale.
I temi attorno cui si avviluppa la trama sono, dunque, di straordinaria attualità e investono, da insolite angolazioni prospettiche, anche le donne del terzo millennio.
Questo "Piccole donne" non è un capolavoro ma pretende di essere moderno.
In una società in cui i grandi passi dell'emancipazione femminile sembrano, talvolta, vacillare le parole di Jo giungano come un monito: "Le donne hanno una mente, e hanno un'anima così come un cuore, e hanno delle ambizioni, e hanno talento... Non solo la bellezza".
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francesca50
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giovedì 16 gennaio 2020
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una boccata di ossigeno
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Il film pur avendo reso la storia meno romantica e con un epilogo diverso dalla originale nel complesso ci fa rivivere un'epoca di bei sentiment. Pregevoli poi i costumi e la recitazione ma non del professore che sposa Jo. Quella scena è molto poco ben resa se la si paragona al precedente! Comunque meno male che si ritorna a storie decenti che ho visto affollate da molte brave giovani.
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m.raffy
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mercoledì 15 gennaio 2020
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visione personale di una storia senza tempo
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Diversi sono stati gli adattamenti di Piccole Donne, ma ciò che contraddistingue fin dall'inizio la versione della Gerwig è la capacità di rileggere in maniera personale le vicende delle quattro sorelle March, così familiari a tante generazioni.
Il ritmo del racconto è scandito da continui salti avanti e indietro nel tempo, forse a volte un pò bruschi e accelerati. A far da filo conduttore è la presenza di Saoirse Ronan, che veste con talento i panni della ribelle Jo: il suo sguardo e le sue parole esprimono il desiderio di indipendenza che a lungo alle donne è stato negato, anche se a modo suo ciascun personaggio dà voce a questa lotta per l'emancipazione.
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Diversi sono stati gli adattamenti di Piccole Donne, ma ciò che contraddistingue fin dall'inizio la versione della Gerwig è la capacità di rileggere in maniera personale le vicende delle quattro sorelle March, così familiari a tante generazioni.
Il ritmo del racconto è scandito da continui salti avanti e indietro nel tempo, forse a volte un pò bruschi e accelerati. A far da filo conduttore è la presenza di Saoirse Ronan, che veste con talento i panni della ribelle Jo: il suo sguardo e le sue parole esprimono il desiderio di indipendenza che a lungo alle donne è stato negato, anche se a modo suo ciascun personaggio dà voce a questa lotta per l'emancipazione.
La bravura del cast traccia con efficacia l caratteri dei personaggi femminili: il cinismo della zia March magistralmente interpretata da Meryl Streep, il coraggio della madre impersonata da Laura Dern, la dolce Meg cui dà il volto Emma Watson, Eliza Scanlen che riesce ad esprimere tutta la timidezza e la bontà di Beth, Florence Pugh che soprende nel ruolo della determinata Amy.
Meno riuscita forse la rappresentazione dei personaggi maschili, in particolare di Timothèè Chalamet e Louis Garrel, che non convincono fino in fondo nel panni di Laurie e Fredrich Bhaer. Appare inoltre ridimensionato il ruolo del padre delle sorelle March, che pur essendo lontano veniva descritto dall'autrice come punto di riferimento importante per l'intera famiglia.
Fotografia, musica romantica e costumi dalle tonalità pastello completano la ricostruzione dell'affresco di questo gruppo di donne, diverse eppure unite da un legame indissolubile, che affrontano le scelte del turbinio della vita attraversando l'infanzia e la giovinezza, senza smettere mai di lottare per realizzare i propri sogni e conquistare la felicità.
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[+] essere donna è molto più che dedicarsi all'amore...
(di antonio montefalcone)
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loland10
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lunedì 13 gennaio 2020
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sorelle di sangue
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“Piccole donne” (Little Women, 2019) è il terzo lungometraggio della regista californiana Greta Gerwing.
Un libro e un film, una storia e tante riduzioni cinematografiche.
‘La vita è così breve che litigare è da stolti’. La saggezza abita in questa casa.
Un film che si compiace del suo gusto in modo giusto, che scava gli umori e gli amori senza affronti, scaglia la femminilità nel suo minimo appiglio, allarga i petali di una schiuma fiorita tra alleggerimenti, avidità, scontri e tristezze. Durante la guerra di secessione c’è chi è al fronte, chi è lontano da ogni decisione interiore e chi invece scava e scopre le donne diversificate che sono in lei e nelle proprie figlie.
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“Piccole donne” (Little Women, 2019) è il terzo lungometraggio della regista californiana Greta Gerwing.
Un libro e un film, una storia e tante riduzioni cinematografiche.
‘La vita è così breve che litigare è da stolti’. La saggezza abita in questa casa.
Un film che si compiace del suo gusto in modo giusto, che scava gli umori e gli amori senza affronti, scaglia la femminilità nel suo minimo appiglio, allarga i petali di una schiuma fiorita tra alleggerimenti, avidità, scontri e tristezze. Durante la guerra di secessione c’è chi è al fronte, chi è lontano da ogni decisione interiore e chi invece scava e scopre le donne diversificate che sono in lei e nelle proprie figlie.
Una madre di grande tradizione che s’alza in ogni aspetto della famiglia e che attende l’uomo in guerra che ritorni dentro i problemi di tutti i giorni.
‘Ora tu comandi la famiglia....scegli un buon partito’. La zia March detta le condizioni per non sbagliare mai, da una come lei che non ha dimestichezza con gli errori.
Ecco che alla fine dei conti, una buona famiglia, un buon marito, una buona situazione, un vivere più che dignitosamente è il sogno di una madre, di una donna. E il periodo in cui siamo fa da sfondo.
Piccolo ambiente familiare. Donne e relazioni, virtù e vizi, silenzi e chiacchiere.
Intenso e intimo, ispirato e interiore, irriverente (ma un finale non può essere da zitella).
Come il romanzo d’appendice la storia cresce, si orienta, s’allenta, si sposa e s’ammala di chiusure frettolose come di aperture ammalianti.
Cose giuste in tavola, per un Natale che si ricordi, una festa in famiglia con l’attesa di un padre.
Cesta piena di cibo per condividere una buona colazione von. Ho non ha nulla e dei bambini ancora da crescere.
Onore per un Paese e attesa per un padre: le sorelle March hanno un senso vivo della storia.
Lincoln il presidente nominato, ricordato e amato; per una Guerra piena di morte (“Chi cerca?”, “Mio figlio”, “Gli altri?”, “Due sono morti e uno è disperso”: un padre che non ha lacrime per cercare qualcuno da toccare).
Estasiato di amore ‘Laurie’ (il bravissimo Timothée Chalamet, già visto nell’ultimo Woody Allen) che non si perde d’animo fino alla fine, ma le regole del gioco sono sempre femminili; il rifiuto non può essere ascritto nella verve del giovane ‘nulla da dare’.
Donneminime e di gran carattere che hanno bisogno di novità, di aprirsi e di uomini per la propria sorte: il destino non è sempre benevolo.
Cast ben assortito e amalgamato: le donne tutte danno il meglio. Meryl Streep (Zia March) e Laura Dern (Marmee March) tengono bene le fila alle quattro ragazze March che dipanano storie e misteri, sensazioni e arcobaleni vari. Le sorelle March sono l’archetipo di dinastie e incastri, di solidarietà e dissapori: l’inizio delle avventure (dal letterario al cinema) per tante famiglie di piccolo e grande cabotaggio. Louisa May Alcott, dalla Pennsylvania, nel 1869 ha fatto crescere le sue donne fino ad oggi e ancora devono dire molto al cuore delle persone d’America e oltre.
Fotografia e musica sono all’unisono silenti e immaginifiche, plasmate e suadenti; in un’ambientazione, ora minima e ora radiosa, ora vivida e ora calligrafica, la vita delle sorelle March si scontra duramente in un mondo non prettamente femminile e aperto, dove il Presidente è arrivato per cambiare modi e mondi. La Guerra di Secessione sparge sangue e morte in tutti il Paese diviso: in questo ambiente cruento e feroce ‘piccole donne’ vanno avanti e combattono la loro vita. Ognuno a modo loro con coraggio.
Regia di Greta Gerwing armoniosa e sui volti, avvolgente e cadenzata. Ogni gesto e ogni viso lasciano vivo il ricordo al termine della proiezione.
Voto: 7½ (****) -cinema appassionato-
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casomai21
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lunedì 13 gennaio 2020
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grandi emozioni per piccole donne
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Un cast stellare accompagna le storie parallele di quattro sorelle,seguite da una madre saggia e da una cinica zia Meryl Streep,accomunate da problemi economici private del padre un genit partito per il fronte della guerra di secessione,ma molto determinate a realizzare, (pur tra i pregiudizi dell'epoca) ad ogni costo il loro progetto di vita. Solo la ricchezza e il talento letterario può far evitare un matrimonio,combinato o meno, inteso come risoluzione di problemi economici, ma privo di vero amore. Ciascun attore è convincente nel suo ruolo una splendida Emma Watson Thompson, ma quelli femminili ,dalla semplice Bet alla maschiaccia Jo. I costumi e le scene sono davvero suggestivi.
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Un cast stellare accompagna le storie parallele di quattro sorelle,seguite da una madre saggia e da una cinica zia Meryl Streep,accomunate da problemi economici private del padre un genit partito per il fronte della guerra di secessione,ma molto determinate a realizzare, (pur tra i pregiudizi dell'epoca) ad ogni costo il loro progetto di vita. Solo la ricchezza e il talento letterario può far evitare un matrimonio,combinato o meno, inteso come risoluzione di problemi economici, ma privo di vero amore. Ciascun attore è convincente nel suo ruolo una splendida Emma Watson Thompson, ma quelli femminili ,dalla semplice Bet alla maschiaccia Jo. I costumi e le scene sono davvero suggestivi.Un film da consigliare, nel cui soggetto si conferma il ruolo fondamentale della donna nel portare avanti la società, ma anche un iniziale desiderio di riscatto da una condizione femminile di secondo piano in una società maschilista. Una condizione che si estende ai gusti letterari del pubblico dell'epoca in cui ogni storia o romanzo con protagonista una giovane donna deve terminare col matrimonio o con la sua prematura scomparsa. Nel racconto talvolta sempre le scelte delle protagoniste del partner non risultano felici,se si è pressati da gravi problemi economici, tanto da non considerare fondamentale in un rapporto di coppia la reciprocità dell'innamoramento.Nelle scene di feste danzanti gli uomini, candidati al matrimonio appaiono anonimi, senza coraggio ed insignificanti, le donne interessate all'eleganza dell'abito, più che all'incontro decisivo per la loro vita. Il ritmo del film, che prevede dei flash back è alquanto serrato e i continui cambi di scena fanno pensare ad un'ipercinesia delle protagoniste, ma probabilmente il montaggio della pellicola prevedeva anche scene da tagliare al fine di evitare l'eccessiva durata del film.(135 min).Ma le storie drammatiche, gioiose e parallele di queste sorelle meritavano il giusto approccio nè essere troppo ridotte per meglio apprezzare i rispettivi stati d'animo delle protagoniste durante le vicende vissute .Sullo sfondo i si intravede l'esigenza di vivere in una grande città come New York e il sogno del viaggio in Europa, che solo una delle sorelle riesce a realizzare. Nelle ultime scene in un ritmo serrato si assiste alla appassionata composizione del testo del libro "Piccole donne", finalmente pubblicato su pressante richiesta anche del pubblico con la descrizione accurata e progressiva delle tecniche di stampa fino alla rilegatura della vellutata copertina rossa.
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ruger357mgm
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domenica 12 gennaio 2020
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energetico
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Non essendo donna, né avendo mai , per la stessa ragione,avuto la curiosità di leggere il libro di L.M. Alcott e pur conservando memoria della versione con Elizabeth Taylor, non avendolo mai visto fino alla fine, mi sono accostato con curiosità a questa riedizione 3.0 " All stars ".Ho visto un' opera ben congegnata sotto il profilo della tecnica cinematografica, connotata da un apparente ipercinetismo dei personaggi,almeno per la prima mezz'ora.Balli,corse,baruffe,incrociati con primi piani e uso del ralenty non riescono tuttavia a far decollare il racconto che, per la restante ora e mezza , si pasce di una serie infinita di primi piani di Saoirse, personaggio centrale della storia che da sola non regge il peso della narrazione.
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Non essendo donna, né avendo mai , per la stessa ragione,avuto la curiosità di leggere il libro di L.M. Alcott e pur conservando memoria della versione con Elizabeth Taylor, non avendolo mai visto fino alla fine, mi sono accostato con curiosità a questa riedizione 3.0 " All stars ".Ho visto un' opera ben congegnata sotto il profilo della tecnica cinematografica, connotata da un apparente ipercinetismo dei personaggi,almeno per la prima mezz'ora.Balli,corse,baruffe,incrociati con primi piani e uso del ralenty non riescono tuttavia a far decollare il racconto che, per la restante ora e mezza , si pasce di una serie infinita di primi piani di Saoirse, personaggio centrale della storia che da sola non regge il peso della narrazione. Il parterre di protagoniste, da Emma Watson a Meril Streep, con il soprammobile di lusso Timothee Chalamet, concorre a dare luminosità alla trama , arricchita per l' occasione da inserti politically correct tesi a sostenere l'eguaglianza di genere,sostanziale ed economica. Fotografia ariosa e panoramiche ispirate ai paesaggisti anglo sassoni, non sanano costumi, specie maschili, eccessivi e oversize. La storia delle sorelle March é abbastanza nota e il film segue , bene o male, il filo dei romanzi , ruotando il microcosmo ed il lessico familiare attorno ai matrimoni ed al valore economico di questi ultimi.L' happy ending , sperato fino all'ultimo ultimo, arriva salvifico e liberatorio lasciandoci in bocca un sapore di corbezzolo e di antichi giovanili afrori....
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marzia
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domenica 12 gennaio 2020
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bellissima scenografia e costumi
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Anche se all'inizio il film mi ha convinto poco, durante la proiezione mi ha attratto e la visione è stata piacevole. Bellissime scene, costumi e colori. Ottima l'ambientazione
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