
Un thriller sul lato più nero della coscienza, purtroppo non all'altezza delle ambizioni. Recensione di Andrea Fornasiero, legge Filippo Scarafia.
di A cura della redazione
Francesco Prencipe è vicequestore e amico del giudice Giovanni Mastropaolo, oltre che dell'avvocato Giorgio, che ha smesso di esercitare dopo una caduta nell'alcolismo. Quando il giudice Mastropaolo viene trovato ucciso, Francesco, che è l'ultimo ad averlo visto, è il principale indiziato.
Tra noir, mèlo e flashback da romanzo di formazione, la sceneggiatura è più caotica che appassionante, tanto che alla fine il colpo di scena risulta sommerso in un via vai di salti temporali.
Buona la prima sequenza di inseguimento e la capacità di accompagnare i personaggi nell'azione.
Ma ciò non basta alla riuscita del film, che risulta troppo dichiarato nelle proprie ambizioni di apologo sul Male e non abbastanza sottile nella scrittura per rendere inquietante questa oscurità di fondo.
In occasione dell'uscita al cinema di Non sono un assassino, Filippo Scarafia interpreta la recensione di Andrea Fornasiero.