flaw54
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domenica 29 dicembre 2019
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ritorno all' antico
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Ozpetek ritorna alle origini. Certo è un film in molte parti già visto, ma è ben recitato e affronta problemi veri, seppur sempre borderline. Leo e Accorsi sono bravissimi. Solo la trasformazione della Alberti nel finale mi ha lasciato perplesso: si è trasformata in una sorta di assassino di Dario Argento.
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ghisi grütter
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domenica 29 dicembre 2019
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i soliti diversi
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Il cuore della storia del tredicesimo film di Ferzan Ozpeteck, è la crisi di una coppia gay. Alessandro e Arturo (interpretati rispettivamente da Edoardo Leo e Stefano Accorsi) vivono da circa quindici anni nell’appartamento con terrazza di Alessandro in Via della Lega Lombarda a Roma, in una casa progettata da Innocenzo Sabbatini per l’Istituto Case Popolari del Tiburtino II. Alessandro fa l’idraulico, e ospita Arturo, un intellettuale scrittore che si guadagna da vivere facendo traduzioni. Insieme compongono una coppia stanca della quale il regista ci fa esplorare le crepe così come le differenze di classe emergenti.
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Il cuore della storia del tredicesimo film di Ferzan Ozpeteck, è la crisi di una coppia gay. Alessandro e Arturo (interpretati rispettivamente da Edoardo Leo e Stefano Accorsi) vivono da circa quindici anni nell’appartamento con terrazza di Alessandro in Via della Lega Lombarda a Roma, in una casa progettata da Innocenzo Sabbatini per l’Istituto Case Popolari del Tiburtino II. Alessandro fa l’idraulico, e ospita Arturo, un intellettuale scrittore che si guadagna da vivere facendo traduzioni. Insieme compongono una coppia stanca della quale il regista ci fa esplorare le crepe così come le differenze di classe emergenti. Arturo ha rinunciato a una carriera prestigiosa (o almeno così crede) per venire a stare a Roma da Alessandro, che invece, più proletario, lavora e porta i soldi a casa.
Sul terrazzo della loro ampia casa si fanno spesso cene comunitarie allargate ai vicini, che sono anche i loro amici. Questi sono, nello stile ozpeteckiano, un’accozzaglia di persone diverse: Mina (interpretata da Cristina Bugatty), una transgender organizzatrice di matrimoni, Ezra, l‘amica single turca (interpretata dalla solita Serra Yilmaz), una coppia di negozianti anziani di cui lui un po' ritardato (Filippo Nigro e Pia Lanciotti), un travestito e una badante nera. Le terrazze degradanti dell’edificio, detto appunto la “Casa del Sole”, creano una visione da villaggio che si somma alla convivialità tipica delle feste e delle tavolate dei film di questo regista italo-turco.
Un giorno mentre si sta festeggiando l‘unione civile di una loro coppia di amici, arriva Anna Maria Muscarà (Jasmine Trinca), la loro carissima amica che li ha fatti conoscere e che è stata l’ex fidanzata di Alessandro. Vive a Palestrina dove lavora presso il Museo Archeologico Prenestino (nel palazzo Colonna Barberini del XII secolo) adiacente al tempio della Fortuna Primigenia. Ha due figli Martina (Sara Ciocca) ed Alessandro (Edoardo Brandi) di padri diversi che cresce da sola e, poiché si deve fare una serie di analisi in ospedale, affida temporaneamente i suoi figli ad Alessandro e Arturo.
Intensa è la scena in terrazzo della danza sotto la pioggia cui partecipa anche Anna Maria uscita appositamente dall’ospedale per poche ore: «Non è importante come affrontare la tempesta ma come imparare a ballare sotto la pioggia» recita una frase di Gandhi.
La storia è tutta qui, essendo la coppia alle prese con la loro crisi ha difficoltà ad occuparsi dei bambini affettuosi che hanno bisogno di attenzioni mentre la madre è in attesa di un intervento al cervello. Pensano, pertanto, di portare i bambini dalla nonna a Palermo - anzi a Bagheria - dove Anna Maria è cresciuta. I rapporti tra questa e sua madre sono pessimi, lei fuggì a suo tempo da lì e non ci è più tornata. Elena (Barbara Alberti), la baronessa madre, non può certo condividere le scelte di vita un po' sbadate fatte dalla figlia. Anna Maria è recalcitrante ma poi, rendendosi conto delle difficoltà di Alessandro, accetta che i figli conoscano la nonna e stiano lì con lei per un breve periodo.
Il personaggio di Stefano Accorsi - al suo terzo film con Ozpeteck, sembra una logica prosecuzione di quello di Michele, interpretato ne “Le Fate ignoranti” del 2001. Edoardo Leo è al suo primo film con questo regista e dà una eccezionale prova del suo impegno.
Nel film si ritrova tutto il repertorio classico del regista italo-turco, specialmente dei suoi primi film: dalla famiglia allargata alle coppie LGBT ai movimenti della macchina da presa alle passioni melodrammatiche, alla musica leggera costante (Mina e Ivan Fossati). Immancabile una casa storica: a Bagheria nella Villa settecentesca Valguarnera abita la baronessa Elena, mamma cattivissima di Anna Maria. “La Dea Fortuna” infatti, si apre proprio con una carrellata che inizia dagli affreschi notevoli e inquietanti della villa.
Poco convincente come casa di un idraulico, invece, è l’appartamento romano con terrazza, pieno di libri e arredato in modo sobrio, sembrerebbe più essere messo su solo da Arturo.
La canzone scritta da Ivano Fossati e cantata da Mina “Luna Diamante”, sintetizzando un difficile amore tra il ritorno e l’addio, domina nel film e si alterna a silenzi totali.
Il film sul finale però lascia un po' perplessi: l’eccesso di malvagità in Elena a contrasto con il “buonismo” della coppia gay è un po' troppo schematico e molto poco convincente.
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mauro
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domenica 29 dicembre 2019
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manca qualcosa
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Il film non mi ha convinto completamente.
La regia mi è piaciuta molto.
La trama è debole.
Il cast così così.
Il film però si lascia vedere.
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lucius
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domenica 29 dicembre 2019
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benvenuta era dell'acquario
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Se qualcuno nutriva ancora dubbi circa l'inizio effettivo dell'Era dell'Acquario, guardando l'ultimo film di Ozpetek "La Dea Fortuna", sarà costretto a ricredersi, tanta è la forza, sottile ma pervasiva, con cui il regista ci mostra i suoi segni più evidenti. Un film dedicato all'Amore, quello con la "A" maiuscola, che supera tutti gli schemi che la Società attuale ha generato per imbrigliarlo, cercando di dargli connotazioni legali facilmente riconoscibili e dunque condivise. Non importa se la relazione in cui sboccia sia tra adulti delo stesso sesso, tra grandi e piccoli, tra persone di sesso diverso... come non importa se i nostri malanni fisici o psichici ci impediscono una vita secondo la norma scritta da altri, l'Amore, con sua immensa forza ed imprevedibilità, si fa riconoscere con i suoi richiami potenti.
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Se qualcuno nutriva ancora dubbi circa l'inizio effettivo dell'Era dell'Acquario, guardando l'ultimo film di Ozpetek "La Dea Fortuna", sarà costretto a ricredersi, tanta è la forza, sottile ma pervasiva, con cui il regista ci mostra i suoi segni più evidenti. Un film dedicato all'Amore, quello con la "A" maiuscola, che supera tutti gli schemi che la Società attuale ha generato per imbrigliarlo, cercando di dargli connotazioni legali facilmente riconoscibili e dunque condivise. Non importa se la relazione in cui sboccia sia tra adulti delo stesso sesso, tra grandi e piccoli, tra persone di sesso diverso... come non importa se i nostri malanni fisici o psichici ci impediscono una vita secondo la norma scritta da altri, l'Amore, con sua immensa forza ed imprevedibilità, si fa riconoscere con i suoi richiami potenti. L'Amore supera la relazione e, all'occorrenza, se ne serve. Perchè la relazione è fatta di piccole e grandi difficoltà, con le quali l'umana specie convive da sempre. La gelosia ed il possesso, e la trasgressione che ne consegue, fanno da sfondo agli eventi importatni della vita . Una vita che abbozza i punti salienti che a ciascuno di noi tocca unire. Il momento lo sceglie il fato, o la sua Dea , la Fortuna, che lancia forte il suo messaggio... gli eventi precipitano e solo allora possiamo,e dobbiamo,agire.
Siamo effettivamente piccoli e sperduti in un mondo che ci ignora, quando recriminiamo sul passato che ci ha lasciato ferite profonde.
Ma riusciamo ad essere grandi riconoscendo, accettando ed amplificando quella scintilla d'amore che ci fa abbattere tutte le barriere, interne soprattutto, che il quotidiano, fatto di regole senza amore, erige a difesa di una società che non ci corrisponde... E allora , senza dubbio, Creonte non ci interessa più, siamo tutti, con sicurezza e determinazione, con Antigone.
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no_data
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sabato 28 dicembre 2019
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che noia!
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Ozpetek fa sempre lo stesso film: belle case, stupende terrazze, grandi pranzi con gli amici variamente assortiti, e problemi di coppie (di solito gay).. Il film procede stancamente, con tanti cliché e scene prevedibili. Accorsi sembra imbalsamato tanto il suo personaggio è uno stereotipo senza spessore. Edoardo Leo molto più credibile, ma il macho che fa il lavoro manuale e porta a casa i soldi in coppia con il pseudo intellettuale fallito si è visto migliaia di volte, e qui i personaggi sono ridotti a macchiette. Molto bravi i bambini. Insomma una vera delusione, temo che i tempi delle Fate ingnoranti siano definitivamente tramontati.
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barone di firenze
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sabato 28 dicembre 2019
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una bella favola moderna
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Oramai Ozpetek, ci ha abituato alle sue storie omo, ma come sempre affascinano e fanno capire a chi non lo è il mondo di depressione e passione di chi lo vive, finalmente finendo in empatia e togliendo tutte le etichette. Detto questo il film è coinvolgente Di Leo si riconferma l'attore Italiano del momento Bonaccorsi lo sapevamo già. Jasmine Trinca è veramente bava, quello che capisco meno è il cameo dell'obesa attrice turca che infila in tutti i suoi film. Buon film tutto sommato e alla fine ci si commuove
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mamad
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sabato 28 dicembre 2019
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bellissimo
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Un film coinvolgente, l'interpretazione dei protagonisti eccellente, è la cosa che mi ha catturata per tutto il film, hanno trasmesso perfettamente ogni emozione.
Un film ben bilanciato fra ironia romana, sentimenti e drammaticità.
Un film pulito, un esempio che si può parlare di amore e di sessosenza una scena spinta, ma senza per questo togliere quella carica di erotismo che traspariva nello sguardo dei protagonisti.
Un film da vedere.
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nino pellino
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venerdì 27 dicembre 2019
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un ozpetek molto ispirato
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Il tema dell'omosessualità, sempre presente in ogni film di Ozpetek, con questa pellicola raggiunge vette di un lirismo ispirativo a dir poco considerevole. In "La Dea fortuna" si narra la storia di una coppia omosessuale in crisi che comunque riesce a trovare la forza di non separarsi grazie all'appoggio morale e al valore dell'amicizia trasmesso dai propri vicini di casa e soprattutto quando il destino riserverà alla coppia la responsabilità di dovere accudire i figli di una loro amica che sta attraversando un brutto periodo a causa di problemi personali di salute. In questo film ho trovato un Ozpetek sensazionalmente ispirato e in grado di farci riflettere sulle tematiche legate all'omosessualità e ai relativi risvolti sul senso di realizzazione esistenziale nella vita.
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Il tema dell'omosessualità, sempre presente in ogni film di Ozpetek, con questa pellicola raggiunge vette di un lirismo ispirativo a dir poco considerevole. In "La Dea fortuna" si narra la storia di una coppia omosessuale in crisi che comunque riesce a trovare la forza di non separarsi grazie all'appoggio morale e al valore dell'amicizia trasmesso dai propri vicini di casa e soprattutto quando il destino riserverà alla coppia la responsabilità di dovere accudire i figli di una loro amica che sta attraversando un brutto periodo a causa di problemi personali di salute. In questo film ho trovato un Ozpetek sensazionalmente ispirato e in grado di farci riflettere sulle tematiche legate all'omosessualità e ai relativi risvolti sul senso di realizzazione esistenziale nella vita. Quasi un capolavoro.
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stefania guidi
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venerdì 27 dicembre 2019
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la dea romana del caso
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La dea fortuna
Per i Romani il termine fortuna significava "caso" e ognuno lo determinava per se stesso Stefano Accorsi e Alessandro Leo sono gay, ma il loro rapporto ormai è logorato dal tempo. La passione sì è affievolita e i motivi di scontro sono molteplici, alcuni pretestuosi. Ma arriva Adriana che affida loro i suoi bambini, per lei il tempo è sul finire e non le rimane che trovare un rifugio sicuro per i piccoli, lontano dalla propria madre, una ricca megera sadica che già aveva rovinato lei e il fratello Belle le scene ma la narrazione procede con un ritmo lentissimo e i due protagonisti, per quanto si sforzino, non fanno trapelare alcuna emozione e mentre Accorsi era attendibile come gay nelle " Fate ignoranti" qui recita in modo caricato con un look che riesce a imbruttirlo non poco.
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La dea fortuna
Per i Romani il termine fortuna significava "caso" e ognuno lo determinava per se stesso Stefano Accorsi e Alessandro Leo sono gay, ma il loro rapporto ormai è logorato dal tempo. La passione sì è affievolita e i motivi di scontro sono molteplici, alcuni pretestuosi. Ma arriva Adriana che affida loro i suoi bambini, per lei il tempo è sul finire e non le rimane che trovare un rifugio sicuro per i piccoli, lontano dalla propria madre, una ricca megera sadica che già aveva rovinato lei e il fratello Belle le scene ma la narrazione procede con un ritmo lentissimo e i due protagonisti, per quanto si sforzino, non fanno trapelare alcuna emozione e mentre Accorsi era attendibile come gay nelle " Fate ignoranti" qui recita in modo caricato con un look che riesce a imbruttirlo non poco. Nella trama i personaggi sono tutti sfortunati: La madre deve morire, i bimbi sono orfani, la coppia gay è sul punto di lasciarsi e via dicendo... Ma interviene la dea Fortuna: se strizzi gli occhi e guardi la persona che vuoi in volto , la sua anima sarà tua e non vi lascerete mai...e tutto si rovescia in positivo. È un Opzetek che ricopia sé stesso, per niente originale , faticoso da seguire con attenzione. Belle le immagini, la musica sa di nenia noiosa. Non lo consiglio
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venerdì 27 dicembre 2019
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via della lega lombarda
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Il film è ambientato praticamente tutto, terrazza, esterni, a via della lega lombarda, tra i lotti di s. Ippolito, non ostiense.
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