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angeloumana
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domenica 29 aprile 2018
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in attesa dell'epilogo
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Sarà stato un caso ma entrare al cinema di una città media alle 19 di un giovedì qualsiasi e trovarci 3 spettatori in tutto fa pensare che l'argomento non interessa più, non ci tocca: Lui, l'innominato innominabile, la brutta copia dell'italiano medio o la copia a cui l'italiano medio si è sempre ispirato non ci smuove più di tanto. Resta da chiedersi quale elettore (medio) gli ha prodotto il risultato del 14% alle ultime elezioni del 4/3/2018, forse un po' di suoi coetanei che pensano ai passati “successi”, gente che in lui si è identificata come in un campione che ha fatto della sua vita ciò che essi sognavano; o forse molti suoi feudatari interessati e dall'ometto beneficiati, che sperano di partecipare ancora un po' alle scorpacciate di cui hanno ricordo.
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Sarà stato un caso ma entrare al cinema di una città media alle 19 di un giovedì qualsiasi e trovarci 3 spettatori in tutto fa pensare che l'argomento non interessa più, non ci tocca: Lui, l'innominato innominabile, la brutta copia dell'italiano medio o la copia a cui l'italiano medio si è sempre ispirato non ci smuove più di tanto. Resta da chiedersi quale elettore (medio) gli ha prodotto il risultato del 14% alle ultime elezioni del 4/3/2018, forse un po' di suoi coetanei che pensano ai passati “successi”, gente che in lui si è identificata come in un campione che ha fatto della sua vita ciò che essi sognavano; o forse molti suoi feudatari interessati e dall'ometto beneficiati, che sperano di partecipare ancora un po' alle scorpacciate di cui hanno ricordo. Và detto che l'uomo del fare ,così si definisce il Tony Servillo che gli dà le sembianze esagerate grottesche e caricaturali, un po' di profitto lo ha arrecato: oltreché ai suoi feudatari e cortigiani ai tanti giornalisti scrittori e creatori di programmi mediatici che ne hanno scritto, per informarci o per compiacerlo. Insomma l'uomo del faresi è dato da fare e nemmeno a 82 anni puo' starsene con le mani in mano: con la scusa del Paese che amo vuole risultare presente, ricorda l'ex giovane sindaco di Firenze che gli tributò un viaggio ad Arcore e i tanti che non possono vivere senza stare in scena.
Per il resto il film sembra una continuazione de La grande Bellezza con qualche scena di Youth, il Jepp Gambardella attorniato da un mondo di comparse in cerca di carriera o comparsate – in tv o in politica - è sempre lì, lì nel mezzo(da Luciano Ligabue). Sorrentino non può fare a meno delle maschere, degli animali umani o reali di cui popola i suoi film: una rappresentazione grottesca della nostra italietta. Meraviglia il numero di comparse che lo popolano come in uno stadio, dove le avrà trovate? E in larga maggioranza ragazze e fustacchioni ben fatti, tutti a proporsi al drago pur di apparire e sopravvivere, e fu come allontanarsi un po' la pistola di un mattino(da Roberto Vecchioni), la pistola dell'oblìo (vedi l'igienista dentale Minetti o il fine dicitore Bondi, qui impersonato da Fabrizio Bentivoglio, o un “trota” o una Ruby qualsiasi). E per qualche chiappa di sedere femminile dev'essere stato un punto d'arrivo tatuarsi il faccione ghignante dell'idolo, per esporlo alla vista dell'utilizzatore finaledi turno.
Un pizzico di umanità è dato da Riccardo Scamarcio, che dà voce e immagine a Gianpi Tarantini in attesa di conoscere “Lui” per sfondare nel mondo degli affari, e che si preoccupa dei risparmi che sta investendo in quell'impresa e che stanno per finire. Altro tocco umano è la comparsa nel film di Fabio Concato, che improvvisamente appare nel giardino di Villa Certosa in Sardegna (però, che bravo è stato il Belluscone imprenditore...e quante ville, anche rubate), e canta alla coppia B.-Lario Che domenica bestiale, la canzone del loro primo appuntamento, in attesa che il ciarpame senza pudore, di cui la “poveretta” si accorse solo dopo 26 anni di matrimonio, inondi le residenze private dell'ometto coi tacchi. La cosa avverrà prevedibilmente in Loro2 del quale l'andamento un pochino “sbadiglioso” diLoro1fa pensare a un epilogo definitivo di quella vita che ha solo dato spettacolo furbo.
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[+] meglio un vecchio capace che un giovane incapace
(di robertols)
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frankc
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sabato 28 aprile 2018
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il padrino e non
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mi sembra divertente e grottesco,non ci si annoia ed ovviamente aspetto loro 2 per trarre le mie conclusioni .intanto, penso alla canzone di Vasco....una vita spericolata,oppure vado al massimo.
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sabato 28 aprile 2018
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vedremo
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vedremo stasera quanto vale questo film
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maurizio.meres
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sabato 28 aprile 2018
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l'immagine della falsità
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Primo capitolo della messa in scena della vita dell'uomo che negli ultimi vent'anni è riuscito a far emergere pubblicamente tutti i vizi capitali intorno a lui,dalla corruzione più frenata e spudorata,in una sorta di medio evo rivisitato ai giorni nostri la sceneggiatura si accentra soprattutto sul suo seguito,il potere,il successo,ma soprattutto il denaro che anch'esso a sua volta viene emarginato come una conseguenza della disuguaglianza sociale,in una libertà di potere politico dove dove il malaffare è talmente evidente che si può quasi toccare,questo diventa l'esempio che un immagine grottesca,senza sentimenti e senza un briciolo di cultura diffonde nei vari ceti sociali,e che il suo seguito ancora produce seguaci.
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Primo capitolo della messa in scena della vita dell'uomo che negli ultimi vent'anni è riuscito a far emergere pubblicamente tutti i vizi capitali intorno a lui,dalla corruzione più frenata e spudorata,in una sorta di medio evo rivisitato ai giorni nostri la sceneggiatura si accentra soprattutto sul suo seguito,il potere,il successo,ma soprattutto il denaro che anch'esso a sua volta viene emarginato come una conseguenza della disuguaglianza sociale,in una libertà di potere politico dove dove il malaffare è talmente evidente che si può quasi toccare,questo diventa l'esempio che un immagine grottesca,senza sentimenti e senza un briciolo di cultura diffonde nei vari ceti sociali,e che il suo seguito ancora produce seguaci.
Cast di attori di primissima scelta,con il solito Servillo in cattedra,impressionante la facilità con cui riesce ad entrare nel profondo intimo del personaggio.
Il perché un maestro come Sorrentino si è appassionato a questo personaggio tanto da raffigurarlo attraverso due film sinceramente faccio fatica,nel comprendere il perché,aspetterò il secondo.
Cinematograficamente parlando il film è ottimo con le atmosfere giuste che sono uniche quando si vede un film di Sorrentino ,scelta giusta delle scenografie soft e allo stesso tempo fredde per la tematica immorale del film,dialoghi appropriati,con sguardi sempre di stupore e di adorazione quando i seguaci guardano e ascoltano sua maestà.
Aspettiamo loro due.
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[+] un film celebrativo
(di siebenzwerg)
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alesimoni
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sabato 28 aprile 2018
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aspettiamo, ma...
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Risulta arduo dare un giudizio su un'opera incompleta, è più giusto esprimersi dopo aver visto il 2. Posso parlare delle sensazioni suscitate da questo primo capitolo e non sono sicuramente all'altezza di quelle dovute agli altri lavori del genio napoletano.La grottesca scena iniziale mi è sembrata un po' troppo forzata e anche realizzata maluccio, per il resto si intuisce la chiave di lettura che il regista può aver dato all'era berlusconiana: un decadimento vertiginoso della morale e dei valori fondanti della società dovuti proprio all'idea di Italia perpretata da LUI e dal suo impero mediatico. Il tutto visto attraverso la becera mercificazione del corpo femminile e da un abuso costante di diversi tipi di stupefacenti.
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Risulta arduo dare un giudizio su un'opera incompleta, è più giusto esprimersi dopo aver visto il 2. Posso parlare delle sensazioni suscitate da questo primo capitolo e non sono sicuramente all'altezza di quelle dovute agli altri lavori del genio napoletano.La grottesca scena iniziale mi è sembrata un po' troppo forzata e anche realizzata maluccio, per il resto si intuisce la chiave di lettura che il regista può aver dato all'era berlusconiana: un decadimento vertiginoso della morale e dei valori fondanti della società dovuti proprio all'idea di Italia perpretata da LUI e dal suo impero mediatico. Il tutto visto attraverso la becera mercificazione del corpo femminile e da un abuso costante di diversi tipi di stupefacenti. Quest'insistenza sul sesso l'ho trovata un po' esagerata e a volte ripetitiva, come per riempire degli spazi e Kasia Smutniak non mi è sembrata affatto a proprio agio nei panni della dominatrice. Poi Sorrentino è sempre un grande artista, quindi il mix di immagini, slow motion e suoni funziona sempre alla grande e ogni inquadratura non è mai banale, fantastica la scena della piscina in Sardegna. Toni Servillo per quel poco che si vede mi è sembrato come al solito molto credibile: spaccone, egocentrico,sarcastico, cattivo. All'uscita dalla sala però mi è rimasto molto poco negli occhi e nelle mente, ed una sensazione di già visto molto forte. Aspettiamo un po'.....
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vincenzoambriola
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venerdì 27 aprile 2018
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lui, sempre lui, solamente lui
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Mezzo film, mezzi pensieri, molto negativi, molto tristi. Una figura politica che ha cambiato l'Italia, presentata nella sua infantile e inutile solitudine. Inaccessibile a tanti e vittima di pochi, anzi, poche persone. Sorrentino è riuscito a parlare di Lui, mostrando ombre al posto di personaggi, squallide figure che a fatica respirano e danno segni di vita cerebrale. Sorrentino non è riuscito a raccontarlo, nella sua vera foga, nel suo delirio di potere, di disordine morale. Non è però Sorrentino il colpevole, il responsabile di questa piatta pellicola. E' Lui, sempre Lui, solamente Lui.
[+] ha cambiato l'italia o l'ha solo fotografata?
(di angeloumana)
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miciomicio
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venerdì 27 aprile 2018
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sorrentino ha fatto centro ancora!!!
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Attori strepitosi, sceneggiatura perfetta, perfino Scamarcio se la cava egregiamente, strepitosi Servillo /Bentivoglio. Bello!!!!!
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freerider
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venerdì 27 aprile 2018
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un mosaico ready-made
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Non è difficile comprendere perché Paolo Sorrentino abbia trovato interesse cinematografico in una figura pubblica ingombrante ma ormai in declino, nonostante al pubblico probabilmente non mancasse per nulla una versione del Cavaliere su grande schermo: verosimile che il regista abbia scorto nella variegata realtà che la cronaca ha negli anni disvelato attorno al noto personaggio l’universo (per non dire il pretesto) ideale per azionare il riavvio di una sarabanda di situazioni e fauna umana per nulla distanti da quelle che vorticavano nella Grande Bellezza: arrivisti, leccapiedi, intrallazzoni, galoppini, escort, aspiranti-qualsiasicosa disposte a qualsiasicosatutti brulicanti attorno a feste, festini, ville, piscine, sostanze chimiche, sport costosi, giardini all’inglese insomma tutto quel tipo di mondo con relativo decor vip-trash, quello che (fortunatamente) rispecchia la vita del 5 per mille dei cittadini italiani ma verso la cui rappresentazione il regista napoletano conferma particolare inclinazione.
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Non è difficile comprendere perché Paolo Sorrentino abbia trovato interesse cinematografico in una figura pubblica ingombrante ma ormai in declino, nonostante al pubblico probabilmente non mancasse per nulla una versione del Cavaliere su grande schermo: verosimile che il regista abbia scorto nella variegata realtà che la cronaca ha negli anni disvelato attorno al noto personaggio l’universo (per non dire il pretesto) ideale per azionare il riavvio di una sarabanda di situazioni e fauna umana per nulla distanti da quelle che vorticavano nella Grande Bellezza: arrivisti, leccapiedi, intrallazzoni, galoppini, escort, aspiranti-qualsiasicosa disposte a qualsiasicosatutti brulicanti attorno a feste, festini, ville, piscine, sostanze chimiche, sport costosi, giardini all’inglese insomma tutto quel tipo di mondo con relativo decor vip-trash, quello che (fortunatamente) rispecchia la vita del 5 per mille dei cittadini italiani ma verso la cui rappresentazione il regista napoletano conferma particolare inclinazione.
Loro1, per quanto si può giudicare senza aver visto Loro2, non ha certamente tra i suoi obiettivi la denuncia ma nemmeno l’analisi dei fatti realmente accaduti e ciò è evidente sia per il tono surreale della rappresentazione che per gli esigui elementi riconducibili alla cronaca (cronaca rosa più che politica o giudiziaria) che sono per l’appunto più che noti e acclarati e vertono soprattutto sull’aspetto privato e relazionale del protagonista e cioè il lato più agile da filmare e anche quello che riempie con più esuberanza lo schermo. Il film è di fatto un (altro) mosaico di (mala)vita capitolina, infatti nonostante il protagonista sia milanese e Servillo si sforzi di imitarne l’accento il regista si concentra sul capitolo politico e dunque romano della sua storia, ritagliandosi così nuovamente l’opportunità di muoversi negli ambienti con cui ha più familiarità. E’ così che con la consueta libertà di sceneggiatura, sempre in bilico tra estro e disimpegno, si aprono e si chiudono siparietti simbolisti, sequenze puramente vouyeristiche, scene che rigurgitano la nota volgarità televisiva senza una rielaborazione che possa dare un senso al ritrovarla anche qui, in poche parole un assemblaggio di estetica ready-made solo in apparenza audace ma a ben vedere ben attento a non correre nessun rischio. I personaggi si palesano immediatamente per ciò che devono rappresentare, didascalie di se’ stessi senza sfumature o sottintesi (le donne si insultano da sole, addirittura a un certo punto compare un cartellino segnaposto con nome e cognome nel dubbio che la somiglianza dell’attrice con la persona reale non fosse sufficiente) e come se non bastasse ogni concetto è spiegato e ribadito da dialoghi esplicativi e già comprensivi di autovalutazione: tutte le figure in scena sembrano consapevoli del giudizio che lo spettatore deve avere di loro e anzi, gli risparmiano la fatica di maturarlo da se’ anticipandoglielo a parole. Insomma, quel che attinge - copiato pari pari, o meglio servito su un piatto d’argento - alla realtà è stranoto e ormai inerte, tutto ciò che invece è aggiunto risulta talmente costruito che anche gli eccessi e le invenzioni si potrebbero susseguire all’infinito senza spostare di un millimetro il risultato dalla fotografia di scena di un sovraccarico allestimento.
Insomma, Sorrentino ha scelto la sezione della parabola italica del Cavaliere che sembra effettivamente fatta apposta per ridare vita alla corte dei miracoli in cui Toni Servillo ci aveva già guidati una volta nei panni di Jep Gambardella, quale sia il valore aggiunto di questa “nuova” operazione rimane al giudizio degli spettatori.
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moskin
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venerdì 27 aprile 2018
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musica a palla montaggio serrato immagini strepitose
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Non é ancora un capolavoro, perché Manca la seconda parte che porterà a compimento un film che dividerà Critica e spettatori tra coloro a cui piacerà molto e quelli a cui non piacerà affatto. Questo accade spesso con i film di Sorrentino e in questo film c’é molto di molti dei film Sorrentino, dalla grande bellezza a this must be the place, passando per Young Pope al Divo, tutto assieme appunto. È un film potente, a tratti psichedelico...associazione musica ed immagini emozionanti, capaci di rendere eleganti e divertenti perfino Le scene più grottesche E di sesso pecoreccio. In questo film la storia è la cronaca (che non ci sono come nella maggior parte dei suoi Film), non serve, perché la conosciamo già.
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Non é ancora un capolavoro, perché Manca la seconda parte che porterà a compimento un film che dividerà Critica e spettatori tra coloro a cui piacerà molto e quelli a cui non piacerà affatto. Questo accade spesso con i film di Sorrentino e in questo film c’é molto di molti dei film Sorrentino, dalla grande bellezza a this must be the place, passando per Young Pope al Divo, tutto assieme appunto. È un film potente, a tratti psichedelico...associazione musica ed immagini emozionanti, capaci di rendere eleganti e divertenti perfino Le scene più grottesche E di sesso pecoreccio. In questo film la storia è la cronaca (che non ci sono come nella maggior parte dei suoi Film), non serve, perché la conosciamo già. Quello che Sorrentino mette in scena è la decadenza di un’epoca e di un ambiente di mezze figure disposte a quasi tutte per stare alla corte del Re. Ce la va vedere in un modo tale che più che di giudicare a volte si ha la tentazione farsi “tirar dentro”, di lasciarsi tentare dalla corruzione. Come verrà “trattato” da Sorrentino il Re lo capiremo solo nella seconda parte ...sicuramente non banale. Tutta da vedere.
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boffese
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venerdì 27 aprile 2018
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satyricon 2.0
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Sorrentino come sempre stilisticamente perfetto, dopo le ultime pellicole con evidenti piattezze nella sceneggiatura, questa volta alza il tiro e regala una pellicola satirica e divertente, aiutato molto da un soggetto che calza a pennello col trash e il grottesco che raffigura la pellicola.
Il film, ha una sua chiave originale ,nel non raccontare la denuncia del personaggio; il suo lato oscuro o crudele non viene rappresentato mai.
È una sorta di caricatura del berlusconismo, di Berlusconi dunque, ma sopratutto di tutto quello che gli gira attorno.
Molto bravi gli attori, anche Scamarcio considerato spesso più bello che bravo,qua fa centro. Servillo ovviamente è al centro del progetto e come sempre se la cava egregiamente.
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Sorrentino come sempre stilisticamente perfetto, dopo le ultime pellicole con evidenti piattezze nella sceneggiatura, questa volta alza il tiro e regala una pellicola satirica e divertente, aiutato molto da un soggetto che calza a pennello col trash e il grottesco che raffigura la pellicola.
Il film, ha una sua chiave originale ,nel non raccontare la denuncia del personaggio; il suo lato oscuro o crudele non viene rappresentato mai.
È una sorta di caricatura del berlusconismo, di Berlusconi dunque, ma sopratutto di tutto quello che gli gira attorno.
Molto bravi gli attori, anche Scamarcio considerato spesso più bello che bravo,qua fa centro. Servillo ovviamente è al centro del progetto e come sempre se la cava egregiamente.
Il vero capolavoro di Sorrentino è per me di gran lunga IL DIVO,qua siamo distanti da quella pellicola, anche perche il personaggio è trattato in modo completamente diverso.
Aspettando Loro 2, voto 8- -
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