ritacirrincione
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sabato 5 maggio 2018
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il trionfo dell’estetica trash
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Una pecora entra all’interno di una lussuosa villa sarda dove spicca un trittico di schermi su cui, in loop e in assenza di audio, scorrono l’immagine ammiccante di una valletta e scene di un telequiz condotto da un festoso Mike Bongiorno. Dopo un po’ la pecora cade a terra stecchita. Il film sarà costellato dalla visione allegorica di altri animali – un rinoceronte, un dromedario, un topo – come riferimenti simbolici di un altrove, di un simile o, come qui, di un prima. La scena rappresenta l’intro a un mondo creato da Lui/Dio (è così che viene chiamato Berlusconi), generatore di una nuova estetica, di un nuovo eros, di un nuovo sistema di relazioni e di valori propagati da apparecchi televisivi perennemente accesi.
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Una pecora entra all’interno di una lussuosa villa sarda dove spicca un trittico di schermi su cui, in loop e in assenza di audio, scorrono l’immagine ammiccante di una valletta e scene di un telequiz condotto da un festoso Mike Bongiorno. Dopo un po’ la pecora cade a terra stecchita. Il film sarà costellato dalla visione allegorica di altri animali – un rinoceronte, un dromedario, un topo – come riferimenti simbolici di un altrove, di un simile o, come qui, di un prima. La scena rappresenta l’intro a un mondo creato da Lui/Dio (è così che viene chiamato Berlusconi), generatore di una nuova estetica, di un nuovo eros, di un nuovo sistema di relazioni e di valori propagati da apparecchi televisivi perennemente accesi. Quasi una nuova cosmogonia. Per tutto il film gli avvenimenti politici che lo riguardano sono lasciati sullo sfondo: ad essere narrato, in un succedersi di feste e festini, è l’affaccendarsi di un’umanità fatta di affaristi senza scrupoli, politici corrotti, cocainomani, attricette, giullari, escort - Loro - per avere accesso a quello che sembra essere il solo luogo dove valga la pena vivere: la corte del Cavaliere.
Dopo circa un’ora di film, ridicolmente vestito da odalisca - quasi caricatura di quel mondo fatto di travestimenti, finti vulcani e messinscena da lui stesso creato - sotto lo sguardo gelido della moglie, compare Lui. Siamo nella fase finale del loro matrimonio e i suoi maldestri tentativi per salvarlo presto si riveleranno vani. Proprio in questo frangente un intuitivo Morra/Tarantini/Scamarcio, per penetrare nel cerchio magico del Cavaliere, affitta una grandiosa villa in Sardegna confinante con la sua e la dissemina di corpi di giovani escort come esche per agganciarlo, triste carnaio pulsante di sesso sotto una pioggia di ecstasy. È il preludio alle cosiddette feste eleganti; è il trionfo dell’estetica trash cosi ben rappresentata dalle sue TV che quel mondo rispecchiano e così efficacemente evocata nella scena del camion della nettezza urbana che uscendo di strada provoca una pioggia di spazzatura che incomincia a volteggiare nel cielo e che cadendo ricopre ogni cosa.
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ketty
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venerdì 4 maggio 2018
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chi ci salverà da loro/noi? the great beauty!
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Il film affronta con distacco quasi cronicistico un periodo storico afflitto dal berlusconismo più che dalla macchietta Berlusconi. Tutto è avvenuto come ce lo eravamo immaginato "Loro" soprattutto "Lui" sono spregevoli grotteschi e fecadenti, ma tutti vogliono essere o meglio avere come "Loro". Chi ci salverà dal Loro anzi da noi stessi? La grande bellezza, la natura l'ambiente, le belle opere d'arte e canzoni belle come quella di Concato che chiude la prima parte del dittico di Sorrentino. Fotografia al top in vero stile Sorrentino.
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salcat
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venerdì 4 maggio 2018
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prima parte promossa
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Lo stile di Sorrentino è inconfondibile e si fa sempre apprezzare. Riesce a rendere opera d'arte ciò che in altri film passa inosservato. L'unica critica che si può muovere è il non finale, come diversamente accade ad esempio in una trilogia. Non si chiude un capitolo della storia, improvvisamente viene tagliata. Una licenza che (forse) il regista può permettersi.
Si assiste ad una rappresentazione grottesca del presunto universo Berlusconi, dove si perde il confine tra la realtà e la finzione. Presunto perché in questo primo "episodio" il fulcro di questo universo non è Lui (che non ha nemmeno l'appellativo di dio) ma sono.
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Lo stile di Sorrentino è inconfondibile e si fa sempre apprezzare. Riesce a rendere opera d'arte ciò che in altri film passa inosservato. L'unica critica che si può muovere è il non finale, come diversamente accade ad esempio in una trilogia. Non si chiude un capitolo della storia, improvvisamente viene tagliata. Una licenza che (forse) il regista può permettersi.
Si assiste ad una rappresentazione grottesca del presunto universo Berlusconi, dove si perde il confine tra la realtà e la finzione. Presunto perché in questo primo "episodio" il fulcro di questo universo non è Lui (che non ha nemmeno l'appellativo di dio) ma sono... Loro.
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flyanto
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venerdì 4 maggio 2018
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berlusconi ed i suoi accoliti
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Dopo tanta attesa, esce finalmente in questi giorni nelle sale cinematografiche il nuovo film del regista Paolo Sorrentino, "Loro 1". "Loro 1" perchè, essendo eccessivamente lunga, la pellicola è stato divisa in due parti e pertanto tra un paio di settimane si assisterà all'uscita della seconda, "Loro 2".
Paolo Sorrentino, come nel suo precedente film "Il Divo" imperniato sulla figura di Giulio Andreotti, in "Loro 1" ritrae quella di Silvio Berlusconi e del suo entourage di politici e di giovani e belle donne che sempre lo hanno contornato e lo contornano. Il ritratto che il regista napoletano fa di Berlusconi , almeno in questa prima parte, è quello del suo lato umano e del suo stile di vita, altamente sopra le righe, più che della sua attività professionale e strettamente legata alla politica.
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Dopo tanta attesa, esce finalmente in questi giorni nelle sale cinematografiche il nuovo film del regista Paolo Sorrentino, "Loro 1". "Loro 1" perchè, essendo eccessivamente lunga, la pellicola è stato divisa in due parti e pertanto tra un paio di settimane si assisterà all'uscita della seconda, "Loro 2".
Paolo Sorrentino, come nel suo precedente film "Il Divo" imperniato sulla figura di Giulio Andreotti, in "Loro 1" ritrae quella di Silvio Berlusconi e del suo entourage di politici e di giovani e belle donne che sempre lo hanno contornato e lo contornano. Il ritratto che il regista napoletano fa di Berlusconi , almeno in questa prima parte, è quello del suo lato umano e del suo stile di vita, altamente sopra le righe, più che della sua attività professionale e strettamente legata alla politica.
Diviso in due parti, lo spettatore assiste, nella prima, alla presentazione del mondo variegato di persone (sia uomini che donne privi/e di ogni scrupolo e dignità ed all'insegna della falsità e dell'ipocrisia più totale, un baraccone, insomma) che si danno da fare con ogni mezzo al fine di ingraziarsi il suddetto uomo (che in questa prima parte non viene prima mai nominato) e di riuscire ad avere un qualsiasi contatto o, meglio, collaborazione con lui; nella seconda parte , invece, compare il personaggio di Silvio Berlusconi vero e proprio (e qui viene nominato col suo nome) nella fase iniziale di crisi coniugale con la moglie Veronica Lario.
Molte scene, come quelle dei festini popolati da belle e giovani donne e da uomini di ogni sorta arrampicatori sociali, richiamano direttamente quelle meno estese tempisticamente parlando de "la Grande Bellezza". Toni Servillo, attore 'feticcio' di Sorrentino , anche in "Loro 1 e 2" è presente interpretando molto efficacemente Silvio Berlusconi nei gesti, nelle espressioni del volto e persino nell'intonazione della voce, Elena Sofia Ricci impersona molto bene la moglie Veronica Lario ed intorno a loro altri attori , quali Riccardo Scamarcio , Fabrizio Bentivoglio, Richy Menphis e Kasia Kasia Smutniak, solo per citarne alcuni, danno vita in maniera più che egregia a personaggi, facilmente riconoscibili, del reale ambiente politico e non.
Insomma, un quadro sicuramente rappresentato in forma grottesca ed esagerata di un mondo che purtroppo però è costituito proprio in questa maniera con i suoi eccessi , i suoi difetti e, soprattutto, la sua eclatante superficialità.
Efficace e di effetto. Ora, però, non ci resta che attendere la seconda parte di questa lunga opera cinematografica.
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andreagiostra
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venerdì 4 maggio 2018
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il berlusconismo secondo sorrentino!
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Il nuovo film di Paolo Sorrentino, molto atteso da tutta la critica italiana e dagli appassionati di narrazioni filmografiche torbide di affari e di potere italico, ma estremamente contemporaneo ed attuale, si pone quale periscopio che vuole esplorare ed osservare, da una distanza lontana da pericoli di contaminazione, i moti d’animo, le turbolenze emotive, le ambizioni e i desideri non celati, i narcisismi cinici, la fede pagana incontrastata verso “lui”, di una parte consistente della società italiana degli ultimi 24 anni, ovvero, da quando il 26 gennaio 1994 Silvio Berlusconi è sceco in campo per fare politica attiva.
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Il nuovo film di Paolo Sorrentino, molto atteso da tutta la critica italiana e dagli appassionati di narrazioni filmografiche torbide di affari e di potere italico, ma estremamente contemporaneo ed attuale, si pone quale periscopio che vuole esplorare ed osservare, da una distanza lontana da pericoli di contaminazione, i moti d’animo, le turbolenze emotive, le ambizioni e i desideri non celati, i narcisismi cinici, la fede pagana incontrastata verso “lui”, di una parte consistente della società italiana degli ultimi 24 anni, ovvero, da quando il 26 gennaio 1994 Silvio Berlusconi è sceco in campo per fare politica attiva. Tutto ruota intorno alla figura dell’Unto del Signore, Silvio Berlusconi, ma non è lui, paradossalmente, il vero protagonista della narrazione del primo capitolo di “Loro” di Sorrentino che si sviluppa in un periodo che va dal 2006 al 2010, bensì la decadenza, la superficialità, l’approssimazione, la totale assenza di cultura, di etica e di morale, di una fetta consistente dei cortigiani del potere italiano degli ultimi due lustri, che ha contaminato fortemente i costumi e gli stili di vita dell’intera popolazione italiana. Il sesso, la droga, l’alcool, la perversione, sono gli ingredienti che caratterizzano i vari personaggi del racconto, disposti a tutto pur di essere notati e scelti per entrare a far parte del cerchio degli eletti del potentissimo protagonista, anelato dalle donne e invidiato dagli uomini. Il circo berlusconiano, descritto con intelligenza e ottima capacità di analisi psicologica, pullula di cortigiane, candide giovani disposte al sacrificio sessuale, faccendieri e imprenditori corrotti e collusi, politici di assai modeste qualità erti a statisti dell’ultim’ora, è quello narrato in questo primo capitolo. Bisogna osservare “loro” per comprendere “lui”, il regista, il potente, il presidente. In un certo qual modo, la formula utilizzata da Sorrentino in questo sua ultima opera, sembra essere la stessa de “Il Divo” (2008), dove il racconto del protagonista si sviluppa attraverso il racconto del sottobosco di personaggi squallidi e cinici che popolano la sua vita politica. Interessante la fotografia di Luca Bigazzi, che illumina di superficialità e di piattezza, quasi ceramica, i personaggi del racconto, in perfetta sintonia con la sceneggiatura.
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maria
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venerdì 4 maggio 2018
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quante stelle ? nemmeno una
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Volgare grossolano velleitario ( vedi metafora della pecora) insulso scontato ridondante (Veronica: sono qui per calare il sipario della nostra vita coniugale) noioso ripetitivo stancante.
Convince solo la di LUI apologia dell'imbroglio.
Mi verrebbe da chiedere il rimborso del biglietto.
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robertol
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giovedì 3 maggio 2018
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triste declino
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Ho visto il film in una sala deserta (io avevo un biglietto omaggio per fortuna) Film doppiamente triste perchè narra il declino di un grande uomo ( sebbene l'origianle sia meno rimbambito e meno arrapato rispetto al film), tuttavia a 82 anni la natura è difficile da contrastare, ma più triste è vedere il declino di un regista senza ispirazione sempre uguale a se stesso e solo 47 enne.
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teresa70
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mercoledì 2 maggio 2018
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sorrentino caricatura di se stesso
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Dentro Loro c’è di tutto.
C’è un po’ de La grande bellezza, un po’ di bagaglino , un po’ di filmetti scollacciati anni 80, un po’ Ciprì e Maresco. Il film delude perchè non colpisce, e lento, spesso annoia e sembra non saper dove andare.
Le scene di nudo ossessive stancano. Le patate al vento inutili.
La scena della pecora che muore di freddo darà nuova linfa a Crozza, ma sinceramente è terribile.
La metafora dei rifiuti su roma agghiacciante.
Peccato il tema era, anzi doveva essere epico.
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flaw54
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martedì 1 maggio 2018
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sorrentino sempre peggio
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Speriamo che Sorrentino termini qui la sua carriera! Insopportabilmente estetico, barocco, ridondante inomma insopportabile. Credo che l' ispirazione sia finita e il regista ricorre a scene viste e riviste che si rifanno alla grande bellezza in modo evidente e talvolta disturbante. Berlusconi è semplicemente una scusa per esprimere il suo esasperato ego con forme di un narcisismo nauseante. Vedrò anche il 2 nella speranza che Sorrentino si dedichi ad un lavoro più consono e adatto alle sue ( decisamente scarse ) possibilità.
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tmpsvita
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martedì 1 maggio 2018
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interessante e coinvolgente ma per ora incompleto
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Sorrentino racconta con molta ironia sia satirica che grottesca ma anche con rispetto e molta stima la vita di Berlusconi, o meglio un periodo di essa, probabilmente quello più difficile, speculato, polemizzato e conosciuto della sua vita sia privata che politica e dunque pubblica.
Diviso in due parti, la seconda esce a poche settimane di distanza dalla prima, un film che ha fatto discutere già molto prima della sua uscita, all'inizio per via del suo tema estremamente delicato per quanto interessante e poi proprio per via di questa discutibile, anche se comprensibile, divisione in due film (sicuramente per motivi di durata della pellicola ma anche e soprattutto per ragioni economiche, visto che in questo modo potrebbe guadagnare quasi il doppio) che ha portato il film ad essere escluso dalla selezione ufficiale per i film in concorso alla prossima edizione del festival di Cannes, quindi è stata alla fine un'arma a doppio taglio.
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Sorrentino racconta con molta ironia sia satirica che grottesca ma anche con rispetto e molta stima la vita di Berlusconi, o meglio un periodo di essa, probabilmente quello più difficile, speculato, polemizzato e conosciuto della sua vita sia privata che politica e dunque pubblica.
Diviso in due parti, la seconda esce a poche settimane di distanza dalla prima, un film che ha fatto discutere già molto prima della sua uscita, all'inizio per via del suo tema estremamente delicato per quanto interessante e poi proprio per via di questa discutibile, anche se comprensibile, divisione in due film (sicuramente per motivi di durata della pellicola ma anche e soprattutto per ragioni economiche, visto che in questo modo potrebbe guadagnare quasi il doppio) che ha portato il film ad essere escluso dalla selezione ufficiale per i film in concorso alla prossima edizione del festival di Cannes, quindi è stata alla fine un'arma a doppio taglio.
Per quanto mi riguarda, in fin dei conti, ho apprezzato questa scelta, anche stilistica se vogliamo, perché ha reso il film, naturalmente più breve e quindi godibile, ma anche molto più leggero e con un rischio molto ridotto di annoiare il pubblico visto il ritmo, comunque, molto lento e calmo dell'intero film.
Infatti per quanto sia una commedia con delle sfumature drammatiche molto lenta, soprattutto nello sviluppo della trama che in questa prima parte sembra solo quasi accennata, non mi ha mai annoiato o disinteressato, anzi proprio grazie al grande talento di Sorrentino con il suo modo unico di inquadrare le cose e di rendere il tutto estremamente esagerato e bizzarro quasi al limite del realistico ma allo stesso tempo credibile perché inserito in un contesto anch'esso estremo; e grazie ad un montaggio elegante che conferisce il giusto ritmo al film e grazie ad una colonna sonora moderna molto curata e atmosferica, il film riesce a catturare, per tutta la sua durata, l'attenzione dello spettatore che ne rimane totalmente coinvolto.
Merito anche delle straordinarie interpretazioni in primis quella di Toni Servillo che continua di ruolo in ruolo a stupire per il suo talento innato che lo ha reso forse il miglior attore italiano di questi anni, ottimo anche Bentivoglio e a dir poco sorprendente Scamarcio.
Purtroppo alla fine resta comunque la sensazione di aver visto un film a metà che ha detto poco di quello che vuole dire e che non raggiunge mai un apice perché impossibilitato da un taglio troppo netto e forte che lo rende appunto incompleto e quindi poco gratificante, Sorrentino avrebbe dovuto addolcire meglio, rendere meno sentita questa divisione.
Insomma un piccolo dispiacere alla fine rimane ma al tempo stesso non vedo l'ora di guardare la seconda e ultima parte per vedere che strada prenderà questo interessante e singolare progetto.
Voto: 7+/10
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