Titolo originale | Iuventa |
Anno | 2018 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia, Germania |
Durata | 84 minuti |
Regia di | Michele Cinque |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | ZaLab |
MYmonetro | 3,27 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 25 settembre 2018
Un percorso di lotta per la difesa dei diritti umani a cui è impossibile restare indifferenti.
CONSIGLIATO SÌ
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"Gioventù che salva". Questo è il significato di "Jugend Rettet", ONG fondata a Berlino nel 2016 da un gruppo di ragazzi con un unico obiettivo: inoltrarsi in mare aperto a bordo della nave Iuventa per salvare chi fugge dall'Africa verso l'Europa. Il loro sogno non è così semplice da realizzare: nonostante la nobiltà del loro progetto, le utopie giovanili infatti devono fare i conti con una dura realtà .
Quello di Michele Cinque è un documentario particolarmente valido perché, a differenza di altri, non si propone di convincere i già convinti della bontà dell'azione di questa ONG ma si rivolge a tutti.
Farebbero bene a vederlo anche coloro che hanno posizioni nettamente opposte perché questo non è un film manicheo. Non lo è perché all'inizio ci mostra un gruppo di giovani che si cimentano nell'impresa con la vivacità (e anche un po' l'incoscienza) di chi, ricco di amore per l'umanità, è pronto per quella che sembra una benefica avventura.
Il primo confronto con i gommoni carichi di un'umanità disperata mette tutti dinanzi alla realtà e le migliaia di persone salvate nel corso delle operazioni inducono più di un membro dell'equipaggio a porsi domande. Se da un lato iniziano rapporti personali che si configurano come amicizie con i migranti, dall'altro comincia ad affiorare qualche quesito sulla seppur involontaria collaborazione con i trafficanti di vite umane. Fino a quando la nave viene sequestrata l'1 agosto 2017. Proprio questo atto del governo italiano che ha preceduto l'attuale può indurre a riflettere anche chi si oppone alle ONG.
Come in molte, se non tutte le situazioni, non è possibile generalizzare. Alcune ONG hanno finito molto probabilmente con il ritrovarsi contigue agli scafisti ma questi ragazzi non possono essere accusati di un tipo di connivenza simile. Non è necessario credere a quanto dicono. È sufficiente guardarli in azione.
E' la storia di alcuni ventenni tedeschi che, di fronte al dramma di chi rischia la vita nelle carrette del mare pur di trovare un destino migliore in Europa, decidono di non trascorrere la solita estate in piscina o in discoteca, ma fondano una ONG, raccolgono fondi, si improvvisano marinai e partono per nave verso il Mediterraneo a salvare vite umane.