jackmalone
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giovedì 29 ottobre 2015
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apprendimento cooperativo
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Nella scuola si discute da anni come passare dalle conoscenze alle competenze, di come rendere capaci i giovani ad utilizzare quello che hanno imparato in via teorica in contesti diversi, nella vita pratica o nella soluzione di problemi concreti. Fatica sprecata:rarissimi allievi di pur ottimi insegnanti hanno la possibilità di sperimentare esperienze così educative come quelle descritte nel film; perciò pochissimi insegnanti possono vantare tra i loro allievi un vincitore di premio Nobel , un astronauta o qualcuno che si sia particolarmente distinto in qualche campo utilizzando gli apprendimenti scolastici. Un regista italiano formato alla scuola pubblica difficilmente girerebbe un simile film.
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Nella scuola si discute da anni come passare dalle conoscenze alle competenze, di come rendere capaci i giovani ad utilizzare quello che hanno imparato in via teorica in contesti diversi, nella vita pratica o nella soluzione di problemi concreti. Fatica sprecata:rarissimi allievi di pur ottimi insegnanti hanno la possibilità di sperimentare esperienze così educative come quelle descritte nel film; perciò pochissimi insegnanti possono vantare tra i loro allievi un vincitore di premio Nobel , un astronauta o qualcuno che si sia particolarmente distinto in qualche campo utilizzando gli apprendimenti scolastici. Un regista italiano formato alla scuola pubblica difficilmente girerebbe un simile film. In America e nei paesi evoluti la scuola non ingessa la voglia di imparare, non annichilisce la curiosità e il desiderio di mettersi in gioco ma stimola le capacità di fare squadra e di valorizzare il gruppo attraverso le competenze del singolo .Il sopravvissuto è certamente un tipo sveglio, in perfetta forma fisica e mentale(altrimenti non avrebbe fatto l' astronauta) ma è soprattutto uno scienziato , un botanico che osserva, studia la realtà e affronta le situazioni estreme in cui si trova con l'atteggiamento positivo, costruttivo e vincente di chi ha imparato e rielaborato ciò che gli altri hanno fatto prima di lui e insieme a lui.Ogni problema può essere risolto solo se lo si affronta insieme al gruppo: non si tratta solo di fare le cose insieme, ma ognuno deve fare al meglio la sua parte perché dal lavoro di ognuno dipende il successo di tutti. Robinson Crusoe era un commerciante che sfruttava le conoscenze della sua epoca per ricreare su un'isola deserta tutte le sue comodità: E' l'epopea della classe media che ce l'aveva fatta e che aveva raggiunto il benessere economico con il suo lavoro. "The martian" è l'epopea della classe intellettuale, di chi ama il suo lavoro ed è disposto a rischiare anche il benessere materiale per la soddisfazione di aver fatto bene la propria parte. Colonna sonora da urlo.
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dave san
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domenica 1 novembre 2015
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interplanet
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Il vantaggio e il pregio di questa pellicola, è di orbitare intorno a una storia relativamente lineare. La vicenda è arricchita dal talento visivo di Scott; dagli intrecci su Marte e dalle operazioni per il recupero del colonizzatore. Si potrebbe riassumere in poche frasi e riuscire a intrigare l’auditorio con facilità. Non si può dire lo stesso per Interstellar, precursore di questo modo nuovo di fare sci-fi. Più ambizioso di The Martian, per certi aspetti. Con Sopravvissuto, Scott riesce ad aggirare i possibili rischi di un racconto inter-galattico. Ed effettivamente, la portata astrofisica della pellicola è limitata a due pianeti.
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Il vantaggio e il pregio di questa pellicola, è di orbitare intorno a una storia relativamente lineare. La vicenda è arricchita dal talento visivo di Scott; dagli intrecci su Marte e dalle operazioni per il recupero del colonizzatore. Si potrebbe riassumere in poche frasi e riuscire a intrigare l’auditorio con facilità. Non si può dire lo stesso per Interstellar, precursore di questo modo nuovo di fare sci-fi. Più ambizioso di The Martian, per certi aspetti. Con Sopravvissuto, Scott riesce ad aggirare i possibili rischi di un racconto inter-galattico. Ed effettivamente, la portata astrofisica della pellicola è limitata a due pianeti. Tale presupposto aiuta a valorizzare la storia e ad accrescerne l’efficacia: da una prospettiva per così dire, positivista. D’altro canto tutta la struttura del film è elaborata in maniera più che convincente. Matt Damon, ci offre un one-man-show notevole. Riuscito quanto Will Smith in Io sono leggenda, o Sam Rockwell in Moon. Matt Damon e Jessica Chastain, interpreti del cast di Interstellar, sono stati riutilizzati nel lavoro di Scott. Qui, indossano panni diversi, se non addirittura opposti (da “cattivo” a “buono”). Viene da chiedersi se Scott non volesse dare una visione comparativa; magari per un target che sembra abbia fatto indigestione di foglie. Oppure, che volesse replicare a Nolan col linguaggio del cinema. Oppure, ancora, creare l’ennesimo buon lavoro alla Scott. La risposta giusta probabilmente è la più semplice. Interstellar non ha seguito questo motto ed ha intricato una vera e propria tela spaziale, similmente a 2001: Odissea nello Spazio. The Martian al contrario fa dell’immediatezza e della plausibilità il suo baluardo. Il tutto senza minimamente rinunciare al grande spettacolo.
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[+] basta paragoni con interstellar
(di nicoladc89)
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barbara1987
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sabato 26 marzo 2016
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forse era meglio lasciarlo su marte...
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Confermo quanto già pensavo del libro: un'americanata bella e buona. Il film è anche fatto benino, se vogliamo dirla tutta (i paesaggi marziani fanno la loro bella figura) ma, a parte ciò, ben poco si salva. Ci sono, infatti, parecchie cose che mi hanno infastidito (sia nel libro che nel film):
- Il protagonista ha uno spessore psicologico pari a quello della carta velina! Non un attimo di tentennamento o un momento di sconforto. Non parla mai della propria famiglia né si sofferma un istante sull'impatto emotivo che possa avere la solitudine sul suo animo. Watney incarna perfettamente solo una cosa: la spacconeria e l'arroganza tipiche degli americani. Una delle prime cavolate che dice è:"Marte dovrà avere paura di me!".
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Confermo quanto già pensavo del libro: un'americanata bella e buona. Il film è anche fatto benino, se vogliamo dirla tutta (i paesaggi marziani fanno la loro bella figura) ma, a parte ciò, ben poco si salva. Ci sono, infatti, parecchie cose che mi hanno infastidito (sia nel libro che nel film):
- Il protagonista ha uno spessore psicologico pari a quello della carta velina! Non un attimo di tentennamento o un momento di sconforto. Non parla mai della propria famiglia né si sofferma un istante sull'impatto emotivo che possa avere la solitudine sul suo animo. Watney incarna perfettamente solo una cosa: la spacconeria e l'arroganza tipiche degli americani. Una delle prime cavolate che dice è:"Marte dovrà avere paura di me!". Ma che caspita dici? Se vuole, Marte può schiacciarti in trenta secondi come un fastidioso foruncolo sulla sua faccia!
Personalmente non sono minimamente riuscita ad entrare in empatia con quest'uomo.
La sfiga lo perseguita e per ogni disastro che gli capita lui ha una soluzione alla Einstein pronta da tirar fuori dal cappello. Neanche Houdini potrebbe fare di meglio.
Non si avverte in lui la paura dell'ignoto, l'emozione della scoperta. Capisco che gli astronauti siano selezionati anche in base alla loro resistenza psicologica a situazioni critiche, ma qui si rasenta veramente l'idiozia.
- La NASA, il/la JPL e le altre agenzie governative: a parte creare danni e lavorare con il fondoschiena sanno fare una sola cosa: sorrisi, pacche sulle spalle e applausi a profusione. Mark saluta? Applausi. Mark va in bagno a fare "il bisogno grosso"? Applausi. Alla lunga queste scene diventano irritanti.
- La dannata colonna sonora: a parte qualche bel brano di fattura classica, molte delle scene sono sviluppate con sottofondo di musica anni '70. Non fraintendetemi, io adoro quel tipo di sound, ma in certi frangenti (soprattutto in scene che dovrebbero rappresentare qualcosa di cruciale nello svolgimento della storia) l'inserimento di canzoni ritmate e allegre mi è sembrato veramente fuori luogo.
Non sto a dilungarmi oltre o rischierei di diventare noiosa e prolissa come l'autore del libro da cui è stato tratto questo film.
Apprezzo lo sforzo, ma onestamente sono stufa delle solite spacconate MADE IN USA.
Spero che altri registi americani o altri scrittori della "terra delle opportunità" sfornino storie più profonde e coinvolgenti. Vedremo.
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renatoc.
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giovedì 12 luglio 2018
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volere è potere!
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Nell'andazzo degli ultimi films di fantascienza degli ultimi anni, gli Americani fanno vedere che quando vogliono salvare un astronauta nei guai nello spazio, ce la mettono tutta! Il richiamo al fatto dell'Apollo 13 realmente accaduto è più che esplicito! La collaborazione totale tra astronauti, NASA e centro spaziale che collaborano lasciando da temporaneamente da parte tutte le altre cose, porta alla salvezza del protagonista come è avvenuto per gli astronauti dell'Apollo 13!
Certo, poi nel film ci si mette molto anche la fantasia, il prendere l'astronauta al volo tra un'astronave a l'altra è da film di James Bond, comunque ciò che conta è il voler tentare il tutto e per tutto per salvarlo! Soprattutto vale la volon
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Nell'andazzo degli ultimi films di fantascienza degli ultimi anni, gli Americani fanno vedere che quando vogliono salvare un astronauta nei guai nello spazio, ce la mettono tutta! Il richiamo al fatto dell'Apollo 13 realmente accaduto è più che esplicito! La collaborazione totale tra astronauti, NASA e centro spaziale che collaborano lasciando da temporaneamente da parte tutte le altre cose, porta alla salvezza del protagonista come è avvenuto per gli astronauti dell'Apollo 13!
Certo, poi nel film ci si mette molto anche la fantasia, il prendere l'astronauta al volo tra un'astronave a l'altra è da film di James Bond, comunque ciò che conta è il voler tentare il tutto e per tutto per salvarlo! Soprattutto vale la volontà dell'astronauta che pur sapendo di non avere molte speranze si da da fare al 100% per sopravvivere anche coltivando patate, anche se certi particolari sulla concimazione sono un po' da voltastomaco! Comunque la freddezza non gli viene mai meno, non si lascia mai prendere dall'ansia e dallo scoraggiamento, tanto sa che l'alternativa è la morte certa, quindi! Non mancano i momenti di suspance ed è molto bello il finale in cui il protagonista diventa un professore che spiega le tecniche della sopravvivenza nei casi anche più disperati! Prima di vederlo pensavo fosse un film pesante, claustrofobico; invece scorre bene ed è piacevole vederlo!
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folgore94
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giovedì 15 ottobre 2015
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fantacommedia
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Uno dei peggiori film di fantascienza(?) degli ultimi tempi ed uno dei peggiori di Scott a mio avviso.
Il cast sembrava decente ,salvo la riesumazione di un paio di attori (Jeff Daniels veramente fuoriluogo,lo stesso dicasi x Bean),ma una sceneggiatura veramente debole e poco interessante.Sicuramente in alcuni momenti anche simpatico,ma stiamo guardando un film di fantascienza nn una commedia.Classiche scene filoamericane in alcuni frangenti ed effetti speciali abbastanza ridicoli. assolutamente da dimenticare!
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barbara genise
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domenica 11 ottobre 2015
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la fragilità e la forza dell'essere umano
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Se avessi dato retta ai commenti tiepidi e deleggittimanti di alcuni "recensori", non sarei neppure andata a vedere questo emozionante e vibrante film. Per fortuna credo che un'opera cinematografica abbia una ricaduta sullo spettatore sempre estremamente variegata e soggettiva; sono convinta anche che il successo di una pellicola non dipenda dall'oggettività pura, valutabile tecnicamente con una serie di modelli standard, ma da un filo sottile che lega ininterrottamente lo spettatore ad un'avventura, ad un personaggio, ad una identificazione potente, e non dimentichiamo che l'aspetto emotivo ha un grande impatto sull'audience
In questo film siamo in contatto nudo e crudo con la tragedia umana della piccolezza dell'uomo, che sulla terra si percepisce stabile, sicuro.
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Se avessi dato retta ai commenti tiepidi e deleggittimanti di alcuni "recensori", non sarei neppure andata a vedere questo emozionante e vibrante film. Per fortuna credo che un'opera cinematografica abbia una ricaduta sullo spettatore sempre estremamente variegata e soggettiva; sono convinta anche che il successo di una pellicola non dipenda dall'oggettività pura, valutabile tecnicamente con una serie di modelli standard, ma da un filo sottile che lega ininterrottamente lo spettatore ad un'avventura, ad un personaggio, ad una identificazione potente, e non dimentichiamo che l'aspetto emotivo ha un grande impatto sull'audience
In questo film siamo in contatto nudo e crudo con la tragedia umana della piccolezza dell'uomo, che sulla terra si percepisce stabile, sicuro. potente, a volte arrogante e prevaricatore, mentre fuori dall'orbita gravitazionale è alla mercè di ogni evento, perde ogni dignità, non riesce neppure a sopravvivere...l'universo e Marte, in particolare, non prevedono la sopravvivenza umana, e la sensazione è devastante,ci mette a contatto con le nostre false certezze , le nostre sicurezze inalienabili, in maniera così potente come nessun altro film, almeno per quel che mi riguarda, era riuscito a scatenare.
C'è la genialità che scaturisce dall'urgenza di sopravvivenza, e questa è una realtà, non una trovata filoamericana come qualcuno ha asserito. E' scientificamente provato che l'uomo mette a frutto le sue migliori potenzialità cerebrali in situazioni di estrema emergenza...c'è l'aspetto della relazione, per cui un intero equipaggio decide consapevolmente di mettere a rischio la propria vita per mettere in salvo un roprio membro.
C'è la professionalità e il sangue freddo di un capitano donna, che sfata il mito della donna vittima dell'emotività, c'è l'affetto profondo tra i componenti del gruppo, l'ironia che ci ha portato a sorridere anche in situazioni drammatiche, c'è un filo che ci ha tenuto legati al protagonista per 2 ore abbondanti col fiato sospeso, il confronto tra mondo occidentale e mondo orientale. Insomma, sono uscita soddisfatta, emozionata e con un sufficiente bagaglio di temi su cui riflettere. Un film si giudica per quello che risveglia in noi, altrimenti diventa un esercizio intellettuale assolutamente sterile. Grande Matt Demon.
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thecroz
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lunedì 19 ottobre 2015
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dio salvi lo zio sam
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Quando si dispone di mezzi tecnici e soldi si può produrre un film. Ma si possono anche risparmiare quei soldi.
Pregi: suggestivi scenari marziani, belle ambientazioni nelle astronavi.
Difetti: interpretazione e dialoghi dei personaggi che vanno bene per le animazioni della Pixar. Valanga di luoghi comuni cinematografici riguardo i ruoli ricoperti dai personaggi. Solita propaganda sul supereroe americano che non si spaventa e non si turba di fronte a nulla, l'inverosimile superuomo che scherza e ride e balla da solo su Marte. No emozioni rilevate. Il solito inserimento di personaggi ridicoli per stemperare sul comico eventi che non dovrebbero esserlo (vedi il bambino prodigio dell'astrodinamica che spiega con la penna e brum brum vari la sua teoria).
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Quando si dispone di mezzi tecnici e soldi si può produrre un film. Ma si possono anche risparmiare quei soldi.
Pregi: suggestivi scenari marziani, belle ambientazioni nelle astronavi.
Difetti: interpretazione e dialoghi dei personaggi che vanno bene per le animazioni della Pixar. Valanga di luoghi comuni cinematografici riguardo i ruoli ricoperti dai personaggi. Solita propaganda sul supereroe americano che non si spaventa e non si turba di fronte a nulla, l'inverosimile superuomo che scherza e ride e balla da solo su Marte. No emozioni rilevate. Il solito inserimento di personaggi ridicoli per stemperare sul comico eventi che non dovrebbero esserlo (vedi il bambino prodigio dell'astrodinamica che spiega con la penna e brum brum vari la sua teoria). Jeff Daniels che interpreta probabilmente il più ridicolo e scontato ruolo di dirigente spara decisioni (sembra che gli scappi da ridere in ogni sequenza dove recita). Ridley Scott e la Nasa ci ricordano continuamente che seppure facciamo importanti progressi scientifici dobbiamo necessariamente ringraziare un Dio.
Stendo un velo pietoso sulla pessima trovata della musica dance ad infarcire la colonna sonora spesso e volentieri (anche questa trovata andava bene per uno spensierato film di animazione stile Pixar).
Film vietato ai maggiori di anni 16.
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[+] ineccepibile
(di etabeta)
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diskol88
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domenica 5 giugno 2016
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tipo molte storie fantasy ok anche se non mitico.
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un ottimo film direi, bene orchestrato e diretto, il planextencion di
marte... è pittorico e suggestivo, i diari narrativi sono di
compagnia oltre a manatnere ritmo filmico, s'impara anche qualcosa,
poi alcune canzoni anche se sembrano di un secolo fa, però in
italia... non ci fanno neanche caso.., il marziano però non
sembra credere altrettanto alla storia che
l'abbiano abbandonato, e dice che non è colpa di nessuno, culmina
poi col l'applicamento della missione, tra coltivazioni di
piantine variegate, da cui ne vediamo sulla
terra un esemplare a dire che potrebbe essere ovunque,
basta essere dei marziani.
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un ottimo film direi, bene orchestrato e diretto, il planextencion di
marte... è pittorico e suggestivo, i diari narrativi sono di
compagnia oltre a manatnere ritmo filmico, s'impara anche qualcosa,
poi alcune canzoni anche se sembrano di un secolo fa, però in
italia... non ci fanno neanche caso.., il marziano però non
sembra credere altrettanto alla storia che
l'abbiano abbandonato, e dice che non è colpa di nessuno, culmina
poi col l'applicamento della missione, tra coltivazioni di
piantine variegate, da cui ne vediamo sulla
terra un esemplare a dire che potrebbe essere ovunque,
basta essere dei marziani... per dire, e a
secondo di quel che s'intende, ben diretto film intrigante e di buon esito.
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soter25
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giovedì 15 ottobre 2015
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un compitino senza infamia e senza lode
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Rigore scientifico e filantropismo che non si assorbono, ne deriva un senso di falso e di banale, di già visto. E' uno di quei film in cui sai perfettamente che gli attori recitano e non sono quei personaggi, mentre ripensi al parcheggio fuori: "le strisce bianche non c'erano e nemmeno il divieto...speriamo che non passi il carro attrezzi!". Gli sterotipi invece ci sono; la struttura del film è lineare; il genio che pensa fuori dagli schemi c'è, è di colore, è uno sciroccato.
Matt Damon si riconferma Spaziale dopo aver interpretato, precedentemente, il cattivo di Interstellar. Qui a Marte invece, lo si trovare coltivare patate grazie a validi stratagemmi, ma pur fallendo a un certo punto, non gli riuscirà di perdere un etto tale da sembrare il naufrago che è, in balia di un pianeta inospitale.
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Rigore scientifico e filantropismo che non si assorbono, ne deriva un senso di falso e di banale, di già visto. E' uno di quei film in cui sai perfettamente che gli attori recitano e non sono quei personaggi, mentre ripensi al parcheggio fuori: "le strisce bianche non c'erano e nemmeno il divieto...speriamo che non passi il carro attrezzi!". Gli sterotipi invece ci sono; la struttura del film è lineare; il genio che pensa fuori dagli schemi c'è, è di colore, è uno sciroccato.
Matt Damon si riconferma Spaziale dopo aver interpretato, precedentemente, il cattivo di Interstellar. Qui a Marte invece, lo si trovare coltivare patate grazie a validi stratagemmi, ma pur fallendo a un certo punto, non gli riuscirà di perdere un etto tale da sembrare il naufrago che è, in balia di un pianeta inospitale. Per questo motivo si farà crescere un pizzetto lunghissimo e non verrà mai inquadrato per intero in una scena di nudo...meno che il lato b di una controfigura. Ma nonostante ciò gli amici del team lo andranno a recuperare, senza giudicarlo, mettendo a repentaglio la loro vita e costosissime navicelle spaziali per mezzo di opinabilissimi calcoli fatti da un ragazzo. Molto bello il messaggio ecologico, a parte scherzi, la mano che sfiora il germoglio e le parole sussurrate.
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savross85
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giovedì 22 ottobre 2015
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troppo buonista
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In attesa di leggere il romanzo (che ho sentito dire essere un capolavoro) mi sono visto al cinema la trasposizione cinematografica. Il film è bello, Damon una sicurezza, gli effetti speciali ben riusciti, così come indovinata la colonna sonora da operazione nostalgia. Tuttavia rimane a mio avviso un film fin troppo curato, preconfezionato, che cerca di strizzare troppo l'occhio allo spettatore. L'inverosimiglianza va spesso a spasso con la realtà, ma d'altronde trattasi di un film di fantascienza. Qui però sta il punto: proprio in virtù dell'argomento trattato mi sarei aspettato maggior realismo, più crudezza: le carte in regola c'erano tutte, visto che a dirigerlo altro non era che il regista dell'immenso Blade Runner.
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In attesa di leggere il romanzo (che ho sentito dire essere un capolavoro) mi sono visto al cinema la trasposizione cinematografica. Il film è bello, Damon una sicurezza, gli effetti speciali ben riusciti, così come indovinata la colonna sonora da operazione nostalgia. Tuttavia rimane a mio avviso un film fin troppo curato, preconfezionato, che cerca di strizzare troppo l'occhio allo spettatore. L'inverosimiglianza va spesso a spasso con la realtà, ma d'altronde trattasi di un film di fantascienza. Qui però sta il punto: proprio in virtù dell'argomento trattato mi sarei aspettato maggior realismo, più crudezza: le carte in regola c'erano tutte, visto che a dirigerlo altro non era che il regista dell'immenso Blade Runner. Invece finisce per essere un bel film hollywoodiano d'intrattenimento, che lascia più di un dubbio e fa pensare che forse, impostato in altra maniera, avrebbe potuto diventare un capolavoro. Peccato.
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