hosh
|
sabato 9 luglio 2022
|
difficile ma nonostante è comunque film.
|
|
|
|
Sembrava fosse la scalata loro dirompente all'apparenze
e invece al verificarsi della natura imponente altrettanto sono
rotolati malgrado non fosse la prima occasione, pensando con
la chiusura apparente e proloro di avere forse sistemato delle
vicende dal saracco sospeso a qualche chiodo semplicemente a
torto vs la natura, a reclamare quel pò di suo avere,
depontificando e naturalizzandoli a suo modo in altre situazioni,
villains (inn)naturali con scene di
scarpinamento assurdo quando raccontate
poi da troppe persone in cordata e fiduciosi forse è
un discorso d'incapacità, e quando se ne convincono troppo la
disgrazia, possono essere comunque
opinioni come altre, a 7.
[+]
Sembrava fosse la scalata loro dirompente all'apparenze
e invece al verificarsi della natura imponente altrettanto sono
rotolati malgrado non fosse la prima occasione, pensando con
la chiusura apparente e proloro di avere forse sistemato delle
vicende dal saracco sospeso a qualche chiodo semplicemente a
torto vs la natura, a reclamare quel pò di suo avere,
depontificando e naturalizzandoli a suo modo in altre situazioni,
villains (inn)naturali con scene di
scarpinamento assurdo quando raccontate
poi da troppe persone in cordata e fiduciosi forse è
un discorso d'incapacità, e quando se ne convincono troppo la
disgrazia, possono essere comunque
opinioni come altre, a 7.000 metri dove la natura s'è preannunciata
evidente, il rispetto e la responsabilità dovrebbe essere
di ciascuno secondo la condivisione e consapevolezza comunque
e di fare qualsiasi cosa per rendere le avvisaglie, alle prime avvisaglie,
quello è quel che si vorrebbe dire a chiunque in quel caso fosse
all'inseguimento in salita della natura,
e di rendersi conto del contesto, comunque in questo caso films,
e senza credersi di raccontarsele beffando la storia e mettersi nelle
mani di numeri e somme di danaro anche
se consistenti scommettendo perfino contro natura, per il gusto di
snaturalizzare la realtà sino a cercare ancor più quell'impossibile, tanto da
trovare la disgrazia ancor prima d'ottenere quelle altrui, in tutte le sue
sfaccettature virulensi a similitudini per credersi cosa, sino alle
incredibili piaghe de... lla natura e di arido conforto, e malgrado comunque
riguardino chiunque, senza condividere a sufficienza. Comunque spetttacolo nel film.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a hosh »
[ - ] lascia un commento a hosh »
|
|
d'accordo? |
|
fabio 3121
|
lunedì 5 aprile 2021
|
la montagna ha sempre l''ultima parola
|
|
|
|
Il monte Everest, a confine tra Cina e Nepal, è la vetta più alta del mondo con i suoi 8.848 metri di altezza ed il film racconta la tragica scalata avvenuta il 10 maggio 1996 in cui persero la vita alcuni alpinisti professionisti ed altri amatoriali. Al campo base si ritrovano 20 gruppi ma la pellicola si sofferma sulla vicenda di 2 gruppi, il primo con a capo Rob Hall (Jason Clarke), il secondo guidato da Scott Fischer (Jake Gyllenhaal). Dopo alcuni giorni per far abituare il corpo e l'apparato respiratorio a determinate altezze e temperature, i 2 gruppi iniziano la salita verso la vetta non senza che qualcuno dei partecipanti rinunci per sopravvenute difficoltà fisiche.
[+]
Il monte Everest, a confine tra Cina e Nepal, è la vetta più alta del mondo con i suoi 8.848 metri di altezza ed il film racconta la tragica scalata avvenuta il 10 maggio 1996 in cui persero la vita alcuni alpinisti professionisti ed altri amatoriali. Al campo base si ritrovano 20 gruppi ma la pellicola si sofferma sulla vicenda di 2 gruppi, il primo con a capo Rob Hall (Jason Clarke), il secondo guidato da Scott Fischer (Jake Gyllenhaal). Dopo alcuni giorni per far abituare il corpo e l'apparato respiratorio a determinate altezze e temperature, i 2 gruppi iniziano la salita verso la vetta non senza che qualcuno dei partecipanti rinunci per sopravvenute difficoltà fisiche. Una volta giunti sulla cima del monte Everest nella fase di discesa si consumerà la tragedia causata da un improvvisa e potente bufera di neve. Il film presenta delle immagini spettacolari della montagna illuminata sia da uno splendido sole che successivamente avvolta da vento, pioggia e neve rappresentando la vera protagonista della pellicola immortalata dalla frase detta da uno dei scalatori "la montagna ha sempre l'ultima parola". Le oggettive difficoltà dell'impresa sono ben delineate dalle perfomance drammatiche degli attori, cui meritano una particolare menzione Jason Clarke e Josh Brolin che interpreta Beck Weathers che fu uno dei sopravvissuti alla tragedia e che ha poi scritto un libro "Left for Dead" che costituisce il soggetto di questo film tutto sommato interessante. Voto:7/10.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fabio 3121 »
[ - ] lascia un commento a fabio 3121 »
|
|
d'accordo? |
|
great steven
|
martedì 23 luglio 2019
|
l'ottundente fascino dell'altitudine.
|
|
|
|
EVEREST (USA, 2015) diretto da BALTASAR KORMAKUR. Interpretato da JASON CLARKE, JOSH BROLIN, SAM WORTHINGTON, JAKE GYLLENHAAL, KEIRA KNIGHTLEY, ROBIN WRIGHT PENN, JOHN HAWKES, EMILY WATSON, MICHAEL KELLY
Talvolta, per scrivere un articolo giornalistico, mantenere una promessa, ispirare le generazioni venute dopo, combattere la depressione, arricchirsi, accumulare obiettivi, alimentare il proprio sogno e realizzare quello degli altri, si arriva a compiere qualunque impresa impossibile, perfino scalare l’Everest. Alla frontiera tra Cina e Nepal, la vetta è la destinazione di un gruppo formato da persone provenienti da tutto il mondo, il quale ha deciso di affidarsi all’esperto scalatore Rob Hall e alla sua società, l’Adventure Consultants, per sfidare la Natura.
[+]
EVEREST (USA, 2015) diretto da BALTASAR KORMAKUR. Interpretato da JASON CLARKE, JOSH BROLIN, SAM WORTHINGTON, JAKE GYLLENHAAL, KEIRA KNIGHTLEY, ROBIN WRIGHT PENN, JOHN HAWKES, EMILY WATSON, MICHAEL KELLY
Talvolta, per scrivere un articolo giornalistico, mantenere una promessa, ispirare le generazioni venute dopo, combattere la depressione, arricchirsi, accumulare obiettivi, alimentare il proprio sogno e realizzare quello degli altri, si arriva a compiere qualunque impresa impossibile, perfino scalare l’Everest. Alla frontiera tra Cina e Nepal, la vetta è la destinazione di un gruppo formato da persone provenienti da tutto il mondo, il quale ha deciso di affidarsi all’esperto scalatore Rob Hall e alla sua società, l’Adventure Consultants, per sfidare la Natura. Rob è sposato con Jan e ha una figlia in arrivo che spera di trasformare in una futura, provetta scalatrice. Le cose si complicano quando al campo base si affolla un gruppo di dilettanti capitanati da Scott Fischer, rivale di Rob e alpinista scanzonato col vizio dell’alcol. I due professionisti decidono comunque di integrare i loro rispettivi gruppi e accordarsi per raggiungere la cima più alta del pianeta il 10 maggio 1996, e partono proprio quel giorno col favore di un tempo clemente. Ma ben presto la scarsa preparazione dei clienti, unita all’organizzazione approssimativa, rischia di mietere vittime. Nondimeno alcuni alpinisti toccano con mano la meta a 8.848 metri d’altezza col sostegno di Rob, sempre generoso coi suoi clienti. Poi si scatena una bufera che soffia sul monte, spezzando il destino di uomini e donne troppo presuntuosi e fiduciosi in sé stessi in modo irrevocabile. Con la montagna non si scherza, né si tentano esperimenti folli. Mettere alla prova le proprie capacità di resistenza fino al limite della tollerabilità umana è un pericolo contro cui gli alpinisti si premuniscono per dovere e per coerenza. Colui o colei che si accinge a dimostrare che niente è impossibile contro la Natura non si rende mai conto della limitatezza in cui ristagna, non che sia un disonore: del resto, andare oltre i propri limiti rappresenta dalla notte dei tempi un bisogno dell’essere umano tra i meno controllabili sul piano degli impulsi istintivi. Quello che fa la differenza (l’incognita insidiosa) è il tradimento. La Natura, sulle prime, si mostra accogliente e invitante, dopodiché si può scegliere un momento qualunque per rivelare il vero volto con sadica malvagità e perversa mancanza di pietà. Nelle cosmogonie la montagna assume il significato della distanza che separa il cielo degli dei immortali dal mondo terreno, e si può dunque interpretare come l’ascesi della linea verticale con cui noi ci mettiamo in contatto con le entità superiori, per chi vi crede fermamente e senza discrimine di religioni o convinzioni personali. L’Everest è infatti non a caso un sito geografico e orografico meglio conosciuto dai nepalesi che, man mano che ci si avvicina alla vetta, lo venerano costruendo alle sue pendici monasteri dediti all’adorazione. Rob Hall (un fantastico J. Clarke), in veste di profanatore delle leggi naturali ma comunque graziato dall’Alto poiché ha già scalato l’Everest ben cinque volte, non vuole negare il piacere della gloria a nessuno, soprattutto all’amico e cliente Doug, che ha intrapreso la scalata a beneficio dei bambini che frequentano la stessa scuola elementare dei suoi figli. Quella di Hall è una quieta pazzia inconsapevole di sé stessa che cova in perfetto silenzio nel suo animo indomito di esploratore, sempre pronto per partire alla ricerca di terreni sconosciuti in cui sondare le abilità che richiedono le esperienze estreme. La sua intenzione di allargare il sogno a persone troppo piccole per permettersi anche solo di sfiorarlo viene abbattuta quando la realtà gli si para innanzi con le facce e i corpi sofferenti dei suoi amici che piombano nell’ipotermia e con la tempesta di neve che congela tutto ciò che raccatta sul suo cammino inesorabile. Questo film d’avventure, che rievoca un genere cinematografico molto apprezzato nella Germania pre-nazista, scelto come apripista del Festival di Venezia 2015, è costruito a regola d’arte dal regista islandese che toglie ogni romanticismo al fascino della montagna, emblema della visione distorta e laica dell’Occidente, per narrare gli iter di uomini comuni che affermano con un po’ di incertezze di sapere quel che fanno, ma difettano del vero coraggio e dell’autentico talento che dovrebbero serbare in cuore per sentirsi completi così da non azzardarsi troppo in là al fine di riempire un vuoto esistenziale. Kormákur denuncia con efficacia le mode turistiche europee e americane, assieme alla razionalizzazione forzata di miti immortali legati alla vita e alla morte, che intravedono nelle spedizioni di massa la direzione giusta per accedere ad una sorta di celebrità completamente autoreferenziale, spina nel fianco e chiodo fisso che viene prodotta dall’avvelenamento procurato dalla mediocrità quotidiana. Ottimi gli effetti speciali. Eccellente anche la scelta di introdurre una colonna sonora rarefatta che sottolinea col maggior impeto soltanto i passaggi più intensi. Recitazione straordinaria degli attori (si distinguono in particolar modo la parca Jan di K. Knightley, il testardo Beck di J. Brolin e lo sconsiderato S. Fischer di J. Gyllenhaal).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a great steven »
[ - ] lascia un commento a great steven »
|
|
d'accordo? |
|
ennio
|
venerdì 8 settembre 2017
|
emozionante per chi ama la montagna
|
|
|
|
Se dovessi farmi influenzare dalle emozioni di una amnte della montagna darei 5 stelle a questo film, che viste le difficoltà tecniche era difficile girare meglio. Certo 5 stelle le meritano le splendide riprese, realizzate a metà tra Himalaya e Alto Adige. E notevole è anche la rappresentazione della straordinaria comunanza e solidarietà che si crea tra persone in condizioni di difficoltà estrema. Non è un'esagerazione hollywoodiana, una volta tanto.
|
|
[+] lascia un commento a ennio »
[ - ] lascia un commento a ennio »
|
|
d'accordo? |
|
sellerone
|
domenica 5 marzo 2017
|
perchè lo fai?
|
|
|
|
bella storia e rende bene l'idea di cosa sia accaduto lassù.
|
|
[+] lascia un commento a sellerone »
[ - ] lascia un commento a sellerone »
|
|
d'accordo? |
|
xcacel
|
venerdì 8 luglio 2016
|
la realtà dietro alle scalate degli 8000 m
|
|
|
|
Chi, come me, si aspettava, con un po' di scetticismo un action movie alla "vertical limit" pieno di voli in dirupi e agganci all'ultimo istante, non potrà che restare favorevolmente impressionato da questo che in realtà è quasi un documentario, romanzato il giusto, su una storia veria, che mi ha appassionato, tanto da voler leggere il libro di Krakauer.
La "lentezza" della parte iniziale non è altro che una maniera per descrivere la lunga preparazione (si parla di mesi) che occorre per una scalata di questo tipo, ed allo stesso tempo porre l'accento sui presupposti di quella che sarebbe stata una delle tragedie alpinistiche più grandi sull'Everest.
[+]
Chi, come me, si aspettava, con un po' di scetticismo un action movie alla "vertical limit" pieno di voli in dirupi e agganci all'ultimo istante, non potrà che restare favorevolmente impressionato da questo che in realtà è quasi un documentario, romanzato il giusto, su una storia veria, che mi ha appassionato, tanto da voler leggere il libro di Krakauer.
La "lentezza" della parte iniziale non è altro che una maniera per descrivere la lunga preparazione (si parla di mesi) che occorre per una scalata di questo tipo, ed allo stesso tempo porre l'accento sui presupposti di quella che sarebbe stata una delle tragedie alpinistiche più grandi sull'Everest. Approssimazione, gente che balla e beve superalcolici al campo base a 5000 m di quota, corde che avrebbero dovuto esserci e misteriosamente non erano state messe, bombole d'ossigeno mezze vuote. Si resta scettici, poi però basta leggersi i racconti e si scopre che in realtà è andata così, e il resoconto operato dal regista è più che mai veritiero.
La scelta è azzeccata, il film racconta una storia vera, grazie ad una fotografia impressionante, e fa rivivere l'esaltazione della conquista della vetta e il quasi istantaneo maturarsi di una tragedia, nei ritmi propri di chi si avventura nella "zona mortale" oltre gli 8000 m. Come accade a Doug, basta pochissimo a fare la differenza tra la vita e la morte, Rob si volta e in un attimo l'amico/cliente non c'era più. Il film non eccede nelle drammatizzazioni di queste morti, le racconta in maniera molto fedele, ricostruendo meticolamente dinamiche, orari, luoghi, ma risultando molto più avvincente di un documentario.
Film bellissimo, da vedere.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a xcacel »
[ - ] lascia un commento a xcacel »
|
|
d'accordo? |
|
raysugark
|
domenica 7 febbraio 2016
|
everest
|
|
|
|
Everest riconosciuta anche come la montagna più alta di tutto il mondo, è talmente imponente da ispirare agli alpinisti di provare a scalarla fino alla sua cima alta 8848 metri. I primi alpinisti che hanno scalato l'Everest, uno su quattro sono morti e il resto è riuscito a sopravvivere. Nel corso del tempo la presenza dei morti tra gli alpinisti è diminuito, con nuove attrezzature che potranno funzionare o meno. Il regista islandese Baltasar Kormákur, ha mostrato un grande interesse di poter narrare un fatto realmente accaduto nell'Everest. Questa pellicola narra dell'incredibile storia vera, dove nel 1996 un gruppo di alpinisti esperti scalano l'imponente montagna dell'Everest fino ad arrivare alla sua cima di 8848 metri di altezza.
[+]
Everest riconosciuta anche come la montagna più alta di tutto il mondo, è talmente imponente da ispirare agli alpinisti di provare a scalarla fino alla sua cima alta 8848 metri. I primi alpinisti che hanno scalato l'Everest, uno su quattro sono morti e il resto è riuscito a sopravvivere. Nel corso del tempo la presenza dei morti tra gli alpinisti è diminuito, con nuove attrezzature che potranno funzionare o meno. Il regista islandese Baltasar Kormákur, ha mostrato un grande interesse di poter narrare un fatto realmente accaduto nell'Everest. Questa pellicola narra dell'incredibile storia vera, dove nel 1996 un gruppo di alpinisti esperti scalano l'imponente montagna dell'Everest fino ad arrivare alla sua cima di 8848 metri di altezza. Tutto poteva andare per il verso giusto, finché una gelida tempesta ostacola quei pochi alpinisti, rimasti ancora bloccati in cima alla montagna. La pellicola mantiene in modo fedele a come erano realmente andati i fatti accaduti sugli alpinisti, senza dover obbligatoriamente dare alcuna modifica. Mostrando come gli alpinisti si preparavano ad incamminare verso la cima della montagna correndo dai piccoli rischi, fino ad arrivare grandissimi pericoli di vita. Nella pellicola la montagna viene rappresentata come un luogo di grande bellezza, ma allo stesso tempo un luogo spietato con attorno della neve ghiacciata. La montagna ha anche un clima talmente gelido, da togliere il fiato ai protagonisti nel corso del loro viaggio. Le performance degli attori partendo da Jason Clarke fino ad arrivare Jake Gyllenhaal, riescono colpire profondamente mostrando la massima fedeltà nella caratterizzazione dei protagonisti. La regia di Baltasar Kormákur riesce a sorprendere, facendosi accompagnare dalle riprese straordinarie sul territorio avvolto dalla bufera spietata. La fotografia rispecchia molto l'atmosfera della pellicola, aiutandosi dalla variazione della luce e dei colori naturali in tutta la sua durata. Infine la fotografia accompagna anche le emozioni e le sensazioni dei personaggi, a seconda di come i personaggi si sentono nel corso della storia tra divertimento, angoscia e tristezza. L'atmosfera viene accompagnato anche grazie alla colonna sonora di Dario Marianelli, che riesce a passare dal suono epico dell'enorme paesaggio ghiacciato, al suono angosciante nei momenti di grande tensione, fino ad arrivare al suono intenso nei momenti più commoventi. Everest diventa ancora più coinvolgente grazie all'uso del 3D, da poter impressionare ancora di più il pubblico, in tutta la sua durata nella profondità dell'incredibile paesaggio. La pellicola è stato presentato al Festival di Venezia, ricevendo ottime accoglienze dai critici rimasti impressionati in tutta la sua durata. Allo stesso modo Everest ha avuto ancora più clamore, grazie all'incasso mondiale di 203 milioni di dollari in confronto al budget di 55 milioni di dollari, sorprendendo il pubblico che lo attendevano con grande impazienza. Purtroppo queste grandi riconoscenze non riescono a raggiungere ingiustamente agli Academy Awards, per la sua profondità nella visione della pellicola. Non viene riconosciuto dagli Academy Awards, neanche per l'ottimo uso nelle parti tecniche. Everest di Baltasar Kormákur è uno dei migliori film del 2015.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a raysugark »
[ - ] lascia un commento a raysugark »
|
|
d'accordo? |
|
liuk!
|
sabato 23 gennaio 2016
|
durissimo
|
|
|
|
Film gelido, fa venire freddo. Un'avventura biografica dai connotati duri, immagini talmente reali da colpire allo stomaco. Personalmente l'ho apprezzato moltissimo. Ottimo lavoro.
|
|
[+] lascia un commento a liuk! »
[ - ] lascia un commento a liuk! »
|
|
d'accordo? |
|
americo didonfranc.
|
lunedì 18 gennaio 2016
|
natura ostile
|
|
|
|
Film davvero bello ma troppo lento.. L'idea del film non era per niente male, era ora che facessero un film su una delle montagne più ostili del mondo. Personalmente l'interpretazione di Josh Brolin è stata meravigliosa ma generalmente tutti gli attori sono riusciti a riprodurre splendidamente la vera atmosfera. Bellissimo il modo in cui è stata riprodotta la minacciosità della natura e l'arroganza dell'uomo nell'affrontarla.. Un film molto bello ma con le potenzialità che aveva mi sarei aspettato di meglio..
|
|
[+] lascia un commento a americo didonfranc. »
[ - ] lascia un commento a americo didonfranc. »
|
|
d'accordo? |
|
the beast
|
lunedì 16 novembre 2015
|
buon prodotto, m non raggiunge la vetta.
|
|
|
|
Di film sul tema ne han girati, e questo ha il merito di rinunciare ad unirsi alle fila delle epopee del passato, ricercando una dimensione più intimista. Ma proprio per questo avrei gradito più verticalità dell'anima, più energia emotiva, e più spazio ai moventi interiori, che invece si risolvono in poche battute. Dopo aver accumulato una certa tensione e aspettativa, non la rilascia adeguatamente nella seconda parte. Comunque godibile, fotografia impeccabile, colonna sonora nella media.
|
|
[+] lascia un commento a the beast »
[ - ] lascia un commento a the beast »
|
|
d'accordo? |
|
|