alberto58
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domenica 20 dicembre 2015
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anche nel buio della ragione non bisogna mollare
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"Andiamo Avvocato" è un frase che ho già sentito due volte ed ogni volta che la sento mi piace di meno" ...oppure "qui non c'è il manuale delle giovani marmotte" "io pensavido di si e si chiama costituzione". Il buio periodo della guerra fredda con la paura della minaccia della guerra nucleare a fra premio su tutto, si è sempre presato nel cinema a dare spazio ai personaggi più spregiudicati e ambivalenti, spesso giustificandoli perchè tutto è lecito per combattere il male assoluto. Qua invece l'avvocato Donovan che è fuori dal giro ci entra senza sapere nulla degli intrighi e si fida anche ingenuamente andando a corree dei grossi rischi ma si lascia guidare solo dalla sua deontologia professionale ed alla fine fa strike ottenendo due americani per un russo, ottenendo la benedizione dei propri connazionali e persino la stima del russo-spia (che finirà male ma per colpa dei suoi connazionali).
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"Andiamo Avvocato" è un frase che ho già sentito due volte ed ogni volta che la sento mi piace di meno" ...oppure "qui non c'è il manuale delle giovani marmotte" "io pensavido di si e si chiama costituzione". Il buio periodo della guerra fredda con la paura della minaccia della guerra nucleare a fra premio su tutto, si è sempre presato nel cinema a dare spazio ai personaggi più spregiudicati e ambivalenti, spesso giustificandoli perchè tutto è lecito per combattere il male assoluto. Qua invece l'avvocato Donovan che è fuori dal giro ci entra senza sapere nulla degli intrighi e si fida anche ingenuamente andando a corree dei grossi rischi ma si lascia guidare solo dalla sua deontologia professionale ed alla fine fa strike ottenendo due americani per un russo, ottenendo la benedizione dei propri connazionali e persino la stima del russo-spia (che finirà male ma per colpa dei suoi connazionali). Nei titoli di coda si legge che Donovan perfino tratterà con Castro per conto del presidente americano ottenendo la liberazione di migliaia di prigionieri. La storia non solo è vera ma è perfino credibile e lascia dentro un grande calore, facendo bene e semplicemente il proprio dovere, seguendo "tutti di un pezzo" la propria stella polare si possono ottenere lampi di luce perfino nei momenti più bui della sotria dell'umanità e dare il proprio contributo ad evitare castarofi peggiori. Infatti va detto che la pratica degli scambi di spie durante la guerra fredda aprì un canale informale tra le due superpotenze di non secondaria importanza per evitare che le varie crisi portassero veramente alla terza guerra mondiale. Sono andato a vedere il film perchè ero ansioso di rivedere la Berlino della guerra fredda (già vista in tanti film..ma anche dal vero perchè nel 1986 il muro l'ho passato anch'io..da turista) e sono stato accontentato in pieno per il modo impeccabile in cui viene restituita l'atmosfera di quegli anni, ma il film è molto di più.
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bizantino73
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domenica 20 dicembre 2015
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non è l'atteso capolavoro.
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Non so. Sto aspettando dai tempi di Shindler's List ( e prima ancora dai tempi di Jurassic Park e Lo squalo) un altro capolavoro di Spielberg. Non sto parlando di buon cinema o di bei film. Questo film lo è. Ma non è un capolavoro. Non ho citato nemmeno il Soldato Ryan. Nemmeno quello per me è un capolavoro. Ma i tre citati lo sono: fanno venir voglia di vederli di nuovo. E ancora. Spielberg fa bei film, film dozzinali ( ogni tanto ) e fa capolavori ( ogni tanto). Aspetto ancora il prossimo. Penso che abbia ragione chi ha scritto prima di me a proposito di Monicelli:" Se vuoi solo mandare un messaggio scrivi una lettera".
[+] bella critica
(di simone)
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simone
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domenica 20 dicembre 2015
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film senza mordente
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Sono andato con i miei amici. I primi 50 minuti ci siamo addormentati e il resto del film ci chiedevamo quando finiva...la tematica era interessante ma è stata raccontata senza mordente. ..il peggior film di Spielberg
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barracuda argento
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domenica 20 dicembre 2015
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spielberg sta invecchiando?
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Sarò breve: nulla di particolare.
Sulla trama non posso dire nulla, poichè è tratta da una storia realmente accaduta, anche se la sceneggiatura inciampa in due occasioni.
Regia più che discreta, ma sembra mancare il tocco di spielberg che trasforma il cinema in magia.
La fotografia sembra curata da due persone diverse: in alcune scene abbonda l'utilizzo del grandangolo (distorto, badate bene, fastidiosamente distorto) accompagnato da una bruciatura dell'immagine assolutamente fastidiosa, mentre in altre scene tutto è perfettamente curato, con un' alternanza spettacolare di luci calde e fredde.
Infine non posso fare finta che l'abbondante dose di "america" non vi sia.
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Sarò breve: nulla di particolare.
Sulla trama non posso dire nulla, poichè è tratta da una storia realmente accaduta, anche se la sceneggiatura inciampa in due occasioni.
Regia più che discreta, ma sembra mancare il tocco di spielberg che trasforma il cinema in magia.
La fotografia sembra curata da due persone diverse: in alcune scene abbonda l'utilizzo del grandangolo (distorto, badate bene, fastidiosamente distorto) accompagnato da una bruciatura dell'immagine assolutamente fastidiosa, mentre in altre scene tutto è perfettamente curato, con un' alternanza spettacolare di luci calde e fredde.
Infine non posso fare finta che l'abbondante dose di "america" non vi sia. Incontriamo in numerose occasioni l'elogio verso gli stati uniti paragonati alle altre potenze mondiali.
Se consideriamo la carriera di un tale regista, possiamo tranquillamente buttarci alle spalle questa pellicola.
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zarar
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domenica 20 dicembre 2015
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un film tutto d'un pezzo
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Film americanissimo, molto ben confezionato, come ci si poteva aspettare da un regista come Spielberg, da sceneggiatori come i fratelli Coen e da un attore come Tom Hanks. Il tema è coinvolgente: lo scambio, avvenuto nel 1962, della spia sovietica Rudolf Abel’ con il pilota americano Francis G. Powers, abbattuto in territorio russo due anni prima con il suo U-2 mentre filmava postazioni sensibili e catturato vivo. In quegli anni la vicenda U-2 ebbe un impatto molto forte sul dibattito politico internazionale, svelando in modo eclatante il gioco delle spie collegato ai rapporti difficilissimi tra le due superpotenze USA e Unione Sovietica, al deterrente nucleare e a quel clima di reciproche diffidenze e paure che fu la guerra fredda e che la costruzione del muro di Berlino nel ’61 cristallizzò e simbolizzò per decenni.
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Film americanissimo, molto ben confezionato, come ci si poteva aspettare da un regista come Spielberg, da sceneggiatori come i fratelli Coen e da un attore come Tom Hanks. Il tema è coinvolgente: lo scambio, avvenuto nel 1962, della spia sovietica Rudolf Abel’ con il pilota americano Francis G. Powers, abbattuto in territorio russo due anni prima con il suo U-2 mentre filmava postazioni sensibili e catturato vivo. In quegli anni la vicenda U-2 ebbe un impatto molto forte sul dibattito politico internazionale, svelando in modo eclatante il gioco delle spie collegato ai rapporti difficilissimi tra le due superpotenze USA e Unione Sovietica, al deterrente nucleare e a quel clima di reciproche diffidenze e paure che fu la guerra fredda e che la costruzione del muro di Berlino nel ’61 cristallizzò e simbolizzò per decenni. Ha anche un senso ricordare oggi quel periodo, in un momento in cui il cosiddetto ‘scontro di civiltà’ genera una dinamica del terrore e di pericolose azioni e reazioni ad amplissimo raggio che, oggi come allora, mettono in pericolo la pace mondiale e i principi fondamentali delle democrazie. Una riproposizione dunque opportuna e persuasiva a livello sostanziale, con tutti i crismi di un ottimo mestiere a livello formale. Qualche riserva va fatta sull’impronta ‘pedagogica’ a stelle e strisce che avvolge il film come una bandiera, per ricordarci che c’è una sola democrazia e un solo paese in cui honesty, freedom e democracy (incarnate nell’eroe ‘tutto d’un pezzo’ Donovan) sono comunque garantite, e questo, se già non lo sapessimo, è l’America. Quest’impronta toglie anche una reale tensione all’azione, che ha ben poco del genere thriller a cui viene assimilata: non c’è colpo di scena che tolga allo spettatore la sensazione confortante che il bene trionferà. Tre stelle e mezzo.
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no_data
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domenica 20 dicembre 2015
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perché no 5 stelle?
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Ne parlate bene e poi date 3 o 4 stelle. Forse perché non è lento, perché non ci sono scene inutili, insomma perché non è un film da regista intellettuale che levando tutti gli orpelli che fanno andare in sollucchero i cosidetti cinefili potrebbe durare 30 minuti. Per fortuna è un gran bel film: trama appassionante, recitato alla grande, bella scenografia, luci da atmosfera, girato da quel gran maestro che è Spielberg. Se non è un capolavoro poco ci manca. Assolutamente da non perdere.
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papini
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domenica 20 dicembre 2015
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film noiosissimo spielberg irriconoscibile
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Film noioso, pieno di dialoghi e quindi teatrale ...il cinema è magia questo ci aveva insegnato Spielberg. ...se vuoi solo mandare un messaggio diceva Monicelli scrivi una lettera...e Spielberg questo doveva fare....scrivere una lettera e non fare un film così. ...degna di nota solo la ricostruzione storica e la fotografia
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alex62
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domenica 20 dicembre 2015
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onore
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Spielberg, dopo lunga vacanza, è tornato e in forma smagliante e...rinunciando ai facili effetti dei risvolti crudeli che avevano siglato molti suoi film. Per esempio la lama interminabile che s'immergeva nel petto del soldato ebreo statunitense, mentre il commilitone che avrebbe dovuto salvarlo era paralizzato dalla paura, in “Salvate il soldato Ryan”. Oppure il tiro a segno grottesco del pazzo comandante del lager sulla sua schiava personale ebrea in “Schindler's list”; o il cappottino rosso della bimba che scompariva, nello stesso film. Insomma nessun effettaccio da parte del più autorevole regista della II Guerra Mondiale e Guerra fredda. Nessuno meglio di lui sa mantenere la suspense...
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Spielberg, dopo lunga vacanza, è tornato e in forma smagliante e...rinunciando ai facili effetti dei risvolti crudeli che avevano siglato molti suoi film. Per esempio la lama interminabile che s'immergeva nel petto del soldato ebreo statunitense, mentre il commilitone che avrebbe dovuto salvarlo era paralizzato dalla paura, in “Salvate il soldato Ryan”. Oppure il tiro a segno grottesco del pazzo comandante del lager sulla sua schiava personale ebrea in “Schindler's list”; o il cappottino rosso della bimba che scompariva, nello stesso film. Insomma nessun effettaccio da parte del più autorevole regista della II Guerra Mondiale e Guerra fredda. Nessuno meglio di lui sa mantenere la suspense...senza fare quasi nulla. O meglio: c'è il suo maestro e ispiratore non solo suo, ma di oltre cinquant'anni di cinema, cioè Alfred Hitchcock, che però appartiene all'empireo...è irraggiungibile e quindi imbattibile.
C'è un avvocato new-yorkese qualunque, la cui unica qualità forse è un'ottima dose di faccia tosta e la negoziazione e l'etica, insomma tre qualità che ne fanno una. Lui mette insieme, in un portentoso equilibrio, il gusto dell'azzardo di un giocatore di poker, di quella razza che non contempla mai la sconfitta, con un'integrità morale il cui specchio è una famiglia meravigliosa e...normale!
Non può accettare di cedere alle lusinghe di una divisione del mondo in BUONI-CATTIVI, no, per lui il dovere di un avvocato è DIFENDERE, che significa prendersi cura di chiunque gli venga affidato. Non può accettare di perdere questa che rappresenta l'unica “partita” decisiva della sua vita. E allora, il suo istinto di uomo navigato ma onesto, sempre onesto, lo spinge a rilanciare contro tutti i pronostici, convinto che la vittoria bacerà gli audaci. E lui è davvero un eroe, è un eroe vero in quanto non spaccia vite, ma le salva!
Gli USA avrebbero voluto salvare 1.000 cittadini americani, incarcerati dopo l'agguato della baia dei porci, a Cuba, e lui ne ottiene 10.000 !!!
Ecco la tempra del nostro eroe normale, nel quale possiamo rispecchiarci tutti noi.
Allora, lo spettatore, sui titoli di coda, si sente assalire da un'immensa nostalgia e comincia a interrogarsi: sarà perché quel mondo era elegantissimo, perché le persone sembravano tutte “perbene” e forse lo erano davvero...molto più di noi! Oppure per le Trabant e la perfetta, ossessiva scenografia, i costumi proprio maniacali?!
Macché!
Una mastodontica onda di nostalgia affoga il cuore dello spettatore e trabocca dai suoi occhi, inondando il viso di lacrime: finalmente lo spettatore comprende, grazie al sottile calore di quelle lacrime...
Che si sta ricordando di cos'è l'Onore.
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ollipop
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domenica 20 dicembre 2015
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lottare per la giustizia messaggio universale
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La giustizia non conosce compromessi ; difendere una spia o presunta tale è difendere innanzitutto il diritto a un giudizio che sempre e comunque dovrà onorare quella giustizia che e poi patrimonio di civiltà e grande conquista sociale
L'avvocato di Spielberg incarna magistralmente questo ruolo : la sua difesa non ricerca colpevolezza o innocenza ma scava nel profondo dell'uomo costruendo un rapporto che non sarà di amicizia ma di grande rispetto reciproco ; il messaggio diventa universale e senza tempo : la vicenda lontana di quasi cinquanta anni non perde la sua attualità offrendo un affresco di una umanità che appunto non conosce tempo ma che ripete e ripeterà all infinito il gioco inevitabile dell' uomo e dei suoi comportamenti ma dove comunque la perseveranza e la tenacia avranno il sopravvento.
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La giustizia non conosce compromessi ; difendere una spia o presunta tale è difendere innanzitutto il diritto a un giudizio che sempre e comunque dovrà onorare quella giustizia che e poi patrimonio di civiltà e grande conquista sociale
L'avvocato di Spielberg incarna magistralmente questo ruolo : la sua difesa non ricerca colpevolezza o innocenza ma scava nel profondo dell'uomo costruendo un rapporto che non sarà di amicizia ma di grande rispetto reciproco ; il messaggio diventa universale e senza tempo : la vicenda lontana di quasi cinquanta anni non perde la sua attualità offrendo un affresco di una umanità che appunto non conosce tempo ma che ripete e ripeterà all infinito il gioco inevitabile dell' uomo e dei suoi comportamenti ma dove comunque la perseveranza e la tenacia avranno il sopravvento.
Spielberg non ricorre al facile sentimentalismo ; non ne ha bisogno : la straordinaria bravura di tutti gli attori viene esaltata da una regia impeccabile.
La spia russa si guarda allo specchio e si ritrae e Spielberg come Bergman nel suo capolavoro"Come in uno specchio" ritrae i suoi personaggi specchiandoli : lo specchio riflette ciò che siamo : il ritratto dell 'avvocato regalo della spia rispecchia l'uomo che si è' battuto per una causa e lo ha fatto rischiando tutto nella ricerca di quella giustizia per cui vale la pena credere e lottare.
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giampituo
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sabato 19 dicembre 2015
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grande regia e interpretazioni. autoreferenziale
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il ponte delle spie. Parliamo di Spielberg e Tom Hanks. E’ questo che forse mi ha fregato. Le aspettative sono grandi. Il film non delude. Dal punto di vista del racconto è diviso in due parti. La prima un legal. La seconda una spy story. Ma messe in scena da un grande maestro e fatte vivere da un grandissimo, immenso attore.
La storia si basa sulla autocelebrazione della democrazia americana a confronto con il totalitarismo sovietico negli anni della guerra fredda. La difesa in tribunale parte di un difensore di ufficio che svolge il suo ruolo dimenticando di difendere una spia sovietica in America e onorando il suo giuramento come se si trattasse du un normale cittadino americano.
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il ponte delle spie. Parliamo di Spielberg e Tom Hanks. E’ questo che forse mi ha fregato. Le aspettative sono grandi. Il film non delude. Dal punto di vista del racconto è diviso in due parti. La prima un legal. La seconda una spy story. Ma messe in scena da un grande maestro e fatte vivere da un grandissimo, immenso attore.
La storia si basa sulla autocelebrazione della democrazia americana a confronto con il totalitarismo sovietico negli anni della guerra fredda. La difesa in tribunale parte di un difensore di ufficio che svolge il suo ruolo dimenticando di difendere una spia sovietica in America e onorando il suo giuramento come se si trattasse du un normale cittadino americano. E questo mentre la gran parte della gente gli è contro. Contro il comunismo. Lo straniero. Ma lui va per la sua strada. Perché ci crede. Sta difendendo una persona non una spia russa. E lo fa senza tentennamenti. Come fosse un ragazzo pieno di ideali e basta. Ed evitandogli la pena di morte attraverso varie peripezie organizza uno scambio ai confini tra est e ovest con una spia americana prigioniera in Russia- DDR. Si assiste al momento storico della messa in opera del muro. Ma questo conta poco. Almeno non mi ha lasciato il segno.Credo che nella storia tutto si basi sull’uomo avvocato. Sulla democrazia. Sulla grandezza della carta costituzionale.Forse anche cavalcando troppo l’onda dell’autoreferenzialità. Infine da ricordare la grande interpretazione dell’attore inglese che interpreta la spia russa forse anche più grande di quella di Tom Hanks , probabilmente perché inaspettata. E a tratti poetica. Ironica. Mi sono dilungato. Pazienza.
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