mario nitti
|
sabato 19 dicembre 2015
|
spielberg sa come si il buon cinema
|
|
|
|
Diavolo di uno Spielberg. Ma quante ne sa?
Con “Il ponte delle Spie” aggiunge un altro pezzo pregiato alla collezione dei suoi capolavori.
Un avvocato viene incaricato di difendere una spia sovietica: dev’essere solo un lavoro di facciata, propaganda per dimostrare che l’America garantisce un giusto giudizio anche ai nemici. Per tutti gli altri questa è solo retorica, ma per lui è vero. Non ci sono giochi senza regole, c’è una Costituzione e quella dobbiamo servire. L’avversario riconosce in lui l’uomo “tutto d’un pezzo”, capace di dimostrare che la sua visione non è né ingenua, né buonista (come va di moda oggi questa parola), ma intelligente e efficace.
[+]
Diavolo di uno Spielberg. Ma quante ne sa?
Con “Il ponte delle Spie” aggiunge un altro pezzo pregiato alla collezione dei suoi capolavori.
Un avvocato viene incaricato di difendere una spia sovietica: dev’essere solo un lavoro di facciata, propaganda per dimostrare che l’America garantisce un giusto giudizio anche ai nemici. Per tutti gli altri questa è solo retorica, ma per lui è vero. Non ci sono giochi senza regole, c’è una Costituzione e quella dobbiamo servire. L’avversario riconosce in lui l’uomo “tutto d’un pezzo”, capace di dimostrare che la sua visione non è né ingenua, né buonista (come va di moda oggi questa parola), ma intelligente e efficace. Un uomo che non si arresta quando gli altri si fermerebbero, considerando il risultato accettabile perché, dove gli altri agiscono in base a calcoli di convenienza lui vede persone, i loro diritti, la loro umanità al di là del ruolo.
In sintesi bella storia, ben racconta, ottimi attori, ottimi costumi, grande montaggio: c’è poco da dire Spielberg sa davvero fare buon cinema.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a mario nitti »
[ - ] lascia un commento a mario nitti »
|
|
d'accordo? |
|
gpistoia39
|
venerdì 18 dicembre 2015
|
sarebbe bravissimo se fosse meno nazionalista
|
|
|
|
Che dire, bello ma mi sono annoiata. Spielberg è sempre un grande anche se come stavolta, si è lasciato prendere un po' troppo la mano dal suo nazionalismo americano. Anche in "Salvate il soldato Ryan" c'era questa retorica del "noi americani siamo i migliori, la nostra democrazia è la migliore, noi andiamo per il mondo e ci sacrifichiamo e moriamo per gli altri", ma lì mi andava meglio perché devo effettivamente loro, gli americani, ci hanno davvero salvato il c....in tutti i sensi. Io ho voluto andare personalmente in Normandia, in quel cimitero e mi sono molto commossa. Ma qui, in questo film, che non ha nulla del thriller, forse ha molto noir, vedi le scene cupe girate a Berlino Est, che comunque lui ha molto "copiate" dalla Spia che venne dal freddo con Burton, grande film quello, non mi ricordo il nome del regista.
[+]
Che dire, bello ma mi sono annoiata. Spielberg è sempre un grande anche se come stavolta, si è lasciato prendere un po' troppo la mano dal suo nazionalismo americano. Anche in "Salvate il soldato Ryan" c'era questa retorica del "noi americani siamo i migliori, la nostra democrazia è la migliore, noi andiamo per il mondo e ci sacrifichiamo e moriamo per gli altri", ma lì mi andava meglio perché devo effettivamente loro, gli americani, ci hanno davvero salvato il c....in tutti i sensi. Io ho voluto andare personalmente in Normandia, in quel cimitero e mi sono molto commossa. Ma qui, in questo film, che non ha nulla del thriller, forse ha molto noir, vedi le scene cupe girate a Berlino Est, che comunque lui ha molto "copiate" dalla Spia che venne dal freddo con Burton, grande film quello, non mi ricordo il nome del regista.
Si certo Spielberg è un grande, spesso riesce anche a sconvolgerti per mesi, ricordo il suo "Intelligenza artificiale" che mi ha fatto venire il "torcibudella" e stavo male ogni volta che ripensavo al quel film. Spielberg grande artista quando non introduce la retorica, che come tutte le retoriche da fastidio. Come faccio a dire che questo è un bel film, se è pieno di retorica, di cliche, di modelli standardizzati?
Altra cosa il film " Shindler List", girata quasi completamente a Cracovia, proprio dove era stata veramente la fabbrica, niente retorica, solo fatti storici rappresentati meravigliosamente in quel fantastico bianco e nero.
Il Ponte delle spie, un film di cassetta?
Vogliamo parlare di veri film di denuncia non retorici fatti da altri registi americani? La Valle di Elat, per esempio, Gran Torino, Platoon, sono solo alcuni esempi di modi diversi di trattare certi argomenti, per non parlare della Vita degli altri.
Va be, io la penso così. Non amo il fanatismo, anche rivestito dell'arte di una Spielberg.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gpistoia39 »
[ - ] lascia un commento a gpistoia39 »
|
|
d'accordo? |
|
vincenzo ambriola
|
venerdì 18 dicembre 2015
|
paura termonucleare
|
|
|
|
Siamo nel 1957 a Brooklyn. L'avvocato Donovan deve difendere un cittadino inglese accusato di essere una spia sovietica. Deontologicamente corretto e fermamente ispirato ai valori democratici della Costituzione, Donovan porta avanti la sua difesa nonostante l'avversione ideologica e politica di tutti. Poi un militare americano è catturato dai sovietici e si rende necessario organizzare lo scambio, a Berlino naturalmente. Donovan gestisce questo delicato compito, in un contesto difficile, diffidente e diplomaticamente articolato. Spielberg approfitta di una storia vera per affrontare il tema della lealtà alla nazione, agli ideali democratici, alle regole professionali. Lo fa in maniera magistrale, affidando a Tom Hanks il compito di non essere mai ovvio o scontato, di esprimere mimicamente emozioni che richiederebbero mille parole per essere spiegate.
[+]
Siamo nel 1957 a Brooklyn. L'avvocato Donovan deve difendere un cittadino inglese accusato di essere una spia sovietica. Deontologicamente corretto e fermamente ispirato ai valori democratici della Costituzione, Donovan porta avanti la sua difesa nonostante l'avversione ideologica e politica di tutti. Poi un militare americano è catturato dai sovietici e si rende necessario organizzare lo scambio, a Berlino naturalmente. Donovan gestisce questo delicato compito, in un contesto difficile, diffidente e diplomaticamente articolato. Spielberg approfitta di una storia vera per affrontare il tema della lealtà alla nazione, agli ideali democratici, alle regole professionali. Lo fa in maniera magistrale, affidando a Tom Hanks il compito di non essere mai ovvio o scontato, di esprimere mimicamente emozioni che richiederebbero mille parole per essere spiegate. Lo fa ricostruendo il clima di quel periodo, la paura della bomba termonucleare, solo pochi anni prima usata per piegare il fortissimo spirito patriottico del Giappone. E ci regala un film meraviglioso, ricco di immagini poetiche, ma anche di spunti sociali da riprendere nel nostro presente per ricordarci che la storia passata è la migliore lente da usare per vedere il futuro.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a vincenzo ambriola »
[ - ] lascia un commento a vincenzo ambriola »
|
|
d'accordo? |
|
goldy
|
giovedì 17 dicembre 2015
|
elogio all'artigiano
|
|
|
|
Quando Salvate il Soldato Ryan uscì nel 1993 ricordo che un critico dell’epoca definì Spielberg il più piccolo degli artisti ma il più grande degli artigiani del cinema. Forse l’intento era denigratorio ma a me parve la consacrazione di un grande regista. Vorrei qui fare un elogio al suo cinema. Ciò che amo in lui è la chiarezza comunicativa. Sa raccontare in modo lineare stringente perché si rivolge al grande pubblico , sa cosa vuole dire e dove vuole arrivare. Mi piace il suo impegno di cineasta che quando si rivolge ai suoi connazionali lo fa prima di tutto con atteggiamento maieutico .
[+]
Quando Salvate il Soldato Ryan uscì nel 1993 ricordo che un critico dell’epoca definì Spielberg il più piccolo degli artisti ma il più grande degli artigiani del cinema. Forse l’intento era denigratorio ma a me parve la consacrazione di un grande regista. Vorrei qui fare un elogio al suo cinema. Ciò che amo in lui è la chiarezza comunicativa. Sa raccontare in modo lineare stringente perché si rivolge al grande pubblico , sa cosa vuole dire e dove vuole arrivare. Mi piace il suo impegno di cineasta che quando si rivolge ai suoi connazionali lo fa prima di tutto con atteggiamento maieutico . In questo film così’ come in Lincoln la preoccupazione prevalente sembra essere prima di tutto quella di affrontare nodi poco trattati dal cinema di Hollywood e la sua posizione ne esce chiara e esplicita. Rifugge da conclusioni ambigue o confuse. Pone in primo piano la preoccupazione comunicativa piuttosto che l’esaltazione della spropria perizia registica.
.
In questo suo ultimo film sorprende ancora una volta la perfezione e l’accuratezza nella ricostruzione degli ambienti dell’epoca. Documenta la fobia anticomunista ottusa e dilagante alla quale tuttavia si contrappone il meglio delle garanzie costituzionali per garantire un giusto e corretto processo alla spia russa. L’avvocato protagonista incarna il meglio dei valori dell’americano medio, eroe positivo che rassicura e sa operare con la necessaria perizia nonostante l’aperta ostilità dei suoi confronti. Ogni momento della vicenda è costruito con la giusta lentezza per fermare l’attenzione su dettagli importanti. E? costantemente preoccupato di farsi comprendere, non sorvola mai. Delinea le caratteristiche del personaggio principale con pochi sapienti cenni che lo rendono però perfettamente definito. La storia parte dal personaggio e dal suo privato per poi, in una sorta di cerchi concentrici amplificarsi sempre più fino ad arrivare alla scena di inaudita bravura e credibilità dell’intercettazione e abbattimento à dell’areo spia Usa da parte dei russi. La vicenda poi si continuerà nella Berlino divisa dal muro dove si perverrà all’epilogo.
A vicenda conclusa al protagonista non rimarrà che assaporare il piacere di una recuperata serenità , di una più salda scoperta di sé , di un insperato ruolo di padre e marito ma soprattutto si vedrà restituita la gratitudine di un intero paese. E tutto questo viene reso con un semplice scambio di sguardi tra lui e un’anonima passeggera in un vagone della Brooklin line. Uno sguardo che non si dimentica e scalda il cuore. Uno sguardo da artigiano che conosce il mestiere.
Tom Hanks: inarrivabile e Spielberg ancora di più.
.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a goldy »
[ - ] lascia un commento a goldy »
|
|
d'accordo? |
|
antonio montefalcone
|
giovedì 17 dicembre 2015
|
spielberg ci parla dell’oggi attraverso il passato
|
|
|
|
L’uomo comune che si trova a fronteggiare situazioni straordinarie: è sempre stata questa la linea narrativa principale della filmografia del grande Steven Spielberg, e anche questa sua ultima pellicola ci resta fedele. L’uomo comune è qui l’avvocato James Donovan (interpretato da un magistrale Tom Hanks), chiamato in piena Guerra Fredda, prima a difendere in tribunale la spia russa Rudolf Abel (interpretato da un altrettanto superlativo Mark Rylance), e dopo a negoziare in suolo russo per il suo scambio e il rilascio di due giovani americani fatti prigionieri. La vicenda descritta è veramente accaduta ed è per il regista un'altra rigorosa pagina di Storia da raccontare, quella Storia che ha sempre prediletto inserire nel suo percorso artistico e che ha utilizzato per ribadire l’importanza dei buoni sentimenti, degli ideali più nobili e dei sani valori e principi, siano essi esistenziali e umanisti, oppure etici e morali.
[+]
L’uomo comune che si trova a fronteggiare situazioni straordinarie: è sempre stata questa la linea narrativa principale della filmografia del grande Steven Spielberg, e anche questa sua ultima pellicola ci resta fedele. L’uomo comune è qui l’avvocato James Donovan (interpretato da un magistrale Tom Hanks), chiamato in piena Guerra Fredda, prima a difendere in tribunale la spia russa Rudolf Abel (interpretato da un altrettanto superlativo Mark Rylance), e dopo a negoziare in suolo russo per il suo scambio e il rilascio di due giovani americani fatti prigionieri. La vicenda descritta è veramente accaduta ed è per il regista un'altra rigorosa pagina di Storia da raccontare, quella Storia che ha sempre prediletto inserire nel suo percorso artistico e che ha utilizzato per ribadire l’importanza dei buoni sentimenti, degli ideali più nobili e dei sani valori e principi, siano essi esistenziali e umanisti, oppure etici e morali. E “Il ponte delle spie” fa di questi ultimi concetti la sua ragion d’essere. Nella figura solida di un uomo integro moralmente, si riescono a conciliare i diritti del singolo con quelli dei governi. Ma si espongono anche gli amari rovesci della medaglia. E da questo punto di vista il film appare essere un’altra versione della precedente opera di Spielberg, “Lincoln”, nella quale si ragionava sulla politica come dura, incessante trattativa e compromesso soprattutto quando si piega all’affermazione di ideali giusti.
La pellicola, scritta in ultima revisione anche dai fratelli Coen, è una delle migliori e delle più controllate del regista. Parla di spie e Guerra Fredda, ma non ha i meccanismi intricati di altri film di spionaggio (anzi tutto è messo in scena con coinvolgente semplicità e chiarezza, ma anche con tratti lirici e con tocchi di humor e sarcasmo cari ai Coen); parla di retorica ma sa evitare la stucchevolezza eccessiva del patriottismo, dell’enfasi e della propaganda filoamericana; descrive un periodo storico complesso ma è diretto ed efficace; dura 140 minuti ma appassiona e non annoia mai. Ogni aspetto dell’opera affascina. L’epoca è ben ricostruita, il rapporto tra Donovan e Abel è esposto con equilibrio e credibilità, lo script è interessante e solido, il ritmo fluido, le atmosfere plumbee e opache rispecchiano il clima di tensione (merito della fredda, satura fotografia di Kaminski), la musica di Newman alterna toni più classici ad altri meno.
Dal punto di vista narrativo non mancano emozioni e spunti di riflessione, e, purtroppo, neanche eccessi di didascalismo serviti a più riprese, o alcuni limiti che diminuiscono spessore e profondità; ma tutto, dai dialoghi alle varie sequenze (bella quella finale sul ponte, o l'inseguimento iniziale) ci riportano ad un cinema classico che mette al centro non solo e di nuovo il potere della parola, ma soprattutto valori umani apparentemente ordinari come la dedizione, la lealtà, il coraggio, ancora capaci di ribaltare verdetti già scritti e relazioni poco fraterne.
In questo quadro sotto accusa è allora non solo la libertà soppressa dalla tirannia sovietica, ma anche il finto perbenismo di un’America spesso paranoica e antidemocratica. Per questo fondamentale è ricordare che anche nelle peggiori delle emergenze, non bisogna mai rinunciare alla lotta per determinati principi. Affidandosi alla ragione e alla dignità delle proprie scelte. E “Il ponte delle spie” diventa allora ponte di umanità, un invito alla giustizia e ad ogni tipo di libertà e diritto civile…
[-]
[+] pienamente d'accordo
(di a.i.9lli )
[ - ] pienamente d'accordo
|
|
[+] lascia un commento a antonio montefalcone »
[ - ] lascia un commento a antonio montefalcone »
|
|
d'accordo? |
|
maurizio meres
|
mercoledì 16 dicembre 2015
|
un quadro perfetto
|
|
|
|
Centoquaranta minuti di grande cinema ,Spielberg ancora una volta scava nei meandri di un epoca non troppo lontana e sempre presente nella mentalità dei preconcetti politici di un potere nascosto autorizzato nell'occultamento della verità dove i muri dell'emarginazione non sono più visibili ma esistono più di prima,facendo parte ormai nell'integrazione sociale.
Film curato nei minimi particolari dove una perfetta ambientazione fa rivivere allo spettatore quel momento,scene molto significative che creano una emozione in alcune di esse davvero forti,la costruzione del muro ritengo la più dura ma anche la più emozionante,essa fa parte della nostra cultura,talmente reale da far rabbrividire.
La trama si basa sui concetti primari della costituzione degli Stati Uniti,dove ogni essere umano a il diritto di essere difeso nel più assoluto rispetto della sua dignità,dove l'etica professionale e al di sopra delle parti e con la solita esaltazione idilliaca dell'essere Americano.
[+]
Centoquaranta minuti di grande cinema ,Spielberg ancora una volta scava nei meandri di un epoca non troppo lontana e sempre presente nella mentalità dei preconcetti politici di un potere nascosto autorizzato nell'occultamento della verità dove i muri dell'emarginazione non sono più visibili ma esistono più di prima,facendo parte ormai nell'integrazione sociale.
Film curato nei minimi particolari dove una perfetta ambientazione fa rivivere allo spettatore quel momento,scene molto significative che creano una emozione in alcune di esse davvero forti,la costruzione del muro ritengo la più dura ma anche la più emozionante,essa fa parte della nostra cultura,talmente reale da far rabbrividire.
La trama si basa sui concetti primari della costituzione degli Stati Uniti,dove ogni essere umano a il diritto di essere difeso nel più assoluto rispetto della sua dignità,dove l'etica professionale e al di sopra delle parti e con la solita esaltazione idilliaca dell'essere Americano.
Tutto il film scorre benissimo con una sceneggiatura forte dove le varie situazioni si sovrappongono dando allo spettatore sempre il quadro completo dell'intreccio,non ci sono certezze nel film ma solo dubbi calcolati,e mai nascosti ,dialogato alla perfezione si sente che i personaggi sono reali non inventati,uomini capaci ,idealisti subordinati soltanto alla loro coscienza e al loro credo,merito questo della collaborazione dei fratelli Coen.
Come attore principale per questo film serviva una figura imponente,espressivo è sicuro di se in ogni circostanza,con una dose giusta di drammaticità,senza mai essere di cattivo umore,e con un pizzico d'ironia in questo Tom Hanks è stato perfetto la sua professionalità sfiora la perfezione,difficile dopo aver visto il film immaginare un'altra attore."nei grandi film è sempre così"
Spielberg disegna il film con una fotografia fatta di luci ed ombre,in una mescolanza di colori pastello,l'oscurità della notte con dei grigi perfetti completano il quadro.
Per i grandi amanti del cinema d'autore è imperdibile,sicuramente entrerà nei film che si potranno vedere e rivedere senza essere mai banali e trovare ogni volta qualcosa di nuovo.
[-]
[+] imperdibile?
(di emmeci)
[ - ] imperdibile?
|
|
[+] lascia un commento a maurizio meres »
[ - ] lascia un commento a maurizio meres »
|
|
d'accordo? |
|
nicola1
|
martedì 15 dicembre 2015
|
curiosità prima di vederlo
|
|
|
|
leggo che è il primo film di Spielberg dal 1986 (Il Colore Viola, Quincy Jones) la cui colonna sonora non è composta da John Williams.
[+] l'assurdo di chi è d'accordo con un commento
(di nicola1)
[ - ] l'assurdo di chi è d'accordo con un commento
[+] strane percentuali
(di nicola1)
[ - ] strane percentuali
|
|
[+] lascia un commento a nicola1 »
[ - ] lascia un commento a nicola1 »
|
|
d'accordo? |
|
casomai21
|
martedì 15 dicembre 2015
|
carismatico e ostinatotom hanks, intenso spielberg
|
|
|
|
Senza dubbio un'accoppiata vincente, una storia vera che descrive nei dettagli il clima di intimidazione e di sopetti del periodo della guerra fredda, della psicosi collettiva e di regime e della frantumazione dell'unità della Germania di una città Berlino divisa da un muro frettolosamente eretto per definire i confini non solo politici di quell'Europa, appena uscita da una disatrosa guerra mondiale.Ma in un'altra guerra quella fredda emerge la personalità e l'umanità di un avvocato qualunque che viene a trovarsi coinvolto in una doppia trattativa, una famiglia tradizionale alle spalle con figli piccoli e adolescenti ed una paziente e tipica moglie americana.
[+]
Senza dubbio un'accoppiata vincente, una storia vera che descrive nei dettagli il clima di intimidazione e di sopetti del periodo della guerra fredda, della psicosi collettiva e di regime e della frantumazione dell'unità della Germania di una città Berlino divisa da un muro frettolosamente eretto per definire i confini non solo politici di quell'Europa, appena uscita da una disatrosa guerra mondiale.Ma in un'altra guerra quella fredda emerge la personalità e l'umanità di un avvocato qualunque che viene a trovarsi coinvolto in una doppia trattativa, una famiglia tradizionale alle spalle con figli piccoli e adolescenti ed una paziente e tipica moglie americana. Unica distrazione in casa è la televisione che appare, esternamente ancora in legno, ma i cui telegiornali che però manipolano le notizie, nascondendo la reale natura degli eventi internazionali.Il film descrive bene i drammatici momenti che videro la costruzione del muro di Berlino con le numerose vittime innocenti che tentavano di scavalcarlo ed a essa lega la storia dello studente universitario americano trattenuto nelle carceri di Berlino est per sospetto spionaggio.La metropolitana collega ancora le due Berlino sorvolando in viadotto il muro stesso, da quel treno Donovan assiste all'uccisione di alcuni fuggiaschi, a fine film Donovan riabilitato nell'opinione pubblica come servitore della patria osserva sul metrò un 'analoga scena di giovani che scherzando scavalcano un'alta recinzione in ferro nei liberi e democratici Stati Uniti,Spielberg porge questa scena allo spettatore attento più di quella del felice ritorno tra gli affetti domestici, quando tutti moglie compresa conoscono la verità sulla sua missione di pace. L'umanità anche di chi appare il nemico da annientare traspare nella personalità della spia, interpretata da un formidabile Mark Ryalance, flemmatico e fatalista, pittore dialettante epaziente nel costruire immagini e ritratti sulla tela da artista attento e osservatore, sa di essere solo una pedina di un disegno anche a lui sconosciuto e sa di essere un'imbarazzante infortunio del regime sovietico di cui sbarazzarsi presto. Anche lui ha una famiglia tradizionale russa ben descritta dagli attori e si aggrappa ai valori umani e al senso di onore e lealtà ereditato dal padre che definisce un uomo tutto di un pezzo. Donovan comprende tutto ciò e porta a termine il suo mandato,secondo i suoi valori umani e muovendosi in una doppia burocratica e farraginosa burocrazia anche rischiando il completo fallimento dell'operazione. Oltre la scena sul ponte delle spie di Berlino è altrettanto emozionante quella della intercettazione da missili terra-aria dell'aereo spia americano con a bordoil giovane Power, lo spettatore resta incollato alla sedia e assiste alla spettacolare caduta dell'aereo sperando che quel paracadute si apra e che l'aereo non precipiti sul pilota. Insomma Spielberg conferma in questo film la sua maestria nell'emozionare e nell'attualizzare le storie di personaggi forti, ma ricchi di umanità che anche nello sfondo del rigido inverno berlinese riscaldino i cuori e facciano da esempio rispetto all'oppotunismo ed alla mediocrità di tanti dei nostri giorni.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a casomai21 »
[ - ] lascia un commento a casomai21 »
|
|
d'accordo? |
|
|