giovanni morandi
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lunedì 31 ottobre 2022
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amore o dolore. giovanni morandi
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Forse una delle migliori pellicole made in Italy degli ultimi anni. Difficile dire cosa c'è dietro questo caotico film; forse qualche riferimento a Godard di "Fino all'ultimo respiro", in chiave ultramoderna, forse la bravura dei protagonisti, forse il fascino esagerato di quella che sarà la prossima stella del cinema italo-francese, quell' Astrid Bergès, con la sua naturalissima bellezza quasi adolescenziale o forse la sceneggiatura, che rimescola una storia tra il drammatico ed il romantico, di amore e di amicizia o forse niente di tutto questo, ma il risultato è ottimo, anche se il regista poteva accelerare su alcune pause non necessarie alla narrazione.
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Forse una delle migliori pellicole made in Italy degli ultimi anni. Difficile dire cosa c'è dietro questo caotico film; forse qualche riferimento a Godard di "Fino all'ultimo respiro", in chiave ultramoderna, forse la bravura dei protagonisti, forse il fascino esagerato di quella che sarà la prossima stella del cinema italo-francese, quell' Astrid Bergès, con la sua naturalissima bellezza quasi adolescenziale o forse la sceneggiatura, che rimescola una storia tra il drammatico ed il romantico, di amore e di amicizia o forse niente di tutto questo, ma il risultato è ottimo, anche se il regista poteva accelerare su alcune pause non necessarie alla narrazione. Altro neo, nella prima parte, che si svolge in Francia, l'uso un po' troppo prolungato del francese, che, avrei utilizzato solo per i primi fotogrammi. Una storia cruda, ma, nel finale c'è un accenno d'amore.
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carloalberto
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sabato 17 ottobre 2020
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controcorrente
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Storia speculare di due amanti e dell’annullamento reciproco delle rispettive personalità, conchiusa nella perfetta circolarità della forma a spirale di una chiocciola e ritmicamente segnata dalla legge del contrappasso. Lui perde il lavoro e va in galera a causa di lei. Lei perde il lavoro e va in galera a causa di lui. Lui, che ha ottenuto tutto a causa di lei, rinuncia a tutto a causa di lei.
La correlazione antagonistica dei sogni individuali, che si realizzano momentaneamente e si spezzano in modo improvviso, mandando in frantumi le rispettive illusioni egoistiche, si riverbera nelle storie personali dei due, che si contrappongono nella costruzione solipsistica di figure fantasmatiche collettivamente apprezzate, per ricongiungersi infine, a compimento di una dialettica quasi hegeliana, nell’unità superiore dell’amore e della verità.
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Storia speculare di due amanti e dell’annullamento reciproco delle rispettive personalità, conchiusa nella perfetta circolarità della forma a spirale di una chiocciola e ritmicamente segnata dalla legge del contrappasso. Lui perde il lavoro e va in galera a causa di lei. Lei perde il lavoro e va in galera a causa di lui. Lui, che ha ottenuto tutto a causa di lei, rinuncia a tutto a causa di lei.
La correlazione antagonistica dei sogni individuali, che si realizzano momentaneamente e si spezzano in modo improvviso, mandando in frantumi le rispettive illusioni egoistiche, si riverbera nelle storie personali dei due, che si contrappongono nella costruzione solipsistica di figure fantasmatiche collettivamente apprezzate, per ricongiungersi infine, a compimento di una dialettica quasi hegeliana, nell’unità superiore dell’amore e della verità. E’ l’incontro definitivo nell’assoluto, contro la relatività delle cose mondane e l’effimero del danaro e del benessere materiale, asimmetricamente rappresentato, sullo sfondo, da figure minori destinate alla dissoluzione e alla morte.
L’azzeramento della posizione sociale tanto agognata e finalmente raggiunta acquisisce significato nella prospettiva di un sacrificio consapevole di un sé fittizio, pura proiezione di desideri ipnoticamente indotti da una società pervasiva della psiche e annichilente le forze creatrici e primordiali, in contrapposizione all’amore convenzionale, esclusivamente autodistruttivo, segnato da una adesione incondizionata ai valori tradizionali del proprio contesto culturale ed emblematicamente interpretato dal compagno di cella, che ha ucciso per difendere l’onore della moglie e quindi il suo.
Il film è animato da uno slancio vitalistico che supera le idee dominanti ed infrange i tabù delle scelte obbligate, capovolgendo i valori attualmente condivisi in una realtà che non può che apparire utopica e favolistica per la mentalità corrente, così com’è devota alla religione del nostro tempo, che celebra i suoi riti, non a caso, in una chiesa sconsacrata trasformata in discoteca alla moda.
Racconto sotto tono con scarti temporali minimi ed inquadrature semplici, lineari, e primi piano centrati sulla coppia in orgasmo a significare la predominanza su di ogni altra cosa dell’entità doppia nell’acme della simbiosi dei corpi e delle anime degli amanti che deflagra silenziosa distruggendo senza colpa chi si trova sventuratamente a contatto con uno dei due.
Cupellini, a prescindere dai meriti personali, ha avuto nella sua carriera e nonostante i pochi film realizzati, la fortuna di dirigere due dei più grandi attori del nostro cinema, forse i migliori in assoluto, Elio Germano in questo Alaska 2015 e Toni Servillo in Una vita tranquilla del 2010.
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la nera
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sabato 1 agosto 2020
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assolutamente no
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fedenisi
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giovedì 23 luglio 2020
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miserabile
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Come si può avere un attore così bravo e fare un film così brutto? Sceneggiatura insensata... boicottare!!
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biscotto51
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venerdì 21 febbraio 2020
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molto bello, ma il sonoro.....
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Storia molto bella, ben sceneggiata, attori bravi, ma il sonoro è una schifezza unica, scusate il frencesismo. Ho perso almeno metà dei dialoghi, anche alzando il volume al massimo. Ma il regista alla fine lo sente il film?
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giuseppevin
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domenica 1 dicembre 2019
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consigliato !
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Un film che narra l'amore fuori dagli schemi, per niente banale, ti permette di assaporarlo con leggerezza in due ore che passano in un'alternanza di sentimenti. Consigliato
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folignoli
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domenica 1 settembre 2019
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un grande elio germano
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Un film poco italiano per lo svolgimento ricco di fatti, colpi di scena e capovolgimenti di fronte. Come si possa passare dal carcere al diventare Direttore di un famoso Hotel, ce lo dovrebbe spiegare meglio il regista Cupellini. Fausto esce dalla prigione e ritrova la sua bellissima Nadine, fotomodella francese che ora lavora a Milano. Anche qui la sceneggiatura è debole. Una bellissima modella che vive a Milano tra ricchezza e uomini che la corteggiano, come può tornare in Francia per aspettare uno squattrinato e violento ragazzo appena conosciuto? L'incastro si compie quando Fausto incontra una ragazza, figlia di un importante uomo di affari, che si innamora all'istante di lui.
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Un film poco italiano per lo svolgimento ricco di fatti, colpi di scena e capovolgimenti di fronte. Come si possa passare dal carcere al diventare Direttore di un famoso Hotel, ce lo dovrebbe spiegare meglio il regista Cupellini. Fausto esce dalla prigione e ritrova la sua bellissima Nadine, fotomodella francese che ora lavora a Milano. Anche qui la sceneggiatura è debole. Una bellissima modella che vive a Milano tra ricchezza e uomini che la corteggiano, come può tornare in Francia per aspettare uno squattrinato e violento ragazzo appena conosciuto? L'incastro si compie quando Fausto incontra una ragazza, figlia di un importante uomo di affari, che si innamora all'istante di lui. La scalata sociale è compiuta. Fausto lascia Nadine che ama e si butta tra le braccia della nuova ragazza, meno bella ma sicuramente più adatta alla sua ascesa. Improbabili alcune scene, tipo quella di Nadine che va a trovare Fausto nel suo nuovo locale, l'Alaska per l'appunto, ma lo trova insieme alla sua compagna. Disperata, Nadine si butterà tra le braccia del primo uomo che incontra al bancone del bar della discoteca di Fausto. Vanno via in macchina e lei comincia a sparare con la pistola di questo tipo poco raccomandabile. Mentre si compie l'ascesa di Fausto, che da carcerato diventa Direttore di un prestigioso Hotel, Nadine affonda nella fossa. Un incidente gli impedisce di lavorare e cade in disgrazia. Tra amori e tradimenti il film prosegue nel suo percorso vertiginoso di accadimenti, non tutti plausibili. Elio Germano regge da solo tutto il film e si dimostra di essere il più convincente giovane attore italiano, lasciando dietro di lui i vari Accorsi, De Maria, Favino .
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valterchiappa
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sabato 27 gennaio 2018
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il racconto, finalmente
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Da Parigi a Milano. Dalla miseria alla ricchezza. Possedere tutto ciò che è inutile o avere ciò che solo necessario. Può l’amore rimettere in sincrono due vite pericolosamente oscillanti su sinusoidi ripidissime che sembrano tracciate in un diabolico, perenne sfasamento?
Le esistenze di Fausto (Elio Germano), ambizioso maître italiano di un albergo di lusso di Parigi, caduto in disgrazia per una bravata e Nadine (Astrid Bergès-Frisbey), disincantata ragazza della provincia francese che si trova quasi controvoglia a diventare una modella di successo, sembrano essere indissolubili. Eppure i due faranno di tutto (nulla nella storia è lasciato al destino) per distanziarsi.
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Da Parigi a Milano. Dalla miseria alla ricchezza. Possedere tutto ciò che è inutile o avere ciò che solo necessario. Può l’amore rimettere in sincrono due vite pericolosamente oscillanti su sinusoidi ripidissime che sembrano tracciate in un diabolico, perenne sfasamento?
Le esistenze di Fausto (Elio Germano), ambizioso maître italiano di un albergo di lusso di Parigi, caduto in disgrazia per una bravata e Nadine (Astrid Bergès-Frisbey), disincantata ragazza della provincia francese che si trova quasi controvoglia a diventare una modella di successo, sembrano essere indissolubili. Eppure i due faranno di tutto (nulla nella storia è lasciato al destino) per distanziarsi.
“Alaska”, il nuovo film di Claudio Cupellini (“Lezioni di cioccolato”, “Una vita tranquilla”) è innanzitutto il racconto dell’insoddisfazione. Questo è il tarlo che rode da dentro Fausto, allontanandolo da una felicità che sembra essere a portata di mano, questa la forza endogena che fa ribollire un mare che non desidererebbe altro che essere placido. Emblematico lo stesso titolo del film, che evoca una terra promessa tanto utopica e lontana, quanto gelida ed inospitale.
La bramosia di potere, l’avidità di una sempre maggiore ricchezza condurranno i due su un percorso altalenante come montagne russe, sempre più distante dal percorso invece tenacemente retto e costante dell’amore, che però niente e nessuno potrà arrestare.
Sì perché “Alaska” è un film romantico, anzi spudoratamente romantico. Ma come ogni grande storia d’amore, quella fra Fausto e Nadine cresce e si fa bella attraversando il mare in tempesta di infinite traversìe. E la vicenda costruita da Cupellini, assieme ai co-sceneggiatori Filippo Gravino e Guido Iuculano, è una vera e propria odissea, traboccante di eventi fortissimi, di colpi di scena, di situazione al limite. C’è un poderoso lavoro di scrittura dietro “Alaska”: vicende infinite che si incastrano, pur seguendo un filo solidissimo e una corte di personaggi tratteggiati con contorni precisi, come in vecchio romanzo di appendice, concentrato nelle due ore della pellicola.
È la rivincita della storia. Finalmente, vorremmo dire. Dopo tanti film criptici, minimali, in punta di penna (e ben ne conosciamo i risultati quando la mano non è più che felice), è bello godere nuovamente della trama che ci avvince e ci incolla alla poltrona. E cosa importa se è poco credibile? È finzione, signori, deve farci emozionare, commuovere, sognare. Non deve essere vera. Se poi, come in “Alaska”, è anche verosimile usciremo dalla sala camminando su un letto di nuvole, col cuore gonfio e gli occhi lucidi, prima di riposare i piedi sul grigio suolo della realtà quotidiana.
È forse ridondante la sceneggiatura di “Alaska”; qualche volta va sopra le righe (come credere che un galeotto senza arte né parte sia atteso all’uscita dal carcere da una modella bella come un angelo?); alcuni personaggi sono meramente letterari nel senso meno nobile del termine, come Sandro (interpretato da un peraltro superlativo Valerio Binasco), il pittoresco socio con cui Fausto prende in gestione il locale che dà il nome al film. Ma questo, almeno per chi vi scrive, viene da una analisi condotta davanti al bianco di una pagina. Durante la proiezione, quando il cervello tace e a condurci per mano è un cuore fanciullesco, “Alaska” appaga a pieno, riconducendoci a casa con la soddisfazione che solo un ottimo film può dare.
Non si può tacere il ruolo che in questo viaggio emotivo hanno le interpretazioni dei protagonisti. Elio Germano (che, ricordiamolo, è il nostro migliore attore), si carica sulle spalle il peso onerosissimo di tanta scrittura, sfoggiando l’ennesima grande prestazione. Forse attinge troppo dal suo stesso repertorio (in certi momenti sembra di rivedere l’Accio di “Mio fratello è figlio unico”), a tratti si lascia prendere dall’istrionismo, ma è fuor di dubbio che è la sua interpretazione il propellente necessario per far camminare il possente motore costruito da Cupellino. Astrid Bergès-Frisbey per conto suo non mette in campo solo l’eterea bellezza, ma, impallidendo il bel viso, sa diventare dolente, percossa, sofferente, ben assecondando l’andamento drammatico del testo.
La fredda ragione può, analizzando, trovare altro da obiettare. Ma, a concludere queste poche righe, parlerà lo spettatore e non il critico. E la sua voce, senza esitare, dirà: “Alaska” è un film bellissimo
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stefanocapasso
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sabato 27 maggio 2017
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la dipendenza affettiva
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Fausto lavora in un prestigioso Hotel di Parigi, sogna di diventare maitre e dare una svolta alla sua vita. Quando incontra Nadine, che sta cercando di diventare modella e uscire dalla vita povera che conduce, se ne invaghisce subito. Per fare colpo su di lei, si mette nei guai col suo lavoro che perderà.
Da quel momento tra i due comincia un lungo rincorrersi attraverso gli anni, caratterizzato e spesso ostacolato dal bisogno di fare soldi dei due.
Claudio Cupellini racconta una storia d’amore tra due giovani che tra tante difficoltà e gravi errori finiscono per ritrovarsi insieme, a testimoniare che l’amore trionfa.
Più inconsapevolmente, almeno sembra, il film ci descrive molto bene una relazione di dipendenza affettiva.
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Fausto lavora in un prestigioso Hotel di Parigi, sogna di diventare maitre e dare una svolta alla sua vita. Quando incontra Nadine, che sta cercando di diventare modella e uscire dalla vita povera che conduce, se ne invaghisce subito. Per fare colpo su di lei, si mette nei guai col suo lavoro che perderà.
Da quel momento tra i due comincia un lungo rincorrersi attraverso gli anni, caratterizzato e spesso ostacolato dal bisogno di fare soldi dei due.
Claudio Cupellini racconta una storia d’amore tra due giovani che tra tante difficoltà e gravi errori finiscono per ritrovarsi insieme, a testimoniare che l’amore trionfa.
Più inconsapevolmente, almeno sembra, il film ci descrive molto bene una relazione di dipendenza affettiva. Sono dipendenti affettivi tutti i protagonisti del film che alternano la ricerca ossessiva di un affetto a quella del potere economico. E che trovano un equilibrio quando finalmente decidono di accettare la loro condizione
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venerdì 20 gennaio 2017
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assurdometro a 1000
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Assurdo. Un film in cui succedono un milione di cose, sembra infinito. In alcuni momenti viene da chiedersi quante ore siano passate dall'inizio!
Nonostante questo però, la trama è travolgente e la storia d'amore non è così banale.
Finale meraviglioso, che vale tutte le 4 stelline.
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