Alaska |
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Un film di Claudio Cupellini.
Con Elio Germano, Astrid Berges-Frisbey, Valerio Binasco, Elena Radonicich.
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Titolo originale Alaska.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 125 min.
- Italia, Francia 2015.
- 01 Distribution
uscita giovedì 5 novembre 2015.
MYMONETRO
Alaska
valutazione media:
3,31
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Sulle spalle di Elio e Astrid
di Emiliano Morreale L'Espresso
Al terzo lungometraggio, Claudio Cupellini trova una misura congeniale e realizza il proprio miglior film,"Alaska", purtroppo apprezzato meno del dovuto alla Festa del cinema di Roma. Elio Germano, cameriere emigrato in Francia, per farsi bello con una ragazza, che si trova nello stesso albergo a fare un provino, si mette nei casini e finisce in galera. Da lì, continua a scriverle per anni senza risposta, ma quando esce la trova ad aspettarlo. È l'inizio di una storia d'amore appassionata e violenta, altalenante, in cui il bene dell'uno sembra tragicamente implicare la sventura dell'altro: quando lei è una modella in ascesa lui è uno spiantato, poi lei ha un incidente e lui fa fortuna...
Nella tenuta dell'insieme e in certe scene si sente l'ispirazione e il tocco del regista vero: c'è una scena di suicidio emozionante, magistrale, e certi scontri fisici tra i due amanti, certe tensioni, sono resi senza esibizionismo e senza freddezza. Elio Germano è bravissimo. Ha un'energia fisica contagiosa che ci fa credere subito al personaggio, e Astrid Bergès-Frisbey, nata a Barcellona da madre americana, sarà per molti una scoperta. Intorno a questa coppia, anche Vale rio Binasco, che finora ha sviluppato soprattutto in teatro la propria dimensione, convince, alle prese con un personaggio un po' più letterario ma funzionale all'atmosfera.
Certo, il film ha anche alcuni difetti vistosi. È allagato da una musica ordinaria che, anziché sostenere i momenti forti, rischia di banalizzarli. Fa fatica a reggere le oltre due ore di durata e nel finale rischia di perdersi. Ma ha un'idea forte, quasi un impulso, che lo sostiene: partire dal rispetto delle regole di un genere, in questo caso il mélo, non come pretesto intellettuale o come schema narrativo che garantisca la quadratura della narrazione.
Cupellini prende sul serio equivoci e colpi di scena, e crede che possano raccontare personaggi di oggi. Personaggi che lui ama e segue, e che finiscono col restituire un momento e una società senza sociologismi. In queste vite tese al riscatto e all'autodistruzione, "Alaska" coglie un disagio cieco, un conato feroce verso il cambiamento, qualcosa di profondamente contemporaneo.
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