valentino giorgi
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mercoledì 24 settembre 2014
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buone idee ma sviluppate male
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Il giovane Jonas vive in una società orwelliana dove tutto è obbligato al più grigio conformismo. Le persone, costrette a ordinarie iniezioni mattutine, sono private delle loro emozioni e hanno rimosso completamente la storia passata. Al contrario di tutti gli altri, Jonas è un “donatore”, una persona che ha la capacità di ricordare la storia dell’umanità. Durante il suo addestramento apprenderà che per imparare la storia dell’umanità bisogna provare sulla propria pelle emozioni prima d’ora sconosciute. Questi insegnamenti tuttavia cozzeranno con le rigide regole della società interrompendo lo stato di relativa pace conosciuto fino a quel momento.
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Il giovane Jonas vive in una società orwelliana dove tutto è obbligato al più grigio conformismo. Le persone, costrette a ordinarie iniezioni mattutine, sono private delle loro emozioni e hanno rimosso completamente la storia passata. Al contrario di tutti gli altri, Jonas è un “donatore”, una persona che ha la capacità di ricordare la storia dell’umanità. Durante il suo addestramento apprenderà che per imparare la storia dell’umanità bisogna provare sulla propria pelle emozioni prima d’ora sconosciute. Questi insegnamenti tuttavia cozzeranno con le rigide regole della società interrompendo lo stato di relativa pace conosciuto fino a quel momento.
Il film fin dall’inizio presenta buone potenzialità per l’efficace trama (se fosse stata sviluppata bene) ma soprattutto per l’innovazione stilistica e l’ottima fotografia. Inizia con uno splendido bianco e nero e acquista sempre più colore mano a mano che il protagonista prende coscienza di sé e delle proprie emozioni allontanandosi dal grigiore di quella società che si rivelerà aberrante. Già solo per questa trovata il film aveva tutti i presupposti per essere ottimo. Peccato che tutto il resto è veramente fatto male. Ad esclusione del cast eccezionale (dove tuttavia riesce a spiccare solo il talento di Meryl Streep), la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti e la trama è sviluppata pietosamente. Si contano scene dove sono assenti le più elementari leggi della fisica o in cui elementi narrativi portanti non risultano sufficientemente credibili agli occhi dello spettatore. Inoltre l’assenza di un prologo iniziale o di qualcosa che ti faccia capire perché ci troviamo in quella situazione fa essere tutto dispersivo e noiosamente campato per aria.
Assomiglia allo sfortunato Equilibrium per le iniezioni che tramortiscono la percezione soggettiva dell’individuo e al più recente Divergent per la rigida divisione in classi e il tema della predestinazione, molto frequente in questo genere di film. A The Giver manca tuttavia la costruzione della suspense attraverso i ritmi della narrazione ed è privo di efficaci scene d’azione. Ma quello che più di tutto ti fa odiare chi ha fatto questo film è il finale piatto e scontatissimo, impreparato e dannatamente pietoso. Sembra che il regista a un certo punto gli fosse passata la voglia di girare.
The Giver è un film che convince molto più visivamente che attraverso la trama. La ricercatezza stilistica e la cura del dettaglio nelle immagini sono compromesse da una sceneggiatura debole e una narrazione con eccessivi luoghi comuni. Per fare un buon film,infatti, non basta fare bene un paio di cosette, devi convincere su tutto. E questo film non lo fa.
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angieshanti
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venerdì 19 settembre 2014
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capolavoro anti nwo
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Questo film può difficilmente essere capito da chi non ha un particolare interesse, o una cultura, riguardo a tutto ciò che concerne Illuminati, Massoneria, Nuovo Ordine Mondiale e simbologia correlata.
Si può dire che questo film costituisca una specie di "bigino", un compendio di simboli massonici molto espliciti e precisi - dall'onnipresente triangolo, alla forma che la "comunità" ha sul pianeta - messi insieme per orchestrare un clamoroso, coraggioso e geniale attacco al NWO e a quello che si vocifera essere il - reale, non fantascientifico! - progetto dell'élite dominante.
In un futuro molto lontano, l'umanità si è ridotta (o è stata ridotta?) a pochissimi individui.
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Questo film può difficilmente essere capito da chi non ha un particolare interesse, o una cultura, riguardo a tutto ciò che concerne Illuminati, Massoneria, Nuovo Ordine Mondiale e simbologia correlata.
Si può dire che questo film costituisca una specie di "bigino", un compendio di simboli massonici molto espliciti e precisi - dall'onnipresente triangolo, alla forma che la "comunità" ha sul pianeta - messi insieme per orchestrare un clamoroso, coraggioso e geniale attacco al NWO e a quello che si vocifera essere il - reale, non fantascientifico! - progetto dell'élite dominante.
In un futuro molto lontano, l'umanità si è ridotta (o è stata ridotta?) a pochissimi individui. L'impatto dell'uomo sulla Terra viene limitato dalla costruzione di una città ipercontrollata, costituita da "unità abitative", in cui gli individui - concepiti solo ed esclusivamente in provetta - sono obbligati per legge a fare un'"iniezione" tutte le mattine. La privacy non esiste, e la vita degli individui è scandita nella sua totalità dal "collegio degli anziani" che ne decidono ogni aspetto, dallo stesso diritto all'esistenza, al matrimonio, alla professione da seguire. La tecnologia avanzatissima permette il teletrasporto degli "anziani" direttamente nelle case, in qualsiasi momento e senza preavviso. Il clima è controllato artificialmente, il mondo annega in un deprimente grigio. E la gente vive e compie le azioni che le viene detto di compiere, il tutto senza farsi nessun tipo di domanda.
E' stato detto che creare una società di questo tipo era necessario, per evitare le guerre, gli omicidi, e tutte le altre brutture del mondo derivanti dalla cattiveria umana...ma sarà poi così vero? sarà il nostro eroe a scoprirlo.
Questo film appare come un disperato appello alle nuove generazioni a riconsiderare i valori sempre più imposti dalla società dominante, a fermarsi un attimo a pensare con la propria testa prima che sia troppo tardi. Davvero vogliamo un mondo di un certo tipo? Qual è il futuro dell'umanità?
Questo film potrebbe non ottenere molta popolarità, dato che si tratta di un attacco molto feroce a un determinato modo di pensare e di vedere, sempre meno messo in discussione, grazie anche alla sempre più pervasiva censura che riguarda trasversalmente tutti i tipi di libera espressione. Un magnifico esempio di cinema libero e consapevole e del potere rivoluzionario dell'arte. Qualcosa che, forse, avrebbe potuto essere fatto solo negli anni '70 - ma che questa volta va a sradicare anche quel mito di "pace e amore" degli anni 70, l'ingenuo mondo di laicità e fratellanza proposto da "Imagine" di Lennon.
Il linguaggio è "new generation". Ed è precisamente alle nuove generazioni che il messaggio deve essere diretto - sono loro che hanno ancora il potere di evitare che il "sogno" di qualcuno (qualcuno della "old generation") diventi realtà.
Per chi è molto ferrato sulle teorie complottiste, questo film potrebbe sembrare un ingenuo polpettone pieno di riferimenti superficiali, ma in fondo non è a piccoli gruppi di persone che il messaggio deve essere diretto - ma alle masse, e credo che qualcosa, anche se non tutto, di questo messaggio riesca a colpire tutti nel segno. Questo film ha qualcosa che colpisce dritto al cuore.
L'unico appunto che mi sentirei di fare è il finale, troppo brusco, che lascia all'immaginazione dello spettatore il futuro della storia... ma forse è proprio questo che il regista voleva comunicare.
Meryl Streep impeccabile come sempre, Jeff Bridges addirittura epico.
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(di inodoro pereyra)
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veritasxxx
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venerdì 3 ottobre 2014
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jonas e quella fantascienza già vista
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Da "La fuga di Logan" in poi, certa cinematografia americana ha sempre amato trattare il tema della società ideale del futuro in cui fame, povertà e violenza sono ricordi di un passato da dimenticare e dove l'umanità è mantenuta in vita in un bunker, protetta dai pericoli del mondo esterno e dove il grande fratello di turno (un computer, una setta di anziani o un ordine precostituito) decide il destino dei sopravvissuti di qualche evento catastrofico con regole molto rigide, pur garantendo la tranquillità e la procreazione della specie. "Il mondo di Jonas" riprende questo modello adattandolo al gusto attuale del pubblico, ovvero con baldi giovani, apparentemente ragazzi qualunque nei quali ogni adolescente può identificarsi che, per caso, si ritrovano ad essere gli eletti che salveranno i destini del mondo o risveglieranno le coscienze dell'umanità fino a quel momento assopita in un sonno della ragione.
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Da "La fuga di Logan" in poi, certa cinematografia americana ha sempre amato trattare il tema della società ideale del futuro in cui fame, povertà e violenza sono ricordi di un passato da dimenticare e dove l'umanità è mantenuta in vita in un bunker, protetta dai pericoli del mondo esterno e dove il grande fratello di turno (un computer, una setta di anziani o un ordine precostituito) decide il destino dei sopravvissuti di qualche evento catastrofico con regole molto rigide, pur garantendo la tranquillità e la procreazione della specie. "Il mondo di Jonas" riprende questo modello adattandolo al gusto attuale del pubblico, ovvero con baldi giovani, apparentemente ragazzi qualunque nei quali ogni adolescente può identificarsi che, per caso, si ritrovano ad essere gli eletti che salveranno i destini del mondo o risveglieranno le coscienze dell'umanità fino a quel momento assopita in un sonno della ragione. L'esempio più lampante, Hunger Games, ha fruttato guadagni milionari e allora perchè non sfruttare l'onda vincente con i vari Ender's game, Divergent et similia?
Il giovane Brenton Thwaites, già visto in Maleficent e Oculus, debutta nel ruolo di protagonista in compagnia di un cast di tutto rispetto: Meryl Streep nei panni della rigida sacerdotessa a capo della comunità, Jeff Bridges impegnato nel ruolo del donatore di memorie, Alexander Skarsgård e Katie Holmes nella parte dei genitori di Jonas. La storia comincia in un bianco e nero che ricorda certa fantascienza anni '50, quando la sceneggiatura dei film ambientati nel futuro non era solo un pretesto per mostrare gli ultimi ritrovati della tecnologia in fatto di effetti speciali, e lentamente ci mostra i colori mano a mano che Jonas acquisisce la capacità di vedere il passato e andare oltre la patina perfetta del mondo in cui è programmata la sua esistenza. Alcune trovate sono interessanti ma la gli eventi confluiscono inevitabilmente verso un finale un po' scontato e ingiustificato (Jonas attraversa il confine del suo mondo e...tutti improvvisamente si ricordano quanto è bello pomiciare e violare la legge?). I riferimenti Orwelliani, già trattati in maniera più sottile in altri film (e Brazil torna alla mente fornendo uno scomodo paragone con l'ingenuo The Giver), tengono in piedi una struttura narrativa che, alla lunga, non sta in piedi e si affretta ad incunearsi verso scene di azione e inseguimenti, forse per distrarre lo spettatore da una qualche carenza di fondo nella sceneggiatura. Sembra quasi un paradosso che, per proteggere l'umanità dagli orrori della storia passata, i suoi membri debbano dimenticare ciò che è successo grazie all'effetto di droghe, come se non sapere fosse un deterrente sufficiente a non lasciare aperta la possibilità che brutture come la guerra avvengano di nuovo, quando poi quella stessa società pratica l'omicidio legalizzato eliminando i bambini non abbastanza forti in stile antica Sparta.
Ma forse non sapere aiuta a commettere mostruosità, come facevano i nazisti che obbedivano solo agli ordini e non erano al corrente dell'esistenza dei campi di concentramento. Ed è questo il messaggio del film, che costituisce un monito per un certo revisionismo storico che vuole cancellare la memoria degli orrori del passato, che poi avvengono ancora quotidianamente sotto gli occhi di tutti.
Nonostante le sue buone intenzioni, Il mondo di Jonas rimane un prodotto di genere che non verrà ricordato tra i migliori del suo tipo e risulta destinato a cadere nel dimenticatoio delle produzioni ancorate alle mode del momento. Peccato, perchè alcune idee erano buone, ma il film soffre della sindrome da "blockbuster Hollywoodiano con attori noti per gente che non ama trame troppo complicate" e il regista Phillip Noyce (Ore 10: calma piatta, Sliver, Il collezionista di ossa) conferma di essere un buon direttore di action movies, ma certamente non un esperto di sociologia dell'evoluzione.
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il beppe nazionale
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lunedì 6 ottobre 2014
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un solo errore rovina una buona pellicola
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Vi sono comunità da qualche parte nel mondo, sopra gli altipiani, in cui regna l'ordine assoluto e la serenità. Comunità in cui domina la parità dei diritti e delle opportunità, dove nessuno ha la possibilità di ergersi al di sopra degli altri e dove nessuno avrà mai motivo di invidiare qualcuno. L'umanità pare qui aver raggiunto un nuovo stadio evolutivo in cui si è sbarazzata della negatività propria della sua natura, ma si tratta solo di un inganno. Un gruppo di oligarchi, chiamati Anziani, ha dato vita a questo tipo di società cancellando le memorie del passato e inibendo le emozioni più primitive dell'uomo.
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Vi sono comunità da qualche parte nel mondo, sopra gli altipiani, in cui regna l'ordine assoluto e la serenità. Comunità in cui domina la parità dei diritti e delle opportunità, dove nessuno ha la possibilità di ergersi al di sopra degli altri e dove nessuno avrà mai motivo di invidiare qualcuno. L'umanità pare qui aver raggiunto un nuovo stadio evolutivo in cui si è sbarazzata della negatività propria della sua natura, ma si tratta solo di un inganno. Un gruppo di oligarchi, chiamati Anziani, ha dato vita a questo tipo di società cancellando le memorie del passato e inibendo le emozioni più primitive dell'uomo.
Jonas è un ragazzo come tanti che viene scelto per essere il nuovo custode della memoria, ovvero l'unica persona nella comunità a cui è permesso di... essere umano. Il custode infatti conosce l'umanità per come la conosciamo noi, con i suoi tratti belli e i suoi tratti terribili, e deve consigliare gli Anziani. Per una persona abituata a vivere in un mondo asettico come Jonas, ricevere le memorie del passato non si rivela affatto semplice. Dolore, divertimento, desiderio, ribellione, morte sconvolgono le fondamenta stesse dell'animo di Jonas, che dopo il trauma decide di liberare i suoi concittadini. Per farlo dovrà scappare oltre i Confini della Memoria, una barriera che impedisce alla sua gente di sapere la verità.
Fin da subito bisogna dire che Noyce ben rappresenta e descrive la distopia di Lowry, con una certa cura al dettaglio che incuriosisce spettatore grado per grado. Le usanze, le alienanti relazioni interpersonali, le barbarie legalizzate sotto il nome di 'congedo' costituiscono uno sfondo coerente. Allo stesso modo, è interessante seguire l'evoluzione emotiva di Jonas.
Il cast si compone di nomi importanti che, se escludiamo la Streep (non per suo demerito), danno solidità ai personaggi e all'atmosfera generale. La Holmes suscita un'antipatia esasperante, Skarsgard incute un freddo timore, Bridges si fa desiderare come mentore. Thwaites attua una performance in linea con i suoi colleghi coetanei, senza spiccare per particolari doti espressive o sceniche.
Il punto dolente di The Giver è la lunghezza: venti minuti in più avrebbero posto rimedio alla disastrosa lacuna che vizia la sceneggiattura. Invece Noyce bypassa completamente il passato da recuperare in un punto essenziale: il momento in cui la comunità è stata fondata. Non si sa chi l'abbia edificata, non si sa cosa ci sia nel resto del mondo, non si capisce il senso di una barriera che contenga le memorie. Jonas compie una viaggio (un po' troppo) estremo fino al Confine, dopodichè dona la conoscenza alla sua gente semplicemente varcando la barriera olografica. In più, una volta terminata la sua maratona si trova davanti a uno chalet abitato, presumibilmente, da persone comunissime.
Noyce coltiva il suo pubblico in un dosatissimo alternarsi di misteri e risposte, per poi eliminare drasticamente le seconde e lasciare lo spettatore a se stesso. Lo stacco troppo netto contrasta con la continuità di tutta la prima parte del film, rovinandola con un finale insipido che solo un sequel potrebbe giustificare.
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samanta
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mercoledì 12 aprile 2017
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il presente che è nel futuro
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Ho visto recentemente in TV The Giver e (il donatore) Il mondo di Jonas un film del 2014. Innanzituto il film deve essere inquadrato in quel filone letterario, cinematografico in cui il futuro è visto o come un luogo di catastrofi immani ovvero come la realizzazione di società ordinate sotto dittature apparenti che hanno convinto il popolo della bontà della loro esistenza. Basti pensare a 1984 di Orwell,, al mondo nuovo di Huxley e a tanti altri tra cui anche per una certa somiglianza con la storia del film da cui è stato tratto mettere quel Quel Giorno Perfetto di Ira Levin (l'autore di Rosemary's Baby). il film è tratto da un romanzo di Lois Lowry intitolato The Giver e la trama è la seguente:dopo una grande catastrofe chiamata La rovina che ha distrutto parte della civiltà vengono costrutite nel nord America delle comunità isolate.
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Ho visto recentemente in TV The Giver e (il donatore) Il mondo di Jonas un film del 2014. Innanzituto il film deve essere inquadrato in quel filone letterario, cinematografico in cui il futuro è visto o come un luogo di catastrofi immani ovvero come la realizzazione di società ordinate sotto dittature apparenti che hanno convinto il popolo della bontà della loro esistenza. Basti pensare a 1984 di Orwell,, al mondo nuovo di Huxley e a tanti altri tra cui anche per una certa somiglianza con la storia del film da cui è stato tratto mettere quel Quel Giorno Perfetto di Ira Levin (l'autore di Rosemary's Baby). il film è tratto da un romanzo di Lois Lowry intitolato The Giver e la trama è la seguente:dopo una grande catastrofe chiamata La rovina che ha distrutto parte della civiltà vengono costrutite nel nord America delle comunità isolate. Regna una società egualitaria senza passioni e sentimenti che sotto un'apparente dolcezza è crudele i bambini con difetti vengono eliminati (sono perduti) così i vecchi non in grado di essere autonomi. Non ci sono guerre lotte, passioni e neanche sesso i bambini nascono in uteri in affitto e consegnati alle copie (in genere le famiglie hanno dui figli un maschio e la femmina) che però sono uguali nel comportamento, non ci sono razze e religioni, ma neanche la musica e i colori la società è in bianco e nero per fare ciò ogni membro della comunità riceve una iniezione quotidiana con una macchina automatica che ha tra i compiti anche quello di cancellare memorie e sogni. Jonas come tutti gli altri giovani a 18 anni riceve un compito ma mentre la sua amica Fiona viene adibita al centro di maternità e li svela il suo senso materno e il suo amico Asher diventa pilota di caccia che sorvegliano la Comunità, Jonas è nominato Accoglitore di memorie cioè deve imparare le memorie del passato e dare risposta agli anziani che governano capeggiati da un capo (Meryl Street). Jonas verrà istruito dal Donatore (Jeff Bridges) che ha avuto un falimento per il precedente Accoglitore. Il fallimento si ripete perché Jonas in ciò spinto dal Donatore, ricostruisce la visone di un mondo che ha sentimenti e passioni. Decide di fuggire con un bambinoche era stato dato ai genitori in sua sostituzione e con l'aiuto di Asher e di Fiona che si era innamorata di lui, e malgrado gli ordini di "perderlo" cioé di ucciderlo, riesce a superare i confini della comunità e ritornare nel mondo reale.
La realtà che viene descrittà è ormai presente si pensi agli uteri in affitto o al politically correct, al pensierio unico ,ovvero al controllo ormai totale degli uomini attraverso il web i cellulari la televisione le ultime rivelazioni confermano quale sia la strada su cui si sta incamminando l'umanità una società uniforme e schiave degli imput che vengono da organismi autonomi. Il film però è piuttosto debole, lento con una regia senza vivacità e un'interpretazione mediocre degli attori salvo quella di Jeff Bridges che è a un ottimo livello anche Meryl Streep che è visibilmente fuori parte fa un'interpretazione assai spenta.
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sailormoon22
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giovedì 2 ottobre 2014
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un teen movie che commuove
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Non capisco le recensioni negative nei confronti di questo film meraviglioso!Mi sono iscritta apposta per spezzare una lancia a suo favore!Intanto astenersi gente strampalata fissata con film pesanti in monodialogo e con sensi contorti....e anche finti critici intelletuali incavolati con il mondo intero e in particolare quello del cinema commerciale!Ovviamente qua si tratta di un teen movie per cui se non siete amanti del genere filate dritto perchè non è una pellicola che fa per voi!Io l'ho trovato stupendo con tante sfaccetatture e mi ha fatto molto pensare a ció che siamo e ció che abbiamo.Le 2 ore volano perchè cè molta azione,cè ovviamente la stroria d'amore ma anche quel senso di verità nuda e cruda di cui spesso ci dimentichiamo.
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Non capisco le recensioni negative nei confronti di questo film meraviglioso!Mi sono iscritta apposta per spezzare una lancia a suo favore!Intanto astenersi gente strampalata fissata con film pesanti in monodialogo e con sensi contorti....e anche finti critici intelletuali incavolati con il mondo intero e in particolare quello del cinema commerciale!Ovviamente qua si tratta di un teen movie per cui se non siete amanti del genere filate dritto perchè non è una pellicola che fa per voi!Io l'ho trovato stupendo con tante sfaccetatture e mi ha fatto molto pensare a ció che siamo e ció che abbiamo.Le 2 ore volano perchè cè molta azione,cè ovviamente la stroria d'amore ma anche quel senso di verità nuda e cruda di cui spesso ci dimentichiamo.Pone delle tematiche estremamente attuali e che toccano un pó tutti noi.Non vi annoierete davvero.Ve lo straconsiglio!
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(di jean bob)
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holyvamp
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domenica 15 febbraio 2015
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idea e contesto già visti e mal sviluppati.
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Appena dopo 10 minuti dall'inizio del film, mi è subito riemerso un altro film (e anzi altri film) simili, per citarne uno The Island (2005, Michael Bay).
Il tema della società ideale tuttavia a me è sempre piaciuto, ma in questo film (particolarmente breve) è sviluppato male. La regia e la sceneggiatura soprattutto sono molto carenti. Non c'è alcuna spiegazione sul motivo di questa landa ideale, nè nel prologo nè alla fine del film, viene solo sottolineato l'odio/delusione del Capo Elder nei confronti della razza umana. Inoltre il target è indirizzato ai soliti adolescenti, avrebbero potuto fare di meglio.
Se devo spezzare una lancia, la spezzo nei confronti di ALCUNI membri del cast (non tutti).
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Appena dopo 10 minuti dall'inizio del film, mi è subito riemerso un altro film (e anzi altri film) simili, per citarne uno The Island (2005, Michael Bay).
Il tema della società ideale tuttavia a me è sempre piaciuto, ma in questo film (particolarmente breve) è sviluppato male. La regia e la sceneggiatura soprattutto sono molto carenti. Non c'è alcuna spiegazione sul motivo di questa landa ideale, nè nel prologo nè alla fine del film, viene solo sottolineato l'odio/delusione del Capo Elder nei confronti della razza umana. Inoltre il target è indirizzato ai soliti adolescenti, avrebbero potuto fare di meglio.
Se devo spezzare una lancia, la spezzo nei confronti di ALCUNI membri del cast (non tutti). Mi sono piaciuti Jeff Bridges nel ruolo del donatore, Meryl Streep che ovviamente non sbaglia un colpo. Inoltre secondo me Cameron Monaghan diventerà qualcuno, per me è un attore davvero talentuoso. Inoltre premio anche Katie Holmes, gli sguardi preoccupati e freddi che fa sono convincenti.
Il protagonista, per me, bocciato. Noia totale e con lui Fiona.
Inoltre il finale per me rovina quello che c'era di buono del film, la curiosità. Speravo davvero in qualcosa di più (LOL), una riunione di Jonas con gli amici, il confronto con il capo elder, tante cose... mi aspettavo addirittura Rosemary dentro la capanna. invece il film finisce così lasciando con l'amaro in bocca. Peccato davvero.
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rick4
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venerdì 12 settembre 2014
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una morale profonda in un film non convenzionale
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In un futuro indefinito, la popolazione di una comunità vivrà all'interno di un sistema organizzato con lo scopo di mantenere la pace e eliminare le emozioni e i sentimenti negativi, come l'odio, l'invidia e la paura della morte. L'efficacia della nuova società è tale che le persone hanno dimenticato da molto tempo il significato di queste parole, mentre la decadenza del corpo viene nascosta sotto il nome di "Congedo". Per poter applicare questo sistema, alla popolazione vengono somministrati farmaci che eliminano ogni impulso primordiale, ovvero le emozioni stesse. Ovviamente, assieme ai sentimenti negativi, viene eliminata anche l'altra faccia della medaglia; l'amore, la felicità, la fantasia.
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In un futuro indefinito, la popolazione di una comunità vivrà all'interno di un sistema organizzato con lo scopo di mantenere la pace e eliminare le emozioni e i sentimenti negativi, come l'odio, l'invidia e la paura della morte. L'efficacia della nuova società è tale che le persone hanno dimenticato da molto tempo il significato di queste parole, mentre la decadenza del corpo viene nascosta sotto il nome di "Congedo". Per poter applicare questo sistema, alla popolazione vengono somministrati farmaci che eliminano ogni impulso primordiale, ovvero le emozioni stesse. Ovviamente, assieme ai sentimenti negativi, viene eliminata anche l'altra faccia della medaglia; l'amore, la felicità, la fantasia. Jonas, il protagonistra del film, è l'unico capace di "provare" le emozioni perse, anche se in lontananza. Nella Cerimonia Dei 12, ovvero quando i ragazzi usciranno dall'adolescenza e saranno assegnati al lavoro che dovranno eseguire per tutta la vita, Jonas verrà assegnato al compito di Custode delle Memorie dell'Umanità, il più importante. Il Donatore, ovvero precedente Custode, sarà colui che dovrà insegnare al ragazzo il vero valore dei sentimenti perduti. Jonas percorrerà una strada dalla quale non potrà più tornare indietro.
Per quanto riguarda il genere del film, può far parte del filone dei più famosi Divergent e Hunger Games, nonostante si concentri molto di più sull'aspetto filosofico che sull'azione. Infatti, The Giver è incentrato sulla riscoperta di "cose" cancellati nella società distopica del ragazzo. Jonas rimane meravigliato dalla bellezza delle emozioni e della vita non meccanica della comunità. La riscoperta di questi elementi è rappresentata in modo tale da poter farli percepire in modo differente anche allo spettatore. Nonostante ciò sia il fulcro del film, il tempo dedicatogli è molto esteso, rischiando di diventare piatto e leggermente ripetitivo, soprattutto per via del fatto che la scoperta del ragazzo è già conosciuta e immaginata dallo spettatore. La non convenzionalità del film deriva anche da ciò, ovvero dall'approccio di un ragazzo "ignorante" al nostro mondo, e le sue considerazioni e i suoi pensieri. Esso è quindi più un viaggio nella psicologia umana e nella filosofia più che un vero e proprio passo avanti nella trama. Alla fine, nonostante abbia provato il dolore della guerra e della morte, Jonas deciderà comunque che le persone non possono privarsi delle emozioni, per via della loro incommensurabile bellezza.
La concetrazione sull'aspetto precedente ha in parte tralasciato altri aspetti, come lo "scontro" tra gli anziani e il ragazzo, nel quale avviene solamente un breve inseguimento, forse più a testimonianza della mancanza di una vera e propria forza dell'ordine nella comunità. L'unico vero momento di tensione, inoltre, è poco prima della conclusione del film.
The Giver - Il Mondo Di Jonas è un film potenzialemente forte, che affronta un tema profondo per le società del futuro e analizza le emozioni umani con una grande sensibilità, ma abbastanza scarno a livello di evoluzione della trama. Il voto corretto sarebbe 2,5 stelle, ho comunque dato mezzo voto in più per la recitazione di diversi attori.
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daniele chierico
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giovedì 18 settembre 2014
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the giver - fatevi emozionare dalla bellezza!
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Uno dei film più belli che abbia mai visto, è uno dei pochi film che ti lascia il segno.
Tutti argomenti molto profondi: eugenetica, aborto, eutanasia, uniformità del pensiero relativistico. Jonas vive in un mondo dove hanno eliminato le religioni, hanno eliminato le razze, hanno eliminato le opinioni, hanno eliminato l'odio MA ANCHE L'AMORE.
Hanno reso gli uomini tutti uguali senza distinzioni, hanno reso gli uomini "perfetti"...ma li hanno privati della bellezza del diverso, della libera scelta tra il bene e il male. Pensare di creare un mondo senza AMORE, BELLEZZA E FEDE...significa creare un MONDO DOVE L'UMANITA' NON E' PIU' SE STESSA.
Ma la cosa incredibile è che in un mondo dove "I sapienti" hanno creduto di eliminare l'omicidio e l'odio, "l'hanno portato nelle proprie case"(cit.
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Uno dei film più belli che abbia mai visto, è uno dei pochi film che ti lascia il segno.
Tutti argomenti molto profondi: eugenetica, aborto, eutanasia, uniformità del pensiero relativistico. Jonas vive in un mondo dove hanno eliminato le religioni, hanno eliminato le razze, hanno eliminato le opinioni, hanno eliminato l'odio MA ANCHE L'AMORE.
Hanno reso gli uomini tutti uguali senza distinzioni, hanno reso gli uomini "perfetti"...ma li hanno privati della bellezza del diverso, della libera scelta tra il bene e il male. Pensare di creare un mondo senza AMORE, BELLEZZA E FEDE...significa creare un MONDO DOVE L'UMANITA' NON E' PIU' SE STESSA.
Ma la cosa incredibile è che in un mondo dove "I sapienti" hanno creduto di eliminare l'omicidio e l'odio, "l'hanno portato nelle proprie case"(cit.) eliminando i vecchi e i bambini non geneticamente perfetti (proprio quello che la nostra società moderna tenta di fare). UN FILM DA VEDERE...UN FILM CHE VI LASCERA' IL SEGNO. Dall'apatico bianco e nero, man mano che riaffioreranno in voi le emozioni, la bellezza e l'amore, inizierete a vedere il mondo sotto diversi COLORI.
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curiosa98
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domenica 14 settembre 2014
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uno sci-fi dal cast stellare
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il mondo in cui vive Jonas è un mondo privo di emozioni, privo di colori(letteralmente: all' inizio vi sembrerà di essere andati a vedere un film in bianco e nero!). Ma grazie al compito come custode delle memorie, Jonas capirà che il mondo non ha solo due colori, ma i colori sono infiniti, come l' emozioni, e tutto questo mondo gli verrà mostrato dal donatore(l' attore premio Oscar Jeff Bridges). In una società in cui tutto gira intorno all' iniezione mattutina, imposta dagli anziani, Jonas deciderà di non farla più perché comprende che quell' iniezione toglie a tutta la comunità il lato umano e vivo che vi è in ognuno, non lasciando spazio all' imperfezione. All' apparenza, la comunità in cui vive Jonas è perfetta e bellissima, ma non è così: l' omicidio pur non chiamandosi in quel modo viene attuato lo stesso! Concludo scrivendo che questo film è per tutti coloro che vogliono vedere l'originale genesi di un amore adolescenziale, la cantante Taylor Swift interpretare la figlia di Jeff Bridges e per tutti coloro che amano l' incompletezza e l' imperfezione umana.
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