elgatoloco
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sabato 12 settembre 2015
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orwell è lontano
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Orwell è lontano, in ogni senso: non conosco il romanzo di Lowry da cui il film "The Giver"di Noyce è tratto, ma ciò che risalta(e risulta)dal film è l'ossessione"gringa", id est nordamericana per un rischio autoritario, per ogni forma di società distopica o anti-utopica, dove tutto sia rigidamente"normato", "controllato", sorvegliato etc.Preoccupazione giusta e condivisibile, non fosse che per alcune palesi contraddizioni: negli USA molte persone credono all'efficacia del modello educativo"West Point", a quello che fa degli States "il gendarme del mondo"(sempre meno, dice qualcuno; forse è vero, ma non sempre.
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Orwell è lontano, in ogni senso: non conosco il romanzo di Lowry da cui il film "The Giver"di Noyce è tratto, ma ciò che risalta(e risulta)dal film è l'ossessione"gringa", id est nordamericana per un rischio autoritario, per ogni forma di società distopica o anti-utopica, dove tutto sia rigidamente"normato", "controllato", sorvegliato etc.Preoccupazione giusta e condivisibile, non fosse che per alcune palesi contraddizioni: negli USA molte persone credono all'efficacia del modello educativo"West Point", a quello che fa degli States "il gendarme del mondo"(sempre meno, dice qualcuno; forse è vero, ma non sempre...), à la Guantanamo... Certo che , a molti anni dalla caduta del"socialismo reale"e a molti di più dal crollo del nazifascismo, il pericolo non si presenta più a livello sociale e politico(con l'eccezione dell'ISIS, però), ma a livello di tecnocrazia, semmai. Ecco allora la tensione verso il recupero di emozioni e sentimenti(un po'confusi, invero, nel film), espresso a livello psicologicamente poco fondato, anzi sinceramente molto"vago", indistinto, indeterminato, anche per la volontà di intercettare soprattutto il mondo(diremo così, per comodità)post-adolescenziale, dove tipicamente "gringa"è anche la volontà di ribellione da parte del solo"eletto", ossia volontà peramente individualistica. Poca cosa anche il tentativo di contrapporre il bianco e nero del mondo"iper-normato"a quello a colori di emozioni e sentimenti: scontato, prevedibile, adatto a un pubblico poco acculturato, a livello filmico ma non solo. Tra gli interpreti, un po'legnosi, dove Meryl Streep sembra fin troppo interiorizzare il proprio ruolo di"dittattrice"(femminile improbabile di "dittatore"o neologismo di nuovo conio...), si salva solo Jeff bridges quale"Giver"... Musiche di routine, quelle di Marco Beltrami, poco consono a un film che si vorrebbe in qualche modo"di protesta". El Gato
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inodoro pereyra
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domenica 4 ottobre 2015
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non ne vale il tempo perso a vederlo
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Amante del genere e visto certi attori nel cast, mi sono deciso a vederlo. Pessimo. Una idea buona, aveva potenziale (sebbene non originale) ma dopo 15 minuti ti rendi conto che la realizzazione rovina tutto. Niente ha una spiegazione logica, nessuno sa perché, come o chi a fatto che se arrivasse alla situazione attuale; in queste comunità si ha controllato il sentimento (quasi tutti, amore, odio, desideri, ecc.) e la aggressività, ma quando le cose se fanno difficili arriva la "polizia" e punisce come sempre... C'è una grande uguaglianza, ma c'è comunque una "capo" indiscutibili che detta le regole. Una droga giornaliera controlla questi sentimenti ed impulsi, ma non si sa perché tutti la prendono e mai nessuno si dimentica, e appena una ragazza prova a farlo un solo giorno.
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Amante del genere e visto certi attori nel cast, mi sono deciso a vederlo. Pessimo. Una idea buona, aveva potenziale (sebbene non originale) ma dopo 15 minuti ti rendi conto che la realizzazione rovina tutto. Niente ha una spiegazione logica, nessuno sa perché, come o chi a fatto che se arrivasse alla situazione attuale; in queste comunità si ha controllato il sentimento (quasi tutti, amore, odio, desideri, ecc.) e la aggressività, ma quando le cose se fanno difficili arriva la "polizia" e punisce come sempre... C'è una grande uguaglianza, ma c'è comunque una "capo" indiscutibili che detta le regole. Una droga giornaliera controlla questi sentimenti ed impulsi, ma non si sa perché tutti la prendono e mai nessuno si dimentica, e appena una ragazza prova a farlo un solo giorno.. ecco che spuntano i sentimenti subito! Si può andare avanti fino alla eternità nella lista delle cose senza senso fino a finire con una barriera olografica, magnetica o chissà che, che con solo attraversarla...voilà !! tornano tutti alla vecchia normalità.
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ale_coly
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martedì 6 ottobre 2015
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banale e conservatore
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Di film su questo filone ne stanno uscendo davvero molti. Da Hunger Games, a Divergent, fino ad arrivare a The Maze Runner. Questo, però, a parer mio, è davvero il più debole di tutti. E' tutto banale, dall'inizio alla fine. Perfino l'idea più "originale", ovvero quella di iniziare il film in bianco e nero per poi fargli prendere colore progressivamente con l'evolversi della storia del protagonista, risulta scontata.
Non ha nemmeno lontanamente la forza dirompente e rivoluzionaria del più noto Hunger Games, ma nemmeno quella di Divergent, ed è un gradino sotto perfino a The Maze Runner, che pure non è di certo un capolavoro.
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Di film su questo filone ne stanno uscendo davvero molti. Da Hunger Games, a Divergent, fino ad arrivare a The Maze Runner. Questo, però, a parer mio, è davvero il più debole di tutti. E' tutto banale, dall'inizio alla fine. Perfino l'idea più "originale", ovvero quella di iniziare il film in bianco e nero per poi fargli prendere colore progressivamente con l'evolversi della storia del protagonista, risulta scontata.
Non ha nemmeno lontanamente la forza dirompente e rivoluzionaria del più noto Hunger Games, ma nemmeno quella di Divergent, ed è un gradino sotto perfino a The Maze Runner, che pure non è di certo un capolavoro.
Non mi è chiaro neanche l'obiettivo del film. Mentre in Hunger Games e in Divergent era lampante il messaggio di fondo, in questo è ambiguo. Nel corso dello svolgimento ho avuto addirittura l'impressione che fosse un film CONSERVATORE, quindi totalmente opposto ad Hunger Games e Divergent, come se fosse quasi reazionario. Sembra voglia quasi giustificare gli orrori dell'umanità, in nome di un bene superiore, che è l'amore, e le emozioni in genere. Un messaggio banalissimo, una morale da due soldi.
Mi sono addirittura trovato, nel corso del film, a stare dalla parte dei "cattivi" della storia, la loro posizione mi sembrava più ragionevole di quella del protagonista. E questo non può essere un buon segno.
In conclusione, non consiglio questo film. Se proprio avete voglia di addentrarvi in un futuro distopico ed in un messaggio metaforico, allora guardate Hunger Games o Divergent e, se li avete già visti, guardateli di nuovo, sicuramente sarebbe più interessante che guardare The Giver.
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melvin ii
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venerdì 12 settembre 2014
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un mondo senza emozioni
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Il biglietto d’acquistare per “The Giver, il mondo di Jonas” è:1)Manco regalato 2)Omaggio 3)Di pomeriggio 4)Ridotto 5) Sempre
“The Giver, il mondo di Jonas”è un film del 2014 diretto da Phillip Noyce, adattamento cinematografico del romanzo fantascientifico distopico The Giver - Il donatore di Lois Lowry .scritto da Michael Mitnick,con: Jeff Bridges, Brenton Thwaites, Meryl Streep, Alexander Skarsgård, Katie Holmes, Odeya Rush.
Lo confesso, non amo i romanzi di genere dispotico, non amo le mode e i film a sfondo politico il più delle volte mi annoiano. Personalmente considero le nefandezze della politica superiore a qualsiasi creatività di uno sceneggiatore o scrittore famoso.
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Il biglietto d’acquistare per “The Giver, il mondo di Jonas” è:1)Manco regalato 2)Omaggio 3)Di pomeriggio 4)Ridotto 5) Sempre
“The Giver, il mondo di Jonas”è un film del 2014 diretto da Phillip Noyce, adattamento cinematografico del romanzo fantascientifico distopico The Giver - Il donatore di Lois Lowry .scritto da Michael Mitnick,con: Jeff Bridges, Brenton Thwaites, Meryl Streep, Alexander Skarsgård, Katie Holmes, Odeya Rush.
Lo confesso, non amo i romanzi di genere dispotico, non amo le mode e i film a sfondo politico il più delle volte mi annoiano. Personalmente considero le nefandezze della politica superiore a qualsiasi creatività di uno sceneggiatore o scrittore famoso.
Eppure fate uno sforzo e immaginate una società in un futuro non troppo lontano dove la popolazione è divisa in “Comunità” magari dopo un disastro apocalittico che chiameremo “La Rovina”.
Immaginate che gli abitanti di queste “Comunità”siano dei perfetti e inconsapevoli sociopatici.
Le emozioni, la memoria, le diversità sociali, culturali e religiose sono bandite e cancellare dalla mente e dal cuore di ogni singolo individuo.
State immaginando? Bene, queste “Comunità” sono governate dagli Anziani in base a regole rigide, dure e schematiche.
Ebbene se state immaginando siete giunti nel mondo di Jonas(Thwaites), giovane ragazzo che nonostante tutto, sente d’essere diverso e distante dal suo mondo. Ha due cari amici Fiona(Rush) e Asher e una famiglia adottiva ligia alle regole e una madre (Holmes) fanatica e totalmente sottomessa al volere degli Anziani.
Il destino di Jonas si compie nel giorno dell’assegnazione del proprio ruolo nella Comunità. Elder(Streep) Ia leader degli Anziani lo affida alle cure del Giver(Bridges). Jonas diventa così suo allievo, con lo scopo di diventare il nuovo raccoglitore delle memorie. Bridges diventa nello stesso tempo “Il Donatore” e mentore del ragazzo. Per Jonas inizia così un viaggio che lo porterà a conoscere la vera essenza della vita: sentire, ascoltare, provare emozioni. La sua fame di conoscenza, lo porterà a conoscere la bellezza dell’Amore e soprattutto quanto falso e vuoto sia il suo mondo. Un mondo che definisce l’omicidio di bambini malati e vecchi come “Collocare Altrove”.Jonas per amore di un bambino destinato ad essere “Collocato” decide di sfidare gli Anziani e di ridare colore e vita al suo popolo, restituendogli la possibilità di ricordare e provare emozioni.
Il film parte in banco e nero per evidenziare il senso di cupezza e d’oppressione delle scene, per poi diventare colorato per esaltare il cambiamento dell’atmosfera attraverso gli occhi del protagonista.
La sceneggiatura è ricca di metafore e riflessioni filosofiche ben elaborate e sviluppate senza cadere nell’eccessiva retorica .I dialoghi ben costruiti e interpretati riescono a tenere alto il pathos narrativo.
La regia non è particolarmente creativa e incisiva, ma riesce comunque a condurre il film con buon coerenza narrativa e con discreto ritmo.
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inall3
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lunedì 1 dicembre 2014
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può esistere un mondo senza ingiustizia?
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Può esistere un mondo senza ingiustizia e senza dolore?
Tu come lo costruiresti?
The Giver-Il mondo di Jonas, diretto da Philipp Noyce, con cast autorevole (Meryl Streep , Katie Holmes, Jeff bridges i volti più noti) raffigura un prototipo di società tesa all’ideale di uguaglianza sociale, dove le persone senza libertà ed indipendenza vivono in un “mondo uniforme”: uomini e donne privati della loro storia, emozioni e colori della vita sconfiggono passioni e violenza, realizzando un mondo senza guerra, senza conflitti, senza dolore.
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Può esistere un mondo senza ingiustizia e senza dolore?
Tu come lo costruiresti?
The Giver-Il mondo di Jonas, diretto da Philipp Noyce, con cast autorevole (Meryl Streep , Katie Holmes, Jeff bridges i volti più noti) raffigura un prototipo di società tesa all’ideale di uguaglianza sociale, dove le persone senza libertà ed indipendenza vivono in un “mondo uniforme”: uomini e donne privati della loro storia, emozioni e colori della vita sconfiggono passioni e violenza, realizzando un mondo senza guerra, senza conflitti, senza dolore. Possibile?
Tratto dall’omonimo best seller di Lois Lowry, la storia innesca riflessioni interessanti sulla vita, il suo inizio e la sua fine, chiamata nel film “congedo”, sulla libertà “Quando la gente ha la possibilità di scegliere, fa scelte sbagliate!” (Meryl Streep), sulla memoria e sugli affetti, rievocando 1984 di George Orwell, il Grande Fratello e i totalitarismi .
Ma chi è Jonas? Il giovane Custode delle memorie dell’Umanità che sconvolgerà i piani della società futuristica..
Nota positiva: nel mondo di Jonas, non devi cercare lavoro! Il consiglio dei saggi sceglie per te! Nella “Cerimonia dei Dodici” a ciascun dodicenne viene asseganto il lavoro che svolgerà per il resto della vita, in base all’analisi bio-attitudinale dell’essere…
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hedivi90
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domenica 21 giugno 2015
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figli della strumentalizzazione
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Cast stellare per un film con 130 minuti di ottimo intrattenimento , mai noioso e fuori luogo tra i migliori su questo tema , la streep nei panni della cattiva riesce come sempre al meglio impeccabile , anche se il ruolo da protagonista come interpretazione a mio avviso è di Jeff bridges davvero impeccabile nel ruolo del "magazziniere della conoscenza" con qualche ritocco sul finale (il ragazzo cambia vestiti a seconda del habitat , o lo scegliere il suo amico d'infanzia per dargli la caccia dopo che poco prima aveva ammesso che prima del pugno ricevuto era intenzionato ad aiutarlo ) per il resto ottimo film e anche la trovata del bianco e nero e colori è davvero originale e ben fatta !
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