Il padre

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Un film di Fatih Akin. Con Tahar Rahim, Sevan Stephan, Shubham Saraf, Ali Akdeniz, Zein Fakhoury.
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Titolo originale The Cut. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 138 min. - Germania, Francia, Italia, Russia, Canada, Polonia, Turchia 2014. - Bim Distribuzione uscita giovedì 9 aprile 2015. MYMONETRO Il padre * * 1/2 - - valutazione media: 2,53 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
galvanor martedì 14 aprile 2015
il genocidio armeno: una ferita aperta Valutazione 5 stelle su cinque
81%
No
19%

Lino Lavorgna *** “Un film puro, epico, di grande intensità e bellezza, come non se ne fanno più”. Parola di Martin Scorsese. Basterebbe questo a chiudere ogni discorso e correre a vedere il film, ammesso che si riesca a reperire qualche cinema che lo abbia in programmazione. Purtroppo la distribuzione lo penalizza molto. (Visto a Napoli, nell'unico cinema della Campania in cui è disponibile, e non per molto). Nazaret Manoogian è un giovane fabbro di etnia armena, padre di due gemelle, che vive in Anatolia quando al potere salgono i giovani turchi. Siamo nel 1915 e il governo decide di saldare i conti con la minoranza cattolica, perpetrando quello che passerà alla storia come il primo genocidio del ventesimo secolo. [+]

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alexander 1986 domenica 28 giugno 2015
ulisse armeno Valutazione 3 stelle su cinque
75%
No
25%

Mardin (Turchia), prima guerra mondiale. L'impero ottomano è ormai sull'orlo della catastrofe bellica e in ragion di ciò attua una coscrizione obbligatoria fra le minoranze etniche. L'armeno Nazaret è così costretto a lasciare moglie e le due figlie gemelle per combattere una guerra non sua. Sopravvissuto per miracolo e privato della voce da una ferita alla gola, dovrà far ritorno dai suoi cari. Ma, nel caos del suo mondo in rovina, la sua odissea sarà più complicata del previsto.
Quello del tedesco di origine turca Akin avrebbe potuto essere un film importante, una sorta di poema omerico in salsa armena. Si limita a essere un gran polpettone sentimentale, in cui il protagonista è sfortunato peggio di Fantozzi ma alla fine ce la fa, i buoni sono belli e i cattivi brutti. [+]

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filippo catani mercoledì 27 aprile 2016
la terribile pagina del genocidio armeno Valutazione 4 stelle su cinque
0%
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0%

Impero Ottomano 1915. Un fabbro armeno vive tranquillamente la propria vita con moglie e figlie. Chiamato alle armi e poi scampato miracolosamente al genocidio, pur riportandone la lesione delle corse vocali, l'uomo si metterà alla ricerca delle proprie figlie anch'esse scampate al massacro.
Un regista turco Akin che legge con coraggio una delle pagine più brutte e nere della storia del suo paese mettendo in scena un dramma carico di dolore e attraversato da un protagonista muto e dalla canzone cantata dalla moglie. La pellicola mostra senza pudore alcuno le sofferenze patite dalla popolazione armena che aveva fino ad allora vissuto all'interno dell'Impero. [+]

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flyanto giovedì 23 aprile 2015
il lungo peregrinare di un uomo alla ricerca delle Valutazione 2 stelle su cinque
33%
No
67%

"Il Padre" narra il lungo peregrinare alla ricerca delle due proprie figlie gemelle che, appunto, un padre armeno fa nel corso degli anni, attraversando non solo i vasti territori della Turchia e dell'Anatolia, ma anche l'Oceano al fine di raggiungere, prima l'isola di Cuba e, poi, il Minnesota nell'America del Nord. Arruolato anni prima, e precisamente al tempo del Primo Conflitto Mondiale, forzatamente nell'esercito, il protagonista è costretto a lasciare per anni la propria casa e la propria famiglia di cui la moglie verrà trucidata come molti altri appartenenti alla popolazione armena e le due figlie verranno accolte prima, per un certo periodo di tempo, in un collegio e da qui, una volta cresciute, fatte poi espatriare nel Nuovo Continente. [+]

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peer gynt domenica 31 agosto 2014
epica linearità senza momenti entusiasmanti Valutazione 3 stelle su cinque
38%
No
62%

Forse questo film ha sofferto di un'aspettativa non mantenuta, perché di per sé si tratta di una pellicola ben girata, onesta, abbastanza coinvolgente e con una musica ottima a commento delle vicende e delle ambientazioni. E allora, cosa non ha del tutto funzionato? Probabilmente, che la linearità del racconto è troppo prevedibile, che l'orrore dello scarsamente conosciuto genocidio degli armeni tralascia di investigare cause e responsabilità, limitandosi ad incolpare astrattamente la guerra e la malvagità degli uomini, oppure che il regista si trattiene troppo sul versante della visionarietà filmica (un solo, riuscito, episodio di incubo del protagonista, che durante la traversata verso l'America sogna la moglie sanguinante che gli canta la sua canzone preferita). [+]

[+] una pellicola interessante, ma non riuscita (di antonio montefalcone)
[+] non vorrei vedere un western mediorientale (di anna maria negri)
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