nicola1
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martedì 1 settembre 2015
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noia, noia e poi... noia
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Pessima chiusura per una pessima trilogia, neanche un’unghia vicino al Signore degli Anelli. Dopo che il personaggio migliore muore nei primi 10 minuti di film il resto è… noia. Il piu’ grande deja-vù (nel senso letterale) mai concepito. Già il primo film era la copia carbone de “La compagnia dell’Anello”, il secondo vale la pena di vedere solo gli ultimi 30 minuti, alla fine, proprio per la presenza di Smaug, quest’ultimo è il piu’ grande concentrato di noia mai visto. Spero che Jackson passi davvero ad altro.
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iuriv
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venerdì 1 maggio 2015
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l'avidità rende ciechi.
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Jackson saluta definitivamente (speriamo) la terra di mezzo mettendo in scena l'ultimo capitolo di un progetto forse un po' troppo ambizioso. La scelta di dilatare la storia dello Hobbit Bilbo Baggins in tre lunghissimi film non mi ha mai convinto del tutto e in questo finale ho trovato la conferma dei miei timori.
Dopo una partenza pimpante, che però è più che altro la conclusione della pellicola precedente, la trama si incolla su se stessa, proponendo protagonisti che vanno da li a qui senza che questo riesca ad attirare l'attenzione. Tutto si muove lentamente, quasi che il regista abbia smarrito il giusto ritmo della sua storia. E' vero, ci sono le scenografie imponenti e un sacco di messaggi su come l'avidità renda ciechi e di come l'oro corrompa le amicizie, con una spruzzatina di vero amore che non guasta mai.
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Jackson saluta definitivamente (speriamo) la terra di mezzo mettendo in scena l'ultimo capitolo di un progetto forse un po' troppo ambizioso. La scelta di dilatare la storia dello Hobbit Bilbo Baggins in tre lunghissimi film non mi ha mai convinto del tutto e in questo finale ho trovato la conferma dei miei timori.
Dopo una partenza pimpante, che però è più che altro la conclusione della pellicola precedente, la trama si incolla su se stessa, proponendo protagonisti che vanno da li a qui senza che questo riesca ad attirare l'attenzione. Tutto si muove lentamente, quasi che il regista abbia smarrito il giusto ritmo della sua storia. E' vero, ci sono le scenografie imponenti e un sacco di messaggi su come l'avidità renda ciechi e di come l'oro corrompa le amicizie, con una spruzzatina di vero amore che non guasta mai. Però è tutto bloccato dalle sabbie mobili fino alle ginocchia e la storia non va mai veramente avanti.
E allora, in tutta questa esposizione, non resta che godersi l'aspetto visivo del lavoro. Al solito Jackson scarica sullo schermo tonnellate di CGI, quasi a trasformare la sua opera in un film di animazione. Va detto che in questo caso, probabilmente, non può muoversi diversamente, vista la quantità generosa di creature saltate fuori dall'ombra per la konkvista ti monto. Nella maggior parte dei casi i suoi effetti speciali fanno davvero un gran lavoro, come integrazione nella scenografia e credibilità complessiva. Non mancano sbavature (come i quattro nani che scalano la montagna, che onestamente sembrano appiccicati sopra lo sfondo), ma il grosso delle scene risultano coinvolgenti e ben realizzate.
Il meglio, visivamente parlando almeno, viene fuori quando iniziano a infuriare le battaglie. Un vero peccato che lo schema con cui siano state studiate sia sempre lo stesso: eroi che attaccano e sopravanzano i bruti, questi ultimi che ribaltano la situazione ed elemento esterno che arriva a risolvere il tutto per il meglio. Inizialmente questa trovata in stile "arrivano i nostri" esalta, è evidente. Però alla terza occasione trasforma gli scontri in avvenimenti ampiamente prevedibili, levando anche quel poco di mordente che una guerra dall'esito scontato potrebbe avere.
Può sembrare incredibile ma tra pixel e mostri digitali ci sono anche degli attori. Inutile infierire sulla povera Lilly o sull'invecchiatissimo Bloom, che interpreta un se stesso in teoria più giovane. Convincono di più i nani vari, forse perché devastati da un make up pesantissimo, e i due protagonisti, Gandalf e Bilbo, che già in passato hanno dato dimostrazione di essere indovinati per i loro ruoli.
Ma questo film non si salva, così come non si salva tutta la trilogia dello Hobbit. Se nel Signore Degli Anelli costruire un progetto imponente era doveroso, qui l'unico risultato di tutto è stato dare peso alla forma, tralasciando la sostanza. Si potrebbe obbiettare che i messaggi profondi ci sono, ma secondo me è solo un'illusione, perché i protagonisti si spiegano troppe cose e viene lasciato pochissimo spazio per le rivelazioni sotto traccia (che secondo me sono quelle che restano).
Inoltre Jackson non può più sperare nell'effetto meraviglia che la prima trilogia regalò al suo pubblico. L'insistere nell'eccesso ha prodotto tre film plasticosi, dilatati e che mi sono sembrati poco intensi. Ecco, magari farne due e più corti, avrebbe permesso a quest'opera di avere un senso. Così proprio no.
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pier delmonte
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martedì 27 gennaio 2015
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basta!!!!
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Durante il primo tempo ho fatto fatica a tenere gli occhi aperti, nel secondo e’ andata meglio per la ragione che tra una battaglia e l altra era difficile potersi appisolare, un film insignificante dove solo la computer grafica si salva.
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l3onhart
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domenica 25 gennaio 2015
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superficialità dovunque
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Film basato sulle quattro americanate dei re e combattenti principali i quali da soli con le loro improbabili trovate tengono testa ad un esercito. Il drago esce di scena come un qualunque piccione ucciso per errore da un cacciatore ubriaco. La storia si riduce alle scene di un pazzo che ha la voce più cupa di un rutto rovinata in quei pochi bei momenti da asce e spade che tagliano teste come giardinieri tagliano fili d'erba. Il tasto stop si può premere quando il padre di Legolas, il re degli elfi del bosco, incorna con il suo alce quattro orchi e taglia loro le teste. Se tutto è cosi facile, il male va anche sconfitto?
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kondor17
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giovedì 22 gennaio 2015
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inguardabile dopo la prima ora
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Il primo Hobbit mi è piaciuto, il secondo ancor di più, anche se la sua seconda parte è tirata a non finire. Attendevo quindi e a ragione l'epilogo con una sorta di trepidazione... e ne sono rimasto molto deluso. Bella la scena iniziale dell'attacco del drago alla città e nel complesso, nonostante le solite banalità jacksoniane, una prima parte da piena sufficienza. Ma poi? Il nulla cosmico. Il romanzo dimenticato, le battaglie un'accozzaglia di scontri corpo a corpo alla one man standing, tutti contro tutti, prive sia di pathos che di credibilità. Il film si trascina avanti con enorme fatica e non si vede l'ora di vedere i titoli di coda.
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Il primo Hobbit mi è piaciuto, il secondo ancor di più, anche se la sua seconda parte è tirata a non finire. Attendevo quindi e a ragione l'epilogo con una sorta di trepidazione... e ne sono rimasto molto deluso. Bella la scena iniziale dell'attacco del drago alla città e nel complesso, nonostante le solite banalità jacksoniane, una prima parte da piena sufficienza. Ma poi? Il nulla cosmico. Il romanzo dimenticato, le battaglie un'accozzaglia di scontri corpo a corpo alla one man standing, tutti contro tutti, prive sia di pathos che di credibilità. Il film si trascina avanti con enorme fatica e non si vede l'ora di vedere i titoli di coda. L'epopea firmata Peter Jackson grazie a dio è conclusa, ma nel modo peggiore. Per Lo Hobbit bastavano e avanzavano due film.
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marcomponti
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mercoledì 21 gennaio 2015
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fine indegna per la terra di mezzo
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Il terzo episodio della Trilogia de lo Hobbit riparte in quarta dalla fine del capitolo precedente. (ATTENZIONE contiene spoiler) Il Drago Smaug, risvegliatosi dopo l’arrivo dei nani nella Montagna Solitaria, parte all’attacco per distruggere il villaggio di Pontelagolungo, affrontato, in mezzo a fuoco e fiamme dal prode Bard, che con l’ultimo disperato tentativo, riesce a colpire con una freccia l’unica scaglia scoperta della corazza del drago, uccidendolo e salvando il villaggio. La morte del drago tuttavia, spalanca le porte della montagna e dell’immenso tesoro nascosto al suo interno a tutta la terra di mezzo, diventando il punto di incontro di cinque (?? mah…) armate che si affronteranno nella decisiva battaglia finale.
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Il terzo episodio della Trilogia de lo Hobbit riparte in quarta dalla fine del capitolo precedente. (ATTENZIONE contiene spoiler) Il Drago Smaug, risvegliatosi dopo l’arrivo dei nani nella Montagna Solitaria, parte all’attacco per distruggere il villaggio di Pontelagolungo, affrontato, in mezzo a fuoco e fiamme dal prode Bard, che con l’ultimo disperato tentativo, riesce a colpire con una freccia l’unica scaglia scoperta della corazza del drago, uccidendolo e salvando il villaggio. La morte del drago tuttavia, spalanca le porte della montagna e dell’immenso tesoro nascosto al suo interno a tutta la terra di mezzo, diventando il punto di incontro di cinque (?? mah…) armate che si affronteranno nella decisiva battaglia finale.
Il sesto film di Peter Jackson ambientato nella Terra di Mezzo risulta senza alcun dubbio il peggiore della serie, anche per gli amanti del genere e per i seguaci di Tolkien. Il film si distacca in maniera decisa dal libro da cui è tratto (che di per sé non sarebbe automaticamente un male), ma lo fa in maniera del tutto inadeguata, introducendo personaggi insulsi (Alfrid) o creando situazioni patetiche e completamente al di fuori delle spirito eroico e fantastico della saga (vedi triangolo amoroso tra i due elfi e il nano).
Ma le note negative non si fermano qui: in tutto il film (con l’esclusione della scena iniziale dell’attacco del drago, davvero molto bella) non si respira mai l’epica solennità della prima trilogia, né la tensione dei precedenti capitoli. A tutto ciò si aggiunge una sceneggiatura a dir poco lacunosa, piena di buchi (che fine fa l’Arkengemma? e lo scontro tra Saruman e Sauron?), incongruenze, battute ridicole e fuori luogo ai limiti del grottesco, personaggi insulsamente piatti (su tutti Gandalf, il potentissimo stregone, che in tutto il film le prende di santa ragione e non fa nemmeno mezzo incantesimo).
Ma veniamo alla battaglia, centro nevralgico del film e da sempre punto di forza della saga: anche qui il regista neozelandese incappa in un passo falso; vogliamo paragonare la battaglia (che dà persino il nome al film) con quella del Fosso di Helm o dell’assedio di Minas Tirith della prima trilogia? La drammaticità e la spettacolarità delle immagini, la sensazione di venire sopraffatti da orde di orchi, viene qui sostituita da un’inutile e confusa gazzarra, fatta principalmente di corpo a copro, senza che si riesca a vedere una strategia degli eserciti, incomparabile emotivamente, ma anche e soprattutto graficamente alle altre battaglie della serie. Allo spettatore resta il dubbio di come i buoni alla fine siano riusciti a sconfiggere le migliaia di orchi (mica sarà merito della dozzina di nani che decidono di entrare in battaglia? E le aquile? Da dove sono spuntate?)
Come ciliegina sulla torta, abbiamo un doppiaggio in italiano assolutamente inadeguato (guardare per credere la scena in cui Thorin in delirio dice di non voler rinunciare nemmeno a una moneta del tesoro)
Insomma un’indegna conclusione per la terra di mezzo…
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dado1987
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mercoledì 14 gennaio 2015
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fallimento epico
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Non posso dire che questo sia un film pessimo, ma neanche che sia un capolavoro, anzi!
Questo epilogo della trilogia del Lo Hobbit è scadente ed al di fuori degli standard a cui Jackson ci ha abituati. Tolto il fatto che tutto il libro Lo Hobbit poteva stare in un film e mezzo, massimo due; visto che è stato aggiunto nuovo materiale, gli sceneggiatori potevano impegnarsi di più. A parte il drago, ho trovato anche gli effetti speciali particolarmente scadenti. La storia fa acqua da tutte le parti, per buona parte del tempo la pellicola annoia parecchio. Vorrei tanto sconsigliarlo, ma non posso farlo per due motivi: 1) la battaglia è fatta abbastanza bene 2) è il capitolo conclusivo di una trilogia.
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Non posso dire che questo sia un film pessimo, ma neanche che sia un capolavoro, anzi!
Questo epilogo della trilogia del Lo Hobbit è scadente ed al di fuori degli standard a cui Jackson ci ha abituati. Tolto il fatto che tutto il libro Lo Hobbit poteva stare in un film e mezzo, massimo due; visto che è stato aggiunto nuovo materiale, gli sceneggiatori potevano impegnarsi di più. A parte il drago, ho trovato anche gli effetti speciali particolarmente scadenti. La storia fa acqua da tutte le parti, per buona parte del tempo la pellicola annoia parecchio. Vorrei tanto sconsigliarlo, ma non posso farlo per due motivi: 1) la battaglia è fatta abbastanza bene 2) è il capitolo conclusivo di una trilogia.
Voto 5/6.. risicato e solo perchè è stato preceduto da due bei film seri... ancora mi chiedo come sia potuto uscire una cosa del genere... bah!
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byakuran91
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giovedì 8 gennaio 2015
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epica e pathos si fondono in un film mozzafiato
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Amo la saga della Terra di Mezzo, e premetto che tutti e 6 i film li considero il meglio che il cinema fantasy abbia mai offerto. Detto questo, giudico questo terzo capitolo dello Hobbit il migliore di questa trilogia prequel. I nani restano personaggi molto accattivanti, su tutti un Thorin straordinario, Armitage ha interpretato alla perfezione il tormento e la follia causate dalla malattia del drago. Il film non annoia mai, si passa dalla fiaba alla guerra in maniera fluidissima. Inutile commentare la perfezione delle coreografie durante gli scontri....vedere gli eserciti scontrarsi è puro piacere visivo, la colonna sonora accompagna magnificamente quei momenti esaltandoli e elevandone l'epicità a livelli altissimi, quasi quanto in Lotr.
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Amo la saga della Terra di Mezzo, e premetto che tutti e 6 i film li considero il meglio che il cinema fantasy abbia mai offerto. Detto questo, giudico questo terzo capitolo dello Hobbit il migliore di questa trilogia prequel. I nani restano personaggi molto accattivanti, su tutti un Thorin straordinario, Armitage ha interpretato alla perfezione il tormento e la follia causate dalla malattia del drago. Il film non annoia mai, si passa dalla fiaba alla guerra in maniera fluidissima. Inutile commentare la perfezione delle coreografie durante gli scontri....vedere gli eserciti scontrarsi è puro piacere visivo, la colonna sonora accompagna magnificamente quei momenti esaltandoli e elevandone l'epicità a livelli altissimi, quasi quanto in Lotr. Molto interessanti i momenti ambientati a Dol Guldur, che più di ogni altra cosa rendono questo film il perfetto ponte tra le due trilogie (oltre a varie chicche qua e là che piaceranno non poco ai fan). Positivissima l'impressione che mi ha fatto Bilbo, protagonista a mio avviso molto più interessante di Frodo, merito anche di quel magnifico attore che è Martin. L'evoluzione del personaggio qui è completa, non è più l'impacciato e casalingo hobbit del primo film, ma un vero eroe, capace di decisioni coraggiose a dir poco. Molto bella anche la morale che ci lascia il finale, durante il quale non nego di aver versato qualche lacrima nonostante conoscessi già gli avvenimenti più tragici (ho letto il libro). Plauso finale va fatto alla cura per i dettagli, dai costumi, alle armi, alle cavalcature e via dicendo...e godersi questo tripudio in Hfr 3d vale davvero il prezzo del biglietto. Piccolo neo il finale, che lascia un senso di incompletezza...ma che sarà perfetto nell'edizione estesa, stando alle dichiarazioni di Peter Jackson. In coclusione, un capitolo finale eccezionale per una bellissima trilogia fantasy, che ti fa uscire dal cinema con la voglia di organizzare al più presto una maratona di tutte e 6 le pellicole (extended edition ovviamente, lunghissime, è vero, ma amo talmente tanto queste trasposizioni delle opere di Tolkien che ogni minuto per me è pura goduria). Viva Tolkien, viva Peter Jackson e, soprattutto, viva la Terra di Mezzo!
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paperstreet
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lunedì 5 gennaio 2015
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troppe cose non tornano.
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PJ gode di un'incredibile rendita... se un regista qualsiasi si fosse azzardato a fare gli stessi tre film che ha fatto lui con un materiale così "sacro" sarebbe venuto giù il mondo.
In tutte queste recensioni positive c'è un grande comune denominatore..."Il Signore degli Anelli", si giudica in sostanza, tutto in funzione di quello che sarà o che è stato.
Stupri sulla trama, nani che crescono e rimpiccioliscono, hobbit che vedi nel titolo e poco più, personaggi caricaturali, Thorin con sbalzi umorali degni di uno schizzofrenico, Orchi messi in scena come farebbero dei bambini alle elementari cito: "Oh no! muoio!". Per non parlare della costruzione della battaglia tutta incentrata su 13 nani capaci da soli di sovvertire una battaglia oramai persa contro migliaia di orchi; tutto da soli e avanti così.
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PJ gode di un'incredibile rendita... se un regista qualsiasi si fosse azzardato a fare gli stessi tre film che ha fatto lui con un materiale così "sacro" sarebbe venuto giù il mondo.
In tutte queste recensioni positive c'è un grande comune denominatore..."Il Signore degli Anelli", si giudica in sostanza, tutto in funzione di quello che sarà o che è stato.
Stupri sulla trama, nani che crescono e rimpiccioliscono, hobbit che vedi nel titolo e poco più, personaggi caricaturali, Thorin con sbalzi umorali degni di uno schizzofrenico, Orchi messi in scena come farebbero dei bambini alle elementari cito: "Oh no! muoio!". Per non parlare della costruzione della battaglia tutta incentrata su 13 nani capaci da soli di sovvertire una battaglia oramai persa contro migliaia di orchi; tutto da soli e avanti così...ma tanto "è un prologo" a quello che sarà.
Che il film non abbia corda credo lo abbia capito anche PJ dato che in più di un'occasione cerca di strizzare l'occhio al dopo perché sul pezzo ahimè ha proprio poco, si pensi al personaggio di Aldrid che fa scopa con Grima.
Non si può in sostanza, giudicare un film buono perché su 10 ore c'è una mezz'ora complessiva di onesto cinema digitale. (Gollum Smaug)
Siamo in molti, io compreso, innamorati della trilogia che viene poi, ma salvare questo guazzabuglio di ovvietà dal ridicolo buco dove è sprofondato è un'offesa all'intelligenza..un po' la stessa operazione tentata dai fanboy con il prologo di StarWars. "Capolavoro" anche quello, che a distanza di qualche anno dimostra tutta la sua bruttura.
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