ladamagrigia18
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mercoledì 31 dicembre 2014
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il capolavoro del 2014!
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Non ho parole! Nessun evento può dirsi scontato. L'eleganza di Thranduil è impeccabile, triste la morte dei due fratelli e di Scudodiquercia. Un film eccezionale, all'altezza dei precedenti.
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fede9211
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mercoledì 31 dicembre 2014
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hanno aperto una breccia nel trombatorrione !
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La battaglia per il fosso di Helm , dalla quale è tratto il titolo di questa recensione, è forse stata una delle sequenze meglio riuscite non solo di tutta la saga del signore degli anelli ma anche di tutte le grandi battaglie mai create nei blockbuster dagli anni 2000 fino ad ora; tutto era perfetto , dai costumi alla scenografia, dalla sceneggiatura alla
fotografia, ogni cosa era armonica e come in una canzone pop ben fatta si mescolavano lo scambio di battutacce leggere fra Legolas e Gimli con il pathos e la tensione sapientemente creata da Peter Jackson.
Oggi mi trovo a recensire un'altra battaglia , quella delle cinque armate , diretta da Peter Jackson e tratta da un libro di Tolkien che oltre a questi due aspetti non ha alcuna similitudine con la prima ne con la serie di film del Signore degli anelli ; L'Hobbit- La battaglia delle cinque armate si discosta dai precedenti film di Jackson percorrendo una strada il cui percorso si intravedeva già nelle ultime scene dell' Hobbit e la desolazione di Smaug con un ritmo molto veloce fatto di azione , spettacolo e splendida computer grafica .
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La battaglia per il fosso di Helm , dalla quale è tratto il titolo di questa recensione, è forse stata una delle sequenze meglio riuscite non solo di tutta la saga del signore degli anelli ma anche di tutte le grandi battaglie mai create nei blockbuster dagli anni 2000 fino ad ora; tutto era perfetto , dai costumi alla scenografia, dalla sceneggiatura alla
fotografia, ogni cosa era armonica e come in una canzone pop ben fatta si mescolavano lo scambio di battutacce leggere fra Legolas e Gimli con il pathos e la tensione sapientemente creata da Peter Jackson.
Oggi mi trovo a recensire un'altra battaglia , quella delle cinque armate , diretta da Peter Jackson e tratta da un libro di Tolkien che oltre a questi due aspetti non ha alcuna similitudine con la prima ne con la serie di film del Signore degli anelli ; L'Hobbit- La battaglia delle cinque armate si discosta dai precedenti film di Jackson percorrendo una strada il cui percorso si intravedeva già nelle ultime scene dell' Hobbit e la desolazione di Smaug con un ritmo molto veloce fatto di azione , spettacolo e splendida computer grafica .
La scelta di Jackson è quindi una vera scelta , non una improbabile deviazione dal cammino prestabilito ma una decisione deliberata di rendere il capitolo conclusivo dell'Hobbit un vero e proprio blockbuster in linea con i canoni odierni dettati dai film campioni di incassi a livello mondiale ; in sostanza Peter Jackson diventa il Michael Bay della situazione e allora la battaglia delle cinque armate ha molto più in comune con Transformers 4 che con l'ormai vetusta battaglia del fosso di Helm del Signore degli anelli- Le due torri .
La metamorfosi di Jackson in Michael Bay riesce però solo in parte creando un prodotto finale che non eguaglia l'azione frenetica di Bay ma invece ne rappresenta perfettamente i limiti a causa della piattezza, a tratti imbarazzante , dei dialoghi fra i personaggi offrendo un risultato finale deludente su più fronti che si discosta nettamente dal libro originario perdendo in fin dei conti la sua stessa anima.
In definitiva L'Hobbit- La battaglia delle cinque armate rimane un film godibile soprattutto per i nostalgici e per tutti coloro che vogliono vivere un'ultima avventura nella Terra di Mezzo nonostante il film e tutta la saga dell'Hobbit , bisogna dirlo , sia una colossale operazione commerciale destinata a raccogliere enormi ricchezze un po’ simili a quelle custodite da Smaug nella montagna di Erebor.
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lorenzo76bg
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mercoledì 31 dicembre 2014
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lunghissimi combatti...
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E' molto difficile valutare questo film, da Oscar per quanto riguarda la Scenografia, la Fotografia, i Costimi e gli effetti speciali.... ma personalmente troppo lungo per quanto riguarda a parte "conclusiva" della battaglia. E' un peccato che la malattia del Re Della Montagna non sia stata enfatizzata adeguatamente privilegiando le scene di combattimento...
Visivamente Superlativo, Peter Jackson avrebbe forse ridurre la lunghezza del film per rendere il tutto piu' fluido...
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ilpoponzimo
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martedì 30 dicembre 2014
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un viaggio durato troppo
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Quando si parla del film “Lo Hobbit” ci si apre dinanzi agli occhi una vorticosa girandola di difficoltà interpretative e di discorsi di grande complessità. In primis perche ogni film della trilogia deve essere visto come un unicum indipendente dagli altri, eppure indissolubilmente legato agli altri capitoli da una forte coesione narrativa e di intenti. E come se non fosse già abbastanza difficile, tutta la trilogia deve subire il peso incombente dell’ombra sia delle gesta del regista stesso sia dell’importanza che i 3 precedenti capitoli del Signore degli Anelli hanno avuto sull’immaginario collettivo e sull’evoluzione della storia del cinema recente.
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Quando si parla del film “Lo Hobbit” ci si apre dinanzi agli occhi una vorticosa girandola di difficoltà interpretative e di discorsi di grande complessità. In primis perche ogni film della trilogia deve essere visto come un unicum indipendente dagli altri, eppure indissolubilmente legato agli altri capitoli da una forte coesione narrativa e di intenti. E come se non fosse già abbastanza difficile, tutta la trilogia deve subire il peso incombente dell’ombra sia delle gesta del regista stesso sia dell’importanza che i 3 precedenti capitoli del Signore degli Anelli hanno avuto sull’immaginario collettivo e sull’evoluzione della storia del cinema recente. Con estrema difficoltà proverò a parlare solo di questo terzo capitolo e non andrò ad impelagarmi in paragoni con il libro che non ho letto e di cui mi interessa relativamente. Naturalmente come è giusto che sia il film parte da dove si era interrotto il secondo e in pochi minuti spiazza subito lo spettatore. Il drago, che ci era stato propinato come l’antagonista per eccellenza di tutta la trama, ora scompare e la vicenda viene trascinata proprio nella montagna che era stata la dimora del drago per decenni e che era stata la causa prima dell’inizio del viaggio. Ma repentinamente la narrazione viene sconvolta e portata avanti da un solo personaggio, Thorin, il re sotto la montagna. Peter Jackson racconta la pazzia di un personaggio che si mostra in tutta la sua complessità fino quasi a diventare shakespeariano nelle sue fattezze. La forza del film sta tutta li. In quella potenza visiva con cui il regista narra l’evoluzione di questo re che viene sconfitto dall’avidità e dal suo incontrollato desiderio di ricchezze. La macchina da presa è intima e intensa nel muoversi tra quei volti e quei sentimenti. Continua così il grande disegno umano di Peter Jackson che fin da i suoi primi film,in particolare con quello che è forse l’apice della sua fase pre-tolkeniana, Creature del cielo,riesce a concepire e a portare in scena con una dinamicità e una potenza ludica che all’interno del genere fantasy ha pochissimi eguali. I personaggi rappresentano tutti più di quello che sono all’interno della vicenda. Sono enormi metafore di sentimenti. Di vizi e di virtù. Ma in particolare di debolezze e mostruosità a cui l’animo umano tende e alla quale non può sottrarsi. Finita la prima ora però il prepotente buonismo di una trama già letta e riletta torna a imperversare. Si combatte,si combatte e si combatte. Molto, molto e ancora molto. Il film perde di spessore e viene inghiottito dalla sua stessa estetica epica. Si finisce per sbadigliare più di una volta e non ci si riesce a trattenere. La narrazione pur rimanendo lineare e precisa, quasi senza sbavature e con un utilizzo del tempo di scena da vero teatrante, non riesce ad imprimere al tutto l’emozione necessaria e nonostante alcuni colpi di scena voluti appositamente per creare una breccia nei cuori degli spettatori, non riesce a scalfirne nemmeno il petto più sensibile. Forse ci si doveva fermare quando c’era modo e tempo. Peter Jackson poteva lasciare il tavolo da vincitore ed essere ricordato come colui che ha impresso un’impronta indelebile nella storia del cinema. Ma come succede spesso oggi,troppo spesso, si finisce per essere preda del proprio ego e della propria cupidigia. Esattamente come Thorin Scudodiquercia,Peter Jackson è stato risucchiato dalla sua avidità e dal suo bieco volere umano. Ma nonostante la mancanza di idee e l’eccessiva forzatura di allargare un minuscolo libricino in 3 film infiniti, il regista si conferma un vero maestro nel suo mestiere.La messa in scena è di una accuratezza infinitesimale e il montaggio sonoro è da brividi. Gli effetti visivi rappresentano lo spartiacque di tutta la pellicola. Dapprima l’onnipresente eccessiva CGI rende meravigliosamente spaventosa l’immagine del drago Smaug ,ma allo stesso tempo rende le scene di guerra e alcuni personaggi,Legolas per primo, delle vere e proprie pacchianate,cosi come una serie di scene di combattimento al limite del ridicolo. Peter Jackson ha dimostrato di essere ancora il più geniale e originale AUTORE di questo genere cinematografico,ma ha voluto calcare eccessivamente la mano su quello che è riuscito a creare in precedenza con il Signore degli Anelli. I continui rimandi alle altre pellicole sono manna dal cielo per gli appassionati,ma sembrano messi lì senza una vera ragione,portando solo all’esasperante forzatura la narrazione e i suoi contesti. Alla fine della storia credo che non sia il peggiore della trilogia nonostante abbia toccato dei fondi mai raggiunti con gli altri film. Possiamo solo sperare che come Thorin, anche Peter Jackson riesca a raggiungere una catarsi spirituale e a superare questa sua incessante bramosia di strafare. Dopo tanti anni siamo giunti alla fine del nostro viaggio nella Terra di Mezzo e nonostante i vari alti(altissimi) e bassi (bassissimi) possiamo solamente ringraziare un regista del genere per aver dato cosi tanto a noi e al mondo stesso del cinema.
Recensione Lo Hobbit:
Quando si parla del film “Lo Hobbit” ci si apre dinanzi agli occhi una vorticosa girandola di difficoltà interpretative e di discorsi di grande complessità. In primis perche ogni film della trilogia deve essere visto come un unicum indipendente dagli altri, eppure indissolubilmente legato agli altri capitoli da una forte coesione narrativa e di intenti. E come se non fosse già abbastanza difficile, tutta la trilogia deve subire il peso incombente dell’ombra sia delle gesta del regista stesso sia dell’importanza che i 3 precedenti capitoli del Signore degli Anelli hanno avuto sull’immaginario collettivo e sull’evoluzione della storia del cinema recente. Con estrema difficoltà proverò a parlare solo di questo terzo capitolo e non andrò ad impelagarmi in paragoni con il libro che non ho letto e di cui mi interessa relativamente. Naturalmente come è giusto che sia il film parte da dove si era interrotto il secondo e in pochi minuti spiazza subito lo spettatore. Il drago, che ci era stato propinato come l’antagonista per eccellenza di tutta la trama, ora scompare e la vicenda viene trascinata proprio nella montagna che era stata la dimora del drago per decenni e che era stata la causa prima dell’inizio del viaggio. Ma repentinamente la narrazione viene sconvolta e portata avanti da un solo personaggio, Thorin, il re sotto la montagna. Peter Jackson racconta la pazzia di un personaggio che si mostra in tutta la sua complessità fino quasi a diventare shakespeariano nelle sue fattezze. La forza del film sta tutta li. In quella potenza visiva con cui il regista narra l’evoluzione di questo re che viene sconfitto dall’avidità e dal suo incontrollato desiderio di ricchezze. La macchina da presa è intima e intensa nel muoversi tra quei volti e quei sentimenti. Continua così il grande disegno umano di Peter Jackson che fin da i suoi primi film,in particolare con quello che è forse l’apice della sua fase pre-tolkeniana, Creature del cielo,riesce a concepire e a portare in scena con una dinamicità e una potenza ludica che all’interno del genere fantasy ha pochissimi eguali. I personaggi rappresentano tutti più di quello che sono all’interno della vicenda. Sono enormi metafore di sentimenti. Di vizi e di virtù. Ma in particolare di debolezze e mostruosità a cui l’animo umano tende e alla quale non può sottrarsi. Finita la prima ora però il prepotente buonismo di una trama già letta e riletta torna a imperversare. Si combatte,si combatte e si combatte. Molto, molto e ancora molto. Il film perde di spessore e viene inghiottito dalla sua stessa estetica epica. Si finisce per sbadigliare più di una volta e non ci si riesce a trattenere. La narrazione pur rimanendo lineare e precisa, quasi senza sbavature e con un utilizzo del tempo di scena da vero teatrante, non riesce ad imprimere al tutto l’emozione necessaria e nonostante alcuni colpi di scena voluti appositamente per creare una breccia nei cuori degli spettatori, non riesce a scalfirne nemmeno il petto più sensibile. Forse ci si doveva fermare quando c’era modo e tempo. Peter Jackson poteva lasciare il tavolo da vincitore ed essere ricordato come colui che ha impresso un’impronta indelebile nella storia del cinema. Ma come succede spesso oggi,troppo spesso, si finisce per essere preda del proprio ego e della propria cupidigia. Esattamente come Thorin Scudodiquercia,Peter Jackson è stato risucchiato dalla sua avidità e dal suo bieco volere umano. Ma nonostante la mancanza di idee e l’eccessiva forzatura di allargare un minuscolo libricino in 3 film infiniti, il regista si conferma un vero maestro nel suo mestiere.La messa in scena è di una accuratezza infinitesimale e il montaggio sonoro è da brividi. Gli effetti visivi rappresentano lo spartiacque di tutta la pellicola. Dapprima l’onnipresente eccessiva CGI rende meravigliosamente spaventosa l’immagine del drago Smaug ,ma allo stesso tempo rende le scene di guerra e alcuni personaggi,Legolas per primo, delle vere e proprie pacchianate,cosi come una serie di scene di combattimento al limite del ridicolo. Peter Jackson ha dimostrato di essere ancora il più geniale e originale AUTORE di questo genere cinematografico,ma ha voluto calcare eccessivamente la mano su quello che è riuscito a creare in precedenza con il Signore degli Anelli. I continui rimandi alle altre pellicole sono manna dal cielo per gli appassionati,ma sembrano messi lì senza una vera ragione,portando solo all’esasperante forzatura la narrazione e i suoi contesti. Alla fine della storia credo che non sia il peggiore della trilogia nonostante abbia toccato dei fondi mai raggiunti con gli altri film. Possiamo solo sperare che come Thorin, anche Peter Jackson riesca a raggiungere una catarsi spirituale e a superare questa sua incessante bramosia di strafare. Dopo tanti anni siamo giunti alla fine del nostro viaggio nella Terra di Mezzo e nonostante i vari alti(altissimi) e bassi (bassissimi) possiamo solamente ringraziare un regista del genere per aver dato cosi tanto a noi e al mondo stesso del cinema.
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steo89
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martedì 30 dicembre 2014
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gran bel film
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Non capisco le svariate critiche che ha ricevuto il film..per me questo ultimo capitolo,come l 'intera trilogia,merita parecchio sotto tutti gli aspetti! Certo..il paragone con la magnifica trilogia dell'Anello vede vincere quest'ultima ma da fan di Tolkien io ho adorato questi 3 film! Se vi soffermate sui particolari e riguardate i film troverete che PJ ha di nuovo sfornato un capolavoro!!
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tatiana micaela truffa
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lunedì 29 dicembre 2014
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ninna nanna
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Lo ribadisco: non sono un'amante del genere, e pertanto so di essere inadatta a recensirlo.
Tuttavia il mio parere resta simile, ma peggiore, al "capitolo" precedente: ottimo film nella sceneggiatura e nella fotografia - questa volta sono riuscita a godermelo in 3D, tuttavia anche su questo fronte l'ho trovato meno entusiasmante rispetto a "la desolazione di Smaug". A mio avviso in quest'ultimo episodio la storia è totalmente assente.
Ideale per passare due ore e mezza di riposo, sonnecchiando sulle comode poltrone del cinema.
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tanaccia79
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lunedì 29 dicembre 2014
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uno spreco!!
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Uno spreco a mio modo di vedere. Uno spreco di materiale e lavoro inaccettabile. Tutto il film è un creare suspense e attese per poi tradirle oppure avere cadute di stile gravissime anche i tempi dedicate ai vari temi sono molto discutibili. Credo che anche il film più fantasy per essere bello non deve cadere nel ridicolo almeno per come è stata resa la cosa.. è ridicola la parte dove nella battaglia finale dove tutto sembra perduto gli equilibri vengono ribaltati solo grazie all'intervento di Thorin.. ancora è ridicolo che la famigerata armata di Bolg (in realtà si vede solo per due secondi) distrutta da 7 aquile ed un orso!! Ma la battaglia parte subito male perchè sarebbero bastati i mangiaterra a decidere le sorti della battaglia.
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Uno spreco a mio modo di vedere. Uno spreco di materiale e lavoro inaccettabile. Tutto il film è un creare suspense e attese per poi tradirle oppure avere cadute di stile gravissime anche i tempi dedicate ai vari temi sono molto discutibili. Credo che anche il film più fantasy per essere bello non deve cadere nel ridicolo almeno per come è stata resa la cosa.. è ridicola la parte dove nella battaglia finale dove tutto sembra perduto gli equilibri vengono ribaltati solo grazie all'intervento di Thorin.. ancora è ridicolo che la famigerata armata di Bolg (in realtà si vede solo per due secondi) distrutta da 7 aquile ed un orso!! Ma la battaglia parte subito male perchè sarebbero bastati i mangiaterra a decidere le sorti della battaglia. Quello che voglio dire è ok fantasy ma anche un po' di coerenza se metti tanti orchi devi mettere un numero accettabile di avversari. Anche perchè alla fine del film si ha l'impressione che gli unici caduti siano gli elfi che sono rimasti in dieci!! mentre gli uomini e i nani sembrano non aver avuto perdite! tra l'altro gli uomini da pescatori diventano una delle armate.. e cosi continuando.. forse il dispiacere è grande anche perchè il film parte bene con la parte con Smaug molto spettacolare!!
Passiamo ai minuti di pellicola dedicati a cose irrilevanti ai fini della trama. Il vicegovernatore poteva anche non esistere o essere molto marginale invece ruba più volte MOLTI minuti preziosi di film . La transumanza degli uomini potrebbe essere molto più veloce... la parte dedicate a Bilbo poteva essere dimezzata per non parlare della malattia di Thorin.
In sostanza i fan della serie hanno comunque apprezzato queste due ore e mezzo di film mentre per i più critici sarà un film mediocre a tratti indisponente!
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[+] i libri prego
(di steo89)
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maicolscaiolo
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sabato 27 dicembre 2014
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ma che ca...
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Sono andato due giorni fa a vedere questo Hobbit, spinto da tutte ste persone che ho sentito parlar bene di sto film.
Che dire, inizio che non spiega nulla, c'è un drago che uccide gente (clichè), ci sono degli eroi che cercano di salvare la città.
Poi si sposta il tutto su un'accozzaglia di gente che si fa la guerra e si uccide senza senso, non viene spiegato nulla, non si sa perchè e percome vogliono uccidersi a vicenda ne chi siano i protagonisti.
Inoltre la tizia carina è perseguitata da Legolas e si innamora di uno hobbit a quanto pare (vista l'altezza), inspiegabile.
Non sono un fan del signore degli anelli, ho visto solo le due torri e mi fece parecchio schifo. I film legati a questo contesto si dimostrano sempre sconclusionati con tante guerre e tante spade ma con trame ridicole.
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Sono andato due giorni fa a vedere questo Hobbit, spinto da tutte ste persone che ho sentito parlar bene di sto film.
Che dire, inizio che non spiega nulla, c'è un drago che uccide gente (clichè), ci sono degli eroi che cercano di salvare la città.
Poi si sposta il tutto su un'accozzaglia di gente che si fa la guerra e si uccide senza senso, non viene spiegato nulla, non si sa perchè e percome vogliono uccidersi a vicenda ne chi siano i protagonisti.
Inoltre la tizia carina è perseguitata da Legolas e si innamora di uno hobbit a quanto pare (vista l'altezza), inspiegabile.
Non sono un fan del signore degli anelli, ho visto solo le due torri e mi fece parecchio schifo. I film legati a questo contesto si dimostrano sempre sconclusionati con tante guerre e tante spade ma con trame ridicole. Se volete un bel fantasy guardatevi Eragon
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[+] ti prego,dimmi che sei un troll...
(di simonepegg)
[ - ] ti prego,dimmi che sei un troll...
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(di steo89)
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biso 93
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sabato 27 dicembre 2014
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saga piu' leggera ma piacevole
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La mia sara' una recensione globale per la saga de Lo Hobbit. Una saga piu leggera e piu ironica della precedente ma che forse risulta forzata e un po troppo epicizzata e standard. Ritengo la trilogia del Signore degli anelli una delle piu grandi opere cinematografiche mai realizzate, epica, divertente, esaltante e riflessiva soprattutto riguardo tematiche che non sembrano passare di moda. Il difetto forse di Lo Hobbit e' forse quello di cercava di arrivare a quella grandezza. Forzato in molte parti..la trilogia de Lo Hobbit risulta cmq gradevole e un bello spettacolo anche se perde la forza della precedente trilogia. La battaglia delle 5 armate cmq e un ottimo intrattenimento...una bella rappresentazione della guerra con la solita spettacolarita' e la giusta ironia, mettendo in risalto piu' che nella precedente trilogia la figura del Re e di tutto cio' che ne deriva.
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La mia sara' una recensione globale per la saga de Lo Hobbit. Una saga piu leggera e piu ironica della precedente ma che forse risulta forzata e un po troppo epicizzata e standard. Ritengo la trilogia del Signore degli anelli una delle piu grandi opere cinematografiche mai realizzate, epica, divertente, esaltante e riflessiva soprattutto riguardo tematiche che non sembrano passare di moda. Il difetto forse di Lo Hobbit e' forse quello di cercava di arrivare a quella grandezza. Forzato in molte parti..la trilogia de Lo Hobbit risulta cmq gradevole e un bello spettacolo anche se perde la forza della precedente trilogia. La battaglia delle 5 armate cmq e un ottimo intrattenimento...una bella rappresentazione della guerra con la solita spettacolarita' e la giusta ironia, mettendo in risalto piu' che nella precedente trilogia la figura del Re e di tutto cio' che ne deriva. In conclusione Jackson crea un piccolo assaggio come del resto e' il libro stesso di quella grandiosa rappresentazione del Signore degli Anelli, difficilmente eguagliabile a mio parere.
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spartan
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sabato 27 dicembre 2014
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imbarazzante
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Peter Jackson dopo l'esaltante trilogia del Signore degli anelli ha voluto cercare un'altra volta di regalare al pubblico mille emozioni. Ma questa volta ha tirato troppo la corda e questa si è spezzata, trasformando la trilogia di "Lo Hobbit" in un' esagerata e inconcludente sequenza di immagini.
Sebbene la storia ricordi quella raccontata nel libro da Tolkien, nel film la trama è stata troppo interpretata liberamente, creando solo confusione e sdegno nel pubblico.
Le aspettative per l'ultimo film già non erano alte, e Jackson dal canto suo non ha voluto tradirle; non si è mai visto un finale così inconcludente, nè tanto meno tanti effetti speciali cosí imbarazzanti.
La trilogia è stata un opera troppo tirata e mal voluta, infatti Tolkien la scrisse perchè fosse una favola per bambini, ma nei cinema crea un tutt'altro effetto, facendola apparire come una saga di elfi volanti, streghe/oni e una caccia al nano.
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