lorenzo grigio
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sabato 20 dicembre 2014
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lo hobbit - tanta attesa troppa battaglia
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L'aspettativa di questo film era altissima, dopo la magnifica scena finale del penultimo capitolo in cui Smaug si scrolla di dosso un manto d'oro liquido in una notte grigia.
Purtroppo, "Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate" non si rivela niente di più che una gigantesca guerra in cui tutti sono utili ma nessuno è necessario, perchè tanto alla fine arrivano sempre le aquile a salvare tutti. sembra di essere in Avatar quando Eywa decide di fare la sua parte. in questo capitolo, quasi ci si dimentica dell'intricata storia che ha caratterizzato "Il Signore degli Anelli" (soprattutto il secondo capitolo) e dei paesaggi sterminati cui eravamo abituati. a parte la malattia di Thorin e qualche piccola altra cosa (la storia d'amore elfo-nano, il conflitto padre-figlio elfi già anticipati e del tutto prevedibili), non resta che una guerra.
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L'aspettativa di questo film era altissima, dopo la magnifica scena finale del penultimo capitolo in cui Smaug si scrolla di dosso un manto d'oro liquido in una notte grigia.
Purtroppo, "Lo Hobbit - La battaglia delle cinque armate" non si rivela niente di più che una gigantesca guerra in cui tutti sono utili ma nessuno è necessario, perchè tanto alla fine arrivano sempre le aquile a salvare tutti. sembra di essere in Avatar quando Eywa decide di fare la sua parte. in questo capitolo, quasi ci si dimentica dell'intricata storia che ha caratterizzato "Il Signore degli Anelli" (soprattutto il secondo capitolo) e dei paesaggi sterminati cui eravamo abituati. a parte la malattia di Thorin e qualche piccola altra cosa (la storia d'amore elfo-nano, il conflitto padre-figlio elfi già anticipati e del tutto prevedibili), non resta che una guerra.
Per fortuna, Peter Jackson riesce a condire il tutto con mirabolanti effetti e trovate. indimenticabile sarà il drago che prima atterra una città a suon di fiamme, poi si contorce dal dolore prima di morire; la battaglia contro i Nazgul; Azog che passa sotto la lastra di ghiaccio in cui è Thorin, per poi colpirlo. soprattutto se il film è visto in 3d Hfr.
Diverse sembrano le citazioni e auto-citazioni: oltre al già citato Avatar, gli orchi ricordano il Throll di "Harry Potter e la pietra filosofale", i mangiaterra i serpenti di "Tremors", Legolas che si attacca al piede di un pipistrello ricorda "Jurassik Park 3" quindi "King Kong".
Se Jackson ci lascia spronandoci ad essere più legati alla casa, intesa come insieme di affetti ma anche come patria, noi lasciamo lui ansiosi di rivederlo al massimo del suo estro e della sua genialità.
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guandaside
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sabato 20 dicembre 2014
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tu quoque peter jackson.
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Film dalle ambientazioni meravigliose ma dalla trama incoerente, banale, lacunosa, insensata e spesso sforzata.
Ignora elementi della trama originale, ma quello ci può stare.
La cosa grave è che ignora o modifica ingiustificatamente elementi dei film precedenti e premesse che lui stesso ha posto, oltre a mancare quasi totalmente di coerenza interna alla singola pellicola.
[+] 1 stella ... mah
(di faramir199)
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steo89
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venerdì 19 dicembre 2014
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capolavoro!
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Questo ultimo capitolo è senza dubbio un capolavoro! P.J ci mette di fronte ad un'opera costruita ed elaborata per valorizzare (e non peggiorare) il racconto di Tolkien per collegare perfettamente questa trilogia alla precedente, inserendo ed elaborando molti fatti contenuti nelle appendici de Il signore degli Anelli. Visivamente spettacolare e quasi perfetto nel suo essere questo film finalmente raggiunge il livello dell'ultimo capitolo della precedente trilogia, concludendo degnamente questa sua trasposizione de lo Hobbit. film consigliatissimo!
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steo89
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venerdì 19 dicembre 2014
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capolavoro!
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Questo ultimo capitolo è senza dubbio un capolavoro! P.J ci mette di fronte ad un'opera costruita ed elaborata per valorizzare (e non peggiorare) il racconto di Tolkien per collegare perfettamente questa trilogia alla precedente, inserendo ed elaborando molti fatti contenuti nelle appendici de Il signore degli Anelli. Visivamente spettacolare e quasi perfetto nel suo essere questo film finalmente raggiunge il livello dell'ultimo capitolo della precedente trilogia, concludendo degnamente questa sua trasposizione de lo Hobbit. film consigliatissimo!
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claudiofedele93
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venerdì 19 dicembre 2014
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addio, terra di mezzo!
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Fa uno strano effetto entrare in sala e vedere l'ultimo capitolo de Lo Hobbit, vuoi per il grande eco di cui ha goduto la saga in passato e adesso, vuoi le per aspettative (in parte ridimensionate dalla maggior parte della critica e da chi si è immedesimato nell'arduo compito di fare il critico per l'occasione), vuoi anche per una certa emotività ed infine per il fatto di cui bisogna ormai prendere coscienza: La Terra di Mezzo ci saluta attraverso Jackson e il lascito di questi sarà ormai una eredità pesante con cui si dovrà fare i conti.
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Fa uno strano effetto entrare in sala e vedere l'ultimo capitolo de Lo Hobbit, vuoi per il grande eco di cui ha goduto la saga in passato e adesso, vuoi le per aspettative (in parte ridimensionate dalla maggior parte della critica e da chi si è immedesimato nell'arduo compito di fare il critico per l'occasione), vuoi anche per una certa emotività ed infine per il fatto di cui bisogna ormai prendere coscienza: La Terra di Mezzo ci saluta attraverso Jackson e il lascito di questi sarà ormai una eredità pesante con cui si dovrà fare i conti.
Una serie di sei film, i primi 3, realizzati nei primissimi anni 2000, corrispondenti ai libri omonimi de Il Signore degli Anelli; la nuova trilogia nata, con un lungo travaglio, dal romanzo "minore" del professore inglese che ha rivisto (dopo una lunga gestazione) ancora P.J. alla cabina di regia.
La Battaglia delle Cinque Armate è un lavoro inedito e innovativo, sotto vari punti di vista, in primis a livello tecnico. Se eravamo infatti abituati ad una certa prolissità e calma nei lavori del neozelandese oggi ci troviamo di fronte ad lungometraggio carico di pathos, tensione e dotato di un ritmo davvero forsennato, in pieno stile e coerenza con gli ultimi 15 minuti di quella The Desolation of Smaug di un anno addietro. Ma laddove il secondo ed il primo capitolo godevano di tempi rilassati qui la pressione e gli eventi rocamboleschi ci portano in una giostra inarrestabile come se ci trovassimo alla guida di una macchina incapace di andare sotto i 70 km orari.
E' un male questo? Assolutamente no! Un Jackson inedito è ciò di cui si aveva veramente bisogno, un registro completamente innovativo è stato un passo vincente che non ha ammorbidito né ingolfato un ingranaggio tanto delicato come poteva essere la trilogia de Lo Hobbit. Ad affiancare il tutto vi è poi il talento e l'estro creativo, la voglia di spingersi oltre e rendere dinamica la propria arte perché mai la regia del premio Oscar era stata tanto fluida come adesso e tale fluidità ha potuto rendere il tutto elegante e sofisticato al tempo stesso, permettendoci di assistere ad una dura battaglia, sempre ben controllata, ma pur costantemente realistica e incredibilmente "fisica". Ad eccezione di alcuni scivoloni, inscenati sopratutto dagli elfi ed in particolare da Legolas, le cinque armate danno vita ad una battaglia che fa del corpo a corpo e della fisicità il proprio punto di forza.
Al di là di questo c'è poi la storia ed i personaggi, ove alcuni godono di maggior enfasi ed altri meno. Il piccolo Bilbo Baggins è testimone del lento declino di Thorin, ma è anche protagonista di alcuni dei più eroici atti di coraggio, specchio del suo valore e della sua fedeltà. Thorin, Thranduil, Bard e Gandalf devono fare i conti con i propri demoni, sia interiori che esteriori ed il tutto in alcuni frangenti assume connotati puramente teatrali che subiscono l'influenza di Shakespeare e di altri esponenti passati del teatro di Sua Maestà.
Ma dove La Battaglia delle Cinque Armate scricchiola? Nella sua natura di terzo capitolo, che qui non convince appieno, perché al contrario di Un Viaggio Inaspettato e La Desolazione di Smaug una volta usciti dal Cinema non si ha una sensazione di completezza, né (parafrasando) ci si sente con la "pancia piena". Quel che in principio doveva essere un film diviso in due parti adesso è costretto a scontare alcune lacune di sceneggiatura e sotto-trame non chiamate in causa durante l'epilogo, perché è proprio nella conclusione che si legge in modo chiaro un disegno composto in modo diverso nella sua genesi e poi gestito in un altro; forse se avesse avuto altro tempo, Jackson, sarebbe stato in grado di saper regalarci qualcosina in più e qui c'è un po' di amaro dispiacere dato il potenziale. Non è una critica particolarmente pesante, però essa rappresenta la consapevolezza di essere venuto concretamente al cospetto della seconda parte della medaglia di questa produzione, la parte potremmo dire "più scomoda".
Per quel che riguarda la fedeltà ai libri va detto che così come in passato, anche adesso si ripercorrono all'incirca gli stessi avvenimenti, con qualche considerevole cambiamento, ma in fondo niente di rivoluzionario dato che chi scrive è un convinto fautore che le trasposizioni non possano mai essere tali e quali alla loro contro parte cartacea, il più delle volte per via del fatto che ciò che funziona in un libro al cinema non può funzionare. (Es. Tom Bombadil ne La Compagnia dell'Anello)
C'è comunque Tolkien, magari non sempre, ma c'è e lo si scorge tra le righe, nel profondo, al di là dei duelli e degli effetti speciali e dato che bisogna comunque sapersi adattare è vero che in questo film c'è anche Il Trono di Spade (sotto un'aspetto puramente antropologico, così come c'è molta televisione sopratutto nella scelta di "dividere" un film a metà con un cliffhanger) e molte realtà videoludiche o cinematografiche con cui oggi è giusto confrontarsi e che hanno reso la trilogia precedente tanto affascinante, quanto un semplice e geniale connubio tra forma e contenuto perfettamente calibrato. Tematiche, sfumature, dialoghi e piccoli dettagli ci portano a scoprire alcuni elementi del Legendarium che però non sono serviti su un piatto d'argento e molte volte proposti sotto angolazioni diverse, confluite in quella che è la base del cinema di Jackson.
Lo Hobbit è arrivato così alla sua conclusione, dimostrandosi esattamente come il suo alter ego cartaceo: un qualcosa di inferiore a quel che rimane un capolavoro cinematografico/letterario quale è Il Signore degli Anelli, ma grazie ad un uomo che ha impiegato 20 anni della sua vita è indubbio che quel che ci troviamo davanti sia un ottimo lavoro, un finale che seppur non elaborato come The Return of the King farà commuovere in modo naturale chi nel 2001 varcò la porta di una qualunque sala cinematografica ed udì in quell'occasione raccontare da Bilbo quelle che furono le sue avventure. Ed allora in fin dei conti si è spinti a chiudere un occhio di fronte alle varie imperfezioni, ad alcuni personaggi lasciati a se stessi e ad alcuni inseriti forzatamente per diluire il tutti (vedi Alfrid la cui presenza oltre che a dar noia risulta fine a se stessa), consci che purtroppo molte verità verranno svelate nella famosa Edizione Estesa, mai come ora necessaria e tanto importante. Una lacrima sincera scenderà sul volto di chi ha amato ed ama la Terra di Mezzo perché questa vale più di tutto l'oro di Erebor.
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[+] pellicola dignitosa che conclude una saga discreta
(di antonio montefalcone)
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davy_campo
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giovedì 18 dicembre 2014
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capitolo conclusivo dell'avventura di un hobbit
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Ecco il capitolo conclusivo sulla Terra di Mezzo by Peter Jackson!! Dopo la non completa soddisfazione del secondo capitolo della trilogia, La Desolazione di Smaug, posso quasi confermare la mia soddisfazione per La Battaglia delle 5 Armate. Quasi perchè, come al solito, la pellicola rende davvero di più dopo aver visionato la versione Extended Edition, che, soprattutto in questo terzo capitolo, ne sente forte necessità.. a breve spiegherò il perchè secondo il mio parere.
Il film parte in quinta con Smaug che distrugge senza sosta Esgaroth, e la sua uccisione da parte di Bard, che usa come mirino il figlio (perplesso) per mandare a segno la freccia nera che colpisce in pieno il drago, facendo precipitare la carcassa sulla città morente e distrutta dalle fiamme.
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Ecco il capitolo conclusivo sulla Terra di Mezzo by Peter Jackson!! Dopo la non completa soddisfazione del secondo capitolo della trilogia, La Desolazione di Smaug, posso quasi confermare la mia soddisfazione per La Battaglia delle 5 Armate. Quasi perchè, come al solito, la pellicola rende davvero di più dopo aver visionato la versione Extended Edition, che, soprattutto in questo terzo capitolo, ne sente forte necessità.. a breve spiegherò il perchè secondo il mio parere.
Il film parte in quinta con Smaug che distrugge senza sosta Esgaroth, e la sua uccisione da parte di Bard, che usa come mirino il figlio (perplesso) per mandare a segno la freccia nera che colpisce in pieno il drago, facendo precipitare la carcassa sulla città morente e distrutta dalle fiamme.. Da la giusta carica per quel che sarà il resto del film,La battaglia!!
Essa predilige quasi tutta la pellicola, con effetti visivi e CGI che mi hanno convinto e che fanno alzare molto la mia valutazione di questo film.. nonostante il mio scetticismo verso l'esagerazione di utilizzo della computer grafica, questa volta posso ritenermi soddisfatto del lavoro ottenuto, e il 3D ne rende stranamente giustizia.
Il resto invece trova qualche difficoltà; la caratterizzazione dei personaggi è un po carente a mio modo di vedere, complice anche lo scadente doppiaggio italiano, fatto salvo per alcuni personaggi.. presenti molti buchi nella trama, ne cito alcuni per non dilungarmi: che fine fa l'Arkengemma? Saruman e Sauron? Beorn per mezzo secondo?.. molte risposte, come scritto sopra, vedranno luce solo a Novembre 2015 con la versione estesa, dove PJ avrà molte più libertà e ci darà un film più coerente e coeso.
Parlando di libertà di PJ, il momento a Dol Guldur mi è piaciuto molto, molto intenso e vede uno scontro tra i personaggi che ci hanno accompagnato ne Il Signore Degli Anelli, per riportare sullo schermo un collegamento alle vicende dello stesso.. Lo scontro tra Azog e Thorin cruento e molto curato, di Bolg e Tauriel.. arriva il momento che più odio: Tauriel. Insieme a Legolas, trovano parte in scene che potevano essere risparmiate per dar spazio ad altri momenti: l'elfa che, tralasciando il siparietto tra lei e il nano, è davvero inutile ai fini della pellicola, ma questo da La Desolazione di Smaug.. Legolas invece che probabilmente è stato messo li per far vedere la sua abilità a scalare rocce in caduta e comandare Troll e pipistrelli come Kratos, con quel siparietto finale per collegare sempre a ISDA l'avvicinamento di Aragon con l'elfo, risparmiabile diciamocelo, come quello del capitolo precedente con Gimli.
Collegamento emozionante invece è proprio il finale, ai quali ci ha sempre abituato bene Jackson, con il passaggio dallo Hobbit al termine della sua avventura, allo stesso Hobbit pieno di ricordi passati che darà inizio a quella seguente che conosciamo tutti bene.
Non voglio allungare più di tanto il brodo, quindi questa è la mia mini recensione su quelli che sono i problemi e i pro principali da me riscontrati in questo film.. Se avete visto gli altri due, consiglio ovviamente la visione di questo, ma al cinema!! Spendete quei 7 euro per far rendere giustizia al lavoro di grafica fatto dalla regia.. e non andate in sala con il libro per annotare le incongruenze di trama, questo è Lo Hobbit di PJ, la sua interpretazione basata sul racconto di Tolkien.
Voto: quasi8/10, che probabilmente diverrà 8 pieno l'anno prossimo con la versione estesa.
Un saluto a tutti :)
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mala 9677
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giovedì 18 dicembre 2014
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144 minuti ben spesi
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Bel film , non ho letto il libro ma l' unico errore che ho notato in relazione alla trama del signore degli anelli é l' apparizione del grande occhio ; infatti , nel Signore degli Anelli La compagnia dell' anello , gandalf si sorprende quando saruman gli rileva di essere a conoscenza dell' occhio sulla torre di sauron , ma come ho già detto esso appare proprio in questo film sotto gli occhi dei due maghi .... Quindi come mai gandalf rimarrà così di stucco dopo il discorso di saruman nella Compagnia dell' anello ?
Ottimo lavoro comunque di Jackson e del suo staff, sarebbe stato difficile fare di meglio
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botta88
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giovedì 18 dicembre 2014
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ottimo finale
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Visto alla prima e sinceramente sono rimasto piacevolmente colpito. Adoro tolkien e questa trilogia non è mi dispiaciuta, anzi la riproposizione cinematografica è stata perfetta. E' normale che il paragone con il singore degli anelli non regge, ma alla fine merita tutte e quattro le stelle.
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berry185
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giovedì 18 dicembre 2014
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un capolavoro visivamente perfetto
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Sono passati 10 anni dalla conclusione del signore degli anelli e lo splendido il ritorno del re e in questo ultimo capitolo della nuova trilogia dello hobbit in qualche modo Peter Jackson cerca di ricalcare il plot di quel capolavoro, riuscendoci pero in parte. Il film inizia dalla conclusione del secondo: la furia di Smaug su pontelagolungo. La scena è davvero visivamente stupenda con il grande drago sputafuoco che si accanisce sulla citta inerme di fronte a contanta potenza, solo il coraggioso Bard decide come fece il suo avo di affrontare il drago faccia a faccia ed usando l'unica freccia nera a disposizione... Smaug cade e gli uomini acclamano il loro salvatore , la conseguenza ora è la montagna libera e la compagnia dei nani non perde tempo a riappropiarsi e chiudere qualsiasi entrata al loro immenso tesoro tanto agognato.
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Sono passati 10 anni dalla conclusione del signore degli anelli e lo splendido il ritorno del re e in questo ultimo capitolo della nuova trilogia dello hobbit in qualche modo Peter Jackson cerca di ricalcare il plot di quel capolavoro, riuscendoci pero in parte. Il film inizia dalla conclusione del secondo: la furia di Smaug su pontelagolungo. La scena è davvero visivamente stupenda con il grande drago sputafuoco che si accanisce sulla citta inerme di fronte a contanta potenza, solo il coraggioso Bard decide come fece il suo avo di affrontare il drago faccia a faccia ed usando l'unica freccia nera a disposizione... Smaug cade e gli uomini acclamano il loro salvatore , la conseguenza ora è la montagna libera e la compagnia dei nani non perde tempo a riappropiarsi e chiudere qualsiasi entrata al loro immenso tesoro tanto agognato. Qui iniziano i guai perche come suo nonno , Thorin cambia radicalmente, addirittura anche nella voce e rinnega la sua gente pur di avere solo per se l'oro e l'arkengemma... forse questa è la parte piu bella dell intera trilogia perche se nei primi due film si apprezzava il thorin fiero, leale qui la follia la fa da padrone e la splendida interpretazione di Armitage del cambiamento radicale del re dei nani è da premio.A questo punto anche l'armata degli elfi si presenta ai piedi della montagna per reclamare l'oro uniti agli uomini ormai tornati alla loro vecchia dimora a fianco della montagna. lo scontro con l'ostinazione dei nani è inevitabile , ma un redivivo Gadalf li avverte che il pericolo è altrove e sta arrivando piu bardato e armato che mai... il film è visivamente un capolavoro a parte alcune "peterjacksonate" tipo rocce usate come skate o carri usati a mo di surf ma è il suo marchio di fabbrica; le battaglie sono come al solito visivamente assurde e le singole caratterizzazioni dei personaggi a dir poco spettacolari (incredibile il cugino di thorin e la sua armata)...forse manca il tocco magico che aveva il signore degli anelli , opera inarrivabile e perfetta al momento , ma "la battaglia delle 5 armate" merita davvero un posto sul podio nel 2014.
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[+] patetico
(di ragindo)
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babbamazinga
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giovedì 18 dicembre 2014
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il vero problema.... il finale
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Sono appena andato a vedere film, e nonostante gli errori nella trama il film riesce molto bn, c'è solo un problema: il finale, non è minimamente fedele al libro , ne è esaustivo lascia tante , anzi , troppe cose in sospeso,cosa che da un regista che ha diretto un capolavoro come IL SIGNORE DEGLI ANELLI non mi sarei mai aspettato.
Sono seriamente deluso.
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