intothewild4ever
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lunedì 5 gennaio 2015
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la battaglia delle cinque armate... perde
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Quando ci si accosta all'Everest, anche il Gran Sasso può sembrare una collina. Se le peculiarità del libro Il Signore degli Anelli, ovvero l'epica imperante, la struggente passione, la lotta tra il bene e il male ed il riscatto, sono stati pienamente travasati e rappresentati nel suo omonimo film, le peculiarità de Lo Hobbit non sono state altrettanto rispetatte e trattate nella Trilogia Lo Hobbit. Non c'è infatti la giocosità, quel voler essere più fiaba per bambini propria de Lo Hobbit, che una fiaba per adulti come ne Il Signore degli Anelli. Non c'è quel voler intrattenere più leggiadro che permeava il libro e che era la differenza sostanziale tra le due opere; opere che erano sì, lontanamente collegate, ma molto, molto più fumosamente di quando i tre film ultimi lascino intendere.
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Quando ci si accosta all'Everest, anche il Gran Sasso può sembrare una collina. Se le peculiarità del libro Il Signore degli Anelli, ovvero l'epica imperante, la struggente passione, la lotta tra il bene e il male ed il riscatto, sono stati pienamente travasati e rappresentati nel suo omonimo film, le peculiarità de Lo Hobbit non sono state altrettanto rispetatte e trattate nella Trilogia Lo Hobbit. Non c'è infatti la giocosità, quel voler essere più fiaba per bambini propria de Lo Hobbit, che una fiaba per adulti come ne Il Signore degli Anelli. Non c'è quel voler intrattenere più leggiadro che permeava il libro e che era la differenza sostanziale tra le due opere; opere che erano sì, lontanamente collegate, ma molto, molto più fumosamente di quando i tre film ultimi lascino intendere. L'intento del buon Peter Jackson era quello di uniformare le due opere e crearne una che fosse un tutt'uno con LOTR, ma l'impresa era ardua persino per le sue indubbie doti di cineasta e sceneggiatore e l'operazione non è, a mio avviso, pienamente riuscita. Alla luce di tutto ciò, credo che sarebbe forse stato forse meglio cercare di distanziarsi il più possibile dal Signore degli Anelli, sia per quanto riguarda colori, che per la fotografia, ceh per il clima e per lo stile. Rendendo più evidente le diversità tra le due opere, Jackson avrebbe forse evitato di scontrarsi con la sua stessa inarrivabile, mastodontica, superba creatura cinematografica: quella Trilogia de Il Signore degli Anelli, che è e rimarrà sempre una tra le opere più grandi di sempre del cinema mondiale.
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simone il cinefilo
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lunedì 5 gennaio 2015
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un degno finale
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Il terzo capitolo della trilogia del "Lo Hobbit" é davvero avvincente, come al solito stupende le location e gli effetti speciali, due ore e mezzo di puro divertimento senza annoiarsi mai. La battaglia finale non delude le aspettative degli appassionati ma ci sono alcuni comportamenti dei protagonisti che lasciano a desiderare, primo su tutti il re dei nani, a dir poco stucchevole.. detto questo il film continua sulla falsariga dei primi due quindi consiglio la visione a chi a seguito con piacere i primi due capitoli della saga. Il film chiude la saga del "Lo Hobbit" che é il prequel del "Il Signore degli Anelli". Consigliato.
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amokubrik
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lunedì 5 gennaio 2015
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la somma fa il totale
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Il mio voto va all'intera trilogia,che secondo me ,nonostante i difetti di sceneggiatura,è tra i migliori fantasy di sempre. Non mi è affatto piaciuto come viene liquidato Smaug ma, daltra parte mi sono piaciuti tantissimo, Bilbo con Golum, e Bilbo con Smaug. Notevoli gli effetti speciali.
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jules_winnfield
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domenica 4 gennaio 2015
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un ottimo addio a stile peter jackson
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Si chiude l'ultimo capitolo tanto atteso dal pubblico Tolkeniano, che non lascia spazio ai sentimentalismi, ma si precipita dal primo minuto sul vivo dell'azione e del combattimento.Ancora una volta, l'accurato lavoro di Peter Jackson mette in risalto gli stupendi paesaggi bellici, armonizzati da un perfetto mix di musica e colori che ha caretterizzato le due trilogie.Lo spettatore entra in sala, consapevole del fatto che quello sarà l'ultimo addio da concedere , (esattamente come il titotlo della colonna sonora "Last Goodbye") e aspetta di godersi la sfida tanto attesa; ma non tanto la sfida tra bene e male, ma quanto quella che sta per affrontare il regista, sperando di chiudere in bellezza.
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Si chiude l'ultimo capitolo tanto atteso dal pubblico Tolkeniano, che non lascia spazio ai sentimentalismi, ma si precipita dal primo minuto sul vivo dell'azione e del combattimento.Ancora una volta, l'accurato lavoro di Peter Jackson mette in risalto gli stupendi paesaggi bellici, armonizzati da un perfetto mix di musica e colori che ha caretterizzato le due trilogie.Lo spettatore entra in sala, consapevole del fatto che quello sarà l'ultimo addio da concedere , (esattamente come il titotlo della colonna sonora "Last Goodbye") e aspetta di godersi la sfida tanto attesa; ma non tanto la sfida tra bene e male, ma quanto quella che sta per affrontare il regista, sperando di chiudere in bellezza.Le aspettative non deludono neanche stavolta, il film infatti offre al pubblico del grande schermo le novità che mancavo negli altri film, fra cui scontri tra maghi, la comparsa dell'esercito nanico e quant'altro.Una trilogia minore rispetto alla precedente, ma ricca della stessa magia che ha caratterizzato la prima e che è ricercata nei romanzi di Tolkien;Per chi ha amato davvero le trilogie, basta poco per mettere una pietra sopra quelle imperfezioni,e godersi la fine di quello che nel suo insieme, rimarrà un capolavoro assoluto.
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joker 91
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domenica 4 gennaio 2015
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un finale discreto
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Lo hobbit chiude la sua avventura con la battaglia delle cinque armate,Jackson delude parecchio. Un film poco credibile con uno sviluppo inadeguato della storia dove non vengono spiegati parecchi nodi,battaglia al limite dell'inverosimile con battute irritanti nel mezzo dei combattimenti. Smaug è stato troppo poco valorizzato,il cast è sprecato,le uniche note positive sono i buoni sentimenti che il film vuole trasmettere(che sono poi i solidi e buoni sentimenti di amicizia,amore e patriottismo propri di un certo genere di cinema fantasy). Una trilogia lontano anni luce dalla bellezza del signore degli anelli,appena discreta e con il secondo episodio(la desolazione di smaug)migliore degli altri.
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Lo hobbit chiude la sua avventura con la battaglia delle cinque armate,Jackson delude parecchio. Un film poco credibile con uno sviluppo inadeguato della storia dove non vengono spiegati parecchi nodi,battaglia al limite dell'inverosimile con battute irritanti nel mezzo dei combattimenti. Smaug è stato troppo poco valorizzato,il cast è sprecato,le uniche note positive sono i buoni sentimenti che il film vuole trasmettere(che sono poi i solidi e buoni sentimenti di amicizia,amore e patriottismo propri di un certo genere di cinema fantasy). Una trilogia lontano anni luce dalla bellezza del signore degli anelli,appena discreta e con il secondo episodio(la desolazione di smaug)migliore degli altri. Voto complessivo-6
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parieaa
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domenica 4 gennaio 2015
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lo hobbit: un film di peter bay
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Siamo stati tutti illusi che dopo il buonissimo, ma forse non ottimo, secondo capitolo ci si potesse attendere qualcosa di grande, di epico, di fantastico, che ci facesse perlomeno rivivere in parte la grandiosa ,e temo irripetibile, atmosfera della trilogia del Signore Degli Anelli. Invece siamo stati bellamente gabbati. Ovviamente non era certo un'impresa facile ,e anzi forse letteralmente impossibile, ma resta la nitida sensazione che si potesse fare decisamente meglio. Ormai è andata, facciamocene una ragione, ci rimangono sempre i tre veri capolavori. Tralasciando le varie ,e pessime, scelte atte esclusivamente per allungare il brodo per permettere agli studios di fare più guadagno possibile (d'altronde, come già detto nella recensione del secondo film, pecunia imperium) come in primis la sconsiderata love story tra un nano e un'elfa (veramente una scelta orrenda, per non parlare del pessimo commiato sul cadavere.
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Siamo stati tutti illusi che dopo il buonissimo, ma forse non ottimo, secondo capitolo ci si potesse attendere qualcosa di grande, di epico, di fantastico, che ci facesse perlomeno rivivere in parte la grandiosa ,e temo irripetibile, atmosfera della trilogia del Signore Degli Anelli. Invece siamo stati bellamente gabbati. Ovviamente non era certo un'impresa facile ,e anzi forse letteralmente impossibile, ma resta la nitida sensazione che si potesse fare decisamente meglio. Ormai è andata, facciamocene una ragione, ci rimangono sempre i tre veri capolavori. Tralasciando le varie ,e pessime, scelte atte esclusivamente per allungare il brodo per permettere agli studios di fare più guadagno possibile (d'altronde, come già detto nella recensione del secondo film, pecunia imperium) come in primis la sconsiderata love story tra un nano e un'elfa (veramente una scelta orrenda, per non parlare del pessimo commiato sul cadavere...mi sono tolto gli occhiali 3D e ho pianto dalla vergogna...),ma anche un cast nanico decisamente non azzeccato, il pessimo Radagast, Legolas in salsa Avengers, l'inutile aiuto governatore (spudoratamente scopiazzato da Vermilinguo, ma ridicolizzato...del quale non si capisce nemmeno la fine...), i Tremors (che da soli avrebbero fatto strage di chiunque) e chissà ancora cos'altro, il film presenta anche un sacco di altri difetti. Che rabbia! Scene che potevano essere di un'epicità e drammaticità uniche, sono state ridotte a ben poca cosa: le marce e le rese degli eserciti sono stupende (a me sono piaciuti anche gli elfi...se non sono un po' tamarri loro, chi se lo può permettere?), ma poi quando comincia la battaglia vera e propria (inspiegabilmente senza i mannari selvaggi!), diventa tutto confusionario e troppo prolisso, senza scene veramante incisive che rimangono impresse a fondo, con in compenso un re nanico che uccide a scrapate metà esercito nemico(.....). A quanto pare gli sceneggiatori erano in vacanza. Perfino i due scontri finali, tra Legolas e Bolg e tra Thorin e Azog, non sono indimenticabili, con il primo troppo troppo, e il secondo anche (come caspita si fa a saltare fuori dall'acqua in quel modo?! per non parlare del finale, che non dice assolutamente nulla, nonostante muoiano due protagonisti...). Grande assente del film è Gandalf (persino lui non riesce a migliorare granchè il film), e Bard non mi ha mai convinto del tutto. Fortunatamente almeno Thorin, Bilbo e Thranduil (escluso l'ultimo discorso con Tauriel) sono in forma, e risultano essere gli unici nuovi personaggi veramente azzeccati e carismatici, che riescono a dare un po' di spessore laddove gli altri hanno miseramente fallito (Dain è addirittura comico). Certo, gli effetti speciali, i costumi, le scenografie, il sonoro, la colonna sonora e le riprese aeree sono impeccabili, ma ormai da soli non bastano più; per inciso proprio per "colpa" della trilogia originale. Sceneggiatura e montaggio sono, secondo me, i veri talloni d'achille di questo non riuscitissimo film ( pochissimi dialoghi ben riusciti e tantissime scene tronche e sconclusionate, che nessuna extended version potranno salvare). Quindi: invece di un film di Jackson, mi è sembrato di vedere un film di Bay, cosa molto brutta, tutto fumo e niente arrosto. Cosa che proprio non mi aspettavo (e come me tanti altri credo). Tutte le tematiche care a Tolkien sono state semplicemente ignorate. L'ombra dei 3 "fratelli maggiori" è stata troppo ingombrante alla fine, e la scelta di cercare di dare lo stesso taglio drammatico\decadente\epico\con senso di ineluttabile fine imminente di questi a una trilogia tratta da un libro completamente diverso, sia per tematiche, che per "serietà", non ha per nulla pagato. In realtà 2.5 stelle sarebbero più corrette (di meno non riesco a dare....scusate).
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the eagle
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sabato 3 gennaio 2015
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poi c'é la marmotta che confeziona la cioccolata
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Avviso: la recensione conterrà degli spoiler. Non tanto sulla trama, conosciuta a memoria da ogni amante del fantasy, quanto sugli orrori concepiti da Jackson all'interno della pellicola.
Letta la notizia di una nuova trilogia sulle opere di Tolkien, mi ero avvicinato alla libreria per prendere due volumi: "Lo Hobbit", 340 pagine, e "Il Signore degli Anelli", 1000 e più pagine. Se dalla prima trilogia hanno ricavato tre pellicole, anche tagliando qualche parte inutile, com'è possibile creare una trilogia di simile durata con un'opera molto più ristretta? Semplice, per Jackson: ritmo della trama rallentato fino alla noia e tante aggiunti inutili e senza senso, specialmente in quest'ultimo capitolo.
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Avviso: la recensione conterrà degli spoiler. Non tanto sulla trama, conosciuta a memoria da ogni amante del fantasy, quanto sugli orrori concepiti da Jackson all'interno della pellicola.
Letta la notizia di una nuova trilogia sulle opere di Tolkien, mi ero avvicinato alla libreria per prendere due volumi: "Lo Hobbit", 340 pagine, e "Il Signore degli Anelli", 1000 e più pagine. Se dalla prima trilogia hanno ricavato tre pellicole, anche tagliando qualche parte inutile, com'è possibile creare una trilogia di simile durata con un'opera molto più ristretta? Semplice, per Jackson: ritmo della trama rallentato fino alla noia e tante aggiunti inutili e senza senso, specialmente in quest'ultimo capitolo. Tanto è un fantasy. Tutto è possibile! Chi se ne frega del mondo creato da Tolkien. Devo dire che l'inserimento meno fastidioso è stato Azog. Hollywood ha sempre bisogno di un cattivo. Poi però nel secondo capitolo arriva l'amore alla Romeo e Giulietta. Perché ce n'era bisogno? Chiudiamo un occhio. E mettiamoci pure Legolas, per attirare frotte di ragazzine innamorate del Pirata dei Caraibi. Ok, chiudo un altro occhio. Ora, per l'ultimo capitolo, arrivo in sala con entrambe gli occhi chiusi. Forse sarebbe stato meglio non aprirli. Il drago, vero nemico della storia stampata, viene ucciso dopo 5 minuti in seguito ad uno dei cliché più brutti della storia del cinema: il discorso del cattivo. Ma non poteva morire in volo mentre sputava fiamme come nel libro? C'era bisogno di fargli fare la figura dell'idiota? Già ho capito il livello della pellicola. E dopo una mezz'ora di noia e scene senza senso, come Thranduil che porta un carretto di viveri a duemila sfollati o Legolas e amica che aspettano la mezzanotte per poi non fare nulla, si arriva alla battaglia! Devo dire che le prime scene del combattimento sono ben realizzate e spettacolari, come il muro di scudi dei nani. Ma per non illudermi sul fatto che il film potrà migliorare, iniziano a comparire gli elementi casuali e senza senso, anche plagiati da altri film. Tanto è un fantasy! A che serve la logica? Iniziamo con i Tremors giganti, che scavano gallerie nelle montagne per far passare gli orchi. A che scopo? Nessuno! Servono solo a scavare gallerie. Perché a questo punto non lanciarli contro i nemici per divorarli e sterminarli? Azog, sei stupido! O forse volevi solo cambiare il piano urbanistico della Terra di mezzo. Sta di fatto che l'orco ingegnere ha la brillante idea di far combattere all'inizio solo metà del suo esercito. Geniale! Hai preso lezioni da Gamelin sulla tattica militare? E tra combattimenti inutili, in cui gli orchi sembrano incapaci di impugnare un'arma, troll arieti e arieti che spazzano tutto come troll, carretti lanciati per i vicoli come in Kung Fu Panda 2, pipistrelli da cavalcare come in Rango e un ghiacciaio...sì, un ghiacciaio! Erebor, la montagna solitaria. Da dove sono uscite le montagne intorno e un lago ghiacciato? L'ho già detto che è un fantasy e tutto è possibile? Quindi, facciamo saltare Legolas sulle pietre come Tai Lung in Kung Fu Panda, facciamo uscire Azog dal ghiaccio come un Narvalo, mettiamoci qualche scena strappa lacrime e alla fine facciamo arrivare anche le aquile! Così la battaglia è stata inutile, bastava aspettare il loro arrivo per vincere. Ottimo!
Quindi: storia poco fedele, aggiunte inutili e senza logica, ritmo lento. Cosa resta? Un bel documentario sulla Nuova Zelanda (e sei!) e un ottimo uso degli effetti speciali. Bastano per un film?
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(di dado1987)
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miranbaricic
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venerdì 2 gennaio 2015
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male, ma non malissimo
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Alla fine di tutto, alla fine della trilogia dello Hobbit, è finalmente emerso pienamente l'errore principale fatto dal regista: la scelta di dividerlo in tre capitoli. Certo, non che non si fosse capito dall'inizio che la scelta avrebbe di molto peggiorato la qualità del prodotto, ma è in questo film a mio parere che l'errore mostra di più le sue conseguenze. Infatti, come già sospettavo, ci si è trovati all'inizio del film alle prese con il famigerato Smaug, di cui si sa fin dall'inizio del film, e che muore dopo pochissimi minuti di pellicola. Qui è la stessa struttora della trama a ritorcersi contro Jackson: mettere la morte di Smaug all'inizio del terzo film significa trovarsi con un picco di tensione (solo ipotetico) completamente fuori tempo, ma inserirla invece alla fine del secondo film significa togliere qualunque importanza al terzo capitolo; ne risulta che in qualunque modo la dipartita del drago sarebbe avvenuta nel momento sbagliato.
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Alla fine di tutto, alla fine della trilogia dello Hobbit, è finalmente emerso pienamente l'errore principale fatto dal regista: la scelta di dividerlo in tre capitoli. Certo, non che non si fosse capito dall'inizio che la scelta avrebbe di molto peggiorato la qualità del prodotto, ma è in questo film a mio parere che l'errore mostra di più le sue conseguenze. Infatti, come già sospettavo, ci si è trovati all'inizio del film alle prese con il famigerato Smaug, di cui si sa fin dall'inizio del film, e che muore dopo pochissimi minuti di pellicola. Qui è la stessa struttora della trama a ritorcersi contro Jackson: mettere la morte di Smaug all'inizio del terzo film significa trovarsi con un picco di tensione (solo ipotetico) completamente fuori tempo, ma inserirla invece alla fine del secondo film significa togliere qualunque importanza al terzo capitolo; ne risulta che in qualunque modo la dipartita del drago sarebbe avvenuta nel momento sbagliato. Superato ci si trova d'innanzi ad un film caruccio, ma nulla di più, che è costretto a pagare tutte le enormi stronzate che sono state compiute nel secondo film e che hanno rovinato pesantemente quella che (a mio parere) era una saga partita con il piede giusto, ed è costretto a pagarle con tantissima frettolosità, che si sente molto ad esempio nella storia d'amore (davvero patetica) fra Tauriel e il nano meno riuscito della storia di tutti i fantasy, o nella sconfitta dei nove, con Elrond e compagnia (con una scena di combattimento davvero BRUTTA). Anche in questo episodio inoltre non mancano le orrende tamarrate viste nel precedente, Legolas per un po' riesce a non violare nessuna legge fisica, ma poi cede in tentazione, soprattutto verso la fine, mentre sfida il vice di Azog, in un combattimento assolutamente RIDICOLO, che è pura conseguenza di un utilizzo assolutamente spropositato e ingiustificato della CGI, che a volte regale scorci molto belli, ma a volte mostra scene assolutamente mal riuscite, davvero pessime. Ci sono poi tutta una serie di piccolezze che rovinano il film: l'armata dei nani è in numero scarsissimo, ma fronteggia senza perdite l'esercito molto più folto di orchi, Azog riesce a galleggiare con mezzo quintale di armatura addosso, i mangia terra compaiono una volta, ma poi spariscono completamente, ed in battaglia non si vedono, Beorn (che a mio parere è stato sbagliatissimo inserire nella pellicola) fa una comparsa di un secondo (inutilissimo), la seconda armata di orchi è per qualche motivo composta da una dozzina di individui al massimo e Legolas, Tauriel ed il nano Dain in alcune sequenze di combattimento fanno delle cose proprio al limite del ridicolo, che fanno stingere non poco la pellicola. Ultima nota dolente è costituita dai personaggi, fra cui nessuno sembra essere particolarmente di spicco rispetto agli altri (forse Thorin nella sua pazzia). Se il film non è proprio da buttare via è per il miglioramento rispetto al disastroso secondo capitolo, rispetto al quale è abbastanza godibile, nonostante tutti i difetti. In conclusione se siete curiosi andatelo a vedere, ma non fatevi aspettative di alcun tipo, perchè potrebbero essere deluse.
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alexander 1986
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venerdì 2 gennaio 2015
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quell'hobbit che serve solo al titolo..
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Capitolo conclusivo della trilogia prequel a ''Il signore degli anelli'' ovvero di un grande pasticcio. La sufficienza (scarsa) va all'opera complessiva piuttosto che a questa pellicola. Pellicola che in verità non avrebbe dovuto neppure esistere. I capitoli de ''The Hobbit'' previsti inizialmente erano solo due. E sarebbero stati comunque sufficienti a comprendere una storia originale necessitante già di una bella annacquata: perché questa avventura di Bilbo e Gandalf (Ian McKellen) era stata concepita da Tolkien come un simpatico siparietto senza pretese, non certo come il kolossal melodrammatico che ne è venuto fuori. Lasciamo magari perdere questo discorso perché se le case di produzione non s'applicassero alle speculazioni sui successi passati non farebbero il loro mestiere.
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Capitolo conclusivo della trilogia prequel a ''Il signore degli anelli'' ovvero di un grande pasticcio. La sufficienza (scarsa) va all'opera complessiva piuttosto che a questa pellicola. Pellicola che in verità non avrebbe dovuto neppure esistere. I capitoli de ''The Hobbit'' previsti inizialmente erano solo due. E sarebbero stati comunque sufficienti a comprendere una storia originale necessitante già di una bella annacquata: perché questa avventura di Bilbo e Gandalf (Ian McKellen) era stata concepita da Tolkien come un simpatico siparietto senza pretese, non certo come il kolossal melodrammatico che ne è venuto fuori. Lasciamo magari perdere questo discorso perché se le case di produzione non s'applicassero alle speculazioni sui successi passati non farebbero il loro mestiere. Ma c'è modo e modo di fare le cose e Peter Jackson ha usato quello più fastidioso: il fan-service. Un'accondiscendenza verso i fans così pesante da arruolare alla causa del film un personaggio come Legolas - un Orlando Bloom goffamente ringiovanito con le lenti a contatto - amato dalle ragazzine ma qui piuttosto inutile. Oppure anticipando ossessivamente i medesimi temi che fecero grande il Signore degli anelli (l'amicizia e l'amore oltre la razza, la lotta interiore contro la seduzione del potere) ponendosi quindi in competizione con un avversario imbattibile anziché battere una via diversa e altrettanto nobile. Rendendo infine The Hobbit un pendant più superfluo che ornamentale.
La prova più evidente di questo fallimento è proprio la resa del protagonista, Bilbo Baggins ovvero l'hobbit del titolo. Il suo valore di punto di vista alternativo rispetto alla Grande Storia cui suo malgrado partecipa avrebbe dovuto rappresentare il senso ultimo dell'opera. Lo stesso senso che ne Il Signore degli anelli fu incarnato da Frodo e dai suoi amici hobbit: la morale (più esopea che cristiana) del potere dei più piccoli nel cambiare le sorti del mondo. Lì funzionava, qui no. E non per le doti attoriali di Martin Freeman, modeste ma sufficienti. Il problema è che l'insistenza per tutti e tre i film della saga nel rendere l'idea dell'estraneità di Bilbo rispetto alla realtà che lo circonda - lui, l'uomo semplice al cospetto di re e condottieri - finisce per rendere il personaggio effettivamente estraneo al tutto. Il film scorre meglio quando lui non è chiamato in causa. Eppure si intitola 'The Hobbit'...
La scelta più discutibile fatta da Jackson appare però, paradossalmente, la rinuncia al meccanismo fan-service proprio nelle battute finali de La battaglia delle cinque armate. Al sesto capitolo di una saga che, comprendendo Il Signore degli anelli, impegna lo spettatore a tempi di durata biblici, il regista neozelandese ci propina per la prima volta un finale dolceamaro (fatichiamo a dire: maturo) rispetto al classico lieto fine. E' un po' come se a coronamento di una elegantissima torta il pasticcere, per darsi un tono di originalità, non mettesse la classica ciliegia ma una prugna. Se Jackson avesse voluto sorprenderci davvero, avrebbe dovuto applicare questo empito a tutta l'opera. Quando decidi di seguire per filo e per segno una ricetta da manuale, per quanto banale possa essere, anche solo resistere alla tentazione di apporre qualche correzione di testa tua può richiedere un certo coraggio. Un coraggio che Jackson, in verità, con questa trilogia de 'Lo Hobbit' non ha mai avuto.
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liuk!
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venerdì 2 gennaio 2015
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tamarrata
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Battagliona finale di quasi due ore piena di assurditá e tamarrate cosmiche. Un nano che uccide un orco di tre metri tirandogli una pietra in testa, dieci nani che sbaragliano da soli un'armata di centinaia di migliaia di orchi assassini, un enorme drago che muore con una pagliuzza nel petto.. Queste sono solo alcune delle chicche che troverete in una pellicola terribile, indegno finale di una discreta saga. Peccato.
[+] tamarrate?
(di steo89)
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